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Ecco cosa scrive il gruppo Sabatino:

“Ciò che è avvenuto venerdì pomeriggio all’interno del Comune di Amantea è un fatto gravissimo che segnerà il futuro della nostra città. Entreremo nel dettaglio dei numeri quando saranno pubblicate la delibera e la relazione, ma è necessario fare chiarezza sulla storia di questo dissesto, perché di storia si tratta.

 

Nessuna persona intellettualmente onesta può attribuire esclusivamente all’ultimo esecutivo in carica la responsabilità del dissesto, anzi, come dimostreremo siamo stata l’amministrazione più consapevole dell’enorme difficoltà di riscossione dell’Ente tanto da prendere provvedimenti seri e concreti per tamponare il problema.

 

Un tempo il comune di Amantea, come tutti i comuni d’Italia, godeva di consistenti somme di contributi statali che consentivano alle amministrazioni di assicurare una soddisfacente qualità dei servizi e, a tanti, di fare politica con lo “strappo” delle bollette dei tributi comunali, gli stessi oggi rimpianti da molti.

 

Con il federalismo fiscale la musica è cambiata e i trasferimenti statali si sono ridotti a lumicino.
In altre parole lo Stato ha imposto ai comuni di sopravvivere con le proprie entrate.

Questo approccio in comuni che non avevano tralasciato l’efficienza del proprio ufficio tributi non ha creato grossi problemi, ad Amantea invece, dove l’ufficio tributi era completamente allo sbando, ha provocato un enorme danno.

 

Alla cronica difficoltà di riscossione dei tributi si è aggiunto un ulteriore dramma.

All’epoca della Commissione Straordinaria dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, i commissari attuarono l’articolo 145 bis del TUEL 267/2000 che ha consentito all’Ente il trasferimento di una grossa somma di denaro pari a circa 8 milioni di euro, che il comune avrebbe compensato di anno in anno attraverso un minore trasferimento delle somme che lo Stato annualmente dava ai comuni.

 

Essendo subentrato, intanto, il federalismo fiscale ed essendo venute meno tali somme il Ministero dell’Interno, attraverso l’Agenzia dell’Entrate, ha trattenuto i soldi anticipati dal gettito IMU del comune di Amantea.

Come abbiamo avuto modo di affermare in Consiglio Comunale, in tempi non sospetti, l’amministrazione d’allora, della quale faceva parte il nostro sindaco in qualità di Presidente del Consiglio, avrebbe dovuto impegnarsi con fermezza nella riorganizzazione e nel potenziamento dell’Ufficio Tributi, ma così non avvenne.

 

Questo è un assunto dal quale non si può prescindere se si vuole effettivamente comprendere.

Nella campagna elettorale del 2014 abbiamo preso l’impegno con i cittadini che avremmo riorganizzato il settore tributi del Comune di Amantea e così abbiamo fatto, tenendo fede al nostro impegno.

Oltre ad una riorganizzazione logistica che ha messo fine a quelle mortificanti code lungo le scale, abbiamo messo le migliori risorse dell’Ente a lavorarci. Hanno fatto un lavoro certosino di ricostruzione di una banca dati, inesistente, hanno lavorato tantissimo per cercare di mappare il territorio, le famiglie , le imprese e le attività commerciali in modo da poter finalmente effettuare una riscossione tributaria efficace ed efficiente.

Tutto questo lavoro ha richiesto del tempo, ma nonostante tutto siamo riusciti a far partire una serie di controlli da settembre 2016 sul sistema idrico che ha portato a raccapriccianti scoperte sulle abitudini discutibili di molti concittadini.

Infine, per maggiore chiarezza, bisogna sottolineare che il 2016 è stato amministrato con grandissima difficoltà perché il Ministero dell’Interno attraverso l’Agenzia dell’Entrate ha trattenuto ,a saldo degli 8 milioni di euro anticipati nel 2008, la parte restante pari a 3 milioni e mezzo di euro dal tributo comunale pagato con più regolarità dai cittadini: l’IMU.

Perché, cari concittadini, il problema è proprio questo: se gran parte dei cittadini non paga le tasse il comune non può pagare regolarmente i servizi e gli stipendi .

La strada del dissesto, a nostro parere, non risolve il problema ma al contrario mortifica ulteriormente i cittadini perbene che pagano le bollette tempestivamente.

Saranno loro a pagare il danno provocato da tutti quei cittadini che hanno sempre trattato i tributi comunali con superficialità, avallati magari dal politico di turno o dal funzionario compiacente.

Da questi cittadini escludiamo, naturalmente coloro i quali non sono riusciti ad onorare i tributi per oggettiva difficoltà economica, ma possiamo affermare che proporzionalmente sono una parte minimale.

