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Le esternalizzazioni fanno ... acqua da tutte le parti

Martedì, 15 Ottobre 2013 11:54 Pubblicato in Paola

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota di Cambia Paola e Rifondazione-FDS

Il dramma dei dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi esternalizzati non si risolve attraverso vertenze separate e tavoli riservati ma con una battaglia unitaria che abbia di mira un principio unico per tutti: il Comune deve assumersi la responsabilità diretta della dignità del lavoro e dei lavoratori. I sindacati dovrebbero prenderne atto, e promuovere rivendicazioni che compattino le legittime richieste dei singoli. A Paola praticamente tutti lavoratori esternalizzati lamentano il mancato pagamento degli stipendi: Ecopa, Lofram, Agorà, San Francesco, Quadrifoglio, oggi anche Laopools. A chi giova dividerli?

Quello che accade oggi è il frutto avvelenato di un sistema instaurato da un apparato politico miope ed opportunista che, in nome della propria sopravvivenza, ha imposto alla città meccanismi che hanno prodotto da un lato precarietà, povertà, disperazione ed emigrazione; dall’altro, inefficienza, sprechi, disagi, disservizi, aumento delle tariffe. E non desta alcuna meraviglia il fatto che i sindacati abbiano avuto difficoltà a trovare, nei corridoi del Palazzo di Città, amministratori con cui discutere dei diritti dei propri assistiti. Quello che invece, in teoria, dovrebbe colpire è il fatto che in quegli stessi corridoi sia impossibile trovare i rappresentanti dell’opposizione. Ma il punto è che anche da quel versante si ha poco da dire: l’attuale sistema lo hanno instaurato molti degli uomini che oggi siedono nei banchi della minoranza, che hanno costruito le proprie fortune sul clientelismo che deriva dal ricatto. Se mi voti ti faccio assumere dalla tale cooperativa; se non mi voti ti faccio licenziare. O ancora: se tu, imprenditore, riesci a imporre ai tuoi dipendenti di votarmi in massa, allora ti assicuro l’affidamento del servizio; in caso contrario, mi rivolgerò a un’altra ditta. Questo è il funzionamento del sistema.

Peraltro, va anche detto che, purtroppo, il trattamento oggi riservato dalle cooperative a operai e tecnici non ha spesso nulla di illegale: le leggi nazionali varate negli ultimi venti anni, sia dal centrodestra che dal centrosinistra, consentono all’imprenditore questo e molto altro ancora. E un’amministrazione pubblica deve saperlo. E allora, se davvero si vuole incidere in maniera positiva sulle condizioni di vita complessive delle famiglie direttamente coinvolte, occorre smantellare il sistema di esternalizzazione e tornare alla gestione interna di quei servizi per i quali l’intera comunità paga ogni anno tasse e tributi sempre più pesanti.

Se un operaio è dipendente del Comune, verrà pagato con puntualità, come tutti i dipendenti pubblici. Se un operaio è dipendente del Comune verrà pagato per tutte le ore effettivamente lavorate e per le mansioni effettivamente svolte e alla fine della sua carriera avrà la pensione cui ha diritto. Se un operaio è dipendente del Comune opererà secondo i canoni di sicurezza sul posto di lavoro garantiti in tutta Europa. Se un operaio ha tutto questo, lavora meglio, il servizio funziona e allora perfino il pagamento delle tasse da parte dei cittadini acquista un senso. Quando non è così il lavoratore è debole, ricattabile, facile preda dell’amministratore senza scrupoli quando non dell’organizzazione criminale che si propone come garante di una stabilità malata.

E allora, come sempre abbiamo fatto in questi anni, noi continuiamo a insistere sull’urgenza di abbandonare la sciagurata politica delle esternalizzazioni selvagge e pianificare un ritorno alla gestione diretta dei servizi, con personale selezionato secondo le regole di trasparenza previste per le assunzioni pubbliche, salvaguardando i diritti di chi quel lavoro lo svolge già oggi. Nel frattempo, il Comune badi a preservare almeno i diritti contrattuali e previdenziali dei lavoratori, controllando che nelle loro buste paga vengano inserite le ore e le mansioni effettivamente svolte dagli operai e che i contributi Inps vengano effettivamente versati. Nel caso in cui, poi, dovesse venire fuori qualunque forma di abuso da parte dell’impresa nei confronti dei propri dipendenti, allora il Comune revochi immediatamente l’affidamento e proceda al pagamento diretto dei lavoratori, consentito dalla Legge proprio in casi come questo. Nessuno di noi, in città, vuole pensare che il funzionamento dei servizi nelle nostre strade o nelle nostre case debba essere ottenuto attraverso lo sfruttamento, il ricatto, il maltrattamento di nostri concittadini.

attentato allontanamento mediErano le 02.30 di stamattina quando le fiamme altissime hanno avvolto l’automezzo di proprietà di Massimo De Grazia ed un furgoncino della cooperativa della quale De Grazia è primo responsabile.

