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Ecco chi non vuole le dimissioni di Scopelliti!

Domenica, 30 Marzo 2014 22:53 Pubblicato in Calabria

Le elezioni fanno paura! Tanta! A molti! Forse a tutti! In particolare quando si “perdono” 20 posti di lavoro. Ed allora anche taluni politici che normalmente “stabilizzano” i posti dei precari da loro stessi assunti, tentano di “stabilizzare” anche i loro “posti”, il loro “potere”, le loro “Cariche” e tanti poi osservano mafari anche onestamente la inopportunità delle dimissioni di Scopelliti. Ovviamente in nome della Calabria o quantomeno della democrazia.

Ecco una piccola sintesi di quello che pubblica la stampa ed il web

Ecco l’elenco:

1)DIMISSIONI SCOPELLITI | L'Udc frena

I centristi preoccupati per la situazione alla Regione: «Il governatore è una persona corretta ma dobbiamo dare risposte concrete ai calabresi»: Vedi testo in Basso.

2)DIMISSIONI SCOPELLITI | Pacenza: effetti nefasti sulla Calabria

Secondo il presidente della terza commissione Sanità la chiusura anticipata della legislazione getterebbe nel caos la regione: Vedi testo in Basso.

3)DIMISSIONI SCOPELLITI | Chizzoniti: non formalizzarle

L'invito del presidente della commissione regionale di Vigilanza in una lettera inviata al governatore

4)DIMISSIONI SCOPELLITI | Nicolò: prima calendarizzare le riforme

Il vicepresidente del consiglio regionale invita il governatore a riflettere sulle sue decisioni

5)DIMISSIONI SCOPELLITI | Gentile: «Al voto non prima di sei o sette mesi»

Il senatore chiede a Scopelliti una frenata: «La scelta di dimettersi gli fa onore. Ma la formalizzi dopo l'approvazione delle modifiche allo Statuto»

6) Santelli: «Prima le riforme poi le dimissioni» Ma la modifica dello statuto è ferma da un anno

Intervista alla coordinatrice di Forza Italia che prova ad allungare i tempi del governo regionale e bacchetta il governatore per avere tirato in ballo Raffa: «Una caduta di stile».

7) I Gentile preparano il trappolone a Scopelliti      

Testi:

1)DIMISSIONI SCOPELLITI | L'Udc frena

LAMEZIA TERME No al gioco allo sfascio. L'Udc è preoccupata per la piega che sta prendendo la vicenda politica alla Regione. I centristi non fanno mistero di aver poco gradito l'annuncio di dimissioni di Scopelliti. Avrebbero preferito, gli esponenti dello Scudocrociato, una maggiore prudenza nell'affrontare questa situazione. Ora che la situazione è abbastanza compromessa non resta che correre ai ripari e cercare di salvare il salvabile. Per questo motivo i consiglieri regionali dell'Udc e il segretario Gino Trematerra chiedono un incontro aperto a tutte le forze politiche di maggioranza. «Occorre capire – spiegano in una nota – considerata la fase complessa che stiamo attraversando, in una logica di massima lealtà e condivisione dei percorsi che si deciderà d’ intraprendere, come s’ intende procedere per evitare possibili disorientamenti e ritardi nelle risposte urgenti che i calabresi ai attendono da tutti noi. Al presidente Scopelliti - aggiungono - riconosciamo il pregio della chiarezza e della trasparenza, nel rapporto con persone e forze politiche, che l’hanno sempre contraddistinto. Perciò l’Udc gli esprime solidarietà, ma esprimiamo, contemporaneamente, anche l’auspicio a proseguire nell’impegno politico, specie in questo momento particolare, per portare avanti il progetto comune. L’Udc, il cui rapporto con il presidente della Regione è stato avviato nel 2010 per smuovere le incrostazioni calabresi e per imboccare la strada dello sviluppo, ha sempre considerato il presidente Scopelliti una persona rispettosa della legalità e dei diritti. Quanto accaduto con la sentenza del tribunale di Reggio lascia, pertanto, molto perplessi per l’asprezza della pena, ma, nel contempo, mette in luce la contraddittorietà di una legge che vorrebbe   precludere, dopo il primo grado di giudizio, l’agibilità politica di una persona che ha avuto l’espresso mandato dei calabresi a guidare la Regione».

