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La domanda sorge spontanea, avrebbe detto Lubrano!

E la ripetiamo noi leggendo che da oltre 5 anni i fondi stanziati per sostenere l'occupazione e la crescita economica regionale, circa 58 milioni di euro, non vengono spesi.

 

Parliamo del Fuoc, il fondo unico per l’occupazione e la crescita

Ora la Regione ha convocato nella sede di Fincalabra a Settingiano un incontro tecnico con le imprese e i consulenti per superare lo stallo che si è creato negli ultimi mesi.

A bloccare le procedure anche un’inchiesta della Guardia di Finanza che prima della pausa estiva ha notificato anche degli avvisi di garanzia nei confronti di alcuni dirigenti del dipartimento Lavoro per conflitti di interesse nelle procedure avendo erogato finanziamenti ai propri congiunti.

Un fatto di una gravità inaudita che ha costretto la Regione spostare i dirigenti dagli incarichi.

Ma alla regione Calabria nessuno controlla cosa fanno i dirigenti.

E ripetiamo senza la Guardia di Finanza non ci sarebbe mai nessun controllo?

Allora Oliverio perché non lo istituzionalizzi?

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Vigili urbani utilizzati per scopi privati, appalti affidati a consiglieri comunali, sanzioni cancellate agli amici dei politici e ancora truffe ed estorsioni.

 

Oggi la Digos ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini a carico di 26 persone tra politici, imprenditori, funzionari pubblici, vigili urbani e professionisti.

E’ quanto emerge dall’inchiesta “Catanzaropoli” condotta dai pm Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi.

Tra le vicende finite nella lente degli inquirenti ci sono l’affidamento della fornitura dei gazebo per la “Notte piccante” al consigliere comunale Franco Leone (quest’ultimo indagato anche per estorsione); i finanziamenti dati dal Comune per la festa dell’artigianato; l’utilizzo della polizia municipale per controllare le auto delle persone partite per Roma per partecipare alla manifestazione di Forza Italia.

Tra le ipotesi d’accusa anche gli incarichi affidati dall’amministrazione ad alcuni architetti, legati da rapporti di amicizia ad alcuni esponenti politici, per la ristrutturazione di alcune scuole. L’abuso d’ufficio viene contestato anche al comandante dei vigili in merito al suo rinnovo della patente. Peculato e’ invece l’accusa per l’ex assessore Massimo Lomonaco per l’utilizzo del cellulare di servizio per finalita’ private.

Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. sarebbe emerso l’interessamento di un consigliere comunale per bloccare le sanzioni a due esercizi commerciali del quartiere Lido.

 

Peculato, induzione indebita a dare e promettere utilità,  truffa, abuso di ufficio.

E ancora turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, estorsione, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico o dai pubblici ufficiali in certificati e autorizzazioni amministrative, falsità in registri e notificazioni.

C’è di tutto nella nuova inchiesta aperta dai sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni neo procuratore aggiunto di Reggio Calabria e Graziella Viscomi sul malaffare nel Comune di Catanzaro e di cui da notiziail sito della Tv LaCNews24.

 

Secondo la giornalista Gabriella Passariello ci sarebbe un filone di inchiesta se appalti affidati senza indire una gara pubblica,  per favorire l’amico dell’assessore o del consigliere di turno.

Soldi per agevolare trasversalmente i parenti di amministratori che per ottenerli usano lo strumento estorsivo con tanto di minacce di morte, occhi chiusi sulle irregolarità edilizie in alcuni locali commerciali, nessuna sanzione, nessuna penale. 

C’è anche l’amministratore che utilizza il telefonino pubblico per scopi personali.

E non per le emergenze, su quelle l’occhio si poteva anche chiudere, ma per farsi promettere prestazioni sessuali da una straniera, che il mestiere lo conosce bene.

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L’Ufficio postale non si tocca ! dice il primo cartello

E poi il secondo: Siamo persone non numeri

Ed ancora : Gli sprechi sono altri

Infine l’ultimo : Siamo indignati

In mezzo ai cartelli su un sediolino preso in prestito dall’Ufficio postale il sindaco di Sorbo San Basile Luigi Riccelli che protesta

Sorbo San Basile è un paesino della Presila Catanzarese con circa 800 abitanti ed a  pochi km da Catanzaro

L’ente Poste ha deciso di ridurre i giorni di presenza a 3 ma il sindaco Riccelli non ci sta.

Come tutti, pensa che gratta oggi gratta domani alla fine l’ufficio rischia la chiusura

E magari è l’unico ufficio pubblico del piccolo comune dove non ci sono nemmeno i carabinieri

Nessun cittadino intorno a lui a fare da corte alla protesta

L’altra voce che si alza è come al solito quella della CGIL che esprime solidarietà al sindaco e che dichiara  : «La decisione di Poste Italiane di far prevalere sull’interesse collettivo i soli interessi economici, con la chiusura o la riduzione dell’orario di apertura dei propri sportelli, mette in grave rischio la tenuta sociale nei piccoli comuni già abbandonati a se stessi e che rischiano lo spopolamento».

Come dire” Finchè c’è la posta c’è speranza!”

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