
Tutti sappiamo che ad Amantea sta operando da circa sei mesi la commissione di accesso.
Quella nominata dal Prefetto Galeone e composta dal Dott. Samuele De Lucia, Viceprefetto con incarico ex art.12, comma 2 bis, D. Lgs. 139/2000, dal Ten. Col. Michele Borrelli, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, dal Magg. Alfredo Ferrentino, Capo Ufficio Comando del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza.
Detto Organismo, ai sensi dei commi 1 e 2 dell'art. 143 del D. Lgs. n.267/2000, avrebbe dovuto porre in essere approfonditi accertamenti per verificare la sussistenza di elementi di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori e/o dipendenti di detto Ente.
I termini sono quasi scaduti e non sono più prorogabili
Ora due sono le ipotesi.
La prima che la commissione di accesso chiuda il proprio lavoro dichiarando di non aver trovato niente.
La seconda che la commissione proponga scioglimento del consiglio comunale.
Noi pensiamo che si determini la prima delle due ipotesi.
Una ragione pratica ci spinge verso questa direzione.
Se fosse stato ipotizzabile lo scioglimento del consiglio comunale, infatti, la giunta Pizzino, fortemente in rapporto con la prefettura ed il ministero, si sarebbe probabilmente dimessa in blocco per evitare la nomina della commissione ministeriale che avrebbe retto il comune per 18 mesi prorogabili di altri 6.
Ancora pochi giorni e sapremo .
Ma riteniamo di non sbagliare.
Al Commissario Regionale Cristian Invernizzi
Al Segretario Nazionale Matteo Salvini
Gentilissimi,
con la presente comunico il mio addio alla Lega. Non posso sentirmi rappresentato da un leader che tenta di annullare con l’uso costante dei social, disertando le sedi istituzionali, i presidi di democrazia che rendono l’Italia forte, unica e coesa. C’è un momento in cui la campagna elettorale deve conoscere la parola fine e lasciare il passo al confronto e alla discussione. Nella mia seppur breve permanenza non ho riscontrato nella Lega nessuno di questi elementi. Ci sono già stati esempi di “uomini soli al comando” e la storia insegna che non sono di certo questi i modelli da seguire”.
La Politica, quella autentica non può basarsi su slogan ad effetto, su post sulle reti sociali o su aperitivi consumati in spiaggia. Esiste una liturgia democratica che merita rispetto e considerazione ed esiste anche un rapporto analisi – proposta che non può essere ignorato o calato dall’alto.
Non si possono invocare “pieni poteri”: perché ciò colliderebbe frontalmente con l’egregio lavoro svolto dai nostri padri costituzionalisti che hanno espresso i desideri e la volontà di una popolazione ferita che guardava alla rinascita e allo sviluppo. Non si possono chiedere “pieni poteri”, evocando un decreto adottato dal parlamentotedesco nel 1933, che determinò l’avvio della dittatura nazista. Ciò che Papa Giovanni Paolo II definì, a ragione, il “male assoluto”. Ma nel mio addio non c’è solo una valutazione ideologica. Anche i contenuti, pochi per la verità, offerti al dibattito penalizzano le regioni del Sud e, di conseguenza, coloro che vivono queste realtà. Il regionalismo differenziato, così come concepito dalla Lega, va a toccare le fasce più povere: chi ha di più avrà sempre di più e chi ha di meno avrà sempre meno. È innegabile che questo provvedimento, basato sulla (il)legittima richiesta di autonomia da parte di tre delle più ricche regioni del Paese, penalizza i territori più poveri. Non dobbiamo dimenticare, e lo ricordiamo ogni giorno sulla nostra pelle, il divario che esiste tra l’area settentrionale e quella meridionale dello Stivale. Un divario che si evince nella sanità, nei trasporti, nella scuola, nelle politiche sociali. Per la Calabria in particolare, al danno del minore sviluppo si aggiungerà anche la beffa di vedersi ridurre i diritti di cittadinanza già precari, per via delle minori entrate fiscali dovute agli alti tassi di disoccupazione e alla fragilità del tessuto produttivo. Una prospettiva inaccettabile, come quella che negli anni 60/70, divise il mondo del lavoro in lavoratori di serie A e di serie B, che finirebbe per allargare il solco fra la parte ricca e quella meno ricca del Paese. Senza lo sviluppo del Sud per l’Italia non c’è un futuro.
Ed è proprio sulla Calabria che Matteo Salvini e la Lega hanno dimostrato una totale assenza di considerazione. Siamo alla vigilia di una competizione elettorale importante e le uniche dichiarazioni fatte su tale tema riportano testualmente: “stiamo lavorando al progetto Calabria, prima che ai nomi”. Come si può dare forma e sostanza ad un progetto senza i “nomi” di chi lo dovrà realizzare. Prima si devono individuare le persone e poi fare un programma. Se fosse vero il contrario è come costruire una casa senza un ingegnere che ne curi il progetto. Tutto verrebbe confezionato a monte: una sorta di prefabbricato strutturale di incarichi e funzioni. Andando nel merito: come si può edificare una “casa” se, ad oggi, non esiste una struttura di partito, nonostante il commissario Cristian Invernizzi sia stato nominato il 15 aprile. In quasi sei mesi le cose sono peggiorate e le divisioni sono evidenti. Ci sono persone in Calabria che avrebbero fatto molto meglio di lui. Ma le scelte dell’alto nella Lega sono quelle preferite: salvo poi chiedere a chi opera sul territorio voti e consensi che non possono essere più espressi per alimentare una macchina, ma per risolvere problemi.
Il Sindaco di San Pietro in Amantea
Gioacchino Lorelli
Nelle giornate del 14 e 15 settembre u.s. si sono svolte le operazioni di
recupero e smaltimento di reti “fantasma” dai fondali marini del litorale nepetino
della città di Amantea, in un’area di particolare pregio ambientale sulla quale
ricade anche il Parco Regionale Marino “Scogli d’Isca”. L’attività in questione
rientra nella campagna ambientale promossa dal Comando Generale del Corpo
delle Capitanerie di Porto ed è finalizzata al recupero, dai fondali marini, di tutte
le reti ormai abbandonate e disperse, dannose per l’ecosistema.
Le operazioni si sono svolte sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto di
Vibo Valentia Marina che, al riguardo, ha emanato apposita Ordinanza, sia ai
fini della sicurezza della navigazione che a garanzia dello svolgimento, in
sicurezza, di tutte le operazioni connesse al recupero delle reti “fantasma”.
Gli interventi di recupero sono stati effettuati grazie alla disponibilità resa dai
sommozzatori della Isca Diving di Belmonte Calabro, alla collaborazione fornita
dall’armatore del motopesca VITTORIO I, per il salpamento delle reti, e grazie
alla cooperazione del Comune di AMANTEA, che ha garantito il corretto
conferimento a discarica e lo smaltimento delle medesime, il tutto sempre sotto
la costante vigilanza sul posto del personale della locale Delegazione di
Spiaggia di Amantea, intervenuta con unità nautica GC 353.
I sommozzatori, Istruttori di Protezione Civile, muniti di scorte di gas idonee alla
profondità ed alla prevista permanenza sul fondo, con l’ausilio di palloni
idrostatici hanno portato in emersione due reti abbandonate, per una lunghezza
complessiva di circa 250 metri. Le reti “fantasma” sono state issate a bordo del
motopesca con il verricello e, successivamente, trasportate presso il porto di
Amantea per il conferimento e smaltimento a cura di apposita ditta incaricata
dal Comune.
Il recupero delle reti “fantