Diciotto migranti di varie nazionalità si sono incatenati stamani davanti al centro Sprar di Isca Superiore dove risiedono.
Il motivo della protesta è legato ad un trattamento sanitario obbligatorio effettuato nei confronti di un loro amico.
Secondo i migranti, il giovane, affetto da problemi psichici, non avrebbe bisogno di cure mediche.
“Non è vero che sta male – hanno detto nel corso della protesta – sono gli operatori dello Sprar che non capiscono”.
Per sedare la protesta, che non ha creato problemi di ordine pubblico, sono intervenuti i carabinieri che sono riusciti a far rientrare nel centro i migranti, i quali hanno chiesto un incontro con le autorità e la prefettura di Catanzaro.
TSO è l’abbreviazione di Trattamento Sanitario Obbligatorio. È un ricovero forzato, coatto, contro la libertà individuale della persona.
Si tratta di coazione cosiddetta benigna: se una persona con disturbi psichici non intende sottoporsi al trattamento terapeutico e le sue condizioni fanno supporre che non sia consapevole del suo stato di salute, qualcun altro può prendersi cura di lei anche imponendosi e predisponendone il ricovero presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura). Di fatto il TSO viene messo in atto quando la persona appare pericolosa per sé o per gli altri, in soggetti che manifestano minaccia di suicidio, minaccia o compimento di lesione a cose e persone, rifiuto di comunicare con conseguente isolamento, rifiuto di terapia, rifiuto di acqua e cibo.
Il TSO può essere applicato anche a persone tossicodipendenti o alcool dipendenti in crisi di astinenza qualora assumano dei comportamenti imprevedibili o violenti. In queste situazioni spesso i familiari conviventi o i vicini di casa, qualora la persona sia in terapia presso uno psichiatra, chiedono aiuto allo psichiatra del servizio, oppure nel caso la persona non lo fosse, chiamano direttamente l’ambulanza (118) e/o i vigili o i carabinieri. La legge stabilisce anche un’esatta procedura che deve essere seguita al fine di mettere in atto il TSO.
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio è disposto con provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente. Egli emana l’ordinanza di TSO solo in presenza di due certificazioni mediche che attestino che:
1. la persona si trova in una situazione di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici;
2. gli interventi proposti vengono rifiutati;
3. non è possibile adottare tempestive misure extraospedaliere.
Tutte e tre le condizioni devono essere presenti contemporaneamente e devono essere certificate da un primo medico e convalidate da un secondo appartenente alla struttura pubblica (generalmente uno psichiatra della ASL).