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La Calabria diventa la "Patria" delle prescrizioni

Mercoledì, 22 Aprile 2015 16:42 Pubblicato in Catanzaro

Nessun giornalista che si accinga a contare le prescrizioni dei processi nella nostra regione

Una via d'uscita semplice ed indolore per i processi difficili  o un  fallimento per la Magistratura ed ovviamente per il popolo.

Noi possiamo soltanto evidenziarli, di volta in volta , nella speranza che qualcuno si indigni ed eviti di iniziare se tanto, poi, sono destinati a prescriversi.

L'ultimo è il processo che  riguardava l'assunzione dell'ingegnere Elisabetta Grillea all'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ( arpacal) .

In questo caso la prescrizione è giunta per Antonio Scalzo oggi presidente del Consiglio regionale, al tempo direttore scientifico dell'Arpacal, poi per la stessa Elisabetta Grillea, per Mariantonietta Alia (responsabile del procedimento in questione), per Silvia Romano (componente del gruppo che ha curato l'istruttoria che ha portato all'assunzione in questione), per Francesco Caparello (dirigente del settore Risorse umane e Formazione), per Domenico Lemma (commissario Arpacal), per Luigi Luciano Rossi (direttore amministrativo), per  Vincenzo Mollace (direttore generale).

Prescritti, dunque, i reati di abuso d'ufficio e falso che erano stati ipotizzati a loro carico.

L'archiviazione è stata disposta dal gip di Catanzaro, Ilaria Tarantino.

Quanti altri processi sono destinati a prescriversi in Calabria?

Chi lo sa risponda!

Accade in un liceo della provincia di Cosenza ed i genitori denunciano vicenda

Il rapporto tra gli studenti della IV B del Liceo Scientifico di Roggiano Gravina e la loro insegnante di italiano e latino è difficile.

Ed allora i ragazzi hanno deciso di uscire dall'aula all'arrivo della professoressa per poi rientrare al termine della lezione.

Sulla vicenda i genitori hanno inviato un memoriale all'Ufficio scolastico regionale.

Nel mentre la dirigente scolastica ha deciso di dividere la classe in due gruppi che seguiranno le materie in altre classi. ( Ansa, 22 aprile 2015)

Affermano i genitori degli studenti dichiarano  «Il motivo di questa scelta drastica  sta nel fatto che ogni giorno che passa senza porre rimedio all’incompatibilità creatasi tra docente e studenti è un ulteriore danno che si aggiunge al già gravoso carico di sofferenza psichica che i nostri ragazzi si portano dietro fin dallo scorso anno scolastico.

I nostri figli sono costretti a subire ancora le prevaricazioni verbali e comportamentali della docente, che continua nel suo modus operandi, aggiungendo a tutto il resto commenti di aperta derisione nei confronti delle iniziative dei genitori e degli alunni stessi».

Tolleranza zero, sembra la parola d'ordine delle Forze dell'Ordine verso i comportamenti illeciti . Di tutti, anche dei profughi .

Una sorta di monito per fermare azioni improprie ed inaccettabili in un contesto di solidarietà  che ci vede come nazione probabilmente primi nel mondo.

Non si vuole esprimere nessun giudizio morale, ma per una legge che sanziona penalmente anche il furto per fame non è accettabile che 2 dei quasi 90 ospiti in Amantea possano sequestrare due degli operatori che li assistono minacciandoli di non farli uscire se non pagavano loro quanto dovuto!

La storia è antica.

Si chiama con il solito inglesismo che ci aggredisce " pocket money".

In italiano si traduce con paghetta, cioè quello che i genitori danno ai propri figli per educarli all'autonomo impiego dei soldi.

Si tratta di poco: 2,50 euro al giorno. cioè quasi 75 euro al mese. Una cifra che inviata in Nigeria magari aiuta le famiglie a pagare le spese del viaggio od a sopravvivere.

"Fanno" di più chiedendo l'elemosina davanti ai supermercati.

Quella del "pocket money" è stata anche alla base della prima reazione alla quale è conseguita la traduzione in caserma dei primi tre migranti, traduzione che è servita per mantenere calmi gli animi dei nostri ospiti.

Ma questa volta la reazione è stata "indotta"

Il personale della "Zingari 59", infatti, stava distribuendo 130 euro agli aventi diritto.

Un importo pari a 52 giorni, quelli decorrenti dall’8 settembre 2014 al 31 ottobre 2014 che la Prefettura ha "anticipato".

Anche "anticipato" è un eufemismo. Siamo ad Aprile. Se la Prefettura ( leggi Ministero competente) fosse più tempestiva, forse, queste cose non accadrebbero!

Comunque sia, gli addetti stavano erogando il "pocket money" quando  due Nigeriani  Michael Okosun,  29 anni e Lucky John,  22 anni, hanno fatto irruzione nell’ufficio dove avveniva il pagamento e dove venivano conservati i soldi e dopo averlo chiuso a chiave hanno minacciato i due operatori“se non ci consegnate i soldi che ci spettano non uscite da qui”.

Un evidente momento di perplessità, forse un pò di timore, poi la chiamata per l'intervento delle Forze dell'Ordine che è giunto immediato da parte dei carabinieri della caserma di Amantea agli ordini del maresciallo Massimiliano Diamanti e della Compagnia di Paola agli ordini del capitano Antonio Villano.

I Carabinieri hanno spiegato e fatto capire ai due profughi la gravità di quanto accaduto, che può comportare , ai sensi di legge, anche il rischio del rimpatrio forzato, e poi li hanno tratto in arresto per minacce e sequestro di persona.

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