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Santi, poeti, navigatori e stupratori di Francesco Gagliardi

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Carissimi lettori di Tirreno News, fino a pochi anni orsono abbiamo sempre sentito dire che gli italiani erano un popolo di santi, poeti ,navigatori.

Cio' era vero. Ed ora?

Leggendo i giornali quotidiani  e guardando la televisione ora, purtroppo, dobbiamo aggiungere altre due categorie, due brutte categorie di italiani che non ci fanno onore e che le loro gesta stanno riempiendo le prime pagine  e la cronaca nera dei giornali locali e nazionali: stupratori e femminicidi..

La volta scorsa mi sono occupato degli stupri di Rimini, di Milano, di Dezio, di Forli' di Trieste compiuti da gente venuta da lontano e avevo suggerito, prendendo spunto dai vari commenti del Web,di mettere questi stupratori sul primo volo cargo e nella stiva dell'aereo pur sapendo che il portellone e' difettoso e spesso si apre durante il volo.  

L'altra alternativa  sarebbe quella di mandarli  a   casa loro  a lavorare e non farli restare ulteriormente in Italia a bighellonare nelle nostre citta', nelle vie e nelle piazze, davanti ai supermercati a chiedere l'elemosina..

Nei loro paesi di origine sanno benissimo che se rubano  gli tagliano la mano, se stuprano gli tagliono i coglioni.

Qui da noi, purtroppo, con giudici compiacenti, se la cavano con pochi anni di galera.

Oggi, pero', voglio parlarvi di femminicidi compiuti non da extracomunitari ma da italiani. L'ultimo caso si e' verificato in provincia di Lecce.....

Una fanciulla di 16 anni e'stata ammazzata a colpi di pietra dal suo fidanzatino e poi ha nascosto il corpo nelle campagne..

Perche' gli uomini, quelli che si dicono innamorati delle proprie mogli , delle compagne, delle fidanzate compiono simili violenze sulle donne che amano o  che hanno amato?

Apparentemente sono uomini normali, bravi ragazzi, ottimi padri di famiglia, ma poi si comportano peggio dei delinquenti comuni.

Stuprano, violentano, ammazzano, occultano i cadaveri..

Ma perche'? Perche' evidentemente sono persone immature, insicure, deboli, ammalate.

Vogliono solo comandare ed essere ciecamente ubbidite.

Se la donna si ribella, se decide di ragionare con la propria testa, se dice qualche volta "No"   ai propri mariti o ai fidanzatini, allora perdono la testa, non reggono allo smacco subito e uccidono. Cosi' ha scritto Dacia  Maraini: Piu' la donna diventera' libera, piu' provocano reazioni violente negli uomini che identificano la loro virilita' nel possesso.

Gli uomini  devono capire, finalmente, che la donna , la moglie, la fidanzatina, non e' piu' di sua proprieta'.

Non siamo piu' nell'ottocento..

Arrivati a questo punto mi viene in mente il bel romanzo "Mimi'Cafiero" del nostro Mario La Cava. Cosi' fa dire al protagonista del romanzo che aveva sposato una ragazza di Pellaro, lui era di Reggio Calabria:-Se ero padrone per poche lire di una donna, quando ero scapolo e andavo in cerca di amore, quanto non sono padrone oggi che ho dato tutto quello che avevo, perche' in realta' la donna che e' mia puo' usufruire di tutto quello che e' mio?-  

La donna doveva ubbidire e basta. Stasera usciremo un po' a passeggio per la citta'.

Oggi andro'  al mare a fare i bagni.

Tu non andrai da nessuna parte senza il mio permesso.

Per questo mi sono sposato: per comandare in casa mia. Per il mio comando ti ho sposata.

Quando la moglie Lia si e' accorta di aver sposato un tiranno, un padrone e non un vero uomo era ormai troppo tardi.

La faceva soffrire tenendola sempre chiusa in casa.

Ma la colpa e'in parte pure sua:non ha saputo puntare i piedi fin dal primo giorno di matrimonio. Quando lo ha fatto veniva sistematicamente umiliata e scaffeggiata.

Lia non venne uccisa dal marito padrone.

Venne ucciso invece il suo presunto amante immaginario, il povero Peppino Zuccala', l'amico intimo.

Redazione TirrenoNews

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