
SCALEA – 16 mag. – Controlli su allevamenti ovicaprini sono stati eseguiti nei giorni scorsi dai militari della Stazione carabinieri forestale di Orsomarso unitamente al servizio veterinario dell’Asl di Praia a Mare .
Tali controlli sono stati effettuati al fine di verificare la corretta gestione degli allevamenti e della relativa documentazione necessaria per la detenzione degli animali.
Nel Comune di San Nicola Arcella in località “Profondiero”, all’interno di un ricovero sono stati rinvenuti 28 ovini e 13 caprini, privi di marchi auricolari identificativi.
Si è pertanto proceduto al sequestro cautelativo degli animali e ad elevare sanzione amministrativa di 13mila euro al proprietario per omessa istituzione di registro di stalla e mancata registrazione aziendale.
Sempre a San Nicola Arcella nella località “Arcomagno” sono stati rinvenuti 24 ovini e caprini che pascolavano incustoditi in area percorsa dal fuoco.
Dai successivi controlli è emerso che alcuni di essi erano privi di identificazione mentre altri erano di proprietà di alcuni allevatori di comuni limitrofi.
Anche in questo caso si è proceduto al sequestro sanitario cautelativo del gregge, al fine di impedire ogni contatto con lo stesso con altre popolazioni di animali, e in attesa di ogni necessario accertamento sanitario volto all’identificazione di eventuali malattie infettive.
Gli accertamenti hanno poi portato alla denuncia di uno dei proprietari per appropriazione indebita e diffusione di malattie infettive, mentre si è constatato che altri animali erano stati ceduti senza aver fatto comunicazione al servizio veterinario competente.
Si è quindi proceduto anche a sanzionare gli ex proprietari per la mancata comunicazione.
Infine in località Santa Barbara del Comune di Scalea, si è provveduto a sottoporre a sequestro cautelativo fiduciario sette suini privi di marchi auricolari identificativi,in attesa di ogni necessario accertamento sanitario volto alla identificazione di eventuali malattie infettive.
Al detentore è stata elevata sanzione amministrativa di 430euro.
Nella serata di mercoledì è stata segnalata a Belvedere Marittimo una rapina a mano armata, avvenuta in contrada Sant’Andrea.
Secondo quanto riferito dall'avvocato Egidio Rogati che difende le vittime della rapina: quattro uomini sarebbero entrati in una abitazione della contrada, nel territorio interno di Belvedere Marittimo.
All'interno del fabbricato, due sorelle A.R. E F.R. Cinquantenni.
Le telecamere di videosorveglianza hanno aiutato a ricostruire i fatti delittuosi avvenuti poco dopo le ore 21.00 di mercoledì.
L'azione sarebbe stata portata a termine da quattro individui che avrebbero agito con il volto travisato.
E due sarebbero stati armati di pistola.
Con una mazza hanno sfondato l'ingresso dell’abitazione e minacciando le due sorelle hanno ordinato la consegna del denaro presente nell'abitazione oltre agli oggetti preziosi.
I quattro potrebbero aver agito dopo essersi ben documentati sull'obiettivo prefissato.
Da quanto si è appreso, infatti, avrebbero rapinato denaro e oggetti in oro per un valore calcolato intorno ai tremila euro.
I quattro, una volta entrati nell'abitazione, avrebbero anche usato la violenza verso le vittime della rapina; avrebbero infatti colpito con il calcio della pistola una delle due sorelle, per far capire le intenzioni.
Una situazione di grande terrore nei pochi minuti dell'azione portata a termine dai malviventi. I quattro forse sarebbero andati anche oltre, rovistando nell'abitazione, se non fosse intervenuto un vicino.
L'attenzione dell'uomo, infatti, sarebbe stata richiamata dai rumori prodotti e dalle urla delle due vittime. Immediatamente sono stati avvisati i carabinieri della locale stazione.
Sul posto anche gli specialisti dell'Arma.
Le indagini sono tuttora in corso.
Affacciato sul Mar Tirreno, Fiumefreddo Bruzio è un borgo medievale annoverato tra i Borghi più Belli d'Italia
Nel Basso Tirreno Cosentino, in provincia di Cosenza, Fiumefreddo Bruzio è un’importante meta turistica della Calabria ed è annoverato – sin dal 2005 – tra i Borghi più Belli d’Italia.
È una meraviglia paesaggistica e culturale, Fiumefreddo Bruzio. Si innalza su di un promontorio roccioso, affacciato sul Mar Tirreno, su di una propaggine di quel Monte Cucuzzo che della catena costiera dell’Appennino Paolano è la vetta più alta.
La sua è una conformazione morfologica molto particolare che, dal mare, sale sino a sfiorare i 1500 metri. Il suo nome deriva dal Flumen Frigidum, il fiume d’acqua potabile che sgorga dalla roccia a pochi chilometri dal mare. E il suo centro abitato – che è attualmente in fase di recupero, e che ha il volto della Calabria che intende riscattarsi e guardare avanti – ha origini medievali. Vi si accede tramite la porta merlata che si apre su Piazza del Popolo, che lascia intravvedere i vicoli ciottolati in pietra viva, segnati da tre monumenti.
Cosa vedere a Fiumefreddo Bruzio? Sicuramente la Chiesa Matrice di San Michele Arcangelo, datata 1540 e sulla cui facciata sono poi stati eseguiti diversi interventi; al suo interno sono conservate splendide tele di Francesco Solimena e di Giuseppe Pascaletti, autore anche della pala d’altare. E poi i ruderi del Castello, che è noto come “Palazzo della Valle” ed è costruito sulla parte alta del borgo, sugli strapiombi del vallone.
In realtà, Fiumefreddo Brozio è tutto un susseguirsi di chiese antiche e di palazzi storici, che mostrano i segni del tempo e che – proprio per questo – hanno un fascino immenso: palazzo del Barone del Bianco, palazzo Gaudiosi, palazzo Zupi col suo meraviglioso portone, palazzo Pignatelli. E poi l’antichissima chiesa dell’Addolorata (risalente all’XI secolo), o la chiesa di Santa Domenica col suo affaccio sul mare.
Ma è anche, questo, un borgo perfetto per chi è in cerca di specialità gastromomiche. Qui si possono assaggiare i formaggi lavorati secondo i metodi tradizionali, con latte delle mucche libere di pascolare sui crinali. E poi piatti tipici come la filiciata, a base di formaggio fresco su foglie di felce, o come la frittata di patate, una torta rustica preparata con le patate che arrivano dai campi dei dintorni e che, a dispetto del nome, non impiega le uova.