«Si è in presenza - aggiungono gli esponenti dell’Udc - di una norma che contrasta con la Costituzione e che andrebbe rivista con immediatezza. Se l’articolo 27 della Costituzione sancisce la presunzione d’innocenza fino al giudizio definitivo, e se proprio questo principio è uno dei tasselli cruciali dell’impianto costituzionale, la legge Severino, per com’è congegnata, è assolutamente iniqua. L’Udc farà la propria parte per sensibilizzare le forze politiche nazionali su questo preciso aspetto. Ma è auspicabile che tutte le forze politiche si adoperino per rendere possibile una riforma di questa legge in ossequio alla Costituzione. Qui è in gioco non solo il problema di una sola persona o di una sola parte politica – concludono – ma l’essenza stessa della politica e, se vogliamo, della democrazia. Rifiutarsi di capirlo è pura miopia politica ed un regalo ai vari populismi del nostro tempo». (0030)

2)DIMISSIONI SCOPELLITI | Pacenza: effetti nefasti sulla Calabria

REGGIO CALABRIA "Pur comprendendo le ragioni etiche e morali che stanno spingendo in queste ore il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti a rassegnare le dimissioni dal suo incarico, mi preme al contempo accendere una spia d'allarme sugli effetti nefasti che, queste, potrebbero avere sugli iter amministrativi in atto". Così il presidente della terza commissione Sanità Salvatore Pacenza. "Dalla sanità ai rifiuti - aggiunge -, senza passare in secondo piano tutta la programmazione comunitaria e i progetti ad essa legata, l'esautorazione del Consiglio e la conseguente mancanza di una guida per la Regione fino al prossimo autunno, significherebbero pieno caos per la Calabria. Questo Consiglio deve rimanere in carica perché, in tutta questa vicenda, non ha responsabilità. Anzi, in ragione del mandato elettorale assegnatogli in maniera netta e inequivocabile dall'elettorato, ha il dovere di portare fino in fondo questa legislatura. Non è una difesa strenua della poltrona (questa avrebbe comunque fine fra pochi mesi), ma una lucida considerazione sulla necessità di dare continuità amministrativa ai lavori dell'assemblea e a tutti i programmi messi in itinere dalla maggioranza. Una mancata modifica allo Statuto e la conseguente non definizione di una nuova Legge elettorale decreterebbero danni erariali certi per la Regione e non fornirebbero regole certe e trasparenti sulla prossima tornata elettorale". "Quando si chiedono le dimissioni di una sola persona - prosegue Pacenza - bisogna considerare le conseguenze che queste avranno su circa 2 milioni di cittadini. La propaganda mediatica lanciata dall'opposizione, in questo momento, non ne sta per niente tenendo conto. Dal punto di vista umano e politico è assai comprensibile la reazione avuta nell'immediato dal presidente Scopelliti, ma adesso devono prevalere in lui la lungimiranza e il senso di responsabilità da sempre osservato verso i calabresi. La speranza è che nelle prossime ore il governatore torni sui suoi passi, in ragione di questo momento assai delicato per la regione

3)DIMISSIONI SCOPELLITI | Chizzoniti: non formalizzarle

L'invito del presidente della commissione regionale di Vigilanza in una lettera inviata al governatore

