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I carabinieri della caserma di Lamezia Terme-Sambiase hanno arrestato e posto ai domiciliari Gino Palmieri, di 24 anni, già noto alle forze dell'ordine ed ex avvisato orale di ps, per il possesso di 103 grammi di marijuana ed un bilancino di precisione.

 

L'arresto è stato poi convalidato dal gip che ha disposto la misura dell'obbligo di dimora nel comune di Lamezia Terme.

La droga è stata trovata nel corso di una perquisizione in un magazzino, occultata in un barattolo sistemato all'interno di un frigorifero dismesso.

Nella soffitta dell'abitazione sono state trovate tre lampade alogene con parasole, alcuni vasi, un recipiente in plastica con all'interno 5 arbusti tagliati di canapa indiana, una forbice impregnata di marijuana, un trita erba elettrico e materiale utile al confezionamento per il relativo "smercio".

 

Palmieri, inoltre, secondo l'accusa, aveva creato un collegamento abusivo ad una cassetta esterna di derivazione dell'Enel.

ANSA 14-09-2016 16:31

Pubblicato in Lamezia Terme

221 deputati e 73 senatori hanno sottoscritto la proposta di legge “ Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati”.

 

Tra i firmatari tanti parlamentari del PD , del M5s, di SEL.

Nel mentre in Calabria vengono scoperte, in ogni dove, tantissime piantagioni di marijuana.

 

 

Della legge si parlerà lunedi 29 agosto ore 20:30 in Piazza Calavecchia.

Ecco una sintesi dalla proposta legislativa avente primo firmatario Civati:

Il possesso

Si stabilisce il principio della detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche. Rimane comunque illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis, anche per quantità inferiori ai 5 grammi. È inoltre consentita la detenzione di cannabis per uso terapeutico entro i limiti contenuti nella prescrizione medica, anche al di sopra dei limiti previsti per l’uso ricreativo.

 

L’autocoltivazione

È possibile coltivare piante di cannabis, fino a un massimo di 5 di sesso femminile, in forma sia individuale, che associata. È altresì consentita la detenzione del prodotto ottenuto dalle piante coltivate. Per la coltivazione personale è sufficiente inviare una comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio e non è necessaria alcuna autorizzazione. I dati trasmessi sono inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…), e non possono essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste dalla procedura di comunicazione.

 

I cannabis social club

Per la coltivazione in forma associata, è necessario costituire una associazione senza fini di lucro, sul modello dei cannabis social club spagnoli, cui possono associarsi solo persone maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a cinquanta. Ciascun cannabis social club può coltivare fino a 5 piante di cannabis per ogni associato. È possibile iniziare a coltivare decorsi trenta giorni dall’invio della comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio. Anche in questo caso le comunicazioni sono protette dalle norme previste per i “dati sensibili” dal Codice Privacy.

 

La vendita

È istituito il regime di monopolio per la coltivazione delle piante di cannabis, la preparazione dei prodotti da essa derivati e la loro vendita al dettaglio. Per queste attività sono autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli anche soggetti privati. Sono escluse esplicitamente dal regime di monopolio la coltivazione in forma personale e associata della cannabis, la coltivazione per la produzione di farmaci, nonché la coltivazione della canapa esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali. Per le attività soggette a monopolio sono previsti principi (tracciabilità del processo produttivo, divieto di importazione e esportazione di piante di cannabis e prodotti derivati, autorizzazione per la vendita al dettaglio solo in esercizi dedicati esclusivamente a tale attività, vigilanza del Ministero della salute sulle tipologie e le caratteristiche dei prodotti ammessi in commercio e sulle modalità di confezionamento, ecc. ecc.), la cui attuazione è delegata a tre decreti ministeriali. La violazione delle norme del monopolio comporta, in ogni caso, l’applicazione delle norme di contrasto alla produzione e al traffico illecito di droga.

