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Redazione TirrenoNews

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Ha ragione Orlandino Greco. W la Sorical.

Sabato, 09 Dicembre 2017 17:31 Pubblicato in Calabria

Ne abbiamo parlato.

La Sorical è in liquidazione da 5 anni.

Il suo futuro è incerto.

Comuni non pagano.

Ora che si avvicina Natale il consigliere regionale Orlandino Greco vorrebbe, come babbo natale, portare ai dipendenti una buona notizia.

 

Vorrebbe, cioè, che si liquidasse subito la Sorical

Ma, ovviamente, conservando il personale.

Tutto il personale.

Ed ovviamente si riferisce a tutto il personale che per entrare nella Sorical ha fatto un pubblico concorso impegnandosi allo spasimo per vincerlo.

Non ci sembra giusto, come afferma Orlandino, che siano licenziati coloro che hanno vinto il concorso per avere il posto di lavoro!.

E così il consigliere dice: «La difficile situazione che stanno vivendo i dipendenti della Sorical desta una preoccupazione sempre maggiore».

E poi continua sostenendo

«La società a gestione mista pubblico-privata, ormai in liquidazione da cinque anni, resta ancorata ad un futuro incerto che lascia nella totale incertezza i dipendenti.

Urge un confronto al più presto in consiglio regionale per fare chiarezza sullo stato in cui versa la società così da individuare una decisione che garantisca un futuro certo ai dipendenti che dopo anni di formazione, specializzazione e lavoro sul campo stanno attraversando un momento di grande difficoltà.

È indispensabile chiudere nel più breve tempo possibile lo stato di liquidazione della società e ripartire, attraverso una celere adozione delle procedure previste dalla nuova normativa sulla gestione del servizio idrico integrato, assicurando continuità a tutti i lavoratori coinvolti nel servizio».

Ma il buon Orlandino manifesta di essere preoccupato non solo per i dipendenti ma anche per tutti i calabresi che senza la Sorical avrebbero continuamente l’acqua.

E questo non è giusto.

E così dichiara «L’attuale condizione in cui versa Sorical ha ricadute evidenti anche sull’efficienza del servizio idrico in Calabria con alcune comunità particolarmente penalizzate che stanno affrontando la drammatica condizione di una quotidianità senza il bene pubblico primario dell’acqua.

Per tali ragioni ho richiesto l’inserimento come punto all’ordine del giorno del consiglio regionale una discussione su questi punti così da individuare una soluzione atta a garantire investimenti nelle infrastrutture del settore idrico e, soprattutto, un futuro certo a tutti i lavoratori coinvolti Il consigliere regionale Orlandino Greco (Op) chiede che la discussione venga posta all'ordine del giorno».

Bene.

Ora sappiamo a chi dire grazie se in futuro non avremo acqua.

Od avremo tariffe altissime!

C’è poco da fare le caxxate fatte (prima) si pagano sempre (dopo)

Di cosa parliamo?

Semplice si è rotto il tubo di ferro che porta l’acqua dal serbatoio comunale verso Catocastro ed Acquicella.

Non la solita rottura per scollamento dei giunti causato da cedimento del terreno. NO

Ma la vecchia rottura causata da correnti vaganti

Il tubo presentava,infatti, un taglio impossibile a qualsiasi strumento conosciuto, smerigliatrice compresa.

Un taglio a zig zag

Lo stesso andamento che ha un fulmine

Un taglio impossibile, ci sembra, da farsi diversamente

In sostanza il tubo venne posto senza le necessarie accortezze.

Parlo delle protezioni catodiche che appaiono indispensabili per tutelare i tubi di acciaio dalle correnti vaganti.

E parlo anche del problema della corrosione, problema grave per le condotte interrate per le quali i controlli sono impossibili e la manutenzione difficile

E pensare che da anni il quartiere soffre di instabilità proprio per queste continue rotture ed i tecnici hanno ripetutamente chiesto la realizzazione di una condotta ispezionabile.

Un taglio che aveva provocato una grossa perdita che fuoriusciva sulla sottostante via Nazionale

E stamattina il personale delle operative dopo aver riparato la strana rottura di Via Bologna si è datato da fare per questa ultima e ben più grossa.

Un grazie particolare a coloro che hanno effettato la riparazione . sorretti nientemeno che dalla popolazione di corso Umberto primo e dallo stesso sindaco Mario Pizzino

Qualche problema per una smerigliatrice di diametro inferiore al tubo rottosi ha creato molta difficoltà al taglio dello stesso.

Poi è anche giunta l’acqua dal cielo ed il personale ha operato sotto la pioggia

Due giunti a flangia hanno fatto il miracolo e l’acqua è ritornata.

A seconda di quanto siano “Poverino, poverini” sono le parole che ci vengono istintive alla mente quando ci troviamo di fronte a quei disperati che vivono in condizioni vergognose ed incredibili.

E’ passato il tempo in cui le “zingare” nostrane mellifluamente ci invitavano a fare l’ elemosina vantando i nostri “occhi de cavalieri”

Le vedevamo, in particolare, la domenica nei pressi delle chiese, all’uscita della messa, o nei pressi del mercato.

E sempre in quei periodi vedevamo altri “zingari foritani” ospiti delle ferrovie, visto che alloggiavano sotto i ponti ed i pontini.

Poi sciamavano negli orti dove facevano spesa.

Il pane, invece, lo compravano vendendo piccoli oggetti di artigianato tra cui le famose palette per i carboni e la cenere dei bracieri

Ma erano, quelli, fenomeni molto più contenuti di questi attuali.

Oggi stanno anche finendo gli elemosinieri dell’est europa che passavano lunghe ore davanti alle chiese ed alle farmacie

Oggi dicevo, per chi vuol vedere, il fenomeno più consistente è quello dei profughi che stanno puntuali davanti ai supermercati e che automaticamente ti dicono buon giorno quando entri e quando esci

Altri profughi ,invece, sono nelle sale gioco( per vedere il fenomeno non c’è bisogno nemmeno di entrare, basta passarci davanti)

Altri, ancora,sono nei campi , in lunghe file a piantare cipolla

Gli ultimi,infine, sono nei negozi di Amantea.

Hanno anche il pregio di costare poco.

Ma c’è un altro mondo tutto loro.

Il mondo di chi vive stabilmente( fino a quando non interviene la Polfer, come già occorso) negli androni delle ferrovie, dormendo sulla poche panchine o per terra sui cartoni che vengono stesi sera per sera.

Sono i meni fortunati.

Sono quelli ai quali lo stato italiano non offre un posto letto, docce e pasti giornalieri nei centri profughi.

Sono per lo più uomini e donne dell’est europa.

Quelli che non rientrano nei programmi di assistenza ai profughi.

Quelli che non vengono con i barconi dalla Libia.

NO. Sono europei come noi.

Gente che scappa dai propri paesi non perché li ci sia la guerra ma per altre ragioni sulle quali non è opportuno indagare perché scopriremmo situazioni incredibili.

Ma c’è di peggio

La foto è stata scattata sotto il ponte della ferrovia nel fiume Catocastro.

Si proprio quello del mistero dell’acqua scura( non è più il tempo di Lucio Battisti)

Una simil brandina, un jeans, un giaccone, una coperta

Ecco dove dorme uno dei poveri derelitti di questa società che accoglie taluni ed emargina altri.

Ecco gli effetti della povertà non vista.

Una vergogna per tutti,soprattutto per coloro che fanno finta di essere buoni.

Buon Natale,chiunque tu sia.

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