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De Magistris al Fatto: “Il sistema deviato della Calabria è uguale a 10 anni fa”

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Da Iacchite -18 Gennaio 2019 Fonte: Il Fatto Quotidiano di Antonella Mascali

La notizia di 15 magistrati indagati dalla Procura di Salerno, inchiesta nata sulla base di atti trasmessi dal procuratore antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris l’ha letta ieri di primo mattino.

Il flashback per lui è stato inevitabile.

È tornato indietro di una decina di anni, quando era ancora un magistrato e mai avrebbe pensato di lasciare la toga. Quel passo fu la conseguenza per la “punizione ” subita a causa di due inchieste condotte da pm a Catanzaro.

Si era messo contro tutti.

Chi segue le cronache politico-giudiziarie ricorderà i casi Why Not e Poseidone.

Sindaco, leggendo di questa indagine su magistrati calabresi cosa ha pensato?

Non mi permetterei mai di entrare nel merito delle indagini attuali, non sarebbe opportuno. Certo, mi sono ricordato di quando fui mandato via dalla Calabria. Lo Stato, attraverso il Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto all’epoca da Giorgio Napolitano, scelse di mandare via il pubblico ministero che indagava su criminalità organizzata, massoneria deviata, poteri corrotti e di lasciare al proprio posto i magistrati che mi avevano sottratto le inchieste Poseidone e Why not.

Comunque, che quella sottrazione fosse illegittima è stato accertato…

Ci sono voluti ben dieci anni ma proprio qualche mese fa, a novembre, finalmente la Corte d’appello di Salerno, accogliendo un mio ricorso, ha accertato la verità. Ha dichiarato responsabili di abuso di ufficio i magistrati che mi sottrassero le inchieste dell’epoca a Catanzaro (l’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone in concorso con l’ex senatore di FI Giancarlo Pittelli e con l’ex sottosegretario del ministero delle Attività produttive Giuseppe Galati per Poseidone; l’ex Pg facente funzioni di Catanzaro Dolcino Favi in concorso con l’imprenditore della Compagnia delle Opere Antonio Saladino, per Why Not. Per tutti è stata dichiarata la prescrizione, ndr)”. Insomma, ormai è chiaro che tolsero me e lasciarono il sistema.

Cosa intende per sistema?

Un intreccio deviato composto da magistrati, pezzi dello Stato e pezzi della politica.

I magistrati indagati o arrestati negli ultimi anni cominciano a essere tanti. Come mai secondo lei?

Ritengo che ci sia una responsabilità del Csm nel corso degli anni. Io non sono stato fermato in Calabria dalla lupara ma da Palazzo dei Marescialli che dovrebbe valutare chi, fra i magistrati, va fuori dai binari della giustizia. Invece, il Csm ha fermato chi adempie al proprio dovere. Durante la mia epoca ci fu un’azione contro le mie inchieste da parte del ministero della Giustizia guidato da Clemente Mastella, della Procura generale della Cassazione, titolari dell’azione disciplinare e del Csm. Strumentali furono le decine di interrogazioni parlamentari che legittimavano le ispezioni ministeriali. Ne subii per due-tre anni senza soluzione di continuità.

Dal suo punto di vista di ex magistrato, oggi c’è o non c’è una questione morale dentro la magistratura?

Lo pensavo già dieci anni fa e resi dichiarazioni ai pm di Salerno un centinaio di volte. Purtroppo non penso che sia particolarmente cambiata la situazione. E tengo a ricordare che i magistrati salernitani che avevano individuato la correttezza del mio operato e la responsabilità di chi voleva fermarmi, furono trasferiti dal Csm, l’allora procuratore addirittura fu sospeso (il procuratore Luigi Apicella e i pm Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, ndr). Non è mai accaduto nella storia giudiziaria una violenza istituzionale del genere nei confronti miei e dei colleghi di Salerno.

Cosa ne pensa della serata organizzata da “Fino a prova contraria” della giornalista Annalisa Chirico con politici, imprenditori e magistrati ?

Non voglio giudicare nessuno, non mi permetto ma da magistrato non sarei andato.

Cosa ne pensa del video del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’a rresto di Cesare Battisti?

Inguardabile.

Da sindaco di Napoli, come legge la bomba alla pizzeria di Gino Sorbillo, in pieno centro storico, l’ultima di una serie?

Torno a esprimere la mia solidarietà a Sorbillo ma sono convinto che Napoli oggi sia particolarmente matura, nella sua stragrande maggioranza dei cittadini, a respingere queste intimidazioni. Ho visto una reazione molto forte verso un atto vile e criminale, è stato giustamente considerato un atto contro la città.

Redazione TirrenoNews

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