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Movimento 5 Stelle: L’intervista a Francesca Menichino

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Amantea sembrava aver dimenticato le numerose intimidazioni a danno di politici e cittadini avvenute nel recente passato e sembrava essere ridiventata la cittadina tranquilla degli anni novanta e precedenti.

 

Oggi si sveglia con nuovi atti intimidatori ed ha paura. Gli Amanteani hanno paura di parlare, di esprimersi. Hanno, perfino, paura di essere visti tra i presenti del consiglio comunale straordinario e preferiscono frequentare il Campus per sentire canzoni e commedie teatrali che fanno sorridere. Al più una monacella od una pasta con la mollica per avere la bocca piena ed avere la scusa di non poter parlare.

 

In merito qualche domanda ed una auto domanda

 

Cose ne pensi di quanto successo?

Penso che niente accada senza una ragione e che lo sforzo di chi sta lavorando sulle indagini debba muoversi alla ricerca delle ragioni che stanno dietro l’accaduto, e sono convinta che chi riceva le intimidazioni possa e debba dare alle forze inquirenti gli spunti giusti per orientare le indagini. Sempre che vi sia la volontà, quella vera, di collaborare.

 

Temi possa essere l’inizio di una nuova stagione di intimidazioni ?

No, non penso. Se un segnale doveva arrivare, è arrivato. Spero profondamente che questo segnale serva alla Magistratura perché dopo l’inchiesta Nepetia si facciano passi in avanti, e non si arretri.

 

Ritieni che la Magistratura e le Forze dell’ordine riusciranno a dare risposta all’esigenza di sicurezza della intera città e che sapranno assicurare i responsabili alla giustizia?

Ne sono convinta, e questa convinzione mi dà la forza di andare avanti in un percorso politico irto di difficoltà, in cui da “non politica” ma da cittadina osservo una realtà politica affaristica e clientelare, molto lontana dagli ideali (forse utopistici) che hanno motivato il mio impegno.

 

Ti trovi d’accordo con la Lo Moro in particolare quando afferma che le persone che hanno subito intimidazione devono collaborare con la Magistratura e le Forze dell’ordine in particolare quando sono politici dovendo dare l’esempio ai cittadini?

Vedi la prima risposta…e ancora non avevo letto questa domanda…

 

Ed ancora, come commenti la sollecitazione, sempre della Lo Moro, quando invita maggioranza e minoranza a rileggere gli atti politici alla ricerca delle ragioni delle intimidazioni? Ritieni che la maggioranza eserciti un intenso autocontrollo? Ritieni che la minoranza controlli con fermezza gli atti dell’amministrazione?

Un giorno prima delle elezioni, a maggio, ero a colloquio con la segretaria comunale nella sua stanza, perché denunciavo un comizio illegittimo che la lista rosa arcobaleno (oggi giunta Sabatino) aveva tenuto nel quartiere di Santa Maria (un buon inizio no?), e parlai a lungo con la dott.ssa Mercuri che mi sembrava armata di buoni propositi. Tra le altre cose mi disse che prima di fare la segretaria comunale aveva svolto la professione forense e che aveva poi trasferito i metodi della professione nel ruolo di segretario comunale: cercare di accontentare il cliente trovando le soluzioni per assecondarne le richieste. Questa descrizione fotografa il metodo seguito da maggioranza e segretaria. Buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione sono belle parole e basta, l’autocontrollo non è contemplato nemmeno.

Noi come minoranza dobbiamo intensificare il controllo, soprattutto rivolgendoci agli organi superiori.

 

Cosa ne pensi, infine, del richiamo fatto da SE il Prefetto Tomao quando ha affermato che la legalità comincia dalle piccole cose, dai comportamenti di ognuno di noi, dai piccoli atti della PA.? Ti sembra che si faccia ad Amantea?

L’ho molto apprezzato, ed era in sintonia con il contenuto del mio intervento, quando dicevo che la “la legalità è uno stile di vita, e per gli amministratori è un dovere irrinunciabile in ogni atto amministrativo, un esempio di cui andare fieri e orgogliosi”. Così ad Amantea, e non solo, non è: per questo sono andata via da quel palco, pur nel rispetto delle istituzioni presenti, ed in particolare del prefetto.

 

Ti sembra cioè dovere di ognuno segnalare e denunciare i comportamenti anomali, irrituali, illeciti, illegittimi ed ancora le omissioni, i ritardi, le disparità, vincendo la naturale ritrosia dettata dalla paura dei poteri o del potere?

Noi del M5S facciamo della denuncia un dovere che attiene istituzionalmente ai compiti di sindacato ispettivo, connessi al mandato elettivo. E del potere abbiamo una visione molto diversa da quella comune, e di questa visione la paura non fa parte, anche perché gli amministratori, quelli veri, per noi non sono coloro che detengono il potere ma piuttosto coloro che svolgono un servizio.

 

Cosa occorre fare per aiutare Amantea ad essere una città totalmente onesta in ogni sua parte, in ogni sua componente ?

Vedo tre obiettivi fondamentali:

-          Cambiare la mentalità delle persone per trasformarle da sudditi in cittadini consapevoli e attivi;

-          Partire dai giovani, che sono ancora incontaminati dal marcio della politica, e coinvolgerli interessandoli e motivandoli, donandogli qualcosa in cui credere;

-          Proporre con il proprio esempio un modello diverso, e far capire che l’unica strada che si deve percorrere è il rispetto delle regole, perché delinquere o aderire alla malavita organizzata sono scelte alla fine perdenti per i singoli e per la società.

Cosa faresti tu se fossi all’amministrazione del paese?

Tante cose, parto da tre obiettivi:

-          Osservare “da vicino” e cercare di sistemare i conti per trovare risorse e investire nello sviluppo dell’economia della città. Per farlo bisogna percorrere due strade: il risparmio e la progettualità capace di intercettare finanziamenti nazionali ed europei;

-          Efficientare e modernizzare la macchina comunale, mettendola concretamente al servizio dei cittadini;

-          Praticare TRASPARENZA e PARTECIPAZIONE effettive, restituendo sovranità ai cittadini.

 

Cosa ti senti di suggerire alla maggioranza?

Di dimettersi al più presto. Come unica forma di autocontrollo.

 

Ora fatti una domanda alla quale ti piacerebbe rispondere.

Chi te l’ha fatta fare, Francesca, di candidarti e di calarti nello sporco e difficile mondo della politica che hai sempre osservato con diffidenza e disprezzo? Ti sei pentita?

L’unica condizione possibile era ed è la mia appartenenza: il M5S è un luogo sano della politica, fatto di cittadini al servizio dei cittadini: questa l’unica condizione possibile per me e per il mio impegno di cui, nonostante tutto non mi sono ancora pentita, anche grazie al fatto che pur essendo sola in consiglio sono la portavoce di un gruppo che ad Amantea, pur tra tante difficoltà, ci crede e fa la sua parte.

Ultima modifica il Lunedì, 24 Novembre 2014 22:33

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