REGGIO CALABRIA "Nel rinnovarti la mia sincera vicinanza in ordine ad una vicenda sempre più pirandelliana, la cui chiave di lettura non può non essere demandata alle motivazioni che il Tribunale a quo non mancherà di fornire soprattutto sul versante della irrinunciabile componente psicologica che l'arcigno e tenebroso legislatore pretende dopo aver 'novellato' il previgente 'abuso innominato in atti di ufficio', non avendo potuto partecipare al recentissimo meeting di Catanzaro, del cui contenuto sono stato informato dal mio capogruppo Giulio Serra, avverto la sensibilità di esplicitarti il mio pensiero". E' quanto ha scritto il presidente della commissione Vigilanza del consiglio regionale Aurelio Chizzoniti in una lettera inviata al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti. "Sono da sempre orientato - ha aggiunto - a rispettare le idee e le decisioni di chiunque, soprattutto quando, come nel caso di specie, le ritengo sbagliate per cui devo puntualizzare che, ove le tue preannunciate dimissioni, per come si sussurra, fossero finalizzate a neutralizzare l'emettendo provvedimento sospensivo, in armonia con la previsione di cui all'art. 33 dello Statuto della Regione Calabria (che consente l'esercizio delle funzioni Istituzionali al presidente della Regione dimissionario), avverto il dovere di segnalarti che, secondo il mio modestissimo e deferente avviso, dubito che detta opzione possa essere realmente praticabile. Almeno per due motivi di fondamentale centralità e rilevanza: in primis, perché l'escamotage vanificherebbe la ratio ispiratrice della legge Severino, palesemente volta ad impedire, sia pure temporaneamente, l'esercizio di funzioni istituzionali all'amministratore condannato in primo grado per uno di quei reati espressamente dalla stessa indicati (attesa la non applicabilità agli eletti della misura cautelare interdittiva di cui all'art. 289 c.p.p.), ragion per cui paradossalmente l'espletamento delle stesse pur precluse ope legis al presidente condannato e non dimissionario sarebbero incredibilmente consentite a quello condannato però dimissionario! In secondus - sempre Chizzoniti - perché non bastano spericolate acrobazie sul baratro dell'assurdo giuridico per sovvertire lo spirito della gerarchia delle fonti normative nel cui contesto la previsione statutaria regionale ex art. 33 mi appare sicuramente di grado inferiore rispetto ad una norma nazionale - quindi prevalente - qual è la legge Severino". "Ciò posto - ha proseguito - sul piano prettamente tecnico, su quello politico residuano invece, galleggianti alla deriva di un peculiare tempus storico scandito da tantissimi volteggianti sciacalli rapaci (molti inopportunamente presenti anche in Tribunale il 27 scorso), alcune considerazioni che sono saldamente ancorate proprio a quel programma che ti ha consentito di vincere 5 a 0 le elezioni regionali del 2010; risultato strepitoso la cui democratica verifica appartiene al corpo elettorale, indipendentemente dall'applicazione di leggi conflittuali con il civilissimo modello tecnico di cui all'art. 27 della Carta costituzionale, fra l'altro, retroagendo all'esperienza sindacale e a nulla rilevando quindi con l'attività di governatore della Calabria. Certo è un momento particolarmente delicato, ma non si può rifuggire da precise responsabilità quando mancano pochi mesi alla naturale conclusione della legislatura, poiché sarebbe veramente difficile spiegarlo alla gente in un'ottica politica ove si esibiscono oppositori particolarmente impegnati a programmare improbabili vittorie elettorali sulle disgrazie altrui, candidando strumentalmente vedove, orfani, prefetti compiacenti, magistrati". Chizzoniti sostiene inoltre che "nella vita non è rilevante quante volte si finisce a terra, ma appaiono decisive tutte le volte che ci si rialza. Tu hai tutte le qualità per farlo, ben potendo guardare negli occhi i tuoi oppositori, palesi e occulti, per cui ti invito a continuare a combattere perché, anche se la modulazione della pena mi appare apocalittica, escludo qualsivoglia intento persecutorio da parte di un Tribunale, egregiamente presieduto ed altrettanto squisitamente integrato, alla cui sentenza dovrà essere conferito l'imprimatur da parte dei giudici di secondo grado. Un motivo in più per non formalizzare le tue dimissioni consentendo quella conclusione della legislatura, ex adverso preoccupatamente osteggiata, anche perché le stesse alla fine, per un verso, sembrerebbero accreditare una sorta di contestazione aprocessuale (nei confronti di chi?), per altro sfocerebbero in una sostanziale e collaterale penalizzazione di una coalizione regionale vincente che aspira a completare l'azione di governo anche sul terreno di importanti riforme Istituzionali. Che senso ha emulare Sansone di biblica memoria?". "Sono certo - ha concluso - che maturerai decisioni responsabili per cui, conclusivamente, ti invito a produrre uno sforzo 'ultra vires' in questa direzione, ma nello stesso tempo non sarei me stesso se non richiamassi la tua attenzione al fine di discernere razionalmente pro futuro fra collaboratori di autentica qualità e adulatori magari esperti in assalti alle diligenze". (0090)

