La scuola rischia di chiudere e con essa anche il paese
Castroregio è un piccolo paese del Pollino calabrese. Il quart’ultimo in Calabria per popolazione. Uno dei tantissimi con meno di 100 abitanti. L’ultimo censimento segnala la presenza di 345 abitanti. Una popolazione molto senilizzata. Un paese di pensionati, cioè. Pensate che i ragazzi fino ai 19 anni sono soltanto 22, quelli da 20 a 39 anni, 67, quelli da 40 a 59 anni 88, ed i restanti dai 60 anni in su sono ben 168. Un paese cioè dove la gente vive molto: gli ultra novantenni sono ben 10:
il problema di questa comunità, però, è la scuola.
Già, la scuola! A castro regio nasce un bambino all’anno.
Ci sono solo 3 bambini che frequentano la scuola primaria : Michela frequenta la quinta, Salvatore e Vincenzo la quarta.
Per tre ragazzi ci sono 3 maestre( insegnamento prevalente, religione e inglese).
Il prossimo anno Michela dovrà andare alla scuola media, quella di uno dei comuni vicini: Amendolara, Roseto, Oriolo che con Castroregio fanno parte di un unico Istituto Comprensivo.
E poi la scuola sarà chiusa visto che anche , Salvatore e Vincenzo completeranno la scuola primaria e dovranno frequentare le scuole medie inferiori che a castro regio non ci sono.
Ed è proprio questo il problema: qualcuno a castro regio non vorrebbe chiudesse l’unico presidio scolastico , chiusura che costringerebbe i ragazzi a percorrere diversi chilometri di strade tortuose e di montagna, talora chiuse per neve. Chiusura che soprattutto contribuirebbe all’ulteriore spopolamento del paese.
Ma lo Stato può permettersi di conservare una scuola per tre ragazzi?
La Squadra mobile a Cosenza ha effettuato una perquisizione nell'abitazione di Marco Paura. All’operazione hanno partecipato unità cinofile.
Di fatto sotto la lavatrice sono stati trovati oltre ad un bilancino di precisione utilizzato per confezionare le dosi ben 50 grammi di cocaina suddivisa in 6 piccoli involucri confezionati cellophane termosaldati, più un ulteriore involucro di maggiori dimensioni.
Il giovane è stato arrestato dalla Squadra mobile con l'accusa di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacente e tradotto in carcere
La Corte di Appello di Catanzaro, Donatella Garcea presidente, Alessandro Bravin e Vincenzo Galati consiglieri, hanno confermato le condanne per padre Fedele Bisceglie a 9 anni e 3 mesi e per il suo segretario Antonio Gaudio a 6 anni e 3 mesi, per i presunti abusi sessuali all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza.
Parliamo di quegli abusi che si sarebbero verificati tra il febbraio e il giugno del 2005 e che hanno visto come vittime suor T. (cinque gli episodi contestati a padre Fedele, uno a Gaudio) e una giovane ospite della stessa struttura d’accoglienza (con imputato il solo Gaudio).
La novità sostanziale è che la corte ha bocciato la difesa di padre Fedele sostenendo che non ci sia stato alcun complotto contro il frate. I legali di Padre Fedele avevano insistito molto sulla tesi del complotto, ossia sulle accuse di violenza sessuale inventate ad arte per allontanarlo definitivamente dall’Oasi Francescana, ma i giudici dell’Appello hanno scritto: «Sul punto giova richiamare quanto già esposto nella sentenza di primo grado circa la possibilità, per coloro che avessero inteso rovinare il frate estromettendolo dalla vita religiosa e dall’Oasi Francescana, di trovare soluzioni meno articolate e complesse dalla integrale invenzione di diversi episodi di violenza sessuale consumati dal frate all’interno della struttura indicata e ai danni di una religiosa».