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E’ l’ultima lettera aperta al popolo amanteano di Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik .

Fa parte della ormai cospicua collezione di messaggi che Gigino invia ai blog ed alla stampa perche siano letti e stampa e distribuisce in centinaia di copie tra la gente.

Sollecita gli animi degli amanteani acchè si aprano per ascoltare quanto loro segnalato così da trarne riflessioni, emozioni, palpiti.

Un impegno difficile, un lavoro lungo che non si sa se avrà mai fine, ma Gigi èg iovane e può continuare per tantissimo altro tempo in questa sua azione di stimolo

Gigi il tazebao sociale che cammina.

Ecco ultimo suo lavoro:

“Un popolo ignorante e credulone è come un vento brutale che rende deserti i campi. Ci sono voluti anni per capire che delle creature sotto mentite spoglie umane,erano entrate, armate fino ai denti, in un paese che non era il loro. Questi alieni provenienti da un’altra galassia son venuti a governare Amantea. Diciamo tutto questo per capire e forse, far capire, chi governa il nostro amato paese e chi siamo noi che ci facciamo governare. A tale proposito non trovo di meglio che citare, Kazimiera Alberti, una scrittrice polacca che non più tardi di mezzo secolo fa ebbe modo di conoscere la Calabria e le origini di noi calabresi legittimi discendenti di quella Magna Grecia avvezzi a portare abiti eleganti e di nobili tessuti che abitavano in case ricche di marmi e opere d’arte ; donne che portavano gioielli raffinati e che abbellivano le loro case con ceramiche, vasi, statuette, mobili ed affreschi ; calabresi che frequentavano teatri, cibandosi di alimenti scelti e vini deliziosi: “…..questo fu un mondo in cui gli dei non si vergognavano di essere uomini e i filosofi, gli artisti e gli atleti di essere Dei. Un mondo che non solo promise la bellezza ma, secondo le sue povere forze umane, la coltivò e la realizzò. Un mondo privo di utensili e strumenti scientifici fu più vicino alle realizzazioni odierne di quanto lo fosse il Medio Evo e molte volte fu la base senza di cui nulla avremmo potuto creare. Un mondo in cui corpo ed anima ebbero uguale diritto al rispetto e alla felicità”. Questo è ciò che ci appartiene e per sempre ci apparterrà. Questa premessa è stata necessaria per ricordare a tutti noi chi eravamo e chi siamo. Non più tardi di tre mesi fa la Giunta capitanata dalla sindachessa partecipava ad una manifestazione presso il porto turistico di Amantea. Manifestazione organizzata da diportisti e pescatori per contestare una “Ordinanza”, da parte del capo del circondario marittimo e Comandante del porto di Vibo Marina, che disponeva “………, con decorrenza immediata” vietando “l’ingresso/uscita dal porto turistico di Amantea a qualunque tipologia di unità navale”. Davanti alle telecamere del TG Regionale della Rai, la sindachessa prometteva, immediatamente, di mettere “in sicurezza” il porto e dunque di rispondere celermente con i fatti alla risoluzione del problema. Ad oggi la situazione del porto è rimasta immutata sia per i diportisti che per quei pescatori che, vivendo del loro lavoro, si vedono costretti a restare a terra nella disperazione, nella indifferenza della popolazione e nel totale disprezzo e noncuranza da parte dell’Amministrazione tutta . Recandoci sul posto, abbiamo visto un pescatore con le lacrime agli occhi mentre traslocava le reti dalla sua imbarcazione in un furgone che invece di buttarle a mare le avrebbe depositate in un anonimo garage. A fianco a questa imbarcazione ve ne era un’altra con a bordo un pescatore di Amantea di nome Arturo Giambra che ci ha accompagnato presso la bocca del porto per farci vedere e toccare con mano l’inefficienza dell’Amministrazione nel non ottemperare alla messa in sicurezza della struttura portuale. Inutili sono stati i tentativi di far capire allo sprovveduto pescatore che il rimedio non bisognava cercarlo da chi non può e mai vorrà attuarlo, essendo appartenente ad un mondo diverso dal nostro e dunque insensibile e incapace di fornire la soluzione ad un umano problema.

