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La correttezza di Iacucci mostra la verità dell’acqua

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Lo abbiamo sempre saputo e sempre detto che Franco Iacucci è uno dei pochi politici calabresi che non hanno peli in bocca e che quindi quando parlano non hanno timore di dire la verità.

O meglio le verità. Quelle profonde.

Per esempio che le elezioni dei  40 componenti dell’Assemblea dell’Autorità Idrica della Calabria (AIC), svoltesi il 17 marzo scorso si sono svolte nelle sedi dei Comuni Capoluogo di Provincia.

Come risaputo avevano diritto al voto i sindaci di tutti i comuni della Calabria divisi per fasce di popolazione.

L’affluenza è stata complessivamente del 73,22%, cioè bassissima.

Più in dettaglio la percentuale è stata:

- del 77% nella provincia di Catanzaro,

-del 71,33% in quella di Cosenza,

-del 68,2% a Crotone,

-del 59,37% a Reggio Calabria,l

-del 90% nella provincia di Vibo Valentia.

Ed è anche risaputo che i comuni componenti l’assemblea sono i seguenti:

-in Provincia di Catanzaro 7 : Catanzaro, Lamezia Terme, Sellia Marina, Girifalco, Chiaravalle, Cicala, Miglierina;

- in Provincia di Cosenza 15 : Cosenza, San Giovanni in Fiore, Rende, Acri, Montalto Uffugo, Scalea, Amantea, Castrolibero, Trebisacce, Luzzi, Aiello Calabro, Spezzano Sila, Bianchi, Longobucco, San Lorenzo Bellizzi;

-in Provincia di Crotone 4 : Crotone, Cutro, Crucoli, Umbriatico;

-in Provincia di Vibo Valentia 4 : Vibo Valentia, Pizzo Calabro, Arena, Spadola;

-in Provincia di Reggio Calabria 10 : Reggio Calabria, Palmi, Siderno, Cittanova, Roccella, Montebello, Monasterace, Palizzi, San Lorenzo, Calanna.

Ma ci vuole Iacucci per sapere che lui è stato eletto con 30 voti nella “fascia” dei paesi su 110 Comuni del cosentino partecipanti.

E ci vuole sempre Iacucci per sapere che i sindaci di Rende, di Acri, di Montalto, di Amantea si sono eletti ognuno con il solo loro voto.

Ed ancora aggiunge “Nulla di personale con i colleghi, la cui elezione è legittima e con cui il rapporto è particolarmente cordiale e di stima reciproca».

Poi entra nel problema dell’acqua e ricorda:

“L’acqua è un bene pubblico e un bene comune, su questo non si cambia idea.

Tutti i Sindaci devono, da adesso in poi, divenire protagonisti diretti.

È vero che ho parlato di gestione privata, assolutamente, ma è altrettanto vero che tutto deve essere “sotto” la supervisione del pubblico. Il concetto è chiaro, inequivocabile.

Gli enti locali e i cittadini finora sono stati penalizzati da un sistema che è in grande difficoltà ed è tempo di cambiare.

Noi crediamo in questa cosa e, lavorandoci insieme con determinazione e andando oltre ogni steccato, si possono risolvere problemi e offrire servizi ai cittadini, in tutti gli ambiti.

L’acqua deve diventare una risorsa, ma nessuno pensa di fare l’ennesimo carrozzone.

Qui è la nostra sfida, la sfida dei sindaci appunto».

Iacucci si dice convinto che per un nuovo corso, dall’adduzione alla tariffazione, per far sì che le tariffe non schizzino e l’efficienza della riscossione sia massima, occorre pensare ad una gestione del privato che, “ribadisco, non è libero di far quel che vuole: il piano d’ambito viene concepito dall’Assemblea dei Sindaci che decide gli investimenti  e poi deve essere approvato dalla stessa Assemblea, ergo è super controllato.

Il soggetto gestore sa già a monte quel che deve fare e le linee da seguire, deve solo gestire ed attuare il piano d’ambito che – come ho già detto – viene redatto dall’Assemblea dei Sindaci che ne controlla l’attuazione, con vincoli e senza compromessi tra pubblico e privato. Anzi, con un rigore altissimo”.

Grandi affermazioni,importanti.

Ma noi abbiamo grandissimi dubbi che i calabresi avranno l’acqua e che avranno l’acqua a costi contenuti.

E siamo certi che il carrozzone sarà ancora peggio di quello di Renato Zero come si intuisce dal fatto che i sindaci tuteleranno i propri bilanci non i propri amministrati:

Il carrozzone va avanti da sé, con le regine i suoi fanti i suoi re;

ridi buffone per scaramanzia ,così la morte va via.

Musica gente cantate che poi. uno alla volta si scende anche noi;

sotto a chi tocca in doppio petto blu, una mattina sei sceso anche tu.

Bella la vita che se ne va, un fiore un freno la tua ricca povertà, il pane caldo la tua poesia ,tu che stringevi la tua mano nella mia

Bella la vita, dicevi tu, è un po' mignotta e va con tutti si però, però però proprio sul meglio t'ha detto no.

Il carrozzone riprende la via, facce truccate di malinconia, tempo per piangere no non ce n'è, tutto continua anche senza di te

Bella la vita che se ne va e ti coltivi dove il tempo vola e va i nostri sogni la fantasia ridevi forte la paura e l'allegria

Bella la vita dicevi tu e t'ha imbrogliato e t'ha fottuto proprio tu;

con le regine, con i suoi re , il carrozzone va avanti da sé.

A rileggerci tra qualche tempo.

Redazione TirrenoNews

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