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Redazione TirrenoNews

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La storia di Amantea è millenaria, lo sappiamo.

E la storia della banda Musicale “Mario Aloe”. Città di Amantea, ha svoltato da tempo l’angolo del 150 anni.

 

Una terra, Amantea, ed una civiltà che aggiunge Traguardi a traguardi.

 

Ed anche in questo 2016 il Concerto di Fine Anno della Mario Aloe raggiunge la trentatreesima edizione, un terzo di secolo nel quale senza mancare nemmeno una volta i giovani e meno giovani bandisti porgono alla città gli auguri di buon Natale e di Buon Anno.

Un evento importante per la cultura e la società amanteana.

Insieme alla Banda anche due splendide voci.

Quella della soprano Valentina Mamone e quella del tenore Franco Ruggiero Pino.

 

Ma ecco il carnet:

Si comincia con il canto natalizio “Deh venite pastori” del maestro Mario Aloe arrangiato dal professor Cipriano Martire, un pezzo della tradizione amanteana che viene per la prima volta portato in scena.

 

A seguire la marcia sinfonica Marilina del maestro Ciervo.

Poi la sinfonia Giovanna D’Arco di Giuseppe Verdi.

Inoltre il Trailer del film commedia "La vita e' bella" con Roberto Benigni. La vita è bella è un pezzo di Nicola Piovani con arrangiamento di Lorenzo Bocci.

 

Ed ancora “La storia” di Jacob de Hann.

La seconda parte è aperta dal canto natalizio “La notte di natale” del professor Cipriano martire sul testo di Vincenzo Padula.

Segue il Paso doble de concierto “Consuelo Ciscar” di Ferrer ferran

Ed ancora “Entry march of the boyars” di Johan Halvorsen

La chiusura con:

Il coro del Nabucco di Giuseppe Verdi

Radetzki di J Strauss

 

Ed infine l’inno nazionale Il canto degli Italiani di Mameli-Novaro

A dirigere il maestro Roberto Francescano con la collaborazione di Luigi Spina e di Paolo Tanzarella.

E’ bello quando un piccolo comune di questa lontana e vituperata Calabria salta agli onori della cronaca nazionale. Vero?

 

Ma questa volta non è così!

(Inaugurazione)

 

Ecco cosa scrive, infatti, Manlio Lilli giornalista ed archeologo su “Il Fatto quotidiano” del 22 dicembre.

“Serra d’Aiello custodisce gelosamente la sua storia anche nel suo museo archeologico dove è possibile scoprire teche ricchissime di corredi funebri provenienti dalle ventisei tombe della necropoli del IX-VIII secolo a.C recentemente rinvenuta sul terrazzo sabbioso di Chiane: corredi ceramici, arnesi da lavoro e da guerra, un ricchissimo corredo metallico, un incensiere di eccezionale valore e bellezza e monili in ambra sono solo alcuni degli oggetti che potremo ammirare”.

 

Sul sito online del piccolo comune calabrese, in provincia di Cosenza, l’Antiquarium non è un elemento trascurabile.

Anzi è proprio lì che la storia prende forma, è raccontata attraverso i materiali esposti. Sembra una bella storia.

Quella di un centro di poco più di cinquecento persone che ha investito sulle sue origini. Già, perché oltre all’Antiquarium, inaugurato nel maggio 2007, esiste anche, dallo stesso, anno un’area archeologica, a Cozzo Piano, sulla parte sud-occidentale della vasta spianata sommitale del colle. Un vasto complesso residenziale della seconda metà del IV sec. a.C. che si imposta sui resti di un abitato di capanne di VII e VI sec. a.C., coevo all’ampia e ricca necropoli di località Chiane, indagata negli anni precedenti.

Un Parco Archeologico realizzato con un finanziamento di 500 mila euro sul POR Calabria 2000/2006, nell’ambito dell’APQ Beni Culturali SPA 14, con delibera CIPE 20/2004. Così la città antica di Temesa, nota dalle fonti letterarie trova conferme.

Tutto bene quindi? Sfortunatamente no. Antiquarium e area archeologica sono chiusi, da tempo. Niente visite, nessuna manutenzione. Non si hanno notizie di come si trovino i materiali esposti nello spazio museale.

La vegetazione che impedisce ormai perfino di raggiungere il sito, sta provocando danni anche ai resti sotto la tettoia e un incendio ha decretato la morte delle essenze che vi erano nei pressi. Tutto fermo da gennaio 2016.

