Cinque anni fa, il 24 agosto 2016, la terra ha tremato e ha fatto gravissimi danni alle persone e alle cose. Morirono 299 persone e distrusse completamente alcuni paesi come Amatrice, Arquata sul Tronto, Ussila, Visso, Accumoli, Gualdo. Sono passati cinque anni e i cittadini superstiti di quei paesini sono ancora senza casa. Ancora oggi, purtroppo, si possono vedere in modo evidente le conseguenze di quel terribile terremoto, case sventrate e gli abitanti costretti a vivere nei container. Vergogna! No, non provano nessuna vergogna i nostri governanti, ma ogni anno, in occasione del triste anniversario si recano a visitare quei luoghi martoriati. E così, puntualmente, ogni 24 agosto, nella ricorrenza del terremoto, c’è l’usanza per i Presidenti del Consiglio, di visitare i luoghi terremotati e depositare una corona d’alloro davanti la lapide che ricorda tutti i cittadini che hanno perso la vita in quel triste giorno.
E qui mi sovviene la famosa poesia di Totò: A livella. Ogni anno, il due novembre c’è l’usanza per i defunti andare al cimitero. Ogni anno, puntualmente, in questo giorno di questa triste e mesta ricorrenza anch’io ci vado e con dei fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza.
I Presidenti del Consiglio depongono la corona, parlano un po’ coi superstiti, ascoltano la Santa Messa e promettono, promettono che lo Stato non li lascerà soli. E’ vicino a loro. Promesse non mantenute. Cinque anni di promesse mancate. I lavori di ricostruzione procedono a rilento. Per il Presidente del Consiglio Mario Draghi è la prima visita che fa nelle zone terremotate. E con lui sale a 5 il numero dei Presidenti che hanno visitato i paesini distrutti dal sisma. Prima fu Matteo Renzi, poi Gentiloni e due volte Conte e ognuno ha annunciato che quei paesi distrutti sarebbero stati al più presto ricostruiti e i terremotati avrebbero potuto avere una casa sicura in tempi ragionevoli. Quale casa! Ancora sono costretti a vivere nei container o nelle casette di legno. Dopo più di 1826 giorni i governi che si sono succeduti non sono stati in grado di rimettere in piedi granché. Tutto tornerà come prima aveva promesso Renzi. Invece, oggi, dopo lunghi 5 anni, la ricostruzione stenta a decollare. E i Sindaci dei paesi terremotati che fanno? Nulla. Invece di protestare accolgono con onore indossando la fascia tricolore i Presidenti del Consiglio e le altre autorità. Non protestano, non inveiscono, non lanciano pomodori e uova. Nessun contestatore si è fatto vedere e sentire, nessun terremotato superstite ha scandito slogan contro i Premier e nessuno ha mostrato cartelli con la scritta “Vergogna”.