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Ecco i nuovi collegi elettorali in Calabria e senza le liste bloccate sarà guerra!
Sabato, 01 Febbraio 2014 14:59 Pubblicato in CalabriaIl progetto Italicum è in commissione Affari costituzionali.
Sono state disegnate le nuove circoscrizioni per i collegi dei senatori e dei deputati
I politici si interrogano ( nella foto per esempio Alfano)
Per la camera il criterio è quello di un collegio 400mila abitanti senza rispetto dei vecchi ambiti provinciali.
In Calabria, quindi, i collegi sarebbero cinque. In ognuno di essi si dovrebbero eleggere 4 deputati considerato che alle ultime elezioni politiche questa regione ha inviato a Montecitorio 20 rappresentanti.
Eccoli
- Locri, Reggio Calabria-Sbarre , Reggio Calabria-Villa San Giovanni
- Palmi, Siderno,Soverato,Vibo Valentia;
- Catanzaro, Isola di Capo Rizzuto , Lamezia Terme;
- Corigliano Calabro, Crotone, Rossano;
- Castrovillari, Cosenza, Paola, Rende
Problemi per tanti. Per esempio per Per non parlare poi del collegio 131, quello che ricomprende Castrovillari, Cosenza, Paola e Rende. Qui i posti sono solo 4 e gli uscenti sono già 6( Barbanti (M5S), Santelli(Fi), Bruno Bossio, Covello e Magorno(Pd) ,Aiello(Sel).
Qualcuno, al contrario, potrà avere maggiore rappresentatività.
Per il Senato invece il criterio è quello di un collegio 1 milione abitanti ed ovviamente senza rispetto dei vecchi ambiti provinciali.
Eccoli:
- Castrovillari , Corigliano Calabro, Cosenza, Crotone, Isola di Capo Rizzuto, Paola, Rende Rossano;
- Catanzaro, Lamezia Terme, Locri, Reggio Calabria-Sbarre, Reggio Calabria-Villa San Giovanni, Palmi, Siderno,Soverato,Vibo Valentia;
In ognuno dei due collegi così definiti si eleggerebbero 5 senatori.
Ovviamente nel primo collegio la parte del leone sarebbe fatta da Cosenza rispetto al Tirreno Cosentino che rischia di rimanere senza una propria espressione politica
Nel secondo collegio da Reggio Calabria
Aria di guerra, allora? Con le liste bloccate forse no.
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“Eolo”, tra possibili prescrizioni e prosieguo di indagini.A. e Misiti
Sabato, 01 Febbraio 2014 13:31 Pubblicato in Calabria“Eolo”, è una indagine che ha preso le mosse da Paola nel 2006.
Poi è passata per tre diversi Uffici di procura.
Gli oltre cento faldoni furono trasmessi a Cosenza per competenza territoriale
Da qui l’invio a Catanzaro dove i presunti reati sarebbero stati commessi.
Qui l’indagine e' finita nelle mani del sostituto procuratore Carlo Villani, insieme al procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ed a Giuseppe Borrelli
Alla fine un provvedimento di conclusione indagini per due filoni d'inchiesta, mentre un terzo filone venne inviato alla Procura di Cosenza, territorialmente competente, e chiedendo, per quanto riguarda un quarto filone, l'archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di diciassette persone.
Ora il pm Domenico Guarascio ha chiesto invece l'assoluzione per gli otto indagati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato.
Si tratta dell'ex direttore generale dell'assessorato regionale all'Ambiente, Giuseppe Graziano, all'epoca presidente del Nucleo Via; e poi Ilario Monteleone, Salvatore Patamia, Vincenzo Iacovino , Pier Paolo Bonanno, Annamaria Ranieri, Leonardo Splendido, Giovanni Misasi.
I riti alternativi proseguiranno il 24 febbraio ed il 7 marzo con le arringhe dei difensori.
L'inizio del processo per i rinviati a giudizio - il funzionario regionale Salvatore Antonio Caruso, 54 anni, di Cassano, e il componente del Nucleo Via, Egidio Michele Pastore, 62, di Rende; l'imprenditore Mario Lo Po; Mario Cosentini, e Michele Cosentini, Ernesto Cosenza, Salvatore Curcio, Vittoria Imeneo, Raffaele Suppa, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli - e' stato fissato per il 18 aprile.