4)DIMISSIONI SCOPELLITI | Nicolò: prima calendarizzare le riforme

Il vicepresidente del consiglio regionale invita il governatore a riflettere sulle sue decisioni

REGGIO CALABRIA "L'amarezza personale e i risvolti umani sono comprensibili, ma dopo le naturali reazioni dei primi momenti è necessario riportare la discussione sui temi e sui tempi politico-istituzionali che ci attendono". Lo afferma in una dichiarazione il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, con riferimento alle ipotesi di dimissioni del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. "Abbiamo espresso solidarietà umana e personale al presidente Scopelliti ma adesso - aggiunge - si impone recuperare un confronto politico-istituzionale, già individuato da tempo e che impone al consiglio regionale, e non soltanto alla maggioranza, di contingentare i tempi per l'approvazione dell'autoriforma dell'assemblea legislativa, a partire dalla modifica della composizione dell'Aula e dalla nuova legge elettorale. L'obbligatorietà di adottare la procedimentalità costituzionale è questione ineludibile se vogliamo attrezzare adeguatamente la nostra Regione a vivere la nuova fase istituzionale. Non è infatti responsabilmente possibile lasciare in vita gli attuali assetti come sono, senza procedere agli adempimenti dovuti. "Auspico quindi - conclude Alessandro Nicolò - che il presidente Scopelliti faccia le dovuta riflessioni per condividere assieme alla coalizione un percorso efficace senza disperdere il patrimonio politico comune del centrodestra calabrese". (0090)

5)DIMISSIONI SCOPELLITI | Gentile: «Al voto non prima di sei o sette mesi»

Il senatore chiede a Scopelliti una frenata: «La scelta di dimettersi gli fa onore. Ma la formalizzi dopo l'approvazione delle modifiche allo Statuto»

CATANZARO «Ribadisco la mia stima e la mia fiducia al presidente Scopelliti: sono certo che in altre sedi giudiziarie sarà assolto e non ho dubbi nel dire che rimane il leader del centrodestra calabrese». Lo afferma, in una nota, il senatore Antonio Gentile, segretario del Nuovo centrodestra in Calabria.

«La scelta delle dimissioni - prosegue - gli fa onore perché non dovuta e perché rappresenta uno stile di condotta politica e morale che riguarda gli uomini del centrodestra. Gli rivolgo, però, un appello affinché non si crei un imbuto istituzionale e queste dimissioni vengano formalizzate dopo l'approvazione in seconda lettura delle modifiche allo Statuto. Solo allora potremo avere una legge che ci consenta di recepire la norma nazionale e di eleggere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio. Credo oltretutto che questi sei o sette mesi necessari per andare al voto possano essere spesi per scadenze improcrastinabili come lo sblocco del turnover sanitario, la soluzione del problema rifiuti, la nuova legge sull'infanzia e altri punti cardinali che richiederanno diverse riunioni del consiglio regionale».

«Rivolgo analogo appello - conclude Gentile - alle forze del centrosinistra affinché facciano prevalere gli interessi dei calabresi e delle istituzioni rispetto ad ogni compulsione elettorale che peraltro, oggi, ci porterebbe a elezioni illegittime e inutili». (0020

6) Santelli: «Prima le riforme poi le dimissioni» Ma la modifica dello statuto è ferma da un anno

REGGIO CALABRIA - «È stato un atto di responsabilità politica. Ma c'è anche una responsabilità istituzionale nei confronti dei calabresi, il cui interesse viene prima di tutto. Perciò, prima di concludere la legislatura, vanno completati alcuni importanti processi riformatori, alcuni indispensabili per tornare alle urne, tra cui la riduzione del numero dei consiglieri nello Statuto e i profili tecnici della legge elettorale». Lo afferma Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia, in una intervista rilasciata al Quotidiano della Calabria, commentando la decisione di Giuseppe Scopelliti di dimettersi dall’incarico di presidente dopo la condanna a sei anni di carcere (LEGGI LE DIMISSIONI).

