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Amantea-2b3d0af7In Calabria coinvolto l’Istituto Comprensivo “Mameli” di Amantea

Cosenza, 6 dicembre 2022 – Anche l’istituto comprensivo statale “Mameli” di Amantea (Cs) farà parte del progetto School4Life 2.0, pensato per contrastare l’abbandono scolastico.

Il progetto vede protagonista Poste Italiane, insieme ad altre 10 grandi aziende ed è coordinato daConsel Consorzio ELIS, ente non profit di formazione che raccoglie gruppi imprenditoriali, piccole e medie imprese, start-up e università.

Il progetto School4Life 2.0 si rivolge agli studenti di Scuole Medie e Superiori, in particolare di quei territori dove si registrano tassi di abbandono scolastico più elevati, con particolare attenzione alle classi 4° e 5°, dove il fenomeno è più frequente.

Coinvolgendo gli studenti, gli insegnanti, le famiglie e le imprese, si mira a rafforzare la motivazione allo studio e a sviluppare i talenti personalifornendo gli strumentiper compiere scelte più consapevoli. Il progetto prevede che gli esperti delle Aziende coinvolgano i partecipanti portando testimonianze dirette che servano da motivazione e ispirazione, per poi convergere in una sorta di “cabina di regia” sull’abbandono scolastico con una assistenza costante ai soggetti più a rischio.

Il programma mira anche a promuovere l’avvicinamento della popolazione studentesca femminile alle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), competenze sempre più centrali per le opportunità di lavoro.

L’iniziativa ha coinvolto fino ad ora 133 scuole di cui 87 secondarie di secondo grado (Licei e ITIS) e 46 secondarie di primo grado.

Andrea Voltolina, responsabile del progetto School4life per Poste Italiane, spiega le motivazioni che hanno spinto l’azienda ad aderire: “L’attuale mondo del lavoro è complesso e in continuo divenire, dunque il sostegno alla crescita delle nuove generazioni non può essere affidata al solo binomio sistema scolastico-famiglie, ma deve comprendere anche l’integrazione con il sistema produttivo e industriale”.

Poste Italiane – Media Relations

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falco“Zefiro torna e ’l bel tempo rimena/e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia,/e garrir Progne e pianger Filomena,/e primavera candida e vermiglia .”

Questa nostra epoca è l’epoca della trasformazione del mondo a pura risorsa da sfruttare senza limite alcuno. In questo senso la nostra depressione rivela la verità radicalmente, la vita stessa del mondo occidentale. La vita è sfinita, spossata, afflitta da una stanchezza reattiva al richiamo dell’iper-edonismo che, è meglio ricordarlo, produce anche la precarietà sociale ed economica che è il vero volto dell’Occidente sotto la maschera della sua giostra maniacale.

Qualcuno nel recente passato aveva già messo in luce come il capitalismo avesse trasfigurato il principio freudiano di realtà nel principio di prestazione. Una nuova forma di alienazione si è rivelata non solo quella relativa allo sfruttamento della forza lavoro – secondo lo schema marxista –, ma quella di una nuova forma di oppressione della vita, costretta ad essere necessariamente produttiva, liberata dai vincoli conservatori della tradizione, ma asservita ad un nuovo padrone: la necessità dell’affermazione ad ogni costo della propria individualità.

Ci troviamo al bivio: dobbiamo provare a leggere lo sfiancamento attuale dell’uomo non solo come l’effetto di una disillusione fondamentale delle false promesse di felicità del capitalismo, ma anche come una domanda di un altro mondo possibile. L’uomo occidentale è un uomo stanco della vita o di questa vita? Bisognerebbe provare a leggere in questa stanchezza non solo una caduta depressiva della vita, ma anche l’esigenza di un’altra vita.

A tale proposito mi torna in mente lo scrittore algerino Albert Camus, che rifiutava l’etichetta di filosofo esistenzialista e difendeva la libertà dell’uomo con l’espressione, unicamente finalizzata a narrare e ad analizzare con la massima sincerità la propria esperienza di uomo, che non si rassegnava né all’ipocrisia di chi fingeva e finge di ignorare i mali della vita, né alla disperazione di chi teorizzava la falsa soluzione dell’autodistruzione umana.

Ecco allora subentrare un malessere sotterraneo, brevi attacchi d’ansia, insofferenza e un desideriodi cambiare vita. Si cerca di resistere di negare a noi stessi che sta accadendo qualcosa di importante, ma non c’è niente da fare: vogliamo cambiare, anzi stiamo già cambiando. La nostra personalità sta sviluppando nuove esigenze e tende verso un diverso modo di essere. Ci si sente strattonati, perché una parte di noi è ancora molto legata a ciò che sta vivendo, mentre un’altra chiede, con altrettanta forza, una trasformazione, un'altra vita.

