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Redazione TirrenoNews

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Pietro Citrigno è l’ex editore di Calabria Ora oggi diventato L’Ora della Calabria , il quotidiano che versa in stato di crisi e che rischia di chiudere .

Alessandro Bozzo è il giornalista dello stesso quotidiano che si suicidò nel marzo scorso all’eta di 40 anni nella sua casa di Marano Principato.

La Procura di Cosenza in conseguenza del suicidio iniziò accurate indagini

Ora, a conclusione di tali indagini condotte dal sostituto procuratore Domenico Airoma e dal pm Maria Rosa Cerchiara la Procura di Cosenza ha chiesto la citazione diretta a giudizio per l'ex editore di “Calabria Ora” Piero Citrigno.

L’accusa che viene formulata nei confronti del Citrigno è quella di violenza privata nei confronti del giornalista.

La richiesta avanzata dagli uffici giudiziari sotto il profilo tecnico equivale a una richiesta di rinvio a giudizio e dovrà essere vagliata dal Tribunale di Cosenza, che dovrà fissare la data del processo.

Per questo reato è prevista una pena inferiore a quattro anni.

La chiusura delle indagini preliminari fu notificata a Citrigno nello scorso mese di novembre.

Secondo l’accusa l'ex editore avrebbe costretto Bozzo a sottoscrivere atti nei quali «dichiarava, contrariamente al vero, di voler risolvere consensualmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato con la predetta società, senza avere nulla a pretendere e rinunciando a qualsiasi azione e/o vertenza giudiziaria».

Successivamente, secondo i pm, a Bozzo sarebbe stato in qualche modo imposto di firmare un contratto di assunzione a tempo determinato «quale unica alternativa alle dimissioni».

E il giornalista, che era sposato e padre di una bambina, secondo alcune testimonianze rese dai suoi colleghi, avrebbe definito la sigla di questo accordo come «un'estorsione».

I “Democratici per Amantea” esprimono una posizione fortemente contraria alla realizzazione della discarica di “Cozzo Giani” nel vicino comune di Lago. L’area in cui dovrebbe sorgere si affaccia sulla Valle dell’Oliva, già compromessa a causa dell’illecito smaltimento di circa 140 mila metri cubi di materiali tossici e nocivi - come denunciato dalla relazione tecnico scientifica dell’Ispra e dalle indagini condotte dalla Procura di Paola - i cui effetti sulla salute dei cittadini e sull’ambiente continuano ad essere colpevolmente sottovalutati. Realizzare questa discarica è una scelta assolutamente sbagliata, di evidente e inconfutabile impatto ambientale negativo, che non risolve affatto le criticità (servirebbe difatti solo pochi anni, senza riuscire ad aggredire il problema dei rifiuti in modo strutturale) e rappresenta la sconfitta plateale del tanto decantato programma di riconversione verso la differenziata e la riutilizzazione del rifiuto come risorsa.

Per tali ragioni, dando seguito alle preoccupazioni evidenziate in aula lo scorso 27 dicembre l’esponente dei “Democratici per Amantea” Vincenzo Pugliano ha depositato in data odierna una Proposta di Deliberazione di Consiglio comunale.

Nel documento si chiede alle autorità competenti di “non sperperare risorse pubbliche in opere che potrebbero ulteriormente danneggiare una vasta area, che necessita invece di essere bonificata, e di investire in politiche volte a creare virtuosi percorsi di smaltimento dei rifiuti compatibili con il rispetto dell’ambiente; di conoscere lo stato di attuazione del Registro Tumori da parte dell’ASP di Cosenza ed i dati statistici dell’incidenza tumorale nel Comune di Amantea, con annesso studio epidemiologico, con particolare riguardo alle aree limitrofe del bacino idrografico del Fiume Oliva; di procedere con urgenza all’inserimento della Valle dell’Oliva tra le aree che necessitano di risanamento, con contestuale stanziamento dei fondi necessari all’ormai improcrastinabile bonifica”.

I “Democratici per Amantea” saranno al fianco dei comitati civici, del sindacato, delle associazioni ambientaliste e soprattutto delle popolazioni locali per avviare una grande mobilitazione contro la realizzazione della discarica di “Cozzo Giani” e per la bonifica della Valle del Fiume Oliva, e si attiveranno per la raccolta differenziata spinta e sull’incentivazione di iniziative volte al trattamento dei rifiuti differenziati in loco ed alla loro riutilizzazione, guardando con positività alla proposta “rifiuti zero”.