Ma la parlamentare berlusconiana non si limita solo a tentare di fare riflettere il governatore sui tempi per le dimissioni, e lo chiama in causa rispetto alle affermazioni dello stesso Scopelliti che, dopo la sentenza di condanna, aveva evidenziato come gli atti firmati nella sua qualità di sindaco di Reggio Calabria erano gli stessi di quelli sottoscritti dal suo successore, il sindaco facente funzioni Raffa.

Una frase mal digerita dai forzisti: «È stata una caduta di stile tirare in ballo Raffa. Raffa – ha spiegato Santelli - revocò gli incarichi alla Fallara e sospese la dirigente. Non credo possa essere accusato per aver posto fine a quella grave anomalia amministrativa».

In un clima teso, nel centrodestra le stanno tentando tutte per convincere Peppe Scopelliti e non presentare subito le dimissioni fino a paventare un ingorgo istituzionale (LEGGI L'ARTICOLO). Si dicono anche mezze verità. Diciamo subito che nel momento in cui Scopelliti protocolla le dimissioni, il consiglio entro dieci giorni deve prenderne atto e subito dopo si scioglie. Gli unici a restare in sella (con stipendio) fino al rinnovo sono i componenti dell’Ufficio di presidenza e i componenti della giunta che restano in carica per le pratiche ordinarie.

«Scopelliti, pur essendo dimissionario, non potrà esercitare la funzione e per questo gli verrà notificata lo stesso la sospensione», afferma in punta di diritto un autorevole magistrato del Tar da noi interpellato. E a quel punto sarà il vicepresidente a portare la Regione alle elezioni.

Tornando alla Statuto , diciamo subito che è stato già uniformato alla normativa nazionale nella seduta del 22 aprile 2013, anche se il consiglio ha avuto un anno di tempo per la seconda lettura ma non lo ha fatto. Si aspettava l'esito (scontato) della Corte Costituzione sulla prima modifica, quella che ha portato il numero dei consiglieri da 50 a 40 che è stata puntualmente cassata.

ARTICOLI E VIDEO SUL CASO SCOPELLITI

Al presidente Talarico, ora, basterebbe portare in aula domani la legge di modifica per la seconda lettura e la partita sarebbe chiusa. Da quel momento scatterebbe un periodo di vacatio di tre mesi per consentire ad un quinto dei consiglieri (10) o un cinquantesimo degli elettori (art.58) di presentare un referendum abrogativo il cui termine scade il 30 giugno. Solo da quel momento, entre 90 giorni, si possono indire le elezioni.

7) I Gentile preparano il trappolone a Scopelliti      

di Clara Varano - Lui ribadisce la propria "stima e fiducia al presidente Scopelliti", è certo "che in altre sedi giudiziarie sarà assolto" e non ha dubbi sul fatto che Scopelliti rimanga "il leader del centrodestra calabrese".

Lui, Antonio Gentile, senatore della repubblica italiana e segretario del Nuovo centrodestra calabrese, in una nota, sottolinea e rimarca fiducia e stima nei confronti del quasi "fu" presidente della Regione Calabria. Quasi, sì, perché in realtà Giuseppe Scopelliti, condannato a 6 anni di reclusione con pena accessoria di perpetua interdizione dai pubblici uffici, durante il processo Fallara, all'indomani della sentenza, ha dichiarato a caldo, poche ore dopo aver ascoltato la pesante condanna, di voler mollare tutto. Insomma, tutti giù dalla giostra.

