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Fino ad ieri il popolo italiano andava fiero perché veniva considerato da tutti come un popolo di eroi, di santi, di navigatori e di poeti.

Poi col passare degli anni si era aggiunto il titolo di 60 milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio.

 

Oggi il titolo che va per la maggiore e che dovrebbe farci riflettere e vergognare è: un popolo di falsi professionisti.

Quante storie dobbiamo registrare purtroppo ogni anno e quanti processi vengono celebrati nei Tribunali contro persone per frode sulla professione.

Basta guardare la trasmissione “Striscia la notizia” per renderci conto.

Quante storie ci racconta l’inviato di “Striscia” e quante verità vengono a galla.

Perché c’è sempre un’altra storia dietro a quella che vediamo.

Quanti personaggi hanno fatto carriera negli ospedali, nelle cliniche private, nei laboratori, nella scuola, nei tribunali, nei pubblici uffici senza averne i titoli e senza che nessuno se ne fosse accorto. Quando poi la verità viene fuori per sbaglio, i colleghi e le colleghe dei furfanti rimangono basiti e cadono dalle nuvole.

Ma era così bravo!

Esercitava la professione con scienza e con coscienza!

Era sempre presente sul lavoro!

Tutti dicevano che era sempre gentile con tutti!

Ogni anno in Italia vengono scoperte e denunciate migliaia e migliaia di persone che esercitano una professione abusiva e il piccolo esercito dei falsi e degli imbroglioni si ingrossa sempre di più.

Vi ricordate la storia di quel primario dell’ospedale San Nicola Pellegrino di Trani scoperto per caso quando ha presentato le carte per andare in pensione?

Erano tutte false.

E di quella dottoressa di Lecce scoperta dopo aver esercitato la professione di ginecologia all’ospedale per diversi anni senza avere mai conseguito la laurea in medicina e chirurgia?

Aveva frequentato l’Università di Bari soltanto due anni e superato appena cinque esami.

Aveva cominciato la professione sostituendo i colleghi durante le ferie estive.

E poiché tutto era andato per il verso giusto e si era dimostrata capace e tutti la riempivano di lode ,continuò ad esercitare la professione per diversi anni.

Con vera faccia tosta aveva finanche appeso la laurea falsa nello studio ben attrezzato dove riceveva le pazienti.

E la storia di quella signora napoletana che aveva fatto credere al padre ed ai familiari che si era laureata in Legge e che non li aveva invitati il giorno della laurea perché si sarebbe agitata troppo? Ha affrontato centinaia e centinaia di cause perdendone soltanto una.

Ma questa causa persa l’ha portata alla rovina.

Non ha avuto il coraggio di dire al suo assistito che avevano perso la causa e si inventò una bugia: il Tribunale di Napoli gli aveva riconosciuto un lauto indennizzo.

Non era vero e lei, purtroppo, questi soldi glieli doveva dare e non li aveva.

Alla fine non ha resistito e si è autodenunciata.

L’unica causa persa l’ha portata alla rovina.

Il giorno che ha deciso finalmente di dire tutta la verità al padre, al marito, ai figli, ai colleghi,, le è crollato tutto il mondo addosso: il marito l’ha lasciata, gli amici ed i colleghi sono spariti.

Nella nostra provincia di Cosenza e proprio in un paese molto vicino al nostro alcuni anni fa una ragioniera ha sostituito il fidanzato medico per diversi mesi visitando e prescrivendo medicinali con ricette, timbri e firme vere.

Il giochetto ha funzionato alla perfezione per diversi mesi, ma poi i Carabinieri hanno scoperto il tranello e hanno messo fine alla vicenda.

Al medico e alla fidanzata, in fondo, è andata benissimo perché il Gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari, sospendendo dalla professione il medico, quello vero, soltanto per due mesi. Negli anni 70 a Cosenza venne scoperto un professore molto stimato ed affermato anche nel campo della politica e che aveva insegnato per diversi lustri presso l’Istituto Magistrale “Lucrezia della Valle” senza aver mai conseguito la laurea in Lettere.

Tutti questi falsi medici, avvocati, odontoiatri, professori, spesse volte vengono a galla perché denunciati o nel momento in cui presentano i documenti per andare in pensione, altrimenti nessuno li avrebbe mai beccati.

In fondo rischiano poco e poi una laurea finta si può comprare spendendo pochi spiccioli.