Beaumont sur Mer Dic. 2014”

Amantea.
Ti porto in me,
come un amore
privo di anelli e di clamore,
pieno di sogni e di parole.

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Monica SabatinoL’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino ha incontrato, presso la sala consiliare del comune di Amantea, i referenti degli organi d’informazione.

La riunione, fortemente voluta dal primo cittadino, ha rappresentato un momento di confronto tra l’amministrazione comunale ed i giornalisti delle diverse testate, allo scopo di proseguire, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, il lavoro di divulgazione svolto fino a questo momento.

«Rispetto al recente passato – ha rimarcato il primo cittadino – abbiamo notevolmente ampliato la capacità di penetrazione mediatica dell’ente municipale. Negli ultimi tre mesi, dal momento in cui l’ente si è dotato di un ufficio stampa, sono stati inviati più di cento comunicati; sono stati realizzati alcuni docufilm di particolare rilevanza, come il consiglio comunale straordinario sulla legalità, la Fiera di Ottobre, la Giornata contro la violenza sulle donne e il Mercatino di Natale di Campora San Giovanni che hanno consentito di mostrare un’immagine dinamica e positiva della città sui nuovi media e sui social network. Ogni singola attività è stata programmata e pianificata con il duplice obiettivo d’informare in maniera costante l’intera collettività e di aumentare il livello di partecipazione della stessa alla vita politica e amministrativa della città. Il varo del nuovo sito (consultabile all’indirizzo www.comuneamantea.gov.it) rappresenta un importante passo in avanti non solo nella direzione della trasparenza, ma anche verso quella forma di digitalizzazione dei servizi che vede la città certamente in ritardo rispetto ad altri comuni. La piattaforma informatica sarà migliorata e potenziata nei prossimi mesi, arricchendosi dei contributi da parte degli utenti che hanno già iniziato a inviare consigli e segnalazioni. Partiamo da questi aspetti positivi ben coscienti che molto altro deve essere fatto e che i problemi di Amantea, Campora San Giovanni e delle altre aree rurali e periferiche vanno affrontati e risolti, ascoltando la gente e percependone i problemi e le aspettative. Da questo punto di vista la funzione di stimolo da parte della stampa è di fondamentale importanza, ecco perché incontri di questo genere, che nei prossimi mesi verranno certamente replicati, rappresentano una componente fondamentale nel percorso di crescita di ogni amministrazione che vede nel bene della collettività il fine supremo della propria azione. Sulla base di questo presupposto voglio evidenziare l’avvio del servizio di raccolta differenziata: un traguardo raggiunto tra mille difficoltà, ma anche una speranza per avere una città migliore, più pulita. L’eliminazione dei cassonetti rappresenta un cambio di abitudini e insieme di mentalità che consentirà anche l’innalzamento del senso civico di ognuno di noi. Amantea, così come ha fatto Campora San Giovanni, è pronta a cogliere una sfida che consentirà di vivere in una società più attenta e coinvolta nelle problematiche legate alla salvaguardia ambientale. Non meno importanti i lavori attualmente in corso di realizzazione nel quartiere Catocastro che consentiranno dopo anni, se non decenni, di rendere visitabile e fruibile l’antica chiesa di San Francesco d’Assisi. Un primo passo di fondamentale importanza per fare in modo che Amantea e gli amanteani possano riappropriarsi di una delle pagine più belle e interessanti, ma nel contempo poco conosciute, della propria storia».