A queste affermazioni, molti, i più vicini al governatore, hanno sostenuto la scelta delle dimissioni, altri hanno apprezzato un po' meno. Tra questi "altri" Tonino Gentile e fratello, Pino, che nemmeno a dirlo, come uomo molto vicino al "quasi fu presidente", esponente del Nuovo centrodestra di spicco, ambisce alla carica di vicepresidente, quella che gli consentirebbe di governare "a modo suo", la regione, fino alle prossime elezioni, se Scopelliti non desse le dimissioni. Certo, ma questo solo se Scopelliti venisse sospeso. Le annunciate dimissioni, se avessero sèguito, come i rumors raccontano, non più tardi dell'1 aprile, legherebbero le mani al Consiglio dei Ministri, che sospendendo Scopelliti, potrebbe decidere di mantenere in vita l'attuale consiliatura, consegnando, appunto, al vicepresidente l'amministrazione della Regione. Vicepresidente che non potrebbe essere l'attuale Antonella Stasi, visto che non è stata eletta.

Dimettendosi Scopelliti non può essere sospeso, perché come si fa a sospendere qualcuno da un ruolo che non ricopre più? Conseguenza immediata, si andrebbe ad elezioni tra giugno e ottobre. Questo giochino, ha mandato su tutte le furie Gentile, che non ha gradito la "mossa" del compagno di partito e compagno di "giochi". Dopo la lite scoppiata in Giunta tra l'assessore regionale Pino Gentile (fratello del senatore), che ha accusato Scopelliti di "badare solo ai propri interessi" e che ha chiesto di ritirare questa decisione, appoggiato anche da altri colleghi, le parole del senatore Antonio gentile non possono non far riflettere: "La scelta delle dimissioni - scrive il senatore - gli fa onore perché non dovuta e perché rappresenta uno stile di condotta politica e morale che riguarda gli uomini del centrodestra. Gli rivolgo, però, un appello affinché non si crei un imbuto istituzionale e queste dimissioni vengano formalizzate dopo l'approvazione in seconda lettura delle modifiche allo Statuto. Solo allora potremo avere una legge che ci consenta di recepire la norma nazionale e di eleggere il nuovo presidente e il nuovo Consiglio. Credo oltretutto che questi sei o sette mesi necessari per andare al voto possano essere spesi per scadenze improcrastinabili come lo sblocco del turnover sanitario, la soluzione del problema rifiuti, la nuova legge sull'infanzia e altri punti cardinali che richiederanno diverse riunioni del Consiglio regionale".

Dimissioni non dovute, certo, ma considerato che, nonostante le dimissioni, fino a quando la Regione Calabria non avrà un altro Consiglio, la Giunta Scopelliti resta in carica ed operativa per il disbrigo degli affari correnti e, ovviamente, la gestione di eventuali situazioni straordinarie, perché tanta pressione perché non si dimetta? Un eventuale tentennamento, o un allungamento dei tempi per l'ufficializzazione della decisione annunciata da Scopelliti, come conseguenza, lo ricordiamo avrebbe solo una cosa: la sospensione immediata da parte del Consiglio dei Ministri, che a quel punto deciderà tutto in autonomia e senza considerare i desideri di Scopelliti, cosa che se Pino Gentile fosse nominato vicepresidente, probabilmente renderebbe felice il senatore, suo fratello, che oggi si dice fiducioso. Amen

Si svolgerà domani, lunedì 31 marzo, con inizio alle ore 16,30, presso l’Hotel “il Cridda” di Falerna (Cz), un importante riunione del direttivo regionale Calabria di Cisal FPC. Presenti all’evento, numerosi dirigenti e Responsabili Nazionali del Dipartimento Ministeri, Comparto Sicurezza e Presidenza Consiglio dei Ministri, tra cui il Segretario Nazionale Fabio Schiavone e il vice Segretario Generale, Raffaele Pinto e, a testimoniare ulteriormente l’importanza di un progetto che vuol partire proprio dalla Calabria, non mancherà la presenza del Segretario Generale Paola Saraceni.

I lavori del direttivo saranno preceduti da una breve conferenza stampa – in programma alle ore 12, presso la sede Cisal di Lamezia Terme, sita in piazza d’Armi -- in cui i suindicati dirigenti sindacali renderanno note le proprie osservazioni e si confronteranno sul tema con gli operatori dell’informazione.

