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Redazione TirrenoNews

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PLeggete cosa ci viene inviato da un cittadino amanteano.

“Voglio ringraziare pubblicamente, come cittadino e genitore , l'agente della polizia municipale il signor Policicchio.

Per ovviare all' atavica malsana abitudine di entrare con le proprie auto nel perimetro delle scuole elementari Pascoli,

l'agente Policicchio è riuscito, in modo molto garbato ma efficace a disincentivare i pigri genitori e affini ad entrare con le auto nel recinto appunto delle scuole elementari stesse.

Il Vigili ha usato l'auto della polizia municipale come barriera sostenendo che ,come sentivo dire stamattina dallo stesso Agente , prima escono i bimbi in totale sicurezza, poi voi genitori che con le auto riempite questo cortile che dovrebbe essere interdetto alle auto.

A prescindere dal fatto che è una cattiva abitudine, purtroppo, molto diffusa arrivare con le proprie auto fin dentro all'entrata di una scuola elementare, o a due metri dal panificio, o del negozio , clienti e proprietari stessi, mi preme ricordare che fare due passi a piedi non è un attività invalidante ne' crea condizione di sofferenza mentale e fisica , anzi un po' di movimento fa bene a tutti.

Grazie allora all’agente Policicchio da Bonavita Pasquale ,semplice cittadino che paga le tasse e padre di un bambino della Pascoli”.

Anche noi ringraziamo Pasquale Bonavita perché in modo elegante ringraziando l’istruttore Policicchio ricorda agli amanteani che il diritto alla sicurezza ed alla comodità dei propri figli non può essere garantito mettendo in discussione il medesimo diritto degli atri figli

Non possiamo non evidenziare la necessità di elevare le giuste e necessarie sanzioni al codice della strada, sanzioni che evidentemente un solo vigile non può fare se deve, come giusto, prima garantire traffico e sicurezza

Perché il comandante o l’assessore competente non fa collocare una telecamerina che registri le violazioni ed inviando immediatamente i relativi verbali ?

Ovviamente avvertendo preventivamente visto che, come ha segnalato Bonavita, si tratta di una abitudine sociale tutta amanteana!

Questa sì che potrà essere aggiunta nelle cose fatte nei primi 200 giorni!

Il pm della Procura chiede il processo anche per un avvocato e due medici ospedalieri. L’inchiesta condotta dai carabinieri diretti all’epoca da Nazzareno Lopreiato

Ancora truffe alle assicurazioni.

Ed infatti il pm di Vibo Valentia Concettina Iannazzo ha rinviato a processo 65 persone.

Diverse le accuse. Associazione a delinquere finalizzata alle truffe in danno di compagnie di assicurazione, falso materiale, falso ideologico in atti pubblici, corruzione di pubblici ufficiali, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso materiale, falsa testimonianza.

Ora tocca al Gup, Lorenzo Barracco.

I fatto contestati si sono svolti dal 2007 sino al 2015.

L’inchiesta è stata condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo all’epoca diretta dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, attualmente docente di materie giuridiche alla Scuola Allievi di Reggio Calabria ed in attesa di transitare nell’avvocatura.

Il reato di associazione a delinquere viene contestato a 9 indagati.

Come promotori ed organizzatori dell’associazione vengono indicati Domenicantonio Arena e Giovanni Battista Arena, rispettivamente di 42 e 32 anni, il primo di Paravati di Mileto, il secondo di San Calogero.

L’avvocato Giuseppe Santamaria, 41 anni, di Vibo Valentia, nella sua qualità di legale, è invece accusato di aver patrocinato le controversie giudiziarie che sarebbero insorte in correlazione ai falsi sinistri ideati e realizzati, a vario titolo, dai componenti dell’associazione.

Indagata con per il reato di associazione a delinquere pure Mylene Molina, 53 anni, di Tropea, che in qualità di medico ospedaliero in servizio all’ospedale di Tropea, avrebbe falsificato le certificazioni sanitarie attestanti false lesioni patite dai soggetti di volta in volta coinvolti nei falsi sinistri stradali.

Gli altri indagati per il reato di associazione a delinquere sono:Sarina Margherita Nicolaci, 46 anni, di Paravati; Maria Antonia Nicolaci, 50 anni, di Paravati; Maria Carmela Arena, 52 anni, di Mileto; Graziella Arena, 47 anni, di San Calogero; Aniello Pititto, 73 anni, di Mileto. A tali indagati vengono contestati pure altri reati-fine.

Falso materiale, falso ideologico in atti pubblici, corruzione di pubblici ufficiali, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso materiale e falsa testimonianza sono invece gli altri reati, a vario titolo, contestati con la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Concettina Iannazzo. La data dell’udienza preliminare è stata fissata per il 25 gennaio 2018.