«Le questioni che abbiamo dovuto affrontare nel corso del 2014 – prosegue la Sabatino – non sono state certo di poco conto. Subito dopo l’insediamento, a ridosso della stagione estiva, ci siamo preoccupati di strutturare un programma capace di rilanciare l’immagine turistica e soprattutto di favorire l’operato delle attività commerciali. I risultati da questo punto di vista, nella consapevolezza che tutto può essere migliorato, sono incoraggianti: gli esercenti confermano nel periodo estivo una lieve ripresa rispetto all’anno precedente. Un risultato che in tempi di crisi vale doppio. Allo scopo di creare continuità tra estate e inverno abbiamo realizzato un calendario che proseguisse anche nei mesi più freddi, nella certezza che da ciò potrebbero derivare risposte importanti sul fronte occupazionale: se aumenta la fruizione del prodotto Amantea, commercianti ed imprenditori saranno portati nel breve tempo ad assumere nuovo personale. E crediamo che anche su questo particolare aspetto le buone notizie non tarderanno a venire. L’interesse crescente che la città ha iniziato a riacquisire dopo anni di oblio consente di intravedere l’uscita dal tunnel. Merito che va condiviso con le forze sane della città che quotidianamente contribuiscono alla crescita culturale e sociale dell’intero comprensorio. La partecipazione popolare agli eventi di maggior successo conferma questo rinnovato interesse che porterà contributi notevoli dal punto di vista prettamente economico. Abbiamo restituito al Campus Francesco Tonnara le funzioni aggregative e culturali che merita di svolgere a pieno titolo. La struttura comincia ora a farsi apprezzare da organizzatori e promoter ed una volta a regime diventerà centro propulsivo per il turismo congressuale, aprendo per la città un altro filone di sviluppo fino ad ora poco sfruttato. Abbiamo affrontato, e continuiamo ad affrontare, le questioni ereditate dal passato. Mi riferisco alla vicenda del porto turistico, della Scogliera di Coreca e della permanenza degli esuli africani ospitati all’ex hotel Ninfa Marina. Su questo ultimo aspetto il confronto con le forze dell’ordine è pressoché continuo, così come con la Prefettura di Cosenza, pur non avendo, ed è bene sottolinearlo, nessuna competenza in materia. Sulla Scogliera di Coreca abbiamo dato senso e significato al concetto di democrazia partecipata. Nelle prossime ore verrà aperto un tavolo tecnico tra ambientalisti ed esperti. Ognuno porterà le proprie opinioni e le proprie idee, cercando di individuare una soluzione che sia la più possibile condivisa. L’obiettivo fortunatamente è comune: restituire a Coreca il fascino di un tempo. Ascolteremo tutti e prenderemo le decisioni più appropriate. Nessuno si sottrarrà alle proprie responsabilità. Più articolato il discorso sul porto che merita certamente maggiore attenzione e che deve essere integrato con il territorio per contribuirne al rilancio. Da questo punto di vista lavoriamo da tempo ad un progetto di ampio respiro che ci auguriamo di realizzare con l’inizio del nuovo anno. Abbiamo portato a termine la redazione del Piano strutturale associato e ben presto inizieranno i lavori per l’implementazione della banda larga».

«In questi mesi – conclude il sindaco – abbiamo dimostrato di avere le spalle grandi e robuste per sostenere critiche troppo spesso gratuite, fatte senza cognizione di causa o per colpire la giunta dal punto di vista politico, “rea” di troppa gioventù e di poca esperienza. Ritengo invece che abbiamo dimostrato il contrario: alla lungimiranza di chi ha già vissuto percorsi amministrativi rilevanti abbiamo abbinato la freschezza ed il dinamismo delle nuove generazioni. Ogni giorno impariamo e proponiamo, colloquiando e incontrando i cittadini, nella consapevolezza che se meriteremo la loro fiducia avremo reso Amantea migliore di come l’abbiamo trovata».

Ufficio stampa comune di Amantea

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coricaSi è tenuta nei giorni passati ad Amantea la riunione promossa dal Sindaco Monica Sabatino per incontrare i referenti della Regione Calabria – Uff. Lavori Pubblici e le Associazioni che, ormai da tempo, avversano il Progetto Regionale di Difesa del litorale in Località Coreca.

L’incontro ha avuto la finalità di offrire un momento di confronto sul progetto che prevede una difesa altamente impattante dello scoglio di Coreca, dove è prevista una barriera lunga oltre 100 metri lineari, posta su fondali con profondità di 3,50 metri, il tutto emerso oltre due metri sopra il pelo dell’acqua.

