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Cancelliamo il Natale, sostituiamolo con Festa dell’Inverno

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NataleCi risiamo. Si avvicina il Santo Natale e già c’è qualcuno che lo vuole cancellare. E’ troppo cristiano. E’ una notizia clamorosa? No, è la solita stronzata di qualcuno che si vuole mettere in mostra e cerca un po’ di pubblicità gratuita. Ma, dati i brutti tempi che corrono e i venti di guerra che spirano da diversi giorni in varie parti del mondo, questa notizia ci deve fare riflettere. La festa più importante per i cattolici di tutto il mondo, il Santo Natale, che ci ricorda la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo in una grotta a Betlemme, dovrebbe essere depennata dal calendario. Non più Natale, ma Festa dell’inverno. Ma perché? Perché Natale fa riferimento ad una festa cristiana. E dato che viviamo in un mondo multietnico dobbiamo bandire tutte le nostre tradizioni, i nostri usi e costumi, le nostre leggi, per non offendere tutti gli altri che non professano la nostra religione. Alcuni anni fa, per rispettare gli altri provenienti da altri paesi, alcuni volevano far togliere i crocifissi dalle aule scolastiche e dagli edifici pubblici. Poi niente costruzioni di presepi nelle nostre scuole e divieto assoluto di canzoncine natalizie negli spettacoli scolastici. Ma chi è ora che vuole cancellare il Santo Natale? E’ il prestigioso Istituto Universitario Europeo di Fiesole, il cui Presidente, un Belga, per ottemperare agli obblighi del Piano per l’uguaglianza etnica e razziale, la festa di Natale dovrebbe essere depennata. Tutti d’accordo? No. Questa proposta ha acceso un dibattito e ha sollevato un vespaio di polemiche. Questo episodio mi ha fatto ricordare un certo Adel Smith, l’italiano che si era convertito all’Islam, il quale nel lontano 2003 scagliò un crocifisso dalla finestra dell’ospedale dove era ricoverata l’anziana madre. Mi dispiace che si ritorni a parlare di rimozioni dei crocifissi dalle scuole, di abolizioni di presepi nelle aule scolastiche, di abolizioni di canzoncine di Natale nelle recite dei bambini, di lasciare in soffitta Babbo Natale e l’albero di Natale, e infine i pastorelli del Presepe con Gesù, Giuseppe e Maria ben custoditi nelle scatole delle scarpe negli scantinati e nei ripostigli. Molti, purtroppo, anche in Italia, non lo vogliono capire che non possiamo cancellare le nostre usanze, i nostri costumi e il nostro credo religioso. Il crocifisso nelle aule scolastiche ha una funzione simbolica, altamente educativa, a prescindere dalla religione professata da docenti e alunni. E poi nelle nostre scuole e nella nostra amata Italia ci sono tanti altri problemi che dovrebbero essere risolti, quindi non credo che il crocifisso, o il presepe, o il nome di Natale siano i veri problemi della scuola italiana e del Governo. In alcune scuole mancano i banchi, alcuni anni fa vennero sostituiti con i famigerati banchi a rotelle, mancano le maestre di sostegno, i disabili hanno gravissime difficoltà perché non trovano adeguata accoglienza, in alcune scuole crollano i soffitti, molte scuole vengono accorpate per mancanza di alunni. Questi sono i veri problemi della scuola non il Crocifisso o il Nome Natale. Ma l’Islam imperante anche Italia vorrebbe cancellare Natale, le feste religiose, i crocifissi, i monumenti, le chiese, i campanili, le nostre campane. Ci vorrebbe convertire al loro credo perché ci considera ancora oggi infedeli. Dovremmo convertirci, anche il Papa dovrebbe convertirsi. Ve le ricordate, amici, le richieste assurde di alcuni anni fa? Incominciamo ora a togliere i simboli della nostra religione dalle scuole. Vietiamo ai nostri nipotini di cantare le canzoncine di Natale. Cancelliamo il Natale. Facciamo indossare alle nostre donne il burka. Incominciamo a praticare l’infabulazione. Incominciamo a fare i bagni tutti vestiti. Il bikini? Arrassusia! Eliminiamo le minigonne e i pantaloni. Trasformiamo le nostre chiese in moschee. Sostituiamo i nostri campanili delle chiese in minareti. Abbattiamo le campane così i muezzin potranno richiamare i fedeli alla preghiera nelle ore prescritte come fanno ora le nostre campane che annunciano gli inizi e le celebrazioni religiose. In nome della cancel culture abbattiamo tutte le statue dei Santi, della Madonna, dei nostri eroi e dei nostri governanti e tutti i monumenti che abbelliscono le nostre vie e le nostre piazze. Distruggiamo il Duomo di San Petronio di Bologna perché lì c’è Maometto all’inferno, scuoiato da un diavolo. Bruciamo la Divina Commedia di Dante Alighieri. Eliminiamo dalle nostre case e dalle chiese il Vangelo e sostituiamolo col Corano. Esagerato? Ce ne accorgeremo quando la guerra dall’Oriente arriverà in Occidente, quando tutta Europa sarà invasa da una moltitudine incontrollata di immigrati che imporranno agli europei i loro usi, i loro costumi e il loro credo religioso.

Ultima modifica il Giovedì, 26 Ottobre 2023 18:48

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