 Un'altra vita è possibile: a condizione che si recuperino il valore etico e l'identità culturale degli individui abbandonando i modelli economici copiati dal mondo governato dal capitalismo e riallacciandosi al meglio del pensiero sociale umanistico.Il diritto alla rivolta arriva in genere dopo una ribellione contro l’ordine costituito o comunque dopo un evento particolarmente tragico.“Vince la battaglia chi dura un’ora di più”.Con queste parole il professor Sinigaglia (Marcello Mastroianni), in una delle scene de “I compagni” di Mario Monicelli, riaccende negli operai, oramai stanchi, il desiderio di non abbandonare la sommossa.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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giggino“La maggior parte delle persone umane non sa cosa sta succedendo nel mondo. E non sa neanche di non saperlo.” Noam Chomsky

La globalizzazione delle economie pone oggi, come in passato, una serie di quesiti. Polarizza ancor più il pianeta tra Paesi ricchi e Paesi poveri o ne favorisce invece il ravvicinamento? Siamo di fronte a fenomeni nuovi o a forme nuove di problemi antichi e reversibili nel tempo, come avvenne dopo la grande crisi del 1929? La distinzione, la netta separazione tra chi domina e usa internet, i computer e i media digitali, tra chi è inserito nella nuova economia della rete e chi non può per ragioni di reddito, di infrastrutture, di livello di sviluppo o di limiti fisici costituisce il cosiddetto “ digital divide ”, la frattura tra chi è agganciato al futuro e alle sue opportunità e chi ne è, o rischia di esserne, escluso per sempre.

È questa la situazione in cui l’umanità si trova oggi: la rivoluzione digitale ‘promette’, attraverso i suoi sostenitori e i suoi protagonisti, di cambiare radicalmente e in meglio sia il funzionamento globale della società sia la vita degli individui.

Questo naturalmente genera simmetriche paure tra quanti temono invece che tali cambiamenti si possano rivelare involuzioni e regressioni. Le tensioni ideologiche sono tanto più acute in quanto alla base del cambiamento si pone una pervasiva diffusione della tecnologia nella vita sociale.

Le conquiste della tecnica hanno in questi anni rivoluzionato il modo di pensare e la convivenza umana. E' in atto una rivoluzione epocale, se è vero che le grandi tappe della storia sono segnate dal passaggio dal nomadismo alla stanzialità, quando le tribù nomadi di pastori si sono convertiti all'agricoltura; dall'affermarsi della macchina a vapore che ha sostituito la fatica muscolare umana; dalla comunicazione di massa e ora dall'informatizzazione interattiva, resa possibile dalla combinazione informativa elettronica e telematica, la quale ha aumentato a dismisura l'informazione, modificata la stessa logica razionale e resa possibile la fruizione di mondi virtuali.

I cyber risksi rischi cibernetici) sono diventati una delle maggiori fonti di preoccupazione a livello globale per la loro capacità di diffusione, che cresce a un ritmo molto più rapido rispetto alle capacità della maggioranza degli umani di capire e difendersi.  Una considerazione che crea preoccupazione in merito a quello che possiamo attenderci per gli anni a venire, anche in considerazione del fatto che finora non si è mai registrata una vera e propria crisi globale legata al mondo di Internet.

All’inizio di questo secolo è scoppiata la bolla finanziaria dei titoli legati alla New Economy, ma i vecchi campioni sono stati sostituiti da nuovi leader che hanno scalato le classifiche di capitalizzazione borsistica.

Di fronte a questo nuovo mondo, la gente ha paura: lo vedo in giro, negli uffici, nei bar e nelle strade. Ha paura di non farcela, di non riuscir a superare le difficoltà. Vorrei tanto ricusare di esser nato in questo clima dolce, e gentile e nell'aria pestilente delle fogne ...

Andarmene a spasso per il mondo con una sacca per mendicare, e una vanga per scavar la terra…. Vorrei tanto ricusare d’esser nato in Calabria governata da una moderna e spietata Eris, dea della discordia e del suo famoso pomo, animatrice di conflitti e guerre fra gli uomini. Di quella stessa Eris di cui Omero offre un illuminante ritratto, descrivendola come “una piccola cosa, all'inizio….” che cresce fino ad “avanzare a grandi falcate sulla terra, con la testa che giunge a colpire i cieli”, seminando odio fra gli uomini e acuendone le sofferenze. Forse per questo il poeta le attribuisce anche l'epiteto di “signora del dolore”.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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