Il governo Renzi, sin dal momento del suo insediamento, ha annunciato un importante piano di riforme politico-istituzionali per consentire all’Italia un cambio di marcia, un’inversione di rotta ed una ripresa economica e sociale.

Finora, però, nonostante le tante belle parole ed i proclami dei governi recentemente succedutisi, nonché di quello in carica, l’attuale fase politico-sociale ed amministrativa del Paese non ha lasciato neanche intravedere l’uscita dal tunnel della recessione.

"Del resto - si legge in una nota della Cisal - come potrebbe, la situazione, essere differente con un debito pubblico ancor più alto di quando ha avuto inizio la “cura da cavallo” Monti; con una crescita economica che a stento supera quota zero e con l’Europa che non consentendo assolutamente di superare il fatidico 3%, non sembra voler neanche minimamente invertire la rotta della più rigorosa austerity?

Tante sono le ipotesi ed i progetti al vaglio dell’attuale governo, alcune più credibili e altre alquanto bizzarre e fantasiose.

Non vi è alcun dubbio che solo con una vera e coraggiosa riforma dello Stato in tutte le sue componenti si può far ripartire l’economia del Paese e far scendere l’altissimo tasso di disoccupazione generale e giovanile, oramai giunto al suo record negativo assoluto degli ultimi quarant’anni.

Ma, se è vero, com’è vero, che nessuno mette in dubbio che qualcosa di concreto ed innovativo vada realizzata per rinnovare, rimodernare e rendere al passo coi tempi la pubblica amministrazione, molti sono invece i dubbi sul come quali sia più opportuno e come attuare detti cambiamenti.

Il problema di cui tanto si dibatte è, però, sul come. Su quali passi compiere per raggiungere questo tanto agognato obiettivo. Soprattutto rimane da vedere a scapito e a vantaggio di chi.

Si fa l’ipotesi di favorire i prepensionamenti dei dipendenti pubblici per ringiovanire la pubblica amministrazione e far ripartire l’occupazione dei giovanile ma nulla si dice, neanche un minimo accenno, a proposito delle modalità di attuazione e del reperimento delle necessarie risorse finanziarie.

Si fa un gran parlare di consistenti esuberi nella P.A. da eliminare anche facendo ricorso “ad una sana mobilità obbligatoria”, nonchè della necessità di tagliare sui costi nella P.A. in genere, senza però valutare eventuali ripercussioni negative (vedasi ad esempio tagli ai fondi destinati alle forze dell’ordine) .

Il tutto, almeno nell’apparenza, ostentando sicurezza e certezze di risultato.

Certezze che - stranamente e sospettosamente - invece, non si hanno allorquando si devono affrontare argomenti quali i possibili tagli riguardanti i vertici della PA e la politica. In quei casi, chissà perché, si parla sempre della necessità di studi e valutazioni preliminari da compiere e si tende a rimandare sempre tutto.

Di fronte a questo enorme mutamento che sta per interessare trasversalmente tutta la società italiana, la CISAL è assolutamente convinta della necessità di tutelare --oggi più di ieri, affinché vi sia un domani –- l’’interesse primario ed assoluto dei lavoratori, i loro diritti e i loro bisogni.

Per questo motivo, ma non solo, per restituire dignità alla forza lavoro, anche o soprattutto a quella parte costituita dal pubblico impiego, con l’obiettivo di contrastare l’inefficienza da una parte e il mancato rispetto e tutela dei pubblici dipendenti dall’altra, questa Organizzazione Sindacale ha deciso di cogliere un’altra sfida, l’ennesima: quella di esser pronta a fornire il proprio contributo alla riforma della Pubblica Amministrazione.

Per realizzare questa “mission”, il Dipartimento Ministeri-Comparto Sicurezza e Presidenza Consiglio dei Ministri di Cisal FPC (Cisal Funzioni Pubbliche Centrali), si è posto un obiettivo: contrastare l’adattamento, la soggezione, la rassegnata subordinazione del sindacato – o meglio di una parte di questo – alla “mala politica”, alla finanza “corrotta” all’affarismo mascherato da associazionismo caritatevole e volontariato e, a tutto ciò che trama per accaparrarsi privilegi e prebende a danno della povera gente!

