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Carissime cittadine e carissimi cittadini, stamani ci è stato segnalato – nei pressi della foce del fiume Catocastro – uno sversamento di sostanza di colore bruno scuro.

 

Ci siamo subito attivati per il tramite del Comando dei Vigili Urbani e, d’intesa con la Procura della Repubblica, abbiamo prelevato dei campioni del materiale sversato che lunedì sarà consegnato all’Arpacal, per le necessarie analisi.

Purtroppo, non è stato possibile rilevare il preciso punto di scarico.

E, seppur non potendo escludere – quanto sversato in mare non emanava cattivi odori – che si potesse trattare di dilavamento di zone bruciate, la situazione non solo è soggetta a monitoraggio, ed è auspicabile un approfondimento d’indagine da parte delle autorità competenti.

 

Ci teniamo a ringraziare, a tal riguardo, anche il Maresciallo Avolio che prontamente si è recato sul posto per un sopralluogo.

 

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

 

Con i più cari saluti

Il Sindaco Mario Pizzino

Il Portavoce dell’Amministrazione Enzo Giacco

 

 

NdR. La lettura della news letter ci ha strappato un sorriso, di cui siamo siamo felici, quando ci è stato detto che potrebbe trattarsi di acqua che s' è sporcata per aver corso sulle zone bruciate.

Scusate ma dov'è il filtro che ha trattenuto i resti fisici degli incendi? Parliamo di resti di foglie, di rami, di erba. Nelle foto, infatti, non si vedono solo bolle di schiuma e nient'altro.

E poi dovremmo anche ricordare che un fatto similare dovrebbe succedere in ogni fiume e poi anche a mare solo schiuma e nessun pezzo di rami , foglie ed erba bruciati........

Comunque ci fa piacere che l'amministrazione si sia mossa, che i Vigili urbani si siano mossi ed ancora più che la Forestale si sia mossa.

Bene ed a tutti il nostro grazie.

Ora aspettiamo il referto dell'Arpacal.

 

 

Foto Luca De Luca

 

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Amantea ha un centro storico molto osservato, …..da lontano

Tanti i turisti in transito che lo osservano ammirati, ma senza fermarsi.

 

Purtroppo, ormai, ad Amantea ci si ferma solo ai semafori, ma per via dei photored, non per conoscerla.

Qualcuno si ferma nello spiazzo davanti ai Delizia, sulla SS18, e lo ammira, osservando le Carceri” Imprigionate” e di cui nessuno parla, i ruderi della chiesa di San Francesco “sconosciuto”, e di sera le luci itteriche che ammantano di vecchiaia le vecchie mura del centro storico.

Da sud una diversa immagine, quella del castello e della Piazza.

Dal centro una terza immagine, quella delle mura di difesa della città e della chiesa di San Biagio

Come se fossero tre diverse città, tre diversi centri storici.

 

Amantea, insieme a Cosenza, sembra avere il centro storico più dimenticato, più abbandonato, più vilipeso.

Centro il problema dei centri storici è un problema generalizzato in Calabria.

Tanto che qualcuno ha lanciato la proposta di una legge regionale di iniziativa popolare “Norme in materia di valorizzazione dei centri storici calabresi nonché in materia ambientale”

Si chiama “Prima che tutto crolli – Associazioni insieme per i centri storici”.

Ed il 16 dicembre 2016 si è tenuto un primo forum

Ora si pensa di farne seguire un altro.

E proprio per questo vi hanno aderito Cosenza e Rende.

Amantea, no! Perché?

Perché il sindaco Pizzino non delega subito ad un consigliere queste specifiche funzioni?

Perché il presidente del consiglio Caterina Ciccia non convoca subito un Consiglio per aderire a questa iniziativa?

Forse il centro storico di Amantea non merita questa nuova attenzione?

Noi pensiamo di si!

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Maledetto punteruolo. Sta distruggendo tutto senza che alcuno provveda a salvare non solo le piante ma anche il panorama della città.

L’ultima nobile vittima è la splendida ed unica brahea armata che era stata impiantata nel cortile della Manzoni e che era finita alle cure di Calabria Verde il cui personale certamente non aveva alcun esperienza in materia e che l’ha trattata come un albero qualsiasi.

Al tempo abbiamo scattato una foto ed abbiamo dovuto litigare per la gioia degli astanti che ci sembrava fossero sorpresi, indifferenti se non dalla parte di chi potava( era il caso di dire stroncava) la bellissima brahea ed in particolare con un “capo” operaio che voleva chiamare i carabinieri invocando la privacy( che strana e miracolosa parola che vorrebbe impedire di documentare) per il solo fatto che mi ero avvicinato per documentare il trattamento che a me da ignorante sembrava troppo violento.

Mi misi a gridare anche io dicendo che ero io che avrei chiamato i carabinieri chiedendo loro di accertare se il personale avesse capacità tecnica sufficiente per intervenire su una pianta così importante.

Solo nei giorni scorsi un esperto ci ha detto che la potatura fuori stagione ed eccessiva della Brahea Armata potrebbe essere stata la causa o concausa dell’ingresso , in essa, del punteruolo.

Avvenne quando sventolavano bandiere e venivano piantati fiori di cui non è rimasto quasi niente.

Sta di fatto che la brahea che aveva resistito al punteruolo, che finora ha ucciso decine e decine di palme, ora sta morendo e nessuno interviene per salvarla.

E pensare che Franco Vetere, noto come chi è riuscito a salvare la sua palma, si sia offerto di tentare e gratis.

Come se la brahea non fosse di nessuno.

Né della scuola, né del comune.

E che la brahea sia finita lo mostra il fatto che i punteruoli cominciano a sciamare alla ricerca di altre vittime.

Anche sul mio balcone ne ho visto e fotografato uno.

Eccolo.

Ma questa volta non l’ho schiacciato come le altre due o tre volte, no!

Questa volta l’ho fatto salire su un foglio bagnato con alcool al quale poi ho dato fuoco …

Se vi capitano tra i piedi non li spingete fuori dal balcone, continueranno a vivere ed a distruggere le nostre piante ed il nostro panorama.

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