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A Cleto, dopo 4 Amministrazioni terminate prima della scadenza naturale, a pochi mesi dall’ap puntamento elet torale, ritengo che sia doveroso fare alcune riflessioni che mi auguro possano essere utili per avviare un dibattito democratico, libero dallo scontro tra le persone e che sia un effettivo confronto tra idealità politiche,progetti per il paese e modalità di operare nell’Amministrazione Comunale.

 

Dal 1985 ad oggi sono passati 30 anni (se qualcuno vuole andare ancora più indietro non sarò io a sottrarmi!),un tempo sicuramente idoneo per fare bilanci e valutare l’efficienza e l’efficacia dell’operato delle Amministrazioni che si sono succedute in questo lungo periodo.

Valutare i risultati delle Amministrazioni è cosa semplice,basta prendere in considerazione alcuni indicatori fondamentali che determinano la qualità della vita sociale ed economica di un paese, quali: servizi erogati,tasse pagate,progetti realizzati,capacità di accedere ai fondi comunitari con progetti capaci di portare sviluppo,capacità di favorire lo sviluppo e l’utilizzo di tutte le potenzialità economiche del territorio,condizioni delle strade,della rete idrica,della rete fognaria, delle strutture comunali,personale comunale,trasparenza amministrativa, gestione democratica della cosa pubblica,clientela praticata ecc..

 

In ultima istanza per chi vive a Cleto è semplice,se ne ha la voglia e l’onestà intellettuale,stabilire se in questi 30 anni, Cleto, come paese, ha fatto progressi o è regredito.

Per chi volesse un aiuto voglio ricordare che Cleto nel 1985 aveva 19 dipendenti e che oggi è uno tra i 90 paesi della Calabria in via di spopolamento ed è l’unico paese d’Italia,con popolazione simile,ad avere solo 6 dipendenti e a non avere il servizio di Anagrafe-Stato Civile ed Elettorale e un vigile.

E ancora da tenere presente che una recente legge dello Stato ha stabilito, che affinché un Comune possa essere in grado di erogare tutti i servizi basilari,il rapporto dipendenti/abitanti debba essere di 1 dipendente ogni 120 abitanti.

Questa legge è stata fatta per evitare sprechi, perché molti Comuni ne hanno più di 1 ogni 120 abitanti.

Secondo questa legge, per poter erogare decentemente tutti i servizi ai cittadini, Cleto dovrebbe avere 11-12 dipendenti.

In questi ultimi 30 anni, Peppe Longo ha amministrato 14 anni, Peppe Filice 8 anni!

 

I cittadini che ritengono che l’attività Amministrativa di Longo e Filice abbia fatto perdere a Cleto molte opportunità e che ne abbia favorito il declino, dovrebbero avere il dovere politico di ritrovarsi e confrontarsi, non per essere contro le persone Longo e Filice, ma per riconoscersi alternativi alla politica e alle pratiche amministrative messe in atto dagli stessi durante i loro mandati.

Il sottoscritto e i tanti amici, che nelle ultime due tornate elettorali (2009-2011),sono stati candidati o elettori, della lista alternativa a quelle di Longo e Filice, rappresentiamo sicuramente mondi differenti e distanti da Longo e Filice, sia per idealità politica, sia per le pratiche amministrative messe in atto durante i nostri mandati e sia per i progetti di paese proposti.

Tre liste che si confrontano in elezioni amministrative in un paese di circa 1400 abitanti potrebbe essere segno di vitalità politico-culturale,ma al contrario anche un evidente segno di frammentazione,conflitti e divisioni e in ultima istanza di incapacità di mediazioni per aggregare gruppi e soggetti i più omogenei possibili o se si preferisce i meno idealmente distanti.

Una ulteriore frammentazione,qui a Cleto, non ha nessun senso politico, nessuna utilità per il paese oltreché a rappresentare un indubbio vantaggio per Longo e Filice.

Per questo il sottoscritto e gli amici di “Cleto Futuro”,invitano tutti quelli che danno un giudizio negativo sull’operato Amministrativo di Longo e Filice,di incontrarsi e avviare un confronto.

Io e tutti gli amici di “Cleto Futuro” vogliamo confrontarci senza nessuna aprioristica pretesa.

Ci si incontra, ci si riconosce alternativi a queste gestioni fallimentari,si elabora un progetto di gestione democratica,trasparente, libera dalle clientele e di sviluppo per il paese e in un secondo tempo,tenendo anche presenti le legittime aspirazioni di ciascuno,ma nell’interesse esclusivo del paese,il gruppo indicherà le persone più idonee che dovranno rappresentarlo nella lista.

