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Sea Watch 3, parla Carola Rackete: “Mi sono sentita lasciata sola dalla Germania.

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La comandante parla allo Spiegel e al Guardian: "Il ministro dell'Interno italiano si esprime con un linguaggio irrispettoso, non consono a un politico di alto livello. Non ho casa né macchina, non mi interessa avere uno stipendio fisso".

 

 

 

E sull'atteggiamento dell'Europa: "Mi è sembrato che nessuno volesse davvero aiutare. Si sono passati la patata bollente"

Critiche a Matteo Salvini, alle sue politiche sulle migrazioni e anche al suo linguaggio.

E allo stesso tempo una stilettata alla Germania, perché non ha fatto nulla per aiutare lei e i 40 migranti che erano a bordo della Sea Watch 3.

Carola Rackete parla per la prima volta dopo l’arresto non convalidato dal giudice per le indagini preliminari.

In un colloquio con lo Spiegel e il Guardian, la comandante della nave della ong al centro dell’ultimo caso politico europeo attacca la politica del ministro dell’Interno. “Ha violato i diritti umani”, dice. E il suo modo di esprimersi è “irrispettoso” e “non appropriato per un politico di alto livello”. Definita “ricca tedesca” dal capo del Viminale, Rackete dice: “Non ho un appartamento, non ho una macchina, non mi interessa avere uno stipendio fisso e non ho una famiglia. Non c’era nulla che mi trattenesse dal portare a compimento questo impegno”.

L’equipaggio, spiega, ha inviato rapporti medici giornalieri sulle condizioni dei soccorsi, anche al Centro di soccorso italiano a Roma, “ma nessuno ha ascoltato, nessuno ha risposto”. Era come “parlare a un muro”, aggiunge, spiegando che il contatto con la motovedetta della Guardia di finanza nel porto di Lampedusa “è stato il risultato disperato di una catena frustrante di eventi iniziata quasi 20 giorni prima”.

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“La mia impressione – ha detto – è stata che a livello nazionale e internazionale nessuno volesse davvero aiutare. Si sono sempre passati la patata bollente, mentre avevamo ancora 40 sopravvissuti a bordo. Ha fallito il ministro degli Interni Horst Seehofer, che non aveva alcun desiderio di accettare le offerte delle città” di ospitare i migranti a bordo della nave. Per questo, dice, “mi sono sentita lasciata sola dalla Germania”.

Quindi le due speranze. Innanzitutto, che “il mio gesto porti a soluzioni concrete in Europa per i migranti: decine di città erano disposte a ospitare queste persone e dovrebbero essere libere di farlo senza che i governi nazionali le ostacolino. Quindi, in vista di un possibile processo, che “la legge cambi prima di allora”. E se dovesse succedere di nuovo? “Se mi trovassi nella stessa situazione, non ho dubbi che farei di nuovo tutto”.

By F. Q. | 5 Luglio 2019

Redazione TirrenoNews

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