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Siamo in via Marconi nel borgo marinaro di Schiavonea di Corigliano. E’ quasi mezzogiorni di oggi venerdì 12 aprile. Quattro persone con il capo coperto da cappucci scendono da un’auto e fanno irruzione nei locali di un’impresa per la produzione di infissi.

Appena dentro a sprangate pestano i due dipendenti dell’impresa che si trovavano nei locali. Poi uno dei delinquenti ha tirato fuori una pistola sparando alle gambe di uno dei due operai, mentre il secondo riusciva a schivare i colpi di pistola a lui destinati.

Poi i quattro sono saliti a bordo dell’autovettura cercando di far perdere le tracce.

Per fortuna qualcuno che ha assistito alle varie fasi dell’aggressione ha immediatamente chiamato i carabinieri che giunti sul posto hanno avviato subito non solo le indagini ma anche le ricerche degli aggressori.

I militari sono stati agevolati anche dalla presenza di un elicottero richiesto è immediatamente intervenuto

La tempestività dell’intervento è stata premiale perché subito dopo il fatto l’autovettura con a bordo i quattro autori del raid è stata individuata e poi bloccata sulla SS 106 nei pressi di Sibari.

I quattro così sono stati tratti in arresto ed ora sono interrogati per cercare di fare piena luce sulla vicenda.

Dalle prime indiscrezioni emerse parrebbe che alla base del violento raid ci sarebbero motivi passionali, anche se gli inquirenti, almeno per il momento, non tralasciano alcuna pista, ivi compresa quella della criminalità organizzata, anche se quest’ultima ipotesi non sarebbe corroborata dall’attuale quadro indiziario.

Per quanto riguarda i due operai feriti si trovano ricoverati presso l’ospedale di Corigliano, ma le loro condizioni di salute non sembrano preoccupare i medici che li hanno presi in cura.

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La storia è nota. La regione ha “inviato” a tutte le province calabresi i dipendenti regionali che gestivano i servizi Formazione professionale, difesa del suolo, agricoltura, diritto allo studio.

Migliaia di persone in Calabria!

Poi il Presidente Oliverio, unico tra tutti i presidenti delle province calabresi, ha puntato i piedi ed ha detto ai dipendenti regionali che da maggio non li avrebbe pagato più ( dolcemente affermando che “dal primo maggio non avremo più la disponibilità finanziaria per far fronte al pagamento dei vostri stipendi”).

Una presa di posizione forte.

I dipendenti regionali sono figli della politica : poteva una “mamma”come la regione Calabria lasciarli senza stipendio dopo il disconoscimento da parte della “Matrigna” provincia?

Certamente no!

Ed, infatti, non è passata nemmeno una settimana dalla forte presa di posizione ( lo stipendio di maggio è ancora lontano)ed ecco che arriva puntuale la risposta dall'Ente Regionale che ha annunciato la liquidazione delle spettanze della prima semestralità del 2013.( ovviamente per tutte le province)!

Non solo ma Catanzaro fa sapere che è stato avviato un confronto tra i Dipartimenti interni della Regione, Personale, Bilancio e Ufficio Legislativo, coordinato dal Dirigente Generale della Presidenza Francesco Zoccali, per proporre alle Provincie il nuovo protocollo per la regolamentazione dei rapporti, nonché per la definizione delle procedure concernenti il pregresso nei rapporti con le Provincie, sempre in riferimento a quanto disposto dall’art. 38 comma 3 e 4 della Legge regionale 69/2012.

Ci resta ora una sola perplessità . Il Presidente Oliverio ha detto che : “abbiamo anticipato alla Regione 20 milioni di euro, l'80% dei quali soltanto negli ultimi tre anni”.Praticamente sono 6 milioni ad anno. Diviso per 436 dipendenti dichiarati fanno 13761 euro per anno/dipendente. Ed allora una domanda possibile che i dipendenti regionali costi AL LORDO meno di 1000 euro mensili? C’è qualcosa che non quadra!

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Stamattina un’ agente della Questura di Cosenza è stata tratta in arresto dai suoi colleghi della Squadra Mobile. Parliamo dell’assistente capo Katia Elia responsabile dell’Ufficio assistenza della questura cosentina. La Elia è accusata dal sostituto procuratore Maria Francesca Cerchiara di aver sottratto indebitamente la somma di 45 mila euro dai fondi destinati all’assistenza dei familiari del poliziotti. L’ accusa sarebbe di truffa e peculato

Secondo le risultanze delle indagini, la Elia “i modo abituale, reiterato e sfrontato” si sarebbe approfittata delle somme presenti nel suo ufficio .La indagine è partita dalla denuncia di una donna madre di due bambini e vedova di un agente che aspettava, senza mai riceverli, i fondi per l’assistenza dei suoi figliuoli.

La quarantasettenne assistente è stata portata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Sono in corso ulteriori indagini per accertare quanto accaduto.

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