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Redazione TirrenoNews

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A Scalea c'è un po' di “maretta politica”.

A lamentarsi , in particolare, il consigliere di maggioranza Renato Lombardo.

Lombardo ha avuto 305 preferenze.

Praticamente il secondo eletto nella maggioranza del sindaco Gennaro Licursi.

In sostanza , mentre Gaetano Zuccarello , primo eletto, è stato nominato vicesindaco, Lombardo non nemmeno entrato in giunta.

Lombardo sarebbe rimasto fuori dalla rosa della Giunta, almeno così è stato spiegato da Licursi anche in Commissione antimafia all'onorevole Rosy Bindi, perchè zio di un giovane, Giancarlo Lombardo, coinvolto nell'operazione Plinius 2 e per il quale il Pubblico ministero Bruni ha chiesto la condanna, in primo grado, a 12 anni.

Ed a nulla è servito che il consigliere Renato Lombardo abbia evidenziato il fatto di non essere mai incappato nelle maglie della giustizia.

Di aver precisato di chiarito provenire da una famiglia di onesti lavoratori

Di aver chiarito di non aver alcun rapporto con il nipote.

Niente da fare.

A Scalea i parenti di inquisiti e pregiudicati non entrano in giunta.

Altrove non è così!

Sono tanti ad amare i gettoni di presenza.

Anche quando sono di scarsa entità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È successo anche al comune di Crotone dove nel maggio scorso la Procura aveva emesso 24 avvisi di conclusione delle indagini ad altrettanti consiglieri comunali di Crotone ritenuti “coinvolti” nell’indagine definita “Gettonopoli”.

L’accusa era stata di falso e truffa in concorso.

La posizione di 2 consiglieri era stata archiviata.

Il Pm Gaetano Bono ha chiesto il rinvio a giudizio per gli altri 22.

Si tratta di Domenico Panucci, Michele Marseglia, Pantaleone Megna, Ferruccio Colosimo, Teresa Cortese, Manuela Cimino, Sergio Contarino, Mario Scarriglia, Sergio Iritale, Fabio Lucente, Fabio Antonio Trocino, Giuseppe Candigliota, Nino Corigliano, Vincenzo Camposano, Michela Irene Cortese, Giancarlo Devona, Claudia Scarriglia, Fabrizio Meo, Enrico Pedace, Giuseppe Sorrentino, Michele Ambrosio, Salvatore Friesenda. Quattro di loro sono stati rieletti nell’ultima tornata del 5 giugno scorso: Ambrosio, Cimino, Pedace e Scarriglia.

Gli inquirenti contestano che durantele riunioni delle Commissioni consiliari si sarebbero falsificati i verbali delle sedute per ottenere “indebitamente” il cosiddetto "gettone di presenza".

I finanzieri di Crotone, che hanno operato le indagini , hanno analizzato i verbali relativi al 2014. In quell’anno le commissioni sarebbero costate circa 357 mila euro.

Sempre secondo gli inquirenti i verbali irregolari riguarderebbero una spesa di oltre 170 mila euro.

I finanzieri riferiscono di presunte sovrapposizioni di commissioni nelle stesse giornate e orari, e di altre in cui i consiglieri sarebbero stati assenti nonostante fossero segnati come presenti nelle riunioni.

Sembra anche che sia stata attestata la presenza formale di taluni consiglieri allo scopo di raggiungere il numero legale e quindi poter considerare la seduta fra quelle per le quali l’ente ha poi pagato i “i gettoni”.

Letto il titolo ho subito pensato: ecco la dimostrazione di quanto vale la Forestale.

Sbagliavo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è stata la Forestale a scoprire le quasi 3300 piante di marijuana coltivate su 3 ettari circa di terreno in una zona impervia della montagna di Cetraro.

Ma i finanzieri della locale Compagnia e della Brigata di Cetraro guidati “dall’alto” dagli elicotteri del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Lametia che hanno avviato una serie di ricognizioni nelle zone più interne della costa tirrenica.

Si tratta di zone quasi inaccessibili, difficili da controllare da terra perché situate su costoni scoscesi o circondate dalla foltissima vegetazione, ma caratterizzate da condizioni climatiche favorevoli che rendono estremamente floride questo tipo di “colture”.

Zone comunque raggiunte dai coltivatori diretti.

Coltivatori esperti che hanno dimostrato di saper curare anche varietà estremamente rare di marijuana, dotate di un elevatissimo grado di Thc.

Sono state trovate , infatti, le “Chocolope Kush”, un incrocio tra varie qualità di Cannabis, un ibrido tra i più potenti e dannosi per la salute, o la cosiddetta “Cataract Kush” che sui blog viene addirittura “sconsigliata” ai fumatori alle prime armi proprio per l'alto tasso di principio attivo.

Su alcune piante, poi, campeggiava un’etichetta riportante la dicitura “El fuego” e, ancora, “Cannalope Kush”, “OG Kush”, “Cole Train”, “Golden Berry” ed “Exodus Kush”, nomi che, probabilmente, ai più non dicono nulla ma che per gli “addetti ai lavori”, esperti del settore, o semplicemente consumatori, rappresentano la palese diversificazione di un mercato, quello della marijuana, in continua espansione, in grado di assicurare enormi rendite alla criminalità organizzata.

Marijuana di elevata qualità, quindi, che su strada, al dettaglio, può raggiungere e superare i 20 euro al grammo.

Si ha modo di ritenere che appena la politica si avvierà alla liberalizzazione del consumo e della produzione della marijuana la Calabria sarà la Colombia dell’Europa, dando lavoro e reddito a decine di migliaia di calabresi disoccupati.

Ovviamente tra i maggiori investitori annovereremo la ‘ndrangheta che non vede l’ora di guidare il mercato della marijuana una volta diventato legale.

Come dice Gratteri inutile illudersi che lo Stato sia in grado di governare il sistema produttivo e distributivo della ex droga, così che non sembra vi siano dubbi sul fatto che la marijuana non statale costerà di meno tanto più se venduta al mercato nero.

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