Venerdì 17 Gennaio 2014

L'Ora della Calabria a rischio chiusura.

Venerdì, 17 Gennaio 2014 22:49 Pubblicato in Calabria

I giornalisti bocciano l’aumento della quota di solidarietà dal 40 al 60% e l’editore minaccia la chiusura.

RENDE (Cosenza) – “Non è scaricando quasi interamente il costo del lavoro sugli ammortizzatori sociali (finanziati dall’Inpgi, ovvero con il sacrificio ed il sudore degli stessi giornalisti) che si garantiscono stabilità, qualità e, soprattutto, futuro ad un’azienda in crisi. Il rilancio deve necessariamente essere affidato ad un serio piano editoriale che, ad un’altrettanto seria razionalizzazione delle spese (intese come taglio del superfluo e dell’improduttivo), affianchi un adeguato progetto innovativo che consenta alla testata di rimanere sul mercato e magari di intercettare nuove fasce di lettori”.

Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, commenta così l’esito del referendum con il quale l’Assemblea dei giornalisti de “l’Ora della Calabria” ha respinto la richiesta dell’editore di elevare dal 40 al 60 percento la quota del contratto di solidarietà sottoscritto, il 14 gennaio 2013, da Gruppo Editoriale C&C, Sindacato Giornalisti della Calabria, Confindustria Cosenza e dalla delegazione dei giornalisti. Contratto di Solidarietà di durata biennale (dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2014) per 48 unità lavorative, con riduzione (verticale) dell’ orario di lavoro pari al 40% dell ’orario di lavoro previsto dal Cnlg, concordando che eventuali deroghe, per essere valide, devono essere comunque sottoscritte dalle parti firmatarie .

Ricordando che, al di là dell’esito della votazione dell’Assemblea, l’editore avrebbe comunque dovuto attivare (cosa che non è avvenuta) una nuova procedura per il riconoscimento dello stato di crisi, Carlo Parisi invita l’editore Alfredo Citrigno a rispettare la volontà dell’Assemblea dei giornalisti che, con 29 voti contrari, 19 favorevoli e 7 schede bianche o nulle, ha respinto, dunque, con la maggioranza assoluta una proposta che, a fronte di un risparmio quasi irrisorio nell’economia di un quotidiano regionale di queste proporzioni, avrebbe ulteriormente aggravato il taglio dei compensi ai giornalisti. E, soprattutto, con una riduzione dell’orario del lavoro del 60 percento, non avrebbe certamente potuto assicurare qualità e completezza al prodotto che, inevitabilmente, ne avrebbe risentito sia in termini di vendite che di raccolta pubblicitaria.

“Dando per scontato il rispetto della riduzione dell’orario di lavoro, per non incorrere penalmente nel reato di truffa, in buona sostanza – osserva Carlo Parisi – che giornale si può offrire potendo disporre dei giornalisti per soli due giorni a settimana?”.

Il vicesegretario della Fnsi giudica, quindi, “assolutamente seria e responsabile la votazione dei giornalisti” che, riunitisi a Lamezia Terme, nell’Assemblea convocata dal Comitato di redazione (Marco Cribari, Domenico Miceli, Mauro Nastri, Gabriella Passariello) e dal Rappresentante dei collaboratori (Simona Musco), ha espresso la propria contrarietà all’aumento della quota di solidarietà.

Alla reazione dell’editore, Alfredo Citrigno, che, appresa la notizia, ha comunicato l’intenzione di chiudere il giornale entro la giornata di domenica, il Comitato di redazione de “l’Ora della Calabria”, ha reiterato la richiesta di “rispettare la volontà dell’assemblea dei giornalisti”, convinto che “il piano di risparmio previsto dall’editore non debba passare anche attraverso l’ulteriore riduzione degli stipendi del personale. Anche perché il mancato risparmio previsto dall’eventuale aumento della solidarietà… non giustifica in nessun modo la chiusura definitiva del giornale”.

