
Redazione TirrenoNews
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Siamo in Via Achille Mazza.
Uno dei pali della illuminazione pubblica sotto la spinta delle forti raffiche di vento, che hanno imperversato su Amantea si sono abbattute nei giorni scorsi, è stato divelto ed è caduto sulla strada.
Solo per mera fortuna non si trovava a passare né un’auto, né uno degli abitanti.
E sempre per fortuna non si trovava a passare nessuno dei ragazzi che frequentano la scuola elementare allocata nella detta via.
Immediato l’intervento della polizia Municipale che ha la propria sede nei pressi e del personale del comune di Amantea che ha provveduto a spostare il palo oltre il cordolo che delimita la carreggiata.
Ci è stato riferito che si sia trattato di una caduta dovuta esclusivamente al vento, ma, a noi, non sembra una notizia esatta.
Perché mai, infatti, un solo palo a cadere quando il vento ha colpito tutti gli altri presenti nella zona?
Né si tratta della solita ruggine che incide la base dei pali creando quella fragilità di tenuta che è alla base delle loro cadute”. Il palo infatti era in vetroresina.
Ci siamo allora recati sul posto rilevando che il cordolo di delimitazione della carreggiata è stato quasi sicuramente toccato da qualche auto che probabilmente ha anche rotto il palo in vetro resina creando le condizioni di fragilità alla base del suo crollo.
Se non fosse così i pali in vetroresina sarebbero un grave problema per la sicurezza della gente e quindi da non usare.
Se al contrario lì c’è stato un incidente stradale sarebbe il caso di chiedere i danni alla assicurazione dell’autoveicolo.
Sempre che ne fosse dotato, ovviamente.
Peraltro la rete di plastica rossa ancora sottostante il palo e lunga diversi metri sembra certificare la nostra impressione.
Ma l’accertamento spetta alla Polizia Municipale.
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Quasi completamente distrutto il lungomare di Siderno
Domenica, 02 Febbraio 2014 15:14 Pubblicato in Reggio CalabriaLa natura, oltraggiata dai comportamenti umani, sembra difendersi sempre di più al punto da essere micidiale.
E di fronte a tale forza l’uomo e le sue opere soccombono
E’ il caso, tanto per citare un esempio, del lungomare di Siderno
E’ vero che lo Jonio è andato in burrasca come è raramente accaduto negli ultimi decenni.
E’ vero che al largo di Crotone la boa della Rete Ondametrica Nazionale, servizio ufficiale dell’ISPRA, ha misurato alle ore 10:00 di ieri mattina un’onda alta 11,8 metri, record assoluto italiano.
E’ anche vero che tante altre onde hanno superato i 10-11 metri.
Ma è anche vero che il lungomare ( forse tutti i lungomari) sono allocati a distanze dalla battigia molto insufficienti per onde di siffatte altezze, con la ovvia conseguenza che la loro forza è giunta quasi intatta alle mura del lungomare distruggendole.
Non ci sembra arroganza della natura, semmai imbecillità ed arroganza dell’uomo che pensa di poter piegare la natura alle sue esigenze realizzando km di scogliere e km di lungomari che alla fin fine non resistono sotto i colpi dei marosi, in particolare quando, come in questi giorni( ma tante volte nei decenni e secoli scorsi) sono anomali rispetto a quelli ordinari.
Perché parliamo di arroganza?
Semplice. Perché da almeno un secolo il mare in Calabria tenta di recuperare le grandi spiagge che un tempo poteva liberamente percorrere e che poi sono state occupate da rilevati ferroviari, da strade, da lungomari, da fabbricati, realizzati a distanze improprie rispetto a quelle necessarie, almeno da quando manca l’apporto dei fiumi e delle fiumare che hanno nei secoli allontanato le battigie
Ora si chiederlo stato di calamità naturale e si butteranno soldi per rifare un lungomare che durerà fino alla prossima forte mareggiata.
Forse sarebbe il caso di chiedere lo stato di calamità umana quando si progettano, si approvano, si realizzano e si collaudano opere che prima o dopo turberanno la natura e ne subiranno, prima o dopo, la potenza distruttrice.
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Un bar, un caffè, la presentazione di un libro e può nascere un accordo politico.
Sabato, 01 Febbraio 2014 19:52 Pubblicato in PoliticaCominciamo da una verità assoluta quale è quella che Amantea ha fortemente bisogno di una buona amministrazione che risollevi la città dalle grandi ambasce nelle quali versa.
Ed è proprio per questa consapevolezza che ogni incontro che avviene, di giorno o di notte , ad Amantea od altrove, fosse anche assolutamente casuale, può diventare, anzi diventa, occasione di valutazione e la notizia circola rapidamente nella città onde la sua verifica.
Stamattina, per esempio, in un bar sulla statale 18, insieme a Paolo le Rose e Viano di Puglia, ecco due big della politica amanteana .
Gianfranco Suriano portavoce dell’UDC, nella veste allargata anche alla presenza di Mario Pizzino e, nientemeno, che Salvatore Pirillo, segretario del PD di Amantea.
Un incontro casuale? Forse!
Un incontro provocato dai paraninfo, nel pieno rispetto della antica usanza amanteana di procurare incontri tra persone dai quali possono anche derivare matrimoni anche stabili e duraturi? Forse!
Lo suggerirebbe la presenza, tra UDC e PD, di due “estranei” ad ambedue ai due partiti, quali Paolo Le Rose e di Viano Puglia, ma pur sempre candidati in pectore per le prossime elezioni e che ben potrebbero, insieme o separatamente, essere stati suggeritori più o meno occulti dell’incontro!
Un incontro programmato, su appuntamento ?. Impossibile ! Gli incontri quando finalizzati, cioè propedeutici a possibili accordi non si fanno in un bar e peraltro alla luce del sole.
Ma forse ci sbagliamo visto che ci dicono sia anche stata scattata una fotografia per immortalare l’incontro per i posteri. Una fotografia che abbiamo atteso inutilmente per quanto promessa.
Se vero c’è già più di mezza lista. I 5 dell’UDC( più 2 donne) , Le Rose, Di Puglia, e 7 per il PD, di cui 3 donne.
Resta un dubbio: chi ha pagato il caffè?
La foto che ci è stata promessa non è però pervenuta.
Ed allora dobbiamo usare quella di un altro possibile accordo, quello emblematicamente cognibile nella seguente foto scattata al volo oggi pomeriggio in occasione della presentazione della nuova opera di Vincenzo Segreti( di cui parleremo domani).
C’è l’altra parte dell’UDC, il sindaco Michele Vadacchino, (comunque tallonato da un uomo del PD: Vita Carino Vincenzo) che bacia affettuosamente Tullio Lupi che risponde con un largo sorriso.
Che l’UDC si sia già pentito dell’accordo con il PD?
O piuttosto Michele Vadacchino ( come chiariremo dei prossimi giorni) ha una sua distinta visione politica e la sta seguendo?
BOH! Difficile capirci qualcosa!
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