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Era il 14 ottobre 2013 quando la Guardia di Finanza di Cosenza eseguiva il provvedimen to di arresti domiciliari a carico di Mimmo Barile, ex capogruppo del PDL nel Consiglio provinciale di Cosenza , ed ex presidente della Field, ente in house della Regione Calabria che si occupava di innovazione.

Barile, si è appropriato di mezzo milione di euro dei fondi della Field, per saldare i fornitori delle sue aziende, tra cui due hotel di Cosenza.

Il buco era stato scoperto e denunciato dal presidente del collegio dei revisori, Maurizio De Filippo.

A giugno del 2014 l'ex presidente di Field, davanti al gip di Catanzaro, ha chiesto di poter patteggiare la pena a quattro anni di reclusione.

Ma l'imputato, pur in regime di detenzione domiciliare, ha poi proposto attraverso i suoi legali – gli avvocato Roberto Le Pera e Giancarlo Pittelli – ricorso in Cassazione.

Ora la suprema corte ha reso definitiva una condanna per la quale Barile ha già scontato due anni e quattro mesi sia pure ai domiciliari.

Nei prossimi mesi sarà il tribunale di sorveglianza a stabilire come Barile dovrà scontare il residuo della pena.

Le indagini comunque continuano, perchè si ipotizza che all'interno della Field ci siano stati altri usi impropri dei fondi pubblici. Monitorati, in particolare, alcuni viaggi all'estero.

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Dopo la Corte d’Appello anche la Cassazione annulla il provve dimento del Tribunale di Cosenza che aveva disposto il sequestro del patrimonio della fami glia Citrigno.

 

Gli avvocati Salvatore Staiano, Ugo Celestino, Sergio Rotundo, Sergio Calabrese, Gianfranco Giunti, Massimo Lafranca, Raffaele Brescia ed i consulenti Dott. Claudio Schiavone e Giuseppe Bilotti, esprimono viva soddisfazione per il provvedimento emesso dalla Seconda Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione che, nell’udienza camerale di ieri, ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro avverso il provvedimento adottato dalla Corte d’Appello di Catanzaro di revoca della confisca disposta in primo grado dal Tribunale di Cosenza.

 

La Suprema Corte ha, infatti, accolto in pieno le tesi sostenute dalla difesa, confermando l’impianto del provvedimento assunto dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel Luglio dello scorso anno, che aveva escluso la pericolosità sociale di Citrigno Pietro, fugando al tempo stesso ogni dubbio sulla legittima provenienza e formazione del patrimonio di cui sono titolari i figli del Citrigno.

Peraltro, lo stesso Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, nel rassegnare le proprie motivate richieste, aveva già concluso per l’infondatezza del ricorso della Procura Generale di Catanzaro.

Il provvedimento della Suprema Corte pone così fine ad una vicenda giudiziaria durata circa diciotto mesi, durante i quali il patrimonio di cui sono titolari i figli di Pietro Citrigno era stato sottoposto alla misura reale del sequestro di prevenzione ed alla successiva confisca, provvedimenti che, per fortuna, non hanno minato affatto la solidità patrimoniale ed economica delle società partecipate dai figli del Citrigno ed operanti in diversi settori imprenditoriali.

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Questo il comunicato di Salvatore Magarò ed Elio Bozzo , esponenti di Calabria in Rete, che sulle elezioni amministrative di Cosenza, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta:

 

“Nel prossimo incontro con Lucio Presta avremo modo di spiegare che vanno ricercate per intero tutte le ragioni per presentare alla città una coalizione autorevole e compatta. E, tuttavia, la possibilità di presentare una vasta alleanza civica non può essere perseguita ad ogni costo.

 

Profondere ogni sforzo per raggiungere l’unità è doveroso da parte di tutte quelle forze che si richiamano anche alle posizioni del governo di centrosinistra di Matteo Renzi. Ma, qualora ciò non fosse possibile, né praticabile, non ci sarebbe nessun particolare dramma politico.

 

La legge elettorale, con il primo turno, consente ugualmente di misurarsi con gli elettori in presenza di differenze, in alcuni casi anche marcate, sul metodo che caratterizza l’agire politico. E che esistano delle diversità almeno sul piano comportamentale è ormai evidente a tutti. Forse non tutti i mali vengono per nuocere. Verificare se Cosenza preferisca una proposta che ad ogni campagna elettorale ripresenta la solita personale disponibilità o una ipotesi nuova può essere la strada maestra per un primo turno elettorale da vivere come una sorta di primarie legittimate.

 

Anche perché altri sistemi per tenere primarie senza il sospetto di taroccamenti, a Cosenza sono difficilmente sostenibili. Del resto questa strada smentirebbe clamorosamente ogni ipotesi di qualsivoglia  congiura a danno dello sfiduciato sindaco uscente.

Se poi l’obiezione principale che viene mossa sul nome di Lucio Presta è il fatto che egli sia sconosciuto, bisognerebbe interrogarsi sulla veridicità di questa affermazione. Abbiamo come la sensazione che al di fuori di certi quartieri della città altri siano i nomi non particolarmente noti.

 

Per questo riteniamo inutile, oltre che dannoso, proseguire con questo stillicidio di polemiche. Per quanto ci riguarda, la scelta sarà quella della coalizione.

Noi siamo interessati ad aprire un confronto sui contenuti, sui programmi e sulle scelte chiare e per questo pensiamo che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità rispetto alla città.

Cosenza, 24 febbraio 2016

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