 

Per curarsi meglio

Sono previste norme per semplificare la modalità di individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Sono inoltre semplificate le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci contenenti cannabis. L’obiettivo è quello di migliorare una situazione, come quella attuale, in cui il diritto a curarsi con i derivati della cannabis è formalmente previsto, ma sostanzialmente impedito da vincoli burocratici, sia per l’approvvigionamento delle materie prime per la produzione nazionale, sia per la concreta messa a disposizione dei preparati per i malati.

Fuori, no!

Si stabilisce un principio generale di divieto di fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Sarà possibile fumare solo in spazi privati, sia al chiuso, che all’aperto.

 

Se fumi, non guidi

Come per l’alcol, la legalizzazione della cannabis non comporta l’attenuazione delle norme e delle sanzioni previste dal Codice della strada per la guida in stato di alterazione psico-fisica. Nel caso della cannabis, rimane aperta comunque la questione relativa alle tecniche di verifica della positività al tetraidrocannabinolo (THC) che attestino un’alterazione effettivamente in atto, come per gli alcolici, e non solo un consumo precedente che abbia esaurito il cosiddetto effetto “drogante”.

 

La prevenzione

I proventi derivanti per lo Stato dalla legalizzazione del mercato della cannabis sono destinati per il 5% del totale annuo al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative relative alla violazione dei limiti e delle modalità previste per la coltivazione/detenzione di cannabis, sono interamente destinati ad interventi informativi, educativi, preventivi, curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti.

Pubblicato in Politica

Premesso che in Calabria è difficile poter avere dati statistici certi e reali.

Ad ogni livello, esportazioni comprese.

Anche in agricoltura.

 

 

 

Dal censimento del 2010 traiamo qualcuno di questi dati.

Per esempio la SAU ( Superficie Agricola Utilizzata) calabrese è investita per oltre un terzo a coltivazione di olivi destinati alla produzione di olio.

Seguono i pascoli con il 22.5%.

In terza posizione,tra i seminativi, il frumento con il 7,5% della SAU.

Seguono gli agrumi con il 6,4%.

E poi potremmo continuare a lungo.

In questo elenco mancherebbe sicuramente la marijuana con non viene censita, ma che è oltremodo presente in ogni dove.

Me è prova l’altissimo numero di piantagioni obbligatoriamente abusive che vengono trovate dalle Forze dell’ordine.

E sembra che si tratti, come del resto quasi tutto in Calabria, di marijuana di altissima qualità che ben potrebbe come altro ottenere il riconoscimento dell’IGP e di avere un mercato sovraregionale.

Scherziamo, ovviamente.

Resta, infatti, tutto da assodare, ma gioca a favore della nostra regione la esperienza acquisita su campo da centinaia di coltivatori diretti che dopo la liberalizzazione della produzione e del consumo potrebbero ritornare al lavoro.

Pubblicato in Calabria

La sua esperienza di magistrato in prima linea nella lotta alla, ndrangheta gli fa dire diverse cose.

Tra queste che “La marijuana è il primo passaggio per arrivare poi all’assunzione di droghe pesanti”.

 

E poi che “Uno Stato democratico non può permettersi il lusso di legalizzare ciò che provoca danni alla salute dei cittadini”.

Infine che si tratta di una “ Industria legata alle ndrine”.

 

Ecco cosa scrive AGI:

“Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, ribadisce all’AGI il fermo e convinto no all’ipotesi di legalizzazione delle droghe leggere.

Un no espresso più volte nel corso di 30 anni di carriera, sempre in prima linea contro il narcotraffico.

Gratteri non ne fa solo una questione di principio, ma argomenta il suo no con motivazioni economiche e di contrasto alla criminalità.

Perché se dal punto di vista economico “il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie è quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalità trae dal traffico di cocaina e eroina” è anche vero che “spesso la marijuana è il primo passaggio per arrivare poi all’assunzione di droghe pesanti, questo è quello che mi raccontano, ogni volta che li vado a trovare, i giovani che vivono nelle comunità terapeutiche per disintossicarsi”.

Un’industria che non è affatto di secondaria importanza per la ‘ndrangheta, ma che resta ben ancorata alle ‘ndrine: “Vi sono vaste aree dell’Aspromonte controllate dalle cosche in cui si produce marijuana.