Poiché così come cita un vecchio detto popolare, “Chi ben comincia è a metà dell’opera”, per discutere di questo ed esporre idee e progetti – molti dei quali già per grandi linee esposti ad alcuni componenti del Parlamento e del Governo – nonchè per ulteriori miglioramenti da apportare alle proposte di rilancio del Pubblico impiego, domani lunedì 31 marzo, come anzidetto si terrà il direttivo Calabria, preceduto in mattinata da una breve conferenza stampa

Non ce la fanno più gli automobilisti amanteani.

Hanno i photored e le strisce blu che servono solo a fare cassa.

Hanno i dossi per limitare la velocità.

Hanno gli incroci senza visibilità.

Hanno strade senza strisce pedonali e quelle poche che ci sono alcune manco si vedono.

Hanno una segnaletica orizzontale inesistente e comunque insufficiente.

Hanno una segnaletica verticale da cartoni animati.

Hanno (fanno) una occupazione selvaggia dei marciapiedi.

Hanno un traffico talora inesistente, talaltra folle.

Amantea ha una fortissima insufficienza di parcheggi pubblici.

Tanti automobilisti nella loro auto si fermano in mezzo alla strada a chiacchierare.

Ora qualcuno vuole lo Street Control, cioè l’occhio elettronico per multare chi parcheggia in doppia fila ( come fa Firenze, la patria di Renzi).

Una telecamera a infrarossi in grado di operare in ogni condizione di tempo rileva la targa del veicolo e le condizioni circostanti. Il dato una volta convalidato dall’agente a bordo dell’automezzo viene inviato all’ufficio verbali che individua il proprietario dell’automezzo ed eleva la contravvenzione.

La validazione comporta che si accerti la presenza del proprietario o del conducente al quale contestare la infrazione. Un comportamento corretto che invece non si usa per i photored!

Diversamente l’agente, infatti, contesta l’infrazione non a chi l’ha commessa ma al proprietario e in questo modo di perde la azione di educazione al rispetto del CdS che contiene ogni verbale.

Per queste ed altre ragioni un gruppo di amanteani ha deciso di costituirsi in associazione e di operare ogni possibile contestazione contro l’amministrazione comunale operando per la difesa degli automobilisti da quelle che possono sembrare o sono vessazioni finalizzate a fare cassa e non ad educare i cittadini a comportamenti anche eticamente corretti

Non si escludono azioni di “sensibilizzazione” o di contestazione verso l’amministrazione ed eventualmente verso il comando di Polizia Municipale.

Un gruppo di giovani avvocati opererà nella associazione per la difesa degli automobilisti.

Nelle more della sua formale costituzione un gruppo di cittadini sta filmando e fotografando tutto ciò che non va nella viabilità cittadina e nei comportamenti del sistema comunale.

L’idea dell’ADA è venuta tra l’altro ad un gruppo di commercianti, tra cui Maurizio Motolese, che hanno chiamato alcuni affezionati clienti che mancavano da tempo nei loro negozi chiedendo loro sinceramente perché non li si vedeva da tempo e soprattutto se qualcuno del negozio avesse in qualche modo mancato di attenzione.

Le risposte sono state incredibili.

“Voi siete persone in gamba, professionali , piacevoli, attente, cordiali. I vostri prezzi sono i migliori e la vostra merce è la migliore, ma a che servono tutte queste cose positive se quando arrivi ad Amantea rischi che ti arriva una contravvenzione da photored o che ti ritrovi la contravvenzione per le strisce blu perché è scaduto lo scontrino da 5 minuti. Amantea, poi, è quel paese dove non puoi usare i marciapiedi e sei costretto a camminare anche con la carrozzina in mezzo alla strada, quel paese dove la gente ti passa davanti alla macchina con il rischio di investirla, eccetera. No! Amantea non è più la stessa ed abbiamo deciso di andare a……”

Anche gli Amanteani vogliono la vecchia Amantea che accoglie e non che sanziona per fare soldi!

Foto da Napoli

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