Il Comitato di redazione ritiene “piuttosto che la strada da seguire sia quella già tracciata con impegno dall’editore: con la nomina di un nuovo direttore che ha iniziato a porre rimedio a tutti gli errori e alle inadempienze degli ultimi tre anni; con l’apertura di un dialogo costante – che auspichiamo continui – con il Cdr che avvicina la proprietà al corpo redazionale nel perseguimento di obiettivi comuni; con il progetto di rilancio del giornale che, oltre a creare entusiasmo tra i giornalisti, ha come obiettivo l’aumento delle vendite in edicola”.

“È con questo spirito, dunque, che – conclude il Cdr – chiediamo all’editore di partecipare insieme al segretario regionale del sindacato dei giornalisti, Carlo Parisi, al tavolo delle trattative che sarà fissato nelle prossime ore”.

Carlo Parisi ricorda che, l’8 gennaio scorso, aveva inviato all’editore Alfredo Citrigno, al direttore e al Comitato di redazione una lettera nella quale sottolineava, tra l’altro, che “il rinnovo del contratto di solidarietà è legato alla specifica procedura da trattare, comunque, ad un tavolo di confronto che non può essere certamente quello convocato per la presentazione del Piano editoriale del direttore”.

“Confidando nella presentazione di un Piano editoriale che valorizzi la qualità dell ’informazione, ovvero il lavoro dei giornalisti nei confronti dei quali non sono ammissibili ulteriori tagli di sorta”, il vicesegretario della Fnsi aveva, quindi, rinnovato all ’editore l ’appello a “puntare sul prodotto e non sui tagli, per non rischiare di compromettere definitivamente il futuro del giornale”.

Rinnovando “la più totale disponibilità del sindacato dei giornalisti al confronto, serio e costruttivo, come sempre avvenuto finora”, Carlo Parisi aveva, inoltre, sottolineato la “più assoluta contrarietà ad eventuali operazioni finalizzate alla richiesta di ulteriori sacrifici ai giornalisti che, in questi anni, hanno lavorato senza soste e riserve per garantire qualità e professionalità al giornale”, invitando, quindi, “di fare i conti con la crisi senza mortificare la dignità umana e professionale dei giornalisti”.

All’editore de “l’Ora della Calabria”, Alfredo Citrigno, Carlo Parisi chiede, quindi, di “richiedere il secondo anno di contratto di solidarietà nella misura e nelle modalità sottoscritte (40% verticale), senza lasciarsi tentare da scelte avventate che avrebbero come unico effetto la chiusura di una testata che, grazie al serio e scrupoloso impegno di quanti vi lavorano, ha conquistato una importante fetta del debolissimo mercato editoriale calabrese”.

“L’ipotesi della solidarietà al 60% – aggiunge Carlo Parisi – costituirebbe per i giornalisti solo una doppia beffa: la pesante riduzione dello stipendio e il pugno nello stomaco per l’Inpgi (che ricordo finanzia totalmente gli ammortizzatori sociali) che, di questo passo, sarà costretto in tempi brevi a ridurre le prestazioni (si ipotizza già la riduzione del trattamento di disoccupazione da 24 a 12 mesi), mettendo in forse la sua stessa tenuta”.

“In gioco, insomma, – conclude Carlo Parisi – non c’è solo il futuro di una testata che, con la disponibilità dell’editore Alfredo Citrigno – che con il sindacato ha sempre mantenuto corrette relazioni sindacali –, può certamente continuare a vivere senza pensare al risparmio soltanto tagliando il costo del lavoro, ma il futuro prossimo di una professione che non può rinunciare, sempre e comunque, a tutto, anche alla propria dignità. Sul punto, riconosco che l’editore Alfredo Citrigno ha sempre dichiarato di non voler licenziare nessuno, ma nel contempo ribadisco che chi guadagna 300 euro al mese non può sostenere di avere un lavoro, perché un salario così basso non consente neppure di sopravvivere. Non a caso, ho sempre sostenuto – incalza Parisi – che è meglio avere pochi giornalisti ben pagati che molti mal pagati o, addirittura, non pagati. Per rispetto della dignità umana e professionale dei giornalisti e di quegli editori che, pur rispettando i contratti e pagando stipendi e contributi, subiscono la concorrenza sleale di quanti, invece, fanno del rispetto delle regole un optional, nel silenzio di quanti sono deputati a vigilare sul rispetto delle regole più elementari del vivere civile"

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