
Aurea nacque in Puglia dove si tennero le prime 6 edizioni di cui 4 a San Giovanni Rotondo e le 2 successive a Foggia
Poi nel 2010 la Regione Puglia decise di non concedere i 250 mila euro chiesti da Spazio Eventi per l’organizzazione della settima edizione, dando vita a un’iniziativa similare, la BitRel (Borsa internazionale del turismo religioso e dei cammini dello spirito) la cui prima edizione si è tenuta nel novembre 2010.
Sappiamo che in Puglia ad Aurea c’erano circa 100 tour operator specializzati - selezionati dall’Enit, l’Agenzia nazionale del turismo Italiano - provenienti da 25 paesi di tutto il mondo.
Non sappiamo quanto si spende per Aurea in Calabria.
Sappiamo che lo scorso anno ( 2016) c’erano oltre 60 buyer provenienti da 20 Paesi europei e più di 200 operatori turistici.
Fino alla edizione del 2016 Aurea era la “borsa del turismo religioso e aree protette”
Nessuna informazione sui risultati per il turismo ottenuti grazie ad Aurea.
Nessuna analisi dei flussi turistici indotti, niente di niente
Nella edizione del 2017 ci sono stati 50 buyer internazionali specializzati nella pianificazione di viaggi religiosi, culturali e naturalistici. Meno, cioè dello scorso anno.
Ma non possiamo non notare che la Aurea calabro-pugliese è finita.
Non più turismo religioso e aree protette ma molto altro scelto per rivitalizzarla con nuovo ossigeno
Da quest’anno la Aurea diventa la Borsa del turismo aggiungendo al turismo religioso e delle aree protette molto altro, quasi tutto.
Solo per esempio elenchiamo qualcosa :
eccellenze religiose,
eccellenze culturali,
enogastronomia
eccellenze paesaggistiche
Centri religiosi di accoglienza
Luoghi di culto
Case di esercizi spirituali
Associazioni e Movimenti Ecclesiali
Itinerari e Cammini di Fede
Parchi Naturali
Siti Archeologici
Musei
Organizzazioni specializzate nei pellegrinaggi
Alberghi e Catene Alberghiere
Agriturismi e Bed & Breakfast
Residence e Ostelli
Insomma una vera e propria Borsa del turismo Calabrese
Finta ovviamente .
Perché le borse del turismo sono la somma dei paesi turistici, ognuno dei quali esprime la propria storia, la propria cultura, i propri tesori, i propri valori, il proprio sistema di ricezione, i propri depliants, la propria ospitalità.
Ma siamo lontani, molto lontani
Presidente Oliverio cominci a rendere pubblici i dati delle presenze alberghiere per comune e per mese.
Permetta ai calabresi di valutare se davvero la Calabria è bene amministrata.
Lo diciamo con franchezza . Ci pare che l’unica cosa positiva di questa Aurea sia stata la presenza della sottosegretaria al turismo Dorina Bianchi.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa
Sarà presentato dall’Uniauser e dal circolo Auser di Paola, con il patrocinio del Comune di Paola, giovedì 28 settembre alle ore 17.00 presso il Centro Laboratoriale 7 Canali, nel cuore del centro storico di Paola, il libro “Economia decente” (Edizioni Gruppo Abele) di Francesco Maggio, economista e giornalista che da molti anni insegna e scrive sui rapporti tra etica, economia e società civile.
In questo libro l’autore mette a nudo l’inadeguatezza del modello economico dominante, troppo lontano dai reali problemi sociali, inadatto, quindi, ad eliminare le disuguaglianze.
L’autore però non si limita soltanto ad analizzare i diversi errori in cui incorrono gli economisti, gli industriali, il sistema finanziario/bancario, il Terzo Settore, avanza anche proposte di cambiamento affinché l’economia diventi decente, conforme cioè al decoro, alla dignità, al pudore.
Un’economia, insomma, che metta al centro delle sue dinamiche di funzionamento l’uomo, la persona, la dignità umana.
Alla presentazione prenderanno parte, oltre all’autore, il Sindaco di Paola Roberto Perrotta e i dirigenti del circolo Auser e Uniauser Paolo Alampi, Gianpaolo Calabrò e Andrea Signorelli..
Era l’estate del 1962 quando il Brasile vinse i campionati mondiali di calcio, sentiti per radio ( e chi aveva al tempo una televisione!) e noi ci preparavamo a scegliere le scuole superiori da frequentare per avere, se possibile, un futuro migliore dei nostri genitori e nonni, cioè senza essere costretti obbligatoriamente ad emigrare all’estero.
Ed intanto ci abbronzavamo al caldo sole del tirreno cosentino, magari, corteggiando le prime turiste da dovunque venissero, intontiti da Edoardo Vianello con il suo famoso 45 giri “Pinne fucile ed occhiali”, mentre Adriano Celentano cantava “Si è spento il sole”.
Ad Amantea c’era solo il liceo scientifico, a Paola la Ragioneria, il geometra ed il magistrale, a Fuscaldo l’industriale.
Noi scegliemmo l’ ITIS e ci trovammo a Fuscaldo in un istituto interamente maschile.