Anche nella nostra regione una laurea finta si può sempre comprare in una stamperia clandestina. Le condanne che vengono inflitte dai Tribunali sono lievi e i falsi medici, avvocati, professori le accettano ben volentieri.

Ma la vera condanna per loro, però, non è quella penale e pecuniaria, è quella della vergogna e dell’isolamento.

Gli amici spariscono, la moglie o il marito divorziano, i figli si allontanano, i colleghi non li salutano più, la gente li guarda con disprezzo.

Alcuni non hanno retto e si sono suicidati, altri hanno ucciso genitori, figli, mariti o moglie.

La finta avvocatessa di Napoli, invece, di fronte alla verità, ha deciso di affrontarla.

Ed ha fatto benissimo. In fondo è stata davvero una brava avvocatessa.

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Riceviamo e pubblichiamo :

Una due giorni attraversando la Calabria, per ascoltare le esigenze dei territori e per incontrare quelle eccellenze presenti sul territorio da sostenere e valorizzare.

 

Si è concluso questa mattina con la visita al Santuario di Paola il viaggio in Calabria di “Destinazione Italia”, il tour di ascolto del segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi.

Soddisfazione per la due giorni è stata espressa da Enza Bruno Bossio, deputata calabrese del Partito Democratico, anche lei in viaggio insieme al segretario Renzi.

Durante la due giorni, inoltre, il viaggio è stato l’occasione perché attraverso più incontri svoltisi sul treno in corsa, la deputazione calabrese e il presidente Oliverio hanno avuto modo non soltanto di fare un bilancio delle politiche che il governo nazionale e la Regione hanno messo in campo, ma hanno tratteggiato gli impegni per un’accelerazione delle azioni attuative affinché i segni di ripresa che la Calabria già oggi sta registrando possano irreversibilmente consolidarsi.

 

“In questo viaggio calabrese – spiega Enza Bruno Bossio - il #TrenoPD ha incontrato la Calabria migliore.

Molto è stato fatto in questi mesi da Oliverio, Renzi e Gentiloni.

Ovviamente, c’è ancora tanto da fare: infrastrutture e alta velocità sono ancora una priorità per una Calabria meno periferica.

Il viaggio non ha evidenziato solo criticità sociali ed infrastrutturali, ma è stato un’opportunità affinché Renzi potesse incontrare esperienze e testimonianze di una Calabria che ha tanto da dare all'Italia intera.

Ripartiamo da qui, ripartiamo dai territori e dalle certezze di una terra ricca di bellezze e di una straordinaria umanità”.

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Voci sussurrano che Luca e Franco Morrone intendano ampliare la loro azione di accoglienza dei migranti in quel di Fuscaldo.

 

E’ noto che i Morrone già operino sia in San Marco Argentano con un centro aperto presso l’Hotel Incontro, sia a Fuscaldo in contrada Lago

Parliamo di Luca Morrone presidente di ''Villa Sorriso.

Proprio Luca pochi mesi fa ha accompagnato una rappresentativa dei migranti del Cas di Fuscaldo, quattro donne e quattro uomini di nazionalità diverse, presso il comune di Fuscaldo per consegnare al sindaco Gianfranco Ramundo la maschera etnica realizzata dal migrante Osariemen Silva, con il relativo supporto nonché la targa di ringraziamento in cui si legge:

“I migranti del Cas di Fuscaldo, gestito da Villa Sorriso, desiderano esprimere il loro ringraziamento alla cittadinanza per l’accoglienza ricevuta.

Nel manifestare la loro gratitudine e riconoscenza, fanno dono alla comunità di Fuscaldo, nella presona del sindaco Gianfranco Ramundo, di una maschera tribale opera del migrante, Osariemen Silva.

 

La maschera rappresenta la regina Idia, una donna di grande carisma e personalità vissuta alla fine del XV secolo, dotata di poteri mistici e conoscenze medicali, che aiutò il figlio Esige a ristabilire la forza militare e l’unità del regno.

L’opera, modellata a mano in sabbia e cemento con strumenti semplici, utilizzando cucchiaio e coltellino è stata dipinta ad olio in nero e oro''.

Anche il sindaco ha consegnato una pergamena di ringraziamento al migrante Silva e al direttore del Cas Francesco Morrone.

Ora sembra che i Morrone intendano ampliare la loro presenza nel settore della accoglienza dei profughi aggiungendo ai centri gestiti e controllati anche uno nuovo che dovrebbe utilizzare pate del Sangrilà della famiglia Mazza.

Se le informazioni si dimostreranno vere vi faremo sapere.

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