
Scrivevamo sulla opportunità che la magistratura arrestasse tutti i responsabili della vergogna etica calabrese.Nemmeno il tempo di pubblicarlo che ecco la incredibile novità che la regione Calabria ha deciso di avviare le procedure per lo scioglimento della Fondazione "Calabria Etica".
Una nota dell'Ufficio stampa informa che“La decisione è stata assunta a seguito della relazione presentata dal commissario Carmine Barbaro che la Giunta regionale, presieduta da Mario Oliverio, aveva nominato nei mesi scorsi per fare chiarezza sulla situazione economico - giuridica in cui versava la Fondazione”.
Non conosciamo ancora il testo ma ci auguriamo che sia diffuso immediatamente e totalmente .
Erto è che per avviare le procedure di scioglimento di "Calabria Etica" è stato nominato Commissario liquidatore il prof. Valerio Donato, docente di Diritto civile all'Università "Magna Grecia" di Catanzaro.
Comunque il Commissario avrà cura, d'intesa con il Dipartimento "politiche sociali", di riconoscere le spettanze ai lavoratori che legittimamente hanno svolto attività lavorative.
E’ la prima volta che la regione scioglie un suo ente creato apposta per fare sporca politica
Ed è anche la prima volta che la Giunta regionale affermi ( sul serio) che le politiche sociali debbano essere esercitate dai Comuni, per come previsto dalla legge 382/2000, in quanto istituzioni più vicine ai bisogni sociali che si esprimono sul territorio.
In tal senso, l'assessore delegato Federica Roccisano assumerà i provvedimenti conseguenti ed attiverà una serie di incontri con i soggetti sociali ed istituzionali interessati.
Che la Calabria stia cambiando?
Non vorremmo, però, che la scelta sia finalizzata a porre una pietra tombale sulle gravi responsabilità di tanta parte della regione Calabria!
Prosegue incessante l’attività di monitoraggio del territorio calabrese da parte degli elicotteri della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Lamezia Terme in stretta sinergia con i reparti territoriali del Corpo, finalizzata all’individuazione di piantagioni illegali di sostanze stupefacenti. Nei giorni scorsi, infatti, le Fiamme Gialle hanno individuato l’ennesima piantagione di canapa indiana, questa volta nel territorio di Lamezia Terme (CZ).
Il risultato è frutto di sistematiche osservazioni e mirate attività investigative svolte da militari del Corpo, con la privilegiata capacità di scoperta degli elicotteri.
Nella circostanza, i finanzieri della Stazione Navale di Vibo Valentia e del Gruppo di Lamezia Terme, giunti sul posto, grazie solo all’ausilio dell’elicottero in volo ed all’abilità dei piloti, riuscivano ad individuare e raggiungere, l’esatta posizione dell’area utilizzata per l’illecita piantagione che, nonostante fosse adiacente ad una strada pubblica, era abilmente occultata da altra vegetazione. Le piante di cannabis indica, in gran parte in piena fase di maturazione, erano, infatti, sistemate su un terreno agricolo.
Complessivamente sono state sottratte alla disponibilità della criminalità e sequestrate 500 piante illegali.
L’Autorità Giudiziaria competente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme disponeva, dopo la campionatura dello stupefacente, l’estirpazione delle piante e la successiva distruzione, sul posto, a mezzo fuoco.
La coltivazione, a fioritura completa, una volta essiccata e immessa sul mercato, avrebbero fruttato un guadagno di circa un milione di euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono ancora in corso per accertare i responsabili dell’attività illecita
Il 5 di Agosto 2015 alle ore 19:00, sul corso Numistrano di Lamezia Terme vicino al negozio “Magie d’Amore”, sarà presentato il libro di Raffaele Vescera “Il Barone Contro”, ed. Magenes, con la presenza dell’autore, insigne giornalista e scrittore pugliese.
La presentazione è organizzata dal circolo territoriale di Unione Mediterranea “Michelina De Cesare” col suo coordinatore Francesco Antonio Cefalì e dalla sezione di Lamezia Terme di Italia Nostra col suo presidente Giuseppe Gigliotti.
“La storia del barone di San Chirico, il colonnello don Felice Lombardo, fu avventurosa.
Erede di una grande fortuna, mise in gioco il suo patrimonio tra tavoli verdi e boudoir.
Fu liberale indomabile.”
Ma le parole migliori per descrivere l’opera di Vescera le scrive Pino Aprile: “Se la grande letteratura siciliana ci tramanda storie di gattopardi e viceré che hanno accettato il cambiamento al fine di conservare i privilegi nobiliari, la vicenda dei baroni Lombardo di San Chirico appartiene all’aristocrazia illuminata napoletana che si è battuta contro il feudalesimo e per la trasformazione costituzionale della monarchia. Nobili che hanno messo in gioco la propria esistenza, rinunciando alle prerogative di ceto e pagando con l’esilio e la confisca del patrimonio, a volte con la stessa vita, l’aspirazione per il nuovo patto sociale che i tempi imponevano. I baroni Lombardo di San Chirico, liberali per tre generazioni, vivono tutte le vicende rivoluzionarie del Regno di Napoli, dal 1799, al 1820, al 1848, fino all’Unità d’Italia. Unificazione che delude il loro iniziale entusiasmo poiché, anziché favorirne l’inclusione, il nuovo Stato Italiano tratta l’ex Regno delle Due Sicilie al pari di una colonia, emarginando i liberali e associando al potere i conservatori trasformisti. L’internamento nella fortezza piemontese di Fenestrelle di un discendente della famiglia Lombardo segna l’epilogo drammatico di questi avvenimenti. Don Felice è un uomo di passaggio, fra una direzione della Storia e un'altra; fra un passato che sarà poi vilipeso, denigrato e un futuro che si presenta grande, promettente e che deluderà in modo feroce; delude, in modo feroce, ancora oggi. Don Felice è una sintesi della tragedia dell'Unità malfatta del nostro Paese.”
La convinzione degli organizzatori è che la conoscenza approfondita e reale del proprio passato storico aiuta molto un popolo a elaborare il suo presente e ancora di più il futuro attraverso la consapevolezza di se stesso.
Il popolo del sud è un popolo in marcia verso la libertà, e non solo di pensiero
Franco Gallo (Coordinatore Regionale Unione Mediterranea)