Da Amantea si partiva alle 6,25, e da Campora SG o Praia a mare addirittura prima. D’inverno a quell’ora era ancora buio
Né era più facile il ritorno che avveniva intorno alle 15, quasi mai in orario. Talvolta giungevano di sera, senza vedere se non domenica il sole di Amantea.
Spesso per riuscire ad arrivare prima salivamo al volo sui carri merci ( roba da ammazzarci!) che ci portavano a Paola dove prendevamo il trenino o ci facevamo in tempo record , a piedi, il tratto Fuscaldo Paola, di corsa ,con il cappotto ed una pesante borsa di libri. Magari per vedere il trenino appena partito!
Già durante l’estate vivemmo il terremoto dell’Irpinia ed i 16 mila senzatetto.
Nemmeno il tempo di iniziare l’anno scolastico, poi, che scoppiò la crisi dei missili di Cuba e per due settimane il mondo temette di essere alla vigilia di una guerra nucleare.
Era il 14 ottobre del 1962, quando un aereo spia americano U2 fornì le prove fotografiche che i sovietici stavano installando delle basi missilistiche a Cuba, posizionate in direzione degli USA.
Forse valse a scongiurare una guerra l’accorato di papa Giovanni XXIII.
Insomma gli esordi non erano dei più favorevoli.
Le uniche ragazze le incontravamo sul treno dirette al magistrale ed alla ragioneria di Paola. Nemmeno al geometra c’erano ragazze. Almeno per i primi anni.
A Fuscaldo la prima ragazza arrivò quando noi facevamo il quarto anno; piccolina, anche bruttina, ma comunque donna.
Molti di noi ancora portavamo i pantaloncini corti che avevamo alla scuola media .
L’anno successivo, il secondo, il 1963, iniziò con un disastro peggiore del terremoto dell’Irpinia, quale fu quello del Vajont, occorso la sera del 9 ottobre 1963, dovuto alla caduta di una colossale frana nel bacino omonimo le cui acque tracimarono. L'onda generata provocò l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di ben 1910 persone.
Noi stavamo per affrontare le materie tecniche ed in particolare meccanica che ci apparve o ci venne fatta apparire come difficile , quasi impossibile .
L’ingegnere Troia ci atterriva!
Più facili, macchine, tecnologia, fisica, chimica e tutte le altre materie.
Fu quello il tempo del preside che ci voleva in giacca e cravatta quasi come se fossimo del ginnasio.
E fu anche il tempo in cui la scuola mancava totalmente di riscaldamenti e stavamo in classe con il con il cappotto.
Ma si superava tutto.
L’amicizia era il collante capace di farci superare tutto.
Parlavamo anche di università.
Anzi lo sciopero organizzato a Fuscaldo fu tra i primi di tutta la Calabria, se non il primo.
Il lungo corteo che sfilò per le strade della cittadina tirrenica, all’unisono gridava U.NI.VER.SI.TA’ poi sostituito dal termine A.TE.NEO, più facile da scandire, ma era ai più sconosciuto.
Cosa ricordare di quegli anni?
Tantissime cose.
Per esempio quando cercammo di aiutare Firenze allagata dall’Arno.
Un aiuto solo ipotizzato perché non fummo aiutati da nessuno a farlo. Noi potevamo offrire le braccia ed il cuore ma non sapevamo come fare.
Per esempio quando il trenino si fermò Longobardi perché il mare si era mangiato il rilevato ad Acquicella e fummo portati a Belmonte Calabro, Amantea e Campora SG dalle auto dei parenti ed amici e tutti quelli che eravamo rimasti in stazione da un camion dei “Saiuoli”, inviatoci da Ninno!
Per esempio il giornalino della scuola che ci fece imbattere nella prima censura da parte di docenti che erano incapaci di capire i tempi che erano già arrivati ed ancora meno quelli che stavano per sopraggiungere.
In Vietnam c’era la guerra, don Milani parlava di Obiezione di coscienza, in Piazza Tien An Men sfilarono 5 milioni di Guardie Rosse, per risparmiare iniziava l’ora legale, per la prima volta si poteva battezzare un bambino con un nome che non fosse quello di un santo, cominciarono i primi grandi scioperi che anticiparono il 68!
Ed i nostri scritti vennero apostrofati con le tre lettere ABC quando osavamo dire qualcosa fuori dalle righe.
ABC era un settimanale di articoli di politica, costume e società, nel quale venivano pubblicati anche articoli scandalistici, di costume e foto osé.
Poi il diploma, nel lontano 1967, quando si “davano” tutte le materie.
Fummo gli ultimi a diplomarci con il vecchio sistema.
Dall’anno successivo gli esami cambiarono, furono più facili.
Giorni indimenticabili. I giorni della gioventù. Quella che ti faceva sorridere comunque ed a dispetto di tutto e chiunque.
Poi gli abbracci ed ognuno di noi prese la sua strada.
Beh, si, alcuni ci incontrammo, magari per gruppi territoriali.
Ci si rivide dopo 25 anni,per impulso di Franco Calvano il “cardinale”.
Oggi ci si rincontra dopo 50 anni.
Una vita.
Qualcuno manca, ma nessuno di noi li ha dimenticati. Impossibile.
Qualcuno non è presente anche se sarebbe voluto esserlo.
Ci sarà certamente l’anno prossimo quando ci rincontreremo, questa volta ad Amantea.
Se Dio vuole.
Ieri
Oggi