E che si tratti di un attentato è comprovato dall’uso di benzina od altro materiale incendiario quale innesco per l’attentato ai due automezzi. ( foto riservata) .Chi si è recato di primo mattino sul posto giura che ancora nell’aria di sentiva l’odore di benzina misto all’odore di nafta.

I due automezzi sono andati ambedue totalmente distrutti.

Per fortuna che i rumori dei mezzi in fiamme, compresi i vetri che scoppiavano, hanno svegliato il proprietario e titolare che insieme ad un vicino di casa hanno provveduto essi stessi a spegnere le fiamme con due tubi di acqua.

E per salvare da danni ancora maggiori la vicina casa dei genitori in lacrime insieme hanno provveduto a bagnare porte, balconi, finestre , inferriate e muri della stessa abitazione.

Fiamme intense che avevano cominciato a piegare anche le inferriate di alluminio dei terrazzini.

I Vigili del Fuoco sono poi sopraggiunti con tutta la tempestività possibile dalla distanza della loro sede di Paola da Campora san Giovanni. Un vero problema questo della mancanza in loco di un distaccamento dei pompieri .

Con altrettanta immediatezza sono anche intervenuti i carabinieri locali per attendere ad un primo dovuto sopralluogo ed all’inizio delle indagini. Ricordiamo che competenti alle indagini saranno i militari della locale stazione CC guidata dal maresciallo Antonino Claudio Vivona con il coordinamento del comandante della Compagnia di Paola, capitano Luca Acquotti.

Indagini che andranno in tutte le direzioni, nessuna esclusa.

Sicuramente i CC locali avranno cura di verificare i fotogrammi di tutte le telecamere di sicurezza di cui l’amministrazione comunale si fa vanto alla ricerca di eventuali automezzi o motomezzi in circolazione nei minuti precedenti e seguenti l’ora attendibile dell’attentato.

Sempre che esse funzionino , cosa della quale tanti hanno ed avanzano dubbi.

 

 

Tra le linee di indagine certamente quella relativa alla persona interessata all’evento, come tale e per le sue frequentazioni, considerato che il danno maggiore è quello discendente dalla totale distruzione della sua autovettura.

Ma sembra ben difficile che gli attenti investigatori omettano di valutare la linea di indagine connessa alla cooperativa della quale il De Grazia era responsabile.

Certo che dovremmo fare riflessioni molto serie se gli investigatori dovessero scoprire che l’attentato è legato alla cooperativa , intesa e trattata dagli autori dell’attentato come un qualsiasi imprenditore. Sembrano lontani i precedenti attentati fatti in Amantea o le bottiglie piene di liquido incendiario lasciate con il corredo di accendino e dei quale la memoria labile della città sembra essersi dimenticata.

Potrebbe trattarsi della riacutizzazione di una fenomenologia intensa e poi misteriosamente andata sottotraccia e di cui nulla si è più saputo, ma anche di una nuova “fiammata” che mira a rendere silente ancora di più Amantea.

Tutti i soci della Cooperativa occorsi sul luogo dei fatti, cominciando dal De Grazia, sono rimasti attoniti e perplessi, incapaci di accettare un evento così terribilmente dannoso per gente che onestamente vive del proprio lavoro.

Ora il minimo che ci aspettiamo è una decisa presa di posizione della intera città, a cominciare ovviamente dall’amministrazione comunale, contro questi eventi inaccettabili che mirano a distruggere quella rendita di libertà che la città aveva conquistato grazie alle Forze dell’ordine ed alla magistratura.

Segue…

Ecco la vera Amantea; quella che ama e pratica la cultura

Lunedì, 14 Ottobre 2013 19:38 Pubblicato in Cronaca

Questa incredibile Amantea riserva ogni giorno una sorpresa.

Siamo stati tanto a lamentarci del fatto che questa città parlasse e non praticasse, tantomeno la cultura, che eccoci sbugiardati.

Ci lamentavamo del fatto che Amantea non avesse più una biblioteca ed ecco La Buffa.

E’ qualcosa che meriterebbe ben altro proscenio che il nostro modesto sito web. A noi il solo merito di averlo colto ed avervelo segnalato.

Di cosa parliamo? Ma di un vero “coup de théâtre” quello posto in campo da Ginetto Gallo e dai suoi amici de “La Buffa”

Ovviamente, siamo nel centro storico di Catocastro, un quartiere ( e questa ne è una conferma) tutto da scoprire , di fronte alla sala teatrale della compagnia de La Buffa.

Sul muretto vista mare di Via Indipendenza 106 un vaso ed una pianta ; a fianco una cassetta e dentro libri.

Libri liberi.

La scritta sul vaso dice “ Prendili, leggili, lasciali”.

Non so se al mondo ci siano posti dove la cultura e la socialità raggiunge vette così elevate..

Noi ( Amantea , intendo) comunque non siamo certo indietro.

Ma solo grazie ai suoi uomini che rivoluzionano, le rivoluzioni praticate, non solo parlate

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