Io e gli amici di “Cleto Futuro” riteniamo che solo se la eventuale lista sarà composta da persone competenti e motivate che nei rispettivi ruoli di sindaco,assessore o consigliere siano capaci di portare il loro contributo efficiente ed efficace per tutto il periodo del mandato,si potrà avviare, a Cleto, una svolta politico-culturale per non condannare questo paese ad un certo e inesorabilmente declino.

 

Noi come “Cleto Futuro”, nella ultima nostra riunione, abbiamo indicato alcuni punti base da cui partire, che io voglio ancora qui ricordare:

1) i cittadini e i gruppi che si riconoscono alternativi alle politiche e alle pratiche amministrative messe in atto durante i loro mandati da Giuseppe Longo e Giuseppe Filice dovrebbero avviare un dibattito accettando prioritariamente pochi, ma chiari (se se ne vogliono aggiungere altri ben vengano!) punti fondamentali:

-volere bene sinceramente a questo martoriato paese

-considerare la politica un servizio, non un’occasione per avere tornaconti personali o realizzare semplicemente aspirazioni personali

-essere assolutamente lontani dalla politica familistica-clientelare che è alla base della corruzione ed è il più grande male dell’Italia e anche di Cleto;

-se si è maggioranza o opposizione ci deve essere il massimo di rispetto per le regole democratiche;

-la partecipazione dei cittadini deve essere agevolata durante tutta la durata del mandato utilizzando tutti gli strumenti umani e tecnologici;

-pur rispettando le aspirazioni e la dignità di tutti si dovrebbe evitare di avere amministratori con competenze non adeguate ai compiti richiesti in modo da mettere in atto una Amministrazione efficiente ed efficace.

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La recente decisione del commissario ad acta alla sanità calabrese, concernente il depotenziamento del laboratorio di analisi di Amantea, ha indotto numerose associazioni, partiti e cittadini del comprensorio ad unirsi in una rete sociale.

 

L’obiettivo e’ quello di difendere il diritto ad un sistema di servizi socio-sanitari territoriali pubblici che sia efficiente e funzionante.

 

E’ a tale scopo che la rete “difendiamo la salute” ha elaborato una piattaforma rivendicativa, riassumibile nella richiesta – finalizzata al potenziamento dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali del comprensorio – di assegnazione di una casa della salute.

 

In seguito alla grande manifestazione pubblica del 21 ottobre di amantea il direttore generale del dipartimento sanita’ della regione calabria ha insediato un tavolo tecnico.

In data 18 novembre sono iniziati i lavori del tavolo e – grazie alla collaborazione di tutti gli attori responsabili dell’organizzazione sanitaria sul territorio – i primi segnali sono stati rilevanti e positivi.

La rete sta promuovendo una serie di incontri sul territorio al fine di rendere noti i risultati sinora ottenuti, in un’ottica di trasparenza e di stimolo alla partecipazione ed alla condivisione dal basso.

 

Il primo incontro si terra’ a lago, sabato 28 novembre 2015, alle ore 18,30,   presso la sede avis di lago, in via mazzini n. 1.

Invitiamo tutti cittadini a venire a discutere di un diritto fondamentale garantito dalla costituzione: quello alle cure ed alla salute.

Rete comprensoriale.

 

"Difendiamo la Salute"

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In Calabria è tempo di caccia al cinghiale.
Una caccia che si fa in gruppo. Troppo pericoloso andare a caccia da soli.

 

Poi quando si è giunti sul luogo prescelto ci si apposta dietro u albero od un cespuglio in attesa che giunta un cinghiale.

Ed ogni cacciatore conosce il posto del collega.

Da lì nessun cacciatore deve muoversi. È la regola.

Perché quando si sente rumore di foglie si spara. Magari a pallettoni, pur vietati.

 

Ed è questo che probabilmente è successo oggi pomeriggio nel comune di Lago in provincia di Cosenza le cui colline in gran parte disabitate sono, però, piene di cinghiali.

Uno dei cacciatori ha sparato ed ha ucciso il cinghiale, ma sembra che con lo stesso colpo sia rimasto ucciso un altro cacciatore

Si chiamava Runco, poco più che cinquantenne, di Aria di Lupi, una località collinare di Lago.

Inutili i soccorsi.

 

Arrivano invece i carabinieri che sequestrano il fucile del cacciatore che ha sparato e che si sono trovati di fronte un uomo addolorato per quanto occorso.

Le indagini proseguono anche per ricostruire esattamente i fatti .

…continua….

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