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Raramente Amantea ha subito i danni occorsi recentemente

Bene ha quindi fatto la giunta a chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza a seguito degli eventi atmosferici eccezionali e delle mareggiate del 22 e 23 dicembre 2019.

In conseguenza di tali eventi l’Ufficio tecnico , unitamente alla Polizia Municipale , al sindaco e ad alcuni componenti della Giunta hanno effettuato diversi sopralluoghi 90nde accertare i danni occorsi e le loro cause

La stima dei danni è stata riportata in una relazione non allegata alla delibera di giunta n 169 del 23 dicembre ed è pari a 7.000.000 di euro così distribuiti:

-2.500.00 per il lungomare ed i sottoservizi;

-1.000.000 per la strada in località Coreca;

-2.000.000 per la località Campora SG-il porto turistico e la rete fognante;

-500.000 per allagamenti corsi d’acqua-rete fognante e frane sul territorio

Incomprensibile e grave la dimenticanza dei danni occorsi alle barriere marine, molte delle quali sono state semidistrutte dai marosi al punto da non riuscire più in futuro a difendere la spiaggia ed i beni pubblici e privati insistenti su demanio, lungomare compreso.

Illogico infine che siano stati dimenticati i danni occorsi alle spiagge, spiagge che devono essere ripristinate e difese anche con barriere soffolte.

Che turismo sarà possibile senza spiAggia?

Ed infine è necessario che sia tutelata la ciclo-pedonale che le mareggiate hanno riempito per la ennesima volta di sabbia

Per ultimo non sembra che siano stati tenuti in conto i gravi danni ai lidi, alcuni dei quali sono stati totalmente o parzialmente distrutti

La mancata allegazione della relazione ci impedisce di fare altre considerazioni.

Suggeriamo però fortemente all’amministrazione comunale di completare le indagini sugli eventi calamitosi onde una più completa richiesta dei danni

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Ho avuto modo di seguire sugli organi d’informazione quanto accaduto il 19 dicembre scorso, giorno della più imponente operazione antimafia avvenuta in Italia dopo quella relativa al “maxi processo” di Palermo a “Cosa nostra”.

Nel vibonese le indagini, condotte dal Procuratore Gratteri e dai suoi collaboratori in forza alla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno portato all’emissione di provvedimenti di misura cautelare per 334 persone, in tutto le persone indagate risultano essere 416.

 

 

Si può pacificamente affermare che un durissimo colpo è stato inflitto alla criminalità organizzata operante nei territori vibonesi e non solo.

Premetto che più volte ho precisato la mia assoluta convinzione nel “garantismo”, quel principio costituzionale che i nostri “Padri costituenti” hanno voluto fortemente per tutelare le libertà dei cittadini rispetto anche al potere giudiziario. Per quanto mi riguarda una persona accusata di aver commesso un reato è innocente sino al terzo grado di giudizio.

Nel leggere in questi giorni le notizie inerenti l’inchiesta della DDA di Catanzaro e dell’Arma dei carabinieri, denominata “Rinascita”, il mio pensiero è andato subito a tutti gli uomini dello Stato caduti per mano della ndrangheta, della mafia siciliana e della camorra e a tutte quelle persone innocenti vittime della criminalità organizzata. Ho pensato poi ai giovani vittime della droga e a tutte quelle famiglie che, oggi più di ieri anche in Calabria, vivono quotidianamente nel terrore di non riuscire a salvare dalla droga o dalla stessa “malavita” il proprio figlio o congiunto.

Da persona che ha avuto la fortuna anche di amministrare il proprio Comune, ho dovuto registrare però anche i commenti (o i “no comment”) di certa politica calabrese, il cui primo pensiero non è andato alle vittime di ndrangheta ma ad altro.

Sono state utilizzate parole come show, bolle di sapone e spettacolarizzazione.

Per carità ognuno può dissentire ed esprimere conseguentemente il proprio pensiero. Da cattolico democratico penso che sempre deve essere garantita la sana libertà di espressione a chiunque. Proprio per tale motivo mi permetto di dire la mia.

Ritornando alle parole sopra citate, utilizzate per commentare e criticare pubblicamente (ma ora con i social tutto è pubblico) l’operazione “Rinascita”, penso che così facendo si può solo contribuire a indebolire e delegittimare, presso l’opinione pubblica, l’azione e il duro lavoro che quotidianamente viene portato avanti dalle forze dell’Ordine. Lavoro necessario, è bene ricordare, per garantire alle nostre Comunità sicurezza e ordine pubblico, elementi vitali senza i quali credo la nostra Regione, già in forte declino da decenni, sarebbe destinata a spegnersi definitivamente.

Verso l’azione della magistratura e degli organi inquirenti penso si debba portare rispetto e attendere l’esito dei processi. Ogni critica preventiva, ogni dichiarazione di dissenso diventa quantomeno inopportuna giacché nello Stato di diritto deve esserci un bilanciamento tra il “garantismo” e l’azione autonoma del potere giudiziario, altrimenti vale l’idea malsana che l’imputato è legittimato a difendersi dal processo e non nel processo.

Quando il Procuratore Gratteri dice che c’è bisogno anche di maggiore cultura della legalità in Calabria ha centrato il problema, poiché la ndrangheta da sempre si è “abbeverata” e si “abbevera” nell’immenso bacino della “non cultura”; dell’assenza di senso civico; del voler galleggiare nel grigiore, pensando d’ingraziarsi il bianco e il nero; della mancanza d’indignazione; dell’adorazione del potente di turno che infrange le regole; del servilismo, a volte sciocco e spudorato, finalizzato ad accaparrarsi posizioni privilegiate, altrimenti non spettanti per merito.

E nel frattempo i nostri migliori giovani sono costretti ad andare via da questa benedetta (o maledetta) terra che si chiama Calabria, perché dove non c’è rispetto delle regole non ci può essere futuro economico e sociale ma può solo rafforzarsi la delinquenza e la “mala politica”.

Il Procuratore Gratteri e i suoi collaboratori sono uomini dello Stato e delle Istituzioni che hanno deciso di rinunciare alla loro piena libertà per garantire la nostra sicurezza. Scelte coraggiose, forse dolorose, che non molti uomini e donne sono disposte a fare nella loro vita.

La comunità civile e democratica calabrese dovrebbe mostrare verso di loro solo chiara e inequivocabile gratitudine!

Amantea, 22 dicembre 2019                                    

Gianfranco Suriano  

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Dalla foto appare ben probabile!

La fenditura si è allungata.

Ma, quel che più conta, il muro si è spinto ancor più verso l’esterno.

E la frattura è sempre più ampia.

Sembra dipenda dalle mareggiate che hanno scalfito le fondamenta.

 

 

 

 

E forse dal fatto che il muro non è protetto dai massi che in questi casi avrebbero potuto frangere le onde riducendone la forza.

Se davvero crollasse il muro od una sua parte esisterebbe il rischio del crollo della soprastante SS18.

Non è una cosa da poco.

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