Per gli ambientalisti, per i cittadini residenti a Coreca (tranne qualcuno) e per l’intera Amministrazione Comunale (Maggioranza ed Opposizioni) – almeno fino a qualche giorno fà – la proposta è ritenuta davvero inaccettabile. Il Sindaco ha invitato ed accompagnato i Tecnici regionali a fare un sopralluogo in località Coreca prima di iniziare l’incontro.

La riunione, dopo i saluti del Sindaco Sabatino ha lasciato la parola al Responsabile del Procedimento Ing. Giuseppe Iritano che ha chiaramente detto di riconoscere tutto l’impatto ambientale che tale intervento andrebbe a determinare, ma che è difficile fare opere ad impatto zero, che il progetto è corredato da tutti i pareri e che potrebbe essere considerato cantierabile se il Comune decidesse di dare il via all’opera.

L’intervento al momento è fermato dalla delibera Comunale del 18 settembre 2014. In alternativa si possono valutare altre proposte che probabilmente saranno meno efficaci, ma verosimilmente meno impattanti come la stessa Sabatino chiede.

Il sindaco ha anche proposto di utilizzare parte di questo finanziamento per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private (quindi SS18, Alberghi ed abitazioni) e di rinviare l’intervento a tutela dello scoglio che ad oggi non rischia nulla. E’ quindi intervenuto il progettista ing. Alberto Borsani che naturalmente ha difeso il suo progetto, da lui stesso definito “non bello a vedersi” ma – a suo dire – efficace; ha ricordato il dissenso di qualche anno fa il compianto Sindaco Franco Tonnara che aveva bocciato l’opera.

E’ seguito l’intervento dell’arch. Ruggiero (rappresentante di minoranza), intervento per lo più mirato a scusarsi “un calo di stile” precedente con un componente del Comitato di Quartiere di Campora San Giovanni,  dopodiché apprezzando le tesi del progettista Borsani ne ha riconosciuto la validità – tanto da farle proprie e di ritenere – oggi – l’opera valida; da lì a poco ha salutato ed è andato via.

A seguire anche l’Assessore Tempo è convenuto sull’opportunità di realizzare l’opera, ritenendola anche lui valida.

Un momento toccante è stato l’intervento di un trentenne di Coreca che ha puntato il dito sull’opportunità prevista dal progetto di utilizzare per il ripascimento 43.000 metri cubi di sabbia prelevata nell’alveo del fiume Oliva (notoriamente inquinato da metalli pesanti) e guardando negli occhi i tecnici ha urlato “io sono già stato operato di tumore, a Coreca non porterete proprio nulla, quella è casa mia!!!”. l’intervento del dott. Nicola Cantasano del CNR e Resp.le Scientifico del CEAM WWF ha sottolineato il danno che alla flora ed alla fauna presente nei fondali degli scogli di Coreca un intervento di questo tipo comporterebbe, ha poi proiettato l’intervento già realizzato sul litorale veneto, dove i risultati ci sono stati e l’impatto è stato mitigato, quindi interventi diversi si possono fare. Antonio Cima (Borgo Chianura) parafrasando la sua esperienza di esperto informatico ha spiegato che un progetto è sempre frutto di analisi, di problematiche, di possibili soluzioni – sempre più di una – valutazioni di quest’ultime, di analisi dei costi e quindi, solo in fine, della scelta più opportuna. Invece, ha continuato Cima rivolgendosi a Borsani, “appare palese che a lei ing. Borsani sia stato detto abbiamo 900.000 euro da spendere su Coreca per tutelarla dai marosi, ci faccia un progetto!”. Con imbarazzo ma con grande onestà Borsani ha risposto: è vero, ma visto che a mio avviso non erano sufficienti ho chiesti una integrazione di altri 200000 euro che sono stati aggiunti più tardi.

Secondo l’ing. Aurelio Longo (Fare Ambiente), prima di progettare e conseguentemente realizzare altre opere a mare, specie se strutturali e invasive, occorre risalire alle cause dei mancati apporti solidi provenienti dall’azione costante e continua di fiumi, torrenti e “corsi d’acqua minori” che veicolano la materia solida.