La strada del risanamento doveva prevedere una maggiore e capillare lotta all’evasione, soprattutto verso quei saccenti che scrivono su facebook o sui blog e hanno tanti scheletri negli armadi, tanto che noi avevamo previsto un progetto obiettivo all’interno dell’ente che avrebbe ripreso, una volta per tutte, la disastrosa condizione nel quale versavano le casse comunali.

Naturalmente torneremo quando avremo i numeri ma, dal parere del nuovo revisore presente sul sito del comune, in pratica hanno tagliato dal bilancio comunale più di 24 milioni di residui attivi destinandoli ad un fondo di dubbia esigibilità: in pratica hanno preso più di 24 milioni che i cittadini di Amantea non hanno versato al comune nell’ultimo decennio circa e hanno certificato che questi soldi il comune probabilmente non li avrà mai.

Gli stessi soldi che noi, con tutta una serie di provvedimenti, stavamo cercando di recuperare, anche se con difficoltà, per fare quella giustizia sociale alla base del nostro programma elettorale nel 2014.

Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di concludere ciò che avevamo iniziato, sicuramente il dissesto sarebbe stata la più remota delle ipotesi da percorrere. Qualcuno ce l’ha impedito.

Monica Sabatino

Giovanni Battista Morelli

Antonio Rubino

Gianluca Cannata

Emma Pati

Caterina Ciccia

Ermelinda Morelli

Adelmo Mannarino

David Viola

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Si è svolto in data 27 Aprile 2017, per l’intera giornata, presso il Liceo Scientifico Statale “ A. Scacchi” di Bari e l’Università Statale - Facoltà di Giurisprudenza - “A. Moro” della stessa Città, il concorso nazionale “FORUM DELLA FILOSOFIA 2017”.

 

Il Concorso ha avuto il patrocinio del MIUR e della Società Filosofica Italiana.

A tale manifestazione ha partecipato per la Calabria la squadra composta dagli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore liceale di Amantea (CS) composta da Eufrasia Scudiero, Veronica Arlia, Maurizio Cavaliere, Ottavio Longo e Saverio Osso.

 

Il tema dell’importante e coinvolgente manifestazione era “QUALE FONDAMENTO PER LA MORALE”. Gli studenti del Liceo di Amantea sono stati impegnati per alcune settimane sotto la guida costante e qualificata della prof. ssa di storia e filosofia, Rosanna Grisolia docente al Polo Scolastico di Amantea.

 

Gli studenti avevano già elaborato, nei mesi precedenti, un progetto di ricerca trasmesso al vaglio della giuria esaminatrice, costituita tra gli altri da una docente dell’Università Statale di Bari e da un giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Nella mattinata del 27 aprile u.s. la squadra dei liceali del Polo Scolastico di Amantea ha illustrato il progetto alla giuria, unitamente alle altre squadre iscritte, provenienti da varie regioni italiane, portando all’attenzione anche un interessate e documentato video di circa 10 minuti che sosteneva la tesi sulla morale connessa al senso civico.

Peraltro nel video era stato inserita una emblematica canzone del noto cantante italiano Giorgio Gaber dal titolo “La parola io”, significative riprese relative ad interventi di ONG (Organizzazioni Non Governative) in varie parti del mondo nonché una serie di flash di immagini riportanti gravissimi fenomeni di cronaca legati a fenomeni quali corruzione e inquinamento, oltre a citazioni di importanti filosofi che si sono espressi sul tema.

 

Nel pomeriggio, sempre davanti la giuria esaminatrice, un interessante e partecipato forum ha visto coinvolti i tanti studenti partecipanti, che hanno discusso il tema del concorso.

Gli studenti del Polo Scolastico di Amantea hanno sostenuto la loro tesi sulla morale con interventi concisi e semplici ma efficaci, riscuotendo l’apprezzamento dell’intera giuria esaminatrice.

Ha chiuso l’importante manifestazione l’intervento del presidente della Società Filosofica Italiana.

La squadra del Liceo del Polo Scolastico di Amantea ha conseguito il sesto posto con il punteggio di 25/30.

Le scuole che hanno elaborato il progetto di ricerca sono le seguenti:

Istituto di Istruzione Superiore – Liceo Scientifico di Amantea (CS),

Liceo scientifico “Raffaele Mattioli” di Vasto,

IIS Licei “L. da Penne – Mario dei Fiori” di Penne (PE), 

Liceo scientifico “Fermi – Monticelli” di Brindisi,

Liceo Scientifico “G. Salvemini” di Bari,

Liceo Scientifico Paritario “Cittadella della Formazione” di Bari,

Liceo classico “O. Flacco” di Bari, Liceo Scientifico “A. Scacchi” di Bari.