Da quando l’amministrazione comunale ha revocato al Gruppo archeologico Alybalos, che aveva in vario modo contribuito alla loro realizzazione, la gestione e la manutenzione di Antiquarium e Area archeologica, di cui si occupava rispettivamente dal maggio 2007 e dal maggio 2009. Contratti che permettevano al Comune di liberarsi di ulteriori incombenze e al Gruppo archeologico di assicurare l’apertura almeno durante il fine settimana e a entrambi i siti di essere una visita obbligata per le scuole, anche dei centri vicini.

Per il parco archeologico il Comune avrebbe dovuto corrispondere 2.500 euro all’anno.

Impegno rispettato solo per i primi due anni. Poi, niente.

Così al Gruppo archeologico non sono rimasti che i proventi del biglietto d’ingresso cumulativo di 4 euro. Una soluzione in ogni caso condivisa. Almeno fino alla decisione dell’amministrazione comunale di interrompere il rapporto. Di cercare nuovi partner per la gestione. Magari per migliorare i servizi offerti, la fruizione. Erano in molti a coltivare questa speranza. Però a distanza di un anno dalla chiusura qualche dubbio sull’intera operazione si fa strada. Modalità e tempistiche finora utilizzate dall’amministrazione comunale indiziano che si procede in maniera incerta. Conferma in qualche modo questa impressione anche l’unico atto compiuto. L’affidamento ad una azienda agricola locale della pulitura del Parco archeologico “almeno due volte l’anno al fine di renderlo sempre fruibile”.

A parte questo nulla. Mancanza di risorse? E’ possibile.

Ma a essere assenti sembra siano soprattutto le idee. Una strategia d intervento complessiva.“La possibilità di evidenziare l’organizzazione di un villaggio protostorico anche mediante ricostruzioni basate sui dati scientifici che gli scavi mettono a disposizione, il buono stato di conservazione delle strutture ellenistiche…, le possibilità di musealizzazione offerte da corredi funerari di straordinario interesse fanno ritenere necessaria la realizzazione di un progetto complessivo di valorizzazione che preveda la sistemazione e dunque la possibilità di visita delle aree archeologiche e la creazione di un locale Antiquarium che possa… offrire al pubblico, la testimonianza del proprio passato”. Diceva così nel 2008 Luigi La Rocca, responsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Di quel progetto ambizioso sembra rimanere ben poco.

Sembra proprio che la questione dell’area archeologica e dell’Antiquarium non sia prioritaria a Serra d’Aiello. Almeno per chi l’amministra.”

Signora Giovanna Caruso vuole fare una dichiarazione per il nostro sito?

La ringraziamo anticipatamente e le auguriamo Buon Natale.

 

Ai nostri lettori anticipiamo che a breve torneremo sul problema dell’antiquarium …

...il parco oggi...

La vicenda è quella dei corsi fantasma di Maurizio Vadacchino.

In merito l'ex assessore regionale chiarisce la sua posizione relativa al rinvio a giudizio disposto a suo carico dal Tribunale di Catanzaro.

 

Ecco cosa dice:

“Ho rilevato che nell'articolo del Corriere della Calabria sono pubblicate con ampio risalto e con la pubblicazione della mia fotografia (unica tra i trenta indagati), notizie che non corrispondono al vero e che risultano lesive, oltre che della realtà storica, anche della mia reputazione ed onorabilità.

Infatti, nel procedimento avviato dal dott. De Magistris ben oltre 12 anni or sono, durante i quali alcuna prova è stata prodotta a sostegno dell'accusa, non risulto mai essere stato neppure indagato per tentata truffa aggravata, ipotizzandosi unicamente una presunta partecipazione ad una associazione per delinquere senza peraltro alcun addebito o ipotetica partecipazione in ordine a reati "fine" quali la truffa o altro, quindi una associazione senza però i reati per i quali l'associazione sarebbe stata costituita.

 

Una tale accusa del tutto inverosimile e priva di qualsiasi riscontro vede forzatamente coinvolta la mia persona attraverso inverosimili congetture che nella fase dibattimentale del processo saranno agevolmente e definitivamente smentite.

 

In ogni caso, per quanto riguarda lo stato attuale, devo ribadire che non sono mai stato indagato e tanto meno rinviato a giudizio per il reato di truffa aggravata, né per aver ottenuto in maniera illecita finanziamenti per corsi di formazione professionale.Saverio Zavettieri”

Quindi Saverio Zavetteri andrà a processo per associazione per delinquere e non anche per truffa aggravata.

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