E' infatti ampiamente dimostrato che i risultati e gli effetti prodotti dalle opere di sistemazione del litorale costiero, fino ad oggi, purtroppo hanno spesso e volentieri disatteso gli sperati benefici.

Gli studi meteo-marini per tale tipologia di opere sono necessari e di fondamentale importanza, ma evidentemente non bastano da soli al giusto e corretto indirizzamento degli interventi.

E' necessario che i progetti abbiano un capitolo dedicato totalmente ad un’azione partecipata sul territorio da cui ricavare le informazioni del recente passato, soprattutto attraverso testimonianze locali, valutandone ovviamente la veridicità, e su queste imperniare lo studio della valutazione ambientale per quelle porzioni di territorio di pregio storico-paesaggistico quale Coreca.

Garritano del Comitato di quartiere di Campora ha più volte ribadito il “no” dei corachesi a quest’opera, ha più volte sottolineato che l’opera è mancante delle necessarie prove di simulazione in vasca, anche se il progettista ribatte che sarebbero superflue e che il modello matematico è più appropriato e meno costoso.

Da quello che oggi ci viene proposto, ha detto Falsetti (WWF), penso di poter dire che questi tecnici non hanno brillato per parsimonia nello spendere il territorio; alzare una muraglia cinese d’avanti allo scoglio avrà protetto il sito dai marosi, ma Coreca come immagine simbolo di questo territorio non ci sarà più………. e questo per l’intera cittadinanza di Amantea non può essere accettabile. 

Credo giusto invece un intervento avente impatto visivo contenuto, riconoscendo le potenzialità di una Coreca tutelata in maniera consona e rispettosa delle attitudini turistiche del territorio amanteano, territorio che non può prescindere dalle molteplici dimensioni che ruotano intorno alla tutela del paesaggio. Imbrattare Coreca equivale a compromettere l’identità di Amantea.

A chiedere la revisione del progetto oggi c’è un’intera città. Il mondo associativo che noi rappresentiamo, e l’Amministrazione comunale, in coro chiediamo una tutela meno impattante che nel resto del paese è la normalità. Perdere Coreca è, per tutti noi, un prezzo che non possiamo pagare! Troppe volte ci siamo assoggettati a scelte calate dall’alto, scelte delle quali ogni giorno paghiamo il prezzo sotto forma di territorio che scompare o comunque compromesso.

Ve ne dico una: il fenomeno erosivo quale risultato della dissennata politica delle barriere emerse frangiflutto, che hanno creato erosione a sud di ogni singola barriera, innescando un sistema dove a barriera si è intervenuti con altra barriera e cosi via.

Periodicamente si deve intervenire proponendo una serie di ricariche di queste barriere con costi esorbitanti; vorrei chiedervi quanto ci costa una ricarica di questo tipo? Quante montagne dobbiamo sacrificare per ricavare la quantità di massi necessaria?

Probabilmente con quanto si spenderà per ricaricare queste barriere si poteva fare uno studio serio dell’intera costa tirrenica che andasse ad analizzare le correnti e quindi a proporre eventuali rimedi meno impattanti per contrastare l’erosione.

Da due giorni si è insediato il Presidente Oliverio, vogliamo incontrarlo, riteniamo necessario conoscere la sua posizione, che auspichiamo in discontinuità con il recente passato, possiamo dire di avere la sua disponibilità nel giro di qualche settimana perché ci siamo già adoperati per fissare tale incontro e siamo sicuri che non ci negherà l’appuntamento.

Valorizzare pienamente le  risorse paesaggistiche può essere davvero la grande ricchezza di opportunità offerte ai calabresi, e nel caso di specie agli amanteani, e per far questo basta invertire registro, basta spendere il tempo di tutti noi nell’interesse della collettività e non dei singoli, pure se legittimamente portatori di interesse, ma interesse personale.

