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"Non parli di cambiamento chi ha provocato lo sfascio", tuona Ernesto Magorno al dibattito sul congresso calabrese del PD.

''Suona strano che in questi giorni a pronunciare parole come rinnovamento e cambiamento siano gli stessi responsabili di quello sfascio del Pd che è sotto gli occhi di tutti''. Non sembra aver peli sulla lingua il deputato PD in quota Renzi.

E poi continua : ''Appare, infatti, una contraddizioni in termini che a voler dettare i tempi della fase congressuale siano alcuni esponenti di quella classe dirigente che si è caratterizzata per il suo immobilismo e per quelle dilanianti diatribe interne che hanno prodotto l'interminabile fase di commissariamento del partito, sinonimo di stagnazione dello stesso. Chi ha nutrito queste divisioni adesso accusa gli altri di correntismo, a voler significare che, oltre al danno, c'è anche la beffa. Detto questo, una parte di noi con un documento unitario ha dato corpo e sostanza alla sua richiesta di voler svolgere il congresso regionale il prossimo 26 gennaio. Una proposta motivata dalla necessità di sviluppare un autentico confronto basato sulle idee e sui progetti, quel dibattito vero, di ampio respiro e indirizzato ad un orizzonte non limitato al contingente, da quale deve scaturire un progetto di reale cambiamento''.

Ed infine sostiene ''Un cambiamento del quale il Pd deve essere protagonista rompendo i vecchi schemi e costruendo un'esperienza autenticamente nuova, non basata solo sulla mera ricerca del consenso. Tutto questo non lo si può fare compiutamente per l'8 dicembre, considerando che la fase regionale si intreccerebbe con quella nazionale, con il deficit di discussione e di contenuto che ne conseguirebbe. Inoltre è da ricordare che entro novembre dovranno svolgersi i congressi provinciali, questo assicurerà che il dibattito sarà garantito nei territori. Dalle suddette motivazioni scaturisce la nostra richiesta, che è, com'è stato già detto, responsabile e costruttiva e non mossa da altri scopi. Chi vuole misurarsi procedendo ad una frettolosa 'conta' senza confrontarsi sulle idee, agisce sì, secondo vecchie logiche correntizie e 'muscolari' destinate forse ad essere vincenti nell'immediato ma condannate fatalmente a riprodurre quella stagnazione e quelle contraddizioni che il Pd calabrese non deve riproporre''.

E proprio per questa grave situazione di immobilità, se non di stagnazione “ducale e baronale” magorno conclude evidenziando la difficoltà di ricerca di una soluzione interna e trasferendo a Roma la soluzione: ''Confidiamo che a Roma tutto questo venga compreso e che prevalgano le ragioni di chi vede la Calabria non come un''anomalia', ma come un'opportunità per il rilancio di tutto il Pd''.

Non fa i nomi, che, comunque, sono ben noti, dei “duchi” e dei “baroni”della sinistra PD, né, e tantomeno, dei tanti “cortigiani inveterati” avvezzi ed esperti nella” ars leccandi”.

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Appena arrivate le prime perturbazioni autunnali e i conseguenti sbalzi di temperature è tornata anche l’influenza.

Secondo quanto riferiscono le fonti sanitari, si stima che siano stati colpiti oltre 100 mila italiani.

Gli esperti prevedono che nell’autunno ed inverno prossimi saranno colpiti dalla influenza più di 4 milioni di italiani.

E le forme di virus saranno almeno 3-4

Avremo la febbre suina ormai declassata a disturbo stagionale

Avremo l’AH3N2, che viene dall’Australia

Avremo il B-Massachussets come l’omonimo stato americano.

Tutte le tre forme influenzali danno gli stessi sintomi: febbre alta, disturbi gastrointestinali e dolori articolari.

I vaccini per prevenire i rischi sugli anziani sarebbero già pronti ma non sono ancora disponibili.

Ci vorrà tra metà ottobre e metà di dicembre per le vaccinazioni gratuite.

I rappresentanti del Sumai di Medicina generale, il sindacato dei medici di famiglia dicono che : «La sintomatologia che stiamo verificando è duplice:

Da una parte registriamo situazioni di tipo gastrointestinale che si manifestano essenzialmente con nausea, vomito, diarrea.

Dall’altra situazioni broncopolmonari con febbre, tosse e, nei pazienti cronici, con dispnea. Vale a dire affanno».

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Raramente credo di aver letto un articolo che offra un quadro così preciso della politica calabrese. Ritengo di dovervelo segnalare:

“«Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati». Facendomi scudo della massima di Bertold Brecht lo annuncio subito: io sto con Berlusconi.

Meglio lui che Dorina Bianchi, al suo sesto cambio di casacca nel corso di una carriera politica che non lascia altra traccia se non le repentine militanze su tutti i fronti purchè vincenti: esordio in Forza Italia, passaggio ai Ds, poi al Pd, poi all’Udc, poi al Pdl ed ora ai “Popolari”. Peccato per lei che il record di destrezza e rapidità nell’abbandono della nave gli è stato strappato da una giovanissima concorrente che per cambiare casacca ci ha messo appena 152 giorni.

Meglio il Berlusca che Pietro Aiello, immortalato nelle riprese televisive dal Senato appollaiato proprio nel banco sottostante quello del decaduto Cavaliere, sorridente e pettinato come un Gagà, libero di pensare all’intonazione camicia/cravatta che tutte le altre cose le decidono gli altri e poi lo informano.

Meglio il Nano di Arcore che Antonio Caridi, fino a ieri alla caccia disperata di un autografo del Cav per parenti ed amici e steso a tappetino davanti all’uscio del capogruppo Schifani per entrare in Commissione antimafia (che lui di certe cose ne capisce e come se ne capisce…) e ora portabandiere del dissenso targato Scopelliti.

Meglio “Papi” che Jole Santelli, anche se lei più che Papi ha dimostrato (vedi foto su Corriere.it) di saper far di conto e ora potrà sistemare la testa impagliata di Berlusconi tra quelle di Cesare Previti e di... Pera.

Meglio il Caimano che non l’avvocato di Tarantini e collega di studio del “penultimo utilizzatore finale” Niccolò Ghedini. Ma non era il senatore D’Ascola il responsabile del dipartimento Giustizia di “Forza Italia”?

Meglio Mister B che non il capo degli “Scopelliti Boys” Giovanni Bilardi, uno che di salti della quaglia se ne intende come pochi.

Ma soprattutto meglio Berlusconi con il suo impresentabile seguito di stallieri, escort, faccendieri, pitonesse, falchi, lecca-lecca, arrampicatori sociali, cornuti raggianti, imbonitori, azzeccagarbugli che non quel monumento vivente all’ipocrisia incarnato dal senatore Tonino Gentile, vicecoordinatore regionale del Pdl calabrese.

Io sto con Berlusconi, certo.

La peggiore delle condanne si sta abbattendo su di lui che schiatterà di fuoco “amico”. Così impara ad osservare se non le regole degli antichi greci (“chi tradisce per te tradirà anche te...”) almeno quelle della cabala: sarà una coincidenza ma chiunque ha fatto del bene all’eterno giovanotto della politica calabrese, quello che parla del lavoro altrui senza aver lavorato neanche un giorno in vita sua, ha il destino segnato. Prima arriva il tradimento e subito dopo l’oblio.

Non fu così anche per Gianfranco Fini?

da Il Corriere della calabria

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