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gocciaIl bene comune può essere caratterizzato da due definizioni. Una è la 'non rivalità,' il che significa che il godimento di una persona di un bene non diminuisce la capacità di altre persone di godere dello stesso bene. L'altra è la 'non-escludibilità,' il che significa che alle persone non può essere impedito di godere dello stesso bene. La qualità dell'aria è un importante esempio ambientale di un bene comune. In molte circostanze, il respirare dell’aria fresca di una persona non riduce la qualità dell'aria per gli altri; e alla gente non può essere impedito di respirare l'aria. Il bene comune è definito tale in contrasto con il bene privato, che è, per definizione, sia rivale che escludibile. Un panino è un bene privato, perché mangiare un panino di una persona diminuisce chiaramente il suo valore per qualcun altro, e il panino è tipicamente escludibile a tutti gli individui non disposti a pagare. (Da questo scenario, naturalmente, emerge il proverbiale “nessun pranzo gratis”). Molte risorse ambientali sono caratterizzate come beni comuni, tra cui la qualità dell'acqua, lo spazio aperto, la biodiversità, e un clima stabile. Questi esempi si affiancano ai classici beni comuni come le torri dei fari, la difesa nazionale, e la conoscenza. In alcuni casi, tuttavia, è ragionevole chiedersi se le risorse ambientali sono beni comuni in senso completamente puro. Con gli spazi aperti, ad esempio, la congestione tra coloro che ne godono può causare un certo grado di rivalità, e non tutti gli spazi aperti sono accessibili a tutti. Tuttavia, molte risorse ambientali si avvicinano molto alla definizione di puro bene comune, e anche quando non è precisamente così, (più vicino ad un impuro bene pubblico), il concetto di base è utile per capire le cause di molti problemi ambientali e potenziali soluzioni. L’acqua, per esempio, è un bene comune ed un diritto umano. La sua gestione deve essere pubblica. L’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita. L’acqua costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti. Oggi sulla Terra più di un miliardo e trecento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Si prevede che nel giro di pochi anni tale numero raggiunga i tre miliardi. Il principale responsabile di tutto ciò è il modello neoliberista che ha prodotto una enorme disuguaglianza nell’accesso all’acqua, generando oltretutto una sempre maggior scarsità di quest’ultima, a causa di modi di produzione distruttivi dell’ecosistema. Pur tuttavia, vi sono potentati socio-economici che hanno come fine anche la privatizzazione dell’acqua e l’affidamento al cosiddetto libero mercato della gestione delle risorse idriche che, imperterrite travalicano trasversalmente le diverse culture politiche ed amministrative. Come è ormai consuetudine, la democrazia italiana non ha molto rispetto per le proprie leggi. Nel 2011 i cittadini italiani dissero che andava abrogato il decreto Ronchi, che obbligava gli enti locali a mettere a gara anche la distribuzione dell’acqua nelle case, e che andava cancellata la voce della bolletta che garantiva “adeguata remunerazione del capitale investito dai gestori”. Gli italiani dissero che quel servizio non andava messo sul mercato, ma gestito dal pubblico senza fini di lucro. Quanto contarono i 26 milioni di italiani che in quel lontano giugno del 2011 votarono “sì” ai due referendum sull’acqua pubblica? Poco o niente. Così confermava, non molto tempo fa il governo Renzi: la gestione dei servizi idrici non doveva essere pubblica, ma di mercato. Insensibile al fatto che, nel 2010 le Nazioni Unite riconoscevano il libero accesso all'acqua come un diritto dell’umanità. Dopo decenni di liberismo sfrenato, gli effetti della messa sul mercato dei servizi pubblici e dell’acqua dimostrano come solo una proprietà pubblica e un governo pubblico, degno di tale nome, possono garantire la tutela di questa irrinunciabile risorsa, il diritto e l’accesso all’acqua per tutti e la sua conservazione per le generazioni future.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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PIAZZA FALCONECertamente tutti i cittadini di Amantea ricorderanno benissimo le foto di gruppo e i volti sorridenti di Sindaco e accoliti che, nel luglio scorso, si sono fatti immortalare dalla stampa durante l’inaugurazione della targa Intitolata a Falcone e Borsellino nella piazzetta che porta il loro nome, posta su Via Dogana. Si ricorderanno certamente anche le note della banda e la presenza delle forze dell’ordine in alta uniforme.

In quel giorno il Sindaco e la sua giunta, hanno voluto dare prova di grande operosità e senso civico, scoprendo una bellissima targa monumentale in ceramica maiolica -così riportava il comunicato diramato dall’amministrazione comunale- e offrendo ai presenti la vista di una piazzetta finalmente ripulita e degna di suscitare in tutti noi la memoria del sacrificio ultimo che i due magistrati siciliani hanno fatto per difendere la legalità e lo stato di diritto dalla protervia della mafia, in una parola per difenderci tutti!!