Una più grave contestazione formulata dagli inquirenti, quella di associazione per delinquere, fa capo invece al primo filone investigativo di "Eolo", che ha coinvolto tre società e otto persone, tra cui l'ex vice presidente della Giunta calabrese, N. A., e l'ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti.
Quest'ultimo filone ruota attorno ad una presunta maxi tangente che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e per l'adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico".
Gli imputati sono stati rinviati a giudizio e il processo che avra' inizio il prossimo 7 marzo.
Il filone centrale dell'inchiesta contesta invece l'ipotesi di associazione per delinquere e ipotizza una presunta maxi tangente che sarebbe stata promessa e in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico "Pitagora" di Isola Capo Rizzuto e per l’adozione da parte della Regione Calabria delle "Linee guida sull'eolico".
Con queste accuse il 7 marzo prossimo inizierà il processo a carico di
-N. A.;
-il suo uomo di fiducia Giancarlo D'Agni, 52 anni di Cosenza, amministratore della Piloma srl, della Saigese spa e della Lo.Da;
-il dirigente di settore della Regione Calabria Carmelo Misiti 40 anni di Cinquefrondi;
- l'imprenditore Mario Lo Po 49 anni di Reggio Calabria socio delle società Piloma, Saigese e Lo.Da.;
-l'imprenditore Mauro Nucaro 42 anni di Terravecchia;
-Roberto Baldetti romano di 60 anni amministratore della società Tisol;
-il quadro direttivo della Erg Cesa Eolica, Giampiero Rossetti 56 anni di Roma;
-il direttore generale della Erg S. G. 43 anni di La Spezia.
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Inchiesta sui concorsi all'Arpacal, il pm chiede il rinvio a giudizio per 11
Sabato, 01 Febbraio 2014 10:23 Pubblicato in CatanzaroTra gli altri coinvolti Antonio Scalzo, consigliere regionale del Pd ed ex direttore scientifico dell'Arpacal, e Diego Tommasi, ex assessore all'Ambiente.
Devono essere mandate tutte sotto processo le undici persone indagate nell'inchiesta relativa a presunti illeciti connessi alla gestione dell'Arpacal negli anni precedenti il 2010, che secondo l'ipotesi accusatoria avrebbero causato ingenti danni all'Ente.
Lo riferisce l'Agenzia Agi.
Questa la conclusione alla quale è giunto il pubblico ministero di Catanzaro, Domenico Guarascio, al termine della propria requisitoria tenuta questo pomeriggio nell'ambito dell'udienza preliminare a carico degli indagati, seguita alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura a febbraio scorso.
Una richiesta sottoscritta dallo stesso Guarascio e dal collega Gerardo Dominijanni, titolari delle indagini condotte dai militari della Guardia di finanza e uomini del Nisa (Nucleo investigativo sanità e ambiente), nei confronti
-dell'ex assessore regionale all'Ambiente, Diego Tommasi;
-del direttore scientifico dell'Arpacal ed attuale consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo;
-dell'ex direttore generale vicario dell'assessore all'Ambiente, Giuseppe Graziano;
-dell'ex commissario dell'Arpacal, Domenico Lemma;
-dell'ex direttore amministrativo, Luigi Luciano Rossi;
-di Francesco Caparello,
-Pietro De Sensi,
-Giuseppe Giuliano,
-Vincenzo Mollace,
-Francesco Nicolace e
-Silvia Romano.
L'inchiesta ha avuto inizio dopo un esposto presentato lo scorso anno, in cui sono state denunciate presunte irregolarità nel concorso per dirigente amministrativo all'Arpacal, e nell'attribuzione dell'incarico di responsabile di struttura semplice, risalente al 2008, oltre ad un cumulo di incarichi in capo a medesime persone illegittime per incompatibilità.
Le successive attività investigative, fra le quali la relazione di un ispettore del ministero dell'Economia, avrebbero consentito di riscontrare irregolarità nell'attribuzione di incarichi, nell'erogazione di fondi e nell'espletamento di selezioni per progressioni verticali di carriera.
Poi, il 20 dicembre 2012, i militari della Guardia di finanza ed il personale del nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) su disposizione dei magistrati inquirenti hanno eseguito il sequestro di somme per un totale di 500.000 euro a carico di ex dirigenti dell'Arpacal.
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