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Ora verrò accusato, come spesso accade, di parlare facendo uscire il fiato, o peggio.

Alle spalle ci sarebbe il suono fan-fan, tipico dei tromboni militari.

Ma la vanvera, o “piritera”, era anche l’oggetto simile all’antico prallo che non era altro che un uovo di ceramica o di legno dotato di due fori comunicanti.

Tale uovo durante i lunghi banchetti dei Faraoni, degli Imperatori Romani, insomma dei Potenti del mondo, veniva infilato nel pertugio anale al fine di attenuare l’effetto dei miasmi delle flatulenze.

Al suo interno vi si infilavano delle erbe odorose, inoltre il gas, nel suo attraversamento, provocava una curiosa nota musicale tipo trombetta o fischietto.

Non vorrei trascurare o dimenticare la “piritera”.

La piritera è arrivata nel Meridione, secoli dopo, assieme ai Principi Borboni (Tenete presente che il termine medico ‘borbogismo’ vuol dire rumore e gorgoglio intestinale e sembra che i Borboni ne soffrissero alquanto).

Si trattava di una specie di piffero in ceramica.

Famose sono le Piritere di Capo di Monte.

Da un lato aveva una imboccatura, dall’altro le sembianze della testa di un uccellino.

Veniva adoperato nelle sfilate del Principe attraverso la città  di Napoli: Il Principe, disteso nella sua portantina, appoggiava l’ imboccature all’ ano in modo che con l’emissione di flati il piffero suonasse in faccia alla gente che lo osannava dicendo ”Lunga vita al Principe“ o “Salute al Principe”.

Parlare a caso, senza considerare quel che si dica. Temere loqui. Dicesi anche: parlare in aria. Cioè: senza fondamento.

Parlare a vanvera.

Così scrive il poligrafo toscano, Francesco Serdonati, vissuto tra il XVI e il XVII secolo, alla lettera P dei suoi Proverbi . La presenza dell’espressione alla lettera P dei Proverbi di Serdonati è significativa poiché ci dice che, a quell’altezza cronologica, la locuzione avverbiale a vanvera veniva già percepita insieme al verbo parlare: “senza senso, a caso, senza fondamento, senza riflettere”.

Sulla provenienza di “parlare a vanvera” si sono fatte molte ipotesi.

Alcuni studiosi, ad esempio, asseriscono che la radice di vanvera assomigli a quella di vano.

Altri ritengono che la parola derivi dal "gioco della bambàra", una locuzione, forse di origine spagnola, con la quale s'intendeva una perdita di tempo. A rinforzare questa tesi c'è il fatto che in certe zone della Toscana si dica proprio "parlare a bambera". Oggi gli etimologisti sono favorevoli a credere che parlare a vanvera sia una locuzione onomatopeica che deriva dal suono di chi parla farfugliando e dunque perde tempo senza riuscire a esprimere qualcosa di sensato. 

Inoltre si raccontano altre origini, più o meno fantasiose, della parola vanvera. Una di queste racconta la meravigliosa storia di una bambina di nome Vera Van, alla quale piaceva ascoltare tutto; a cinque anni chiese di andare a scuola per ascoltare le lezioni.

La maestra le disse che si sarebbe annoiata ma Vera scosse la testa e fu iscritta.

Quando la maestra faceva l’appello chiamava “Van Vera” e non Vera Van. A Vera piacque molto sentirsi chiamare così.

Quando divenne adulta Vera divenne Uditrice Giudiziaria. Col tempo poi divenne vecchia e sorda e i suoi nipoti e pronipoti, che fino a quel momento le avevano raccontato i loro problemi, decisero di ricambiarle il favore.

A turno andavano a trovarla e le raccontavano storie e discorsi senza senso.

O voi di Amantea nobili cittadini, patrocinanti di una buona causa, difendete con l’armi il mio diritto di “parlare a vanvera” sulla giustizia, sulle malefatte dei prepotenti, sulle falsità di parecchi amministratori che si sono succeduti negli anni.

Voi, cittadini, ,sostenete ora con le vostre spade il diritto e la giusta causa di tutti e non dei pochi. Fate sì che rivivano nella vostra impresa quegli onori che furon dei nostri avi.

Amanteani, amici, fidi seguaci del giusto, sostenitori del buon diritto, nessun di voi permetta che al seggio di primo cittadino a virtù consacrato ed a giustizia, a dignità e modestia di costumi, s’accosti il disonore, ma fate che da libera elezione rifulga il merito.

Combattete urlando le parole attribuite secondo la tradizione a Marco Giunio Bruto nell’atto di uccidere Giulio Cesare: “ Sic semper tyrannis”.

Beaumont sur Mer 28 april 2017 Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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