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sanità-2COSENZA, 11 MARZO 2022 - Un fiume di denaro è stato sottratto alle cure dei calabresi ed è servito, invece, a pagare due o addirittura tre volte una stessa fattura. È quanto ho denunciato più volte in questi anni, sottolineando un sistema ormai consolidato che ha permesso la distrazione di importanti risorse sanitarie che ha finito per aggravare la già precaria situazione della sanità calabrese.  In molti, però, si sono voltati dall’altra parte e hanno tentato di far cadere nel vuoto le mie accuse. Ma oggi un’ulteriore conferma alle mie denunce arriva dalla Corte dei conti e dal procuratore regionale, Maria Rachele Anita Aronica.

“Gli importi pagati e non dovuti – si legge nella relazione del procuratore Aronica - per prestazioni già remunerate (quindi pagati due volte) e/o per prestazioni extra budget non riconoscibili, talora anche sovrastimate, nonché per interessi e indennità al personale non spettanti sono veramente notevoli e ammontano, per quanto sopra detto nella parte sull’attività (citazioni, inviti e sentenze sanità), complessivamente ad almeno 61/65 milioni di euro, pari a oltre due terzi del disavanzo sanitario – emerso dal Tavolo tecnico del 22 luglio 2021 – di oltre 91 milioni di euro per l’esercizio 2020”. Emerge, dunque, un sistema ben collaudato e ancora in grado di sottrarre ulteriori risorse al sistema della sanità pubblica calabrese.

Circa un anno fa, ad esempio, sollevai pubblicamente un’ulteriore vicenda a dimostrazione della totale mancanza di controllo e poca trasparenza all’interno dell’Asp di Cosenza. Sono emerse cessioni di credito e ingiunzioni di pagamento a società di factoring con sede a Milano che pretendevano dall’Asp milioni e milioni di euro. E non esiste nemmeno una fattura ad attestare questi presunti debiti. All’epoca chiesi all'allora commissario dell’Asp Cinzia Bettelini e al successore Vincenzo La Regina di verificare le carte delle società con sede a Milano. Effettuando un accesso agli atti e da una successiva verifica dell’Uoc Area Legale e dall’Uoc Risorse finanziarie dell’Asp di Cosenza emerse che “le fatture per le quali si richiede il pagamento non risultano mai pervenute e registrate sul sistema gestionale aziendale”. Nonostante la richiesta di “intimazione di pagamento” per 12 milioni di euro da parte delle società PJT 2411 s.r.l. e Tocai SPV s.r.l. con sede a Milano, nessuna delle fatture “risulta essere presente negli archivi o registrata in contabilità”. È necessario intervenire e, attraverso anche una forte volontà politica, smantellare questo Sistema. Tutto ciò è anche il frutto del caos amministrativo e contabile che regna all’interno del sistema sanitario calabrese. Basti pensare che l’Asp di Reggio Calabria non ha ancora presentato i Bilanci dal 2013 al 2018, mentre l’Asp di Cosenza non ha presentato i Bilanci consuntivi 2018, 2019 e 2020. Inoltre, le Aziende del sistema sanitario calabrese per il 2020 chiudono i Bilanci in perdita.

In questi dodici anni di commissariamento, i tanti e troppi commissari ad acta che si sono succeduti, non sono riusciti a dare una svolta di trasparenza e sistematicità ai conti delle Asp e Aziende ospedaliere della Calabria. Il “disordine organizzato” permane e la situazione, nel frattempo, continua a peggiorare, come se nulla fosse…

Roberto Occhiuto, da presidente di Regione e commissario della sanità, passi ora alle azioni concrete. Non è più tollerabile perdere ulteriore tempo, si deve voltare pagina, vanno prese tutte quelle misure necessarie a impedire che vengano sottratte ulteriori risorse destinate alla sanità calabrese che oggi registra il tasso più basso in Italia nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (125).

Carlo Guccione

Responsabile PD Sanità nel Mezzogiorno

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Alle prime luci dell’alba, i militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina e del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell'ambito dei servizi predisposti a tutela della filiera della pesca e degli stock ittici nazionali, hanno sanzionato i conduttori di due unità da diporto che, a vario titolo, si rendevano responsabili per violazioni in materiadi pesca e sicurezza della navigazione

I militari, nel corso dei pattugliamenti effettuati via terra e via mare, hanno colto in flagranza un’unità da diporto intenta alla cattura del novellame di sardanelle acque antistanti il comune di Lamezia Terme, sebbene per tale prodotto ittico ne sia vietata la pesca, la detenzione, il trasporto, la commercializzazione e la somministrazione.

Al riguardo, si rammenta che la pesca del cosiddetto bianchetto è severamente vietata dall'ordinamento giuridico italiano e comunitario, in quanto gravemente dannosa per l'ecosistema marino. Infatti, la cattura di tale specie, oltre a provocare un potenziale danno all’habitat marinocagionato dalla mancata riproduzione, può costituire un serio pericolo per la salute pubblica, poiché il prodotto della ee385d8d-3ad9-4149-9567-b8140f67dff1 sfugge a qualsivoglia controllo di tipo sanitario.

Il prodotto ittico sequestrato, ritenuto idoneo al consumo umano a seguito di ispezione sanitaria dei veterinari dell’Asp di Vibo Valentia, è stato devoluto in beneficienza ad una locale associazione caritatevole.

Nel corso degli accertamenti venivano, altresì, poste sotto sequestro due sciabiche, tipologie di reti da pesca tradizionalmente usate dalle locali marinerie per la cattura di tali specie ed elevate sanzioni per infrazioni sulla sicurezza della navigazione, per transito in area non consentita e per violazioni sulla regolare tenuta dei documenti di bordo.

L’attività di repressione posta in essere dagli uomini della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza contro gli illeciti in materia di pesca proseguirà incessante anche nei prossimi giorni sia a mare,che a terra, allo scopo di garantire il rispetto delle leggi in materia ed a tuteladella salute dei consumatori

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locale 1Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito

COSENZA 1 febbraio 2022 – Macellazione clandestina, scarichi abusivi e detenzione di animali pericolosi. Sono i reati per i quali dovrà rispondere un uomo di Scigliano a seguito di una ispezione igienico sanitaria effettuata dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rogliano in collaborazione con i N.A.S. di Cosenza presso un esercizio commerciale di Macelleria nel comune cosentino. Durante tale ispezione si è constatato che l’attività era sprovvista di regolare traccia documentale della gestione e della rintracciabilità degli scarti di origine animale. Si è quindi proceduto ad estendere il controllo, unitamente al personale veterinario del Distretto Sanitario di Rogliano anche all’azienda agricola di proprietà e legata a tale attività commerciale. Qui si è riscontrato, all’interno di un magazzino adibito a macellazione, la presenza di carcasse appena macellate di suini 

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