Così come accadeva nella stagione dei sequestri, il pastore che custodiva il gregge allo stesso tempo controllava il sequestrato, oggi – conclude Gratteri – fa da guardiano alla piantagione”. (AGI)

 

Una battaglia difficile quella di Gratteri visto che la decisione spetta alla politica e molti politici sono assuntori di droghe.

Pubblicato in Calabria

I carabinieri mettono a segno un altro colpo.

 

L’accertamento che la coltivazione di Marijuana ad Amantea non è mai cessata.

Ci fu un tempo in cui questa pianta veniva coltivata nelle zone periferiche di campagna o nelle zone cittadine marginali e perfino nelle case di abitazione.

 

Parliamo di produzione destinata allo smercio.

Ed oggi se ne trova anche per un probabile uso personale.

Non molto in verità ; parliamo di dieci/venti piantine cresciute in casa, al sicuro dalle intemperie e di cui occorreva aspettare solo la crescita più rigogliosa possibile.

 

Ma il diavolo ci ha messo le corna e la produzione non è andata in porto.

Infatti i Carabinieri di Amantea in una delle loro continue azioni di controllo del territorio, di quelle che da qualche tempo vengono condotte dai militi della locale caserma, ora guidata dal maresciallo Cerza, sono arrivati nella abitazione di N.M. ( N è il nome) abitante in una zona agricola lontana dagli abitati di Amantea e Campora SG e lì hanno scoperto queste piantine, ovviamente, sequestrandole e successivamente destinandole alla distruzione.

 

N. M. è un utilizzatore abituale, così che è facile intuire le vere generalità.

Un premio alla fantasia.

 

In un apparta mento in disuso impiantano 323 piante di marijuana tutte riposte singolar mente all'interno di vasi.

 

Per accelerarne la crescita creano un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica

 

Non mancava nulla, nemmeno le ventole di aerazione.

 

Le piantine erano già di altezza tra 50 e 70 centimetri.

 

Ma i Carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni li arrestano, in flagranza di reato.

 

Si tratta di Giuseppe Sgarano, di anni 52, e Rocco Rocco, di anni 51, entrambi di Scilla e già noti alle forze dell'ordine.

 

Gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Arghillà, in attesa del rito direttissimo

Pubblicato in Reggio Calabria

Sono entrati abusivamente in una casa per vacanze e la hanno trasformata in un opificio per la produzione di marijuana.

 

Il proprietario era lontano e non se ne poteva accorgere.

L’appartamento faceva parte di un residence di Punta Safò, a Briatico.

 

Non solo ma per evitare che avesse sospetti i produttori si erano collegati abusivamente alla rete elettrica.

 

I servizi sanitari erano stati divelti ed il bagno era diventato un laghetto che permetteva di far crescere le piante senza doverle annaffiare.

 

Gli agenti della Squadra mobile di Vibo Valentia hanno trovato una vera e propria piantagione con 287 fusti di cannabis alti fino a circa un metro e novanta.

Le piantine di cannabis sono state distrutte sul posto.

 

Se fossero state avviate sul mercato avrebbero permesso un rilevante incasso.

Sono in corso indagini per individuare le persone responsabili della coltivazione di sostanza stupefacente.

Pubblicato in Calabria

Raramente ad Amantea si sono viste così tanto e così spesso le unità cinofile dei Carabinieri. Ed i risultati cominciano ad esserci.

E' il caso del giovane operaio quasi trentenne MF di San Pietro in Amantea, il piccolo borgo alle spalle di Amantea che aveva impiantato una vera e propria serra per la produzione di marijuana.

Diverse decine di piantine appena  germogliate e nascoste in un case di un pc.

Piantine che poi sarebbero dovute essere trapiantate in pieno campo  per potersi sviluppare e dalle quali  si potevano ottenere diversi kg di sostanza stupefacente

Non quindi droga per autoconsumo.

Peraltro nella casa del giovane è stato trovato anche un bilancino di precisione

Da qui l'arresto, poi, convalidato dal giudice, il quale ha anche disposto per l’imputato la misura dell’obbligo della firma.

