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Non dimentichiamo che siamo Temesiani

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E’ la dichiarazione dell’assessore all’archeologia Concetta Veltri dopo il recente rinvenimento del secondo tempio di Imbelli.

Omero nel Libro I vv. 180 ss dell’Odissea scriveva:”Io sono Mente, figlio del saggio Anchialo, regno sui Tafi che amano il remo. Navigando sul mare colore del vino, verso genti straniere, verso Temesa in cerca di bronzo, sono arrivato qui con nave e compagni. Porto con me ferro lucente”.

E’ quel famoso passo omerico che attesta la esistenza di Temesa”prima dell’arrivo dei Greci”

Una città ed una società avanzata dove si praticava la produzione del bronzo ed il suo commercio.

Callimaco, Ovidio e Stazio nominano, poi, i “bronzi di Temesa”

Ma è Omero che fa rientrare Temesa in un orizzonte cronologico molto arcaico e precedente la colonizzazione ellenica.

Pausania ,ancora, racconta che Ulisse, in viaggio nel Mediterraneo dopo la caduta di Troia, giunse con le sue navi a Temesa e venne accolto benevolmente dagli indigeni.

Ma il suo compagno Polite, ubriaco, violentò una ragazza del paese.

Gli abitanti, allora, lo lapidarono.

Ulisse proseguì il suo viaggio, ma il demone di Polite cominciò a perseguitare gli abitanti in modo atroce, uccidendoli ad ogni occasione, finché costoro, disperati e intenzionati a lasciare l’Italia, su indicazione della Pizia gli destinarono un’area sacra, gli edificarono un tempio e ogni anno dovettero dargli in moglie la più bella tra le fanciulle di Temesa.

Temesa come noto, fu dapprima nell’orbita di Sibari e successivamente passò sotto il controllo di Crotone, come indica la monetazione a doppia legenda con il Tripode Delfico e la scritta KPO e l'elmo corinzio con la scritta TEM.

Scrive Gioacchino Francesco La Torre : “Le pendici occidentali del colle Cozzo Piano Grande (m 365 s.l.m.), affacciate sul litorale tirrenico di Campora San Giovanni, frazione del Comune di Amantea, hanno nascosto per secoli i cospicui resti di un importantissimo luogo di culto di epoca tardo-arcaica.

Lo scavo ha permesso di riportare alla luce un grande e problematico edificio templare di cento piedi, del tipo ad "oikos" privo di peristasi, conservatosi anche in alzato in maniera sorprendente e trovato pieno degli oggetti votivi depositati al suo interno prima della distruzione e dell'abbandono”

Oggi se ne trova un altro.

Per questo sono già andata sui luoghi di interesse

Una informazione , questa, estremamente importante e che impone la continuazione delle ricerche e degli scavi.

Stiamo lavorando per far redigere un importante progetto di prosecuzione degli scavi, di valorizzazione dei reperti rinvenuti ed ancora non rinvenuti , anche, e non solo, a mezzo di un museo.

Vogliamo che tutti i “temesiani” conoscano la propria storia e ne siano orgogliosi.

Lavoreremo perché nelle scuole si studi Temesa

In questa direzione ci muoveremo con forza e decisione chiedendo la collaborazione di quanti hanno a cuore questo territorio

Redazione TirrenoNews

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