
Una completamente distrutta
Una parzialmente.
Erano le 3 circa quando la gente del quartiere è stata svegliata dagli scoppi derivanti dall’incendio delle due auto.
Per non parlare dei carabinieri e dei vigili del fuoco.
Difficile pensare che si tratti di auto combustione.
Ma nessuna altra e diversa indicazione sembra essere emersa.
I Carabinieri , però, indagano sulle cause dell’incendio.
Non sembra che sull’area dell’incidente ci siano telecamere pubbliche o private.
Se ci fossero potrebbero dare opportune indicazioni sui possibili autori.
Queste le foto.
La prima è della smart rimasta completamente distrutta
La seconda mostra anche la seconda auto parzialmente danneggiata.
Coreca è l’immagine stessa di Amantea: la sua scogliera è da sempre fotografata ed ammirata, il suo mare, tra il verde ed il turchese, è un richiamo alla natura ed al divino, la sua gente sa essere calorosa ed ospitale come poche.
Ed è proprio la località marittima, situata tra la Tonnara ed Oliva, che merita, mai come quest’anno, gli onori delle armi.
Dal mese di giugno, ad intervalli regolari e con un occhio attento alle peculiarità enogastronomiche del comprensorio, la piazzetta ha accolto sagre ed eventi, culminati poi con i festeggiamenti in onore della Madonna degli Angeli ed il concerto degli Sugarfree.
Ma tralasciando per un solo attimo la parte ludica non si può non apprezzare il prezioso lavoro compiuto dai volontari e dai residenti della zona che, con passione, hanno dato alle stampe un prezioso opuscolo che racconta le origine dei luoghi, che ne mette in luce le peculiarità culturali e che ne trasmette l’identità forte e radicata.
Vengono così fissati nella mente i luoghi che hanno emozionato artisti ed intellettuali negli anni Settanta e Ottanta, con le star del cinema che, in incognito, scendevano in spiaggia senza farsi riconoscere.
E ancora si dà adito alla storia, ponendo in rilievo gli scenari che hanno fatto da sfondo al film “In fuga con Marlene” interpretato da una grandiosa Monica Guerritore.
Coreca è tutto questo, ma anche di più: un borgo che vive di mare, con le persone scurite dal sole che fanno il bagno tutto l’anno, con la piccola chiesetta che apre nelle ricorrenze per farsi ammirare nella sua intimità, con i subacquei che restano estasiati dai fondali che donano emozioni.
In questo scenario Coreca ha saputo accogliere turisti e visitatori, facendoli sentire parte integrante di una comunità che ha riscoperto il senso più vero della condivisione.
E la folla che ha tributato l’omaggio alla Madonna degli Angeli ne è testimone.
«A Coreca – spiega l’assessore al turismo Concetta Veltri – si è celebrata l’accoglienza: una scelta che ha consentito a questa festa di farsi apprezzare da un pubblico ancora più vasto del solito e ben introdotta dal parroco di Campora San Giovanni don Apolinaris.
Il comitato ha organizzato tutto in modo impeccabile e l’inserimento nel programma estivo dell’evento ha evitato di far svolgere altre manifestazioni sul territorio in contemporanea: circostanza che ha innalzato il valore religioso della partecipazione.
Avanti così dunque. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per fare in modo che tutto fosse perfetto: le forze dell’ordine, i dipendenti del settore manutentivo e della multiservizi, e agli operatori del 118 che in questo agosto frenetico hanno svolto un servizio impeccabile nonostante le difficoltà».
Non so se la vita militare con la penna sul cappello sia migliore che col basco di qualche altro colore o con il pennacchio in “fiamme”. Forse un po' meno alienante sì, prestando orecchio a reduci di varie forze dell’ordine.
Le varie prepotenze e vessazioni (abusare di un normale cittadino stanco non è una simpatica dimostrazione di affetto. Al contrario è una tortura utilizzata con successo dal Kgb). Avere sempre ragione , farsi sempre strada , calpestare tutto e tutti, non avere mai dubbi sul proprio operato con o senza divisa: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo?
In questo desolante quadro si intravvedono alcuni membri di quelle forze che dovrebbero tutelare i diritti dei più deboli in una società quasi civile dove, di norma, dovrebbero accettarsi come sono. Invece, pur essendo stupidi, ingrati, invidiosi e bramosi degli averi altrui, abusano della propria immagine e, con o senza divisa si sentono forti, mentre si trasformano in delinquenti quando sono deboli. Sempre più spesso non è più raro incontrarli per le strade di questo nostro Paese allo sbando e in particolare in una stradina del Meridione con il sole a picco e l’umidità che attraversa le ossa di un qualsiasi cittadino che alla meno peggio cerca di sopravvivere all’anticiclone africano.
Ecco, i tutori della legge hanno trovato lo sfigato (cioè chi scrive) per far passare una mezzoretta un po’ diversa a quei poveretti fermi in una piazzola, mangiati dalle zanzare, senza alcun spacciatore, trafficante o ladro da poter ammanettare.
Allora, se con modi ricattatori e minacciosi messi in atto, con quell’arroganza e superiorità di chi opera in un paesino che conterà poche migliaia di anime, allora queste persone sono veramente una vergogna per un’arma basata sui buoni principi, valori e famiglia. Ah, dimenticavo! Mentre ero fermo su quella stradina, con mia figlia che cercava in tutti i modi di evitarmi un infarto, gli uomini di legge mi multavano giustamente per aver osato parcheggiare per due minuti (forse meno) in un luogo non consentito. Il verbale veniva redatto da quelle stesse persone che si fregiano di portare una granata sormontata da fiamma che, oltre ad essere da sempre l'emblema di tutti gli appartenenti all'Arma, richiama i concetti di lealtà, fedeltà ed altissimo onore, sottolineando ancora una volta il loro originalissimo e indiscutibile modo di tutelare l’ordine sovrano. Anche questo può succedere a Beaumont sur Mer.
Gigino A Pellegrini and G el Tarik