L'operazione è stata condotta dagli uomini della caserma dei Carabinieri di Amantea  guidati dal maresciallo Diamanti.

Pubblicato in Basso Tirreno

Adolfo Foggetti comincia a “colpire”.

I lunghi “viaggi” in città di Adolfo Foggetti e le sue indicazioni erano rimasti finora nel vago.

Ora, invece, cominciano a “colpire nel segno”

Avantieri Amantea è stata piena di Carabinieri compresi il gruppo di specialisti con i cani antidroga.

Poi, a colpo sicuro, il ritrovamento di un fucile a canne mozze, di 400 gr marijuana e di un numero imprecisato di proiettili.

Il rinvenimento è avvenuto in un casolare disabitato delle colline amanteane.

Ora le indagini sono tese ad accertare gli utilizzatori di questo casolare e quindi la appartenenza di quanto rivenuto.

All’uopo sembra che siano state o saranno cercate impronte digitali sia nell’immobile che sul fucile.

Ovviamente gli investigatori muovono nella direzione della ricerca di eventuali usi del fucile, in loco ed altrove.

Stando alle informazioni raccolte, gli investigatori sono orientati anche a cercare le conferme a quanto dichiarato da Foggetti, che ha fatto diversi nomi ancora non pubblici, proprio per la necessità della verifiche atte ad essere sottoposte al giudizio dei magistrati competenti.

Sembra ovvio che le informazioni del Foggetti stiano per essere, di volta in volta, sottoposte a prova e che pertanto i luoghi dallo stesso indicati saranno prima o dopo attenzionati o visitati e questo indipendentemente dal fatto che il pentito li abbia o meno visitati e/o frequentati o ne abbia sentito solo parlare.

Ed è ben strano che in presenza quantomeno dei sospetti che il pentito avesse descritto minuziosamente luoghi e persone, queste non abbiano proceduto ad eliminare armi e droga.

A meno che non si sospettasse che i luoghi potessero essere già attenzionati e si volesse evitare di essere intercettati e colti sul fatto.

Comunque sia si tratta di un buon “colpo” degli investigatori. Ad Amantea le armi erano state sempre cercate e mai trovate.

Pubblicato in Politica

Tra i 60 parlamentari che hanno aderito all’intergruppo proposto dal Sottosegretario agli Esteri sen. Benedetto Della Vedova, per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana, sono due i deputati calabresi, Enza Bruno Bossio e Nico Stumpo.

Sono numerose le personalità e gli intellettuali che, da tempo, anche in Italia si vanno pronunciando sulla opportunità che il Parlamento ed il Governo pervengano a questa decisione.

Pronunciamenti autorevoli sono pervenuti da Umberto Veronesi e, recentemente, da Roberto Saviano che ha pubblicato su “Repubblica” le ragioni della giustezza della scelta anche al fine di contrastare gli affari della mafia a livello nazionale ed internazionale.

Nella sua ultima relazione annuale la Direzione Nazionale Antimafia ha denunciato esplicitamente “il totale fallimento dell’azione repressiva e la letterale impossibilità di reprimere meglio e di più la diffusione dei cannabinoidi”.

Per questo la DNA propone “politiche di depenalizzazione” che potrebbero essere efficaci per ridurre il carico giudiziario e per prosciugare un mercato che è, in grande parte, appannaggio di associazioni criminali agguerrite.

Significativo, a questo proposito, è il numero di adesioni registrato sul tweet di Enza Bruno Bossio “con legalizzazione #cannabis si colpisce il mercato illegale controllato dalla mafia, in particolare dalla ndrangheta”.

L’impegno proposto dal sen. Della Vedova è quello di affidare all’intergruppo parlamentare il compito di redigere e presentare un disegno di legge da sottoporre all’attenzione ed all’approvazione delle Camere entro questa legislatura. Roma, li 15 marzo 2015 .Ufficio Stampa On. Vincenza Bruno Bossio

IX Commissione - Trasporti, Poste e Telecomunicazioni Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie.

Pubblicato in Cosenza
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