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Redazione TirrenoNews

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Ricordate Salomone, secondo la Bibbia, figlio di re Davide e terzo re d’Israele?.

Di lui si ricorda, in particolare, che due donne gli si presentassero dinanzi rivendicando ognuna la appartenenza dello stesso bambino.

E nessuna delle due donne defletteva dalla propria richiesta .

Allora Salomone si fece portare una spada e ordinò che il bambino vivente fosse tagliato a metà per darne una parte a ciascuna di esse. Allora la vera madre lo supplicò di consegnare il bimbo all'altra donna, pur di salvarlo. Salomone capì così che quella era la vera madre e le restituì il bambino. Fu così reso noto a tutti che Salomone era veramente un re buono e saggio.

Sembra la storia della Direzione didattica Manzoni e dell’istituto comprensivo A Longo.

Solo che due anni fa il comune non fu come Salomone e quindi tagliò l’ Istituto comprensivo A Longo e lasciò viva la direzione didattica Manzoni.

Allora l’altra madre ( Campora SG) ricorse ad un giudice superiore che mostrò la sua comprensione e dichiarò non legittima la decisione del comune di Amantea..

Ora si ripropone la questione e la provincia di Cosenza, prossima alla chiusura, ha inviato una lettera con la quale “invita il comune di Amantea ad adottare delibera nella quale formulare proposta ufficiale di accorpamento del proprio istituto comprensivo ad altro istituto”.

Chiarisce, poi, la lettera che in caso di volontà non concordante tra i comuni la provincia è disponibile ad incontri atti a definire soluzioni condivise.

Non solo, ma la lettera insiste invitando il comune di Amantea a produrre delibera in presenza di “scuole interessate all’accorpamento in un unico istituto” .

Quantomeno pilatesca se non incomprensibile. Forse è bene che le province siano chiuse!

Ed allora il comune di Amantea delibera salomonicamente e decide.

  1. La conservazione della Direzione Didattica Manzoni;
  2. La conferma dell’originario Istituto comprensivo A Longo ma con aggregazione dell’istituto comprensivo di Aiello calabro e che comprende anche Cleto e Serra d’Aiello,
  3. La conferma dell’istituto comprensivo Mameli con accorpamento dell’istituto comprensivo di Lago

Correttamente la delibera richiama gli indirizzi regionali approvati con delibera del consiglio regionale n 48 del 4.8.2010, ma senza richiamo di parametri numerici che non vengono riportati se non per l’IC Longo ( 502) e l’IC di Aiello ( 282), ma solo per ricordare che quest’ultimo non ha più i parametri numerici minimi!! E che, pertanto, obtorto collo, deve aggregarsi a Campora SG che ne ha ben 502.

Ma( è solo teoria) Aiello Calabro potrebbe deliberare la aggregazione con Malito. Che farà a tal punto il comune di Amantea?

Stranamente invece non vengono riportati i dati della Manzoni e della Mameli, ma viene giustificata la delibera sostenendo la necessità:

  1. Di mantenere la attuale localizzazione dei plessi al fine di non compromettere la frequenza scolastica. ( ma perchè qualcuno voleva delocalizzare i plessi?)
  2. Di salvaguardare il maggior numero possibile di istituzioni in considerazione delle possibilità di una migliore offerta formativa. ( come a dire che più sono e migliore è la istruzione?)
  3. Di salvaguardare il maggior numero possibile di istituzioni in considerazione del rilevante peso educativo in un contesto socio-economico abbastanza carente e con possibili rischi di devianza giovanile e di dispersione scolastica!( cioè più poveri siamo e più scuole dobbiamo avere?) Ma se questo fosse una legittima giustificazione perchè proporre la chiusura dell’IC di Aiello?

Ora i camporesi ( le camporesi) possono dormire sonni tranquilli, hanno avuto quanto era giusto!

Una nottata di acqua, tuoni e fulmini che facevano scattare gli allarmi, è stata una occasione ghiotta per ogni tipo di atto delinquenziale.

Ne ha fatto le spese la tabaccheria “Non solo fumo” che è stata oggetto di un furto.

Un furto programmato ed eseguito con maestria delinquenziale.

L’auto era stata rubata, così che nessuno dei ladri corresse il rischio di essere visto con una propria auto; questo nel caso che qualcuna delle tele camerine funzionino ed ai carabinieri venga in mente di chiedere informazioni sulla circolazione notturna. Quasi come se si trattasse di soggetti nuovi al furto…

La fotocamera esterna che registrava coloro che accedevano alla tabaccheria ( vedi prima foto) era stata piegata verso il basso in modo da non visionare e registrare la porta di accesso o qualcuno dei mezzi impiegati.

I ladri erano a volto coperto da passamontagna.

Ben 4 sembra.

Ci diceva un furto programmato.

Sembra infatti che non siano stati asportati i prodotti da fumo e non solo della tabaccheria: come se si volesse eliminare ogni rischio ulteriore

Programmato per la tecnica di apertura della porta di accesso, fatta da esperti; senza danni eccessivi ma in modo efficacissimo

Programmato perché si è limitato ai soldi.

Quelli contenuti nella macchinetta cambia soldi; quelli contenuti in una macchinetta da gioco che è stata letteralmente asportata; quelli contenuti in una cassetta metallica usata dai proprietari e che evidentemente era a conoscenza dei ladri.

E probabilmente i ladri erano a conoscenza anche del fatto che come sembra la tele camerina pubblica su via Vulcano ( all’angolo del campus) non funzioni.

Tanti comunque i dubbi quale quello di sapere con quale mezzo la macchinetta da gioco è stata portata via.

Il furto è stato scoperto nella nottata e tempestivo è stato l’intervento dei carabinieri della locale caserma al comando del maresciallo Antonino Claudio Vivona che non tralascia alcuna opzione e che ha acquisito le immagini del filmato della tabaccheria.

In bocca al lupo!

«C'è un buon amico che oggi ha intenzione di darvi buoni consigli. Così evitiamo anche di fare danni al cantiere»

La cosca dei Lanzino voleva accaparrarsi appalti per lavori pubblici nel Cosentino.

A seguito delle indagini la Dda di Catanzaro ha emesso un provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e dal Ros nei confronti di 5 persone.

Le persone fermate sono

Mario Potestio, di 53 anni, fratello del capo di gabinetto del Comune di Cosenza;

Adolfo D'Ambrosio, 46 anni, presunto reggente della cosca Lanzino;

Francesco Costabile (48), ed

Alberto Superbo (36).

Una quinta persona è attualmente ricercata.

L'operazione è stata chiamata "Vulpes".

Ala conferenza stampa hanno partecipato:

il procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli;

il sostituto Pierpaolo Bruni,

il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Brancati, ed

il comandante del Reparto operativo, Vincenzo Franzese.

Il procuratore Borrelli ha detto:

«Siamo contenti perché con un numero limitato di fermi crediamo di aver smantellato la struttura del clan Lanzino che si occupava di estorsioni. I commercianti ora possono stare un po' più tranquilli. Ma i vuoti vengono presto colmati e quindi servirebbe una collaborazione dei commercianti e degli imprenditori vessati che invece non c'è».

Il colonnello Brancati ha evidenziato:

«Sarebbe importante che a queste nostre azioni seguisse una reazione della società civile».

Particolare attenzione su una delle telefonate intercettate dagli investigatori, e indirizzata ad un imprenditore edile, durante la quale uno dei fermati avvertiva che «c'è un buon amico che oggi ha intenzione di darvi buoni consigli. Così evitiamo anche di fare danni al cantiere». (Ansa)

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