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L’inaugurazione della nuova biblioteca.

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Un evento straordinario.

A lato del folto pubblico c’era la banda cittadina che allietava gli astanti suonando arie di musiche famose.

Aspettavamo gli amministratori comunali,

 

artefici di questo straordinario evento culturale al quale la comunità dava un altissimo significato.

Dopo il famoso sciopero di protesta conclusosi con la occupazione del municipio, finalmente gli amministratori locali si erano dati da fare ed ora ecco il risultato.

Ma quanto impegno c’era voluto.

Una grossa mano la avevano dato anche le associazioni culturali che si erano prestate addirittura a portare al sole i libri mal messi e pieni di umidità e di muffa( quasi tutti, dopo anni di abbandono), ma che arieggiati e soleggiati ora si presentavano pronti per essere se non letti, almeno, scorsi.

E, con la scusa e l’occasione, le stesse associazioni, man mano che toglievano i libri dall’ossario, ne avevano scritto titoli, autori, editori e quant’altro necessario.

Non solo ma l’amministrazione comunale aveva chiesto alle stesse associazioni di designare un loro rappresentante per costituire un gruppo di lavoro per fare un elenco dei nuovi testi da acquistare per completare la dotazione libraria ferma a qualche decennio fa.

Il gruppo di lavoro era stato guidato, nientemeno che, da Diogene di Sinope detto il Cinico o il Socrate pazzo.

Si proprio quello che era stato, quasi in anonimo, nella città alla ricerca non dell’uomo ma della biblioteca.

Era stata una scelta fortemente voluta dal sindaco.

Ed ora dopo un indefesso lavoro di mesi finalmente il giorno epocale.

Ma ecco arrivare Diogene accompagnato dagli amministratori comunali con al seguito anche politici di vario stile e rango, quelli, cioè, che dalla frequenza della biblioteca avrebbero potuto trarne grande vantaggio.

L’unico sospetto che avevamo era quello se veramente i politici volessero davvero un popolo colto o se preferissero, come avvenuto finora, “Cittadini ignoranti, poco informati, privi di senso critico e quindi disponibili a pane e             circo”.

Sentiamo dire che “avere cittadini ignoranti / poco informati e preparati è un vantaggio per l'establishment (e quindi non è un caso che ci sia questa situazione), ma poi c'è il rovescio della medaglia”.

Ed in questa linea la mancanza di luoghi di cultura , o meglio dove la cultura per chi la vuole può essere gratis, muove nella direzione di chi vuole un popolo ignorante, disinformato, non consapevole , pecora, da menare dove si vuole, da accontentare con un po’ di erba e dal quale succhiare latte fino al macello finale.

Quando affrontavo il problema della biblioteca, cioè del simbolo della cultura possibile, mi capitava di scivolare sulla difficoltà di far accettare ai politici di turno il diritto del popolo alla cultura, quale elemento iniziale del diritto al futuro, alla certezza, alla consapevolezza.

D’altro canto quando leggo come scrive mediamente il popolo, senza rispetto alcuno per la grammatica, è obbligatorio capire che la scuola non educa , o quantomeno non educa tutti, e, comunque, non educa allo stesso modo.

Mi ero distratto. Ci pensò la musica a farmi rientrare in me.

La banda aveva attaccato con l’inno di Mameli appena erano giunti il sindaco con la fascia e gli altri politici locali, regionali e nazionali che si muovevano regali, quasi altezzosi, a precedere il popolo verso la porta della nuova biblioteca sulla quale stavano due belle ragazze che tenevano in mano, ognuna un lato di una fascia tricolore , mentre una terza aveva in mano un cuscinetto morbido sul quale era posata una forbice che doveva permetterne il taglio.

Diogene che non conosceva l’inno rimase sorpreso.

Poi finalmente entrammo.

Nella prima stanza a sinistra c’era il Bancone dei prestiti dove è possibile accedere a 5 PC che contengono l’elenco tematico dei testi, accessibile anche per autore o titolo con gli addetti alla consegna.

Dal lato opposto due addetti occupati nella digitalizzazione dei testi ed alla immissione nel web.

Davanti si intravvedeva un lungo corridoio che iniziammo a percorrere.

A destra ed a sinistra due stanze, una sala lettura ed una visione.

Due lunghi tavoli con comode poltroncine, uno destinato alla lettura “palpata” dei testi, cioè di quelli fisici, l’altro alla lettura visiva a mezzo di numerosi PC.

Da qui sarebbe stato possibile, appena Diogene fosse potuto ritornare, accedere ai patrimoni delle altre biblioteche digitalizzate.

Dopo, una stanza più piccola destinata alle favole per bambini. Qui un addetto intratteneva i bambini raccontando loro favole tratte dai libri e da questi proiettava anche alcune immagini.

Dal lato opposto gli uffici.

Ancora più avanti a destra ed a sinistra le sezioni tematiche della biblioteca.

Dovetti percorrere tutto il corridoio per trovare quello che mi interessava particolarmente, la sezione di storia patria.

Storia mondiale, storia italiana, storia regionale, storia locale.

Amantea al tempo dei Greci, Amantea al tempo dei romani, I Bizantini, Gli arabi, i Normanni, gli Angioini , gli Aragonesi, e via di seguito fino all’ultimo : Amantea nel terzo millennio .

Libri, stampe, disegni, testi mai visti prima…….

Avvertii una lieve vertigine e mi parve di cadere in un pozzo senza fine.

Così mi svegliai.

Era stato un sogno, un bel sogno, niente di più.

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