Integrare alle buone prassi il buon senso, relazionarsi con il territorio rispettandolo e non mortificarlo. Se questo venisse fatto –oggi- tutti noi che abbiamo contribuito ad arricchire quel valore aggiunto che è la crescita sociale di un territorio, avremmo tutelato la nostra costa – Coreca compresa –, il tutto nello stile del dialogo e della sobrietà, avremmo aperto la porta ad un modo nuovo di affrontare le problematiche caratterizzate da una coscienza etica che ispira comportamenti positivi e responsabili.

Da cittadino, prima che da ambientalista, continuo a chiedermi se davvero, TUTTI, ci siamo sforzati di valutare una soluzione alternativa al progetto di difesa di Coreca e dell’intero litorale. Già il fatto che si continuano a fare piccoli interventi senza una contestualizzazione in un piano integrato dell’intera costa tirrenica mi fa supporre che è mancato questo sforzo. Continuo ad essere sempre più convinto che si può fare di più, le risorse intellettuali ci sono – per quanto riguarda noi Associazioni continueremo a dire “NO” a questo intervento definito di tutela, tutela sicuramente teorica ma non certo effettiva.

Il nostro non sarà un assopito ruolo di cittadini passivi, convinti come siamo che la tutela ambientale non è un fine ma una opportunità quando si sa interpretare; opportunità  di salvaguardare la nostra spiaggia d’eccellenza e, magari, l’immagine simbolo della nostra città.

Diana Bruni (The Convent Centre) rivolgendosi al progettista ha detto: al di là di quello che lei ritiene, dove risiede l’evidenza scientifica che il ripascimento con barriere sia l’unica modalità di protezione del litorale? In Olanda dove sono specialisti, e non da oggi, nella conquista  di terra a discapito del mare - tiene, la sabbia rimane li. E rivolgendosi al Sindaco: l’essenza dell’essere amministratori, direi della nobiltà come arte della politica della mediazione sta nel coraggio di prendere delle decisioni, coraggio che pare proprio a lei non manchi.

Il progettista ha spiegato che le correnti olandesi sono completamente diverse da quelle del tirreno cosentino.

Franco Suriano (proprietario del MAREBLU’) a Coreca, ha spiegato con grande sicurezza e conoscenza, i venti e le correnti che interessano Coreca – io vivo da sempre il mare ha ribadito – quello che pensate di realizzare non mi porterà via solo l’albergo…… ma anche la casa – credo che non ci avete capito proprio niente!

Riguardo alla sabbia da prelevare nell’Oliva l’ing. Borsani ha spiegato che sarà caratterizzata prima e che, comunque, tale quantità di sabbia arriverebbe naturalmente a mare nel giro di due anni.

Falsetti ha ribadito che il sito del fiume Oliva è tutt’ora monitorato dagli Enti di controllo con piezometri fissi disseminati lungo l’asta fluviale e che la stessa Regione Calabria prima e l’ISPRA dopo hanno eseguito la caratterizzazione del sito e l’hanno definito altamente inquinato da metalli pesanti. L’ing. Pierluigi Mancuso dell’Ass.to Ambiente della Regione Calabria pur dando atto dell’impatto ambientale/visivo che l’intervento comporterebbe lo ritiene risolutivo e capace di ricreare spiaggia. Ha poi spiegato ai presenti le priorità del Master plan per la difesa della costa previsto dalla Regione Calabria. All’incontro era presente la dott.ssa Monica Albano della Regione Calabria. 

In conclusione, l’ing. Iritano ha preso l’impegno con il Sindaco Sabatino e con i rappresentanti delle Associazioni che a breve convocherà un tavolo tecnico presso l’Assessorato regionale con il fine di una ulteriore valutazione, magari di più ben articolate proposte alternative da parte dell’Amministrazione; a tale tavolo sarà invitata anche una rappresentanza delle Associazioni Ambientaliste che potranno avanzare una proposta di soluzione da loro ritenuta appropriata.

L’auspicio di tutti e che tra qualche anno di Coreca non si dovrà parlare anteponendo l’avverbio di luogo/tempo……….. “C’era una volta..!!!!!!!!”

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