Questi tutti gli altri indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio:

Antonio Arena, 55 anni, di Paravati;

Celestino Arena, 71 anni, di San Calogero; 

Vincenzo Valente, 58 anni, di Vibo Valentia; 

Palma Paglianiti, 54 anni, di San Calogero; 

Domenico Solano, 59 anni, di San Calogero; 

Gessica Solano, 28 anni, di San Calogero; 

Antonio Marcello, 39 anni, di Mileto; 

Gaetano Arena, 47 anni, di Mileto; 

Antonio Barbieri, 36 anni, di Pannaconi di Cessaniti; 

Giuseppe Preiti, 42 anni, di San Calogero; 

Stefano Preiti, 26 anni, di San Calogero; 

Emanuela Currà, 40 anni, di San Calogero; 

Domenico Preiti, 34 anni, di San Calogero; 

Emanuele Gentile, 28 anni, di Rombiolo; 

Vincenzo Crudo, 26 anni, di Rombiolo; 

Michelle Baldo, 25 anni, di Rombiolo;

Pasqualina Ferraro, 58 anni, di Rombiolo; 

Rocco Durante, 37 anni, di Pizzo Calabro; 

Giuseppe Greco, 46 anni, di Pizzo; 

Pietro Greco, 55 anni, di San Calogero; 

Salvatore Barbieri, 72 anni, di Pannaconi di Cessaniti; 

Maria Concetta Mazzeo, 34 anni, di Paravati; 

Concetta Lucifero, 56 anni, di Pannaconi; 

Giacomo Streva, medico specialista ortopedico, 62 anni, di Tropea; 

Adriano Maccarone, 52 anni, di Rombiolo; 

Anna Maria Labate, 42 anni, di San Giovanni di Mileto; 

Giammaicol La Torre, 29 anni, di Tropea; 

Michela Candela, 32 anni, di San Costantino Calabro; 

Rosa Anna Mesiano, 56 anni, di San Costantino Calabro; 

Nicola Pititto, 38 anni, di Mileto; 

Pasqualina Pititto, 42 anni, di Mileto; 

Maria Catena Arena, 33 anni, di San Calogero;

Raffaele Sesto, 38 anni, di San Calogero; 

Stefano Ruoppoli, 50 anni, di San Nicolò di Ricadi; 

Melania Arcese, 47 anni, di San Nicolò di Ricadi; 

Salvatore Vitetta, 57 anni, di Tropea;

Domenico Sardanelli, 33 anni, di Pizzo; 

Antonella Valotta, 26 anni, di Pizzo; 

Vincenzo Crudo, 25 anni, di Triparni, frazione di Vibo Valentia; 

Leopoldo Marcello, 35 anni, di Mileto; 

Giuseppe De Vita, 41 anni, di San Calogero; 

Agostino Ventrici, 56 anni, di San Calogero; 

Domenico Ventrici, 36 anni, di Vibo Valentia; 

Tomas Ventrici, 30 anni, di San Calogero; 

Antonio Calabria, 39 anni, di San Calogero; 

Chiara Splendore, 25 anni, di Tropea; 

Giuseppe Marcello, 63 anni, di Paravati; 

Nicola Fiamingo, 52 anni, di Zungri; 

Norma Rosa Accorinti, 53 anni, di Zungri; 

Salvatore Pititto, 49 anni, di Mileto; 

Rocco Baldo, 46 anni, di Mileto;

Salvatore Fogliaro, 53 anni, di Paravati;

Antonio Zinnà, 35 anni, di Mileto; 

Raffaele Euticchio, 32 anni, nativo di Tropea ma residente a Perugia; 

Maria Anna De Vita, 49 anni, di Tropea; 

Giasmara La Torre, 25 anni, di Tropea.

Parti lese la Axa Assicurazioni, Unipol-Sai, società Cattolica, Alliance spa, Generali Italia, Fondiaria Assicurazioni spa, Milano assicurazioni.

Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Francesco Rombolà (che assiste 11 indagati fra cui i capi promotori della presunta associazione); Francesco Sabatino; Salvatore Sorbilli, Antonio Porcelli, Michele Accorinti, Michele Pagnotta, Antonio Maccarone, Mario Bagnato.

Da 18 mesi senza stipendio, occupano la Provincia di Crotone

Una trentina di lavoratori della Gestione servizi spa, società in house della Provincia di Crotone, hanno occupato la sede dell’Ente.

 

Fuori dagli uffici di via Mario Nicoletta sono rimasti anche i lavoratori della Provincia.

I dipendenti di Gestione servizi, senza stipendio da 18 mesi, chiedono di incontrare il presidente della Provincia Nicodemo Parrilla in merito al loro futuro lavorativo e alla corresponsione degli stipendi arretrati.

Ormai le maestranze sono esasperate, anche a causa della mancanza di risposte da parte dei vertici dell’ente, e sull’incertezza sul loro futuro.

Non a caso, tra le loro richieste, esplicitate anche in cartelli affissi all’ingresso del palazzo provinciale, anche le dimissioni del presidente, Nicodemo Parrilla.

E a testimonianza del clima "infuocato", anche il fatto che i lavoratori di Gestione servizi, in tutto una trentina, hanno portato all’interno dell’edificio una bombola di gas.

Sul posto, a monitorare la situazione, che ha portato un po’ di trambusto in via Mario Nicoletta, carabinieri e polizia e i rappresentanti della Digos che hanno avviato i contatti con i rappresentanti dei lavoratori.

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