Ebbene, dopo quella giornata felice, il buio è calato inesorabile e la situazione è tornata ad essere incresciosa e irrispettosa. Basta fare capolino su quella strada per capire che la Piazzetta è stata di nuovo abbandonata a se stessa, così come è stato abbandonato quel senso di rispetto che la Sindaca diceva di avere voluto recuperare a luglio. Pochi mesi e tutto è stato azzerato, anzi paradossalmente peggiorato, visto che dalla targa è venuta via anche l’immagine di Falcone. Come se lo stesso Falcone, mi si perdoni questa deviazione intellettuale irriverente, avesse voluto segnalare il suo disappunto e non volesse più assistere allo scempio della memoria sua e del suo amico e collega Borsellino.

E’ voluto andare via Falcone, per non vedere l’erba alta che ormai impera incontrastata a fare da monito a chi si riempie e si è riempito troppe volta la bocca di parole come “lotta a tutte le mafie”, “lotta alla corruzione”, ”lotta alle inefficienze”.. ma poi non riesce nemmeno a tenere il decoro di una piccola aiuola e di una targa, che pure avrebbero un significato profondo.

A nulla sono servite le tante segnalazioni dei cittadini che risiedono su via Dogana che hanno a cuore la piazzetta; come purtroppo succede sovente, nessuno li ha mai ascoltati.

A questo punto, vista la situazione incresciosa, il Sindaco deve correre immediatamente ai ripari e ripristinare i luoghi, evitando a questa città un altro esempio di mala amministrazione e, soprattutto, di scarso senso civico e di appartenenza.

Auspichiamo che entro il prossimo Natale, venga ripulita la piazzetta e la targa ripristinata, e soprattutto, ne si abbia cura in futuro. E’ un dovere ineludibile verso la Città e verso i residenti di via Dogana.

foto piazza 2

                                                                                                       Vincenzo Lazzaroli

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Peccato che Andrea Ianni Palarchio non sia riuscito a diventare consigliere comunale sia pure di minoranza. Anche da non consigliere e nel dichiarato intento di tutelare i cittadini non manca infatti di segnalare le cose che non vanno .

Questa è l’ultima osservazione postata sul suo profilo facebook alla quale come a quella del nostro sito è necessario che chi di dovere risponda. Ecco cosa scrive:

“In questi giorni stanno arrivando presso le nostre abitazioni le bollette del Servizio Idrico 2015 a mezzo di posta Raccomandata.

Guardando la bolletta si palesano immediatamente alcune gravi mancanze per potrebbero pregiudicare la validità della stessa.

Infatti per il principio della Trasparenza (legge 241 del 1990) le fatture inviate devono essere chiare e facilmente interpretabili da ogni utente.

Vuol dire che devono riportare i consumi, la tariffa applicata l’abitazione di interesse, il nome del cittadino consumatore con i suoi dati (ovviamente comuni), il funzionario responsabile del procedimento, ed ogni spesa o tassa deve essere indicata con precisione.

Non è possibile fare un unico conto senza dettagli chiari e specifici.

Il Comune ha il dovere di garantire all’utente finale una determinazione certa e trasparente dei consumi fatturati e dei dati riportati nei documenti di fatturazione.

Per quanto riguarda la Bolletta servizio idrico 2015 questo non viene rispettato.

Infatti sulla bolletta appena arrivata :

Manca la tariffa e ogni riferimento ad eventuali delibere che la stabilisce in modo da consentire al cittadino di controllare l'esattezza dei calcoli e quindi quanto dovuto.

Per tale mancanza potrebbe infatti apparire lecito dedurre che è stato effettuato un calcolo presunto e/o arbitrario o meglio a forfait.

Manca il responsabile del procedimento cioè quindi la firma del funzionario responsabile con il quale il cittadino può interfacciarsi per ogni chiarimento.

Nell'ultimo consiglio comunale abbiamo appreso che è previsto per l'anno 2015 un maggiore introito per le casse comunali di circa 1.2 mln di euro che fino a qualche mese fa era insperato .

Tale introito naturalmente dovrebbe ripercuotersi in ottime notizie per le tasche dei contribuenti con una vistosa riduzione delle tariffe per tutti.

Questo purtroppo con l'amministrazione Sabatino non succede.

Nonostante il maggiore introito dichiarato le tariffe non sono cambiate.

Da quanto emerso in Consiglio sembrerebbe che il Comune di Amantea spenda 1000 per la fornitura dell'acqua e conti di incassarne 1500 (Almeno questo ho capito io con le delibere di riequilibrio di bilancio) .

Se fosse così credo che comunque che trattasi di un'operazione borderline per assestare il bilancio.

Per questo e per gli altri motivi sopra citati ritengo che le bollette vadano riviste e ristampate con tutti i criteri di trasparenza previsti dalle normative ( in modo da consentire ad ogni utente la migliore comprensione possibile di ciò che paga) e con l'adeguamento delle tariffe al maggior introito previsto.

Mi auguro che l'amministrazione comunale si prodighi per chiarire questa nuova incresciosa situazione creatisi ed invito i cittadini che abbiano necessità di maggiori chiarimenti di recarsi presso l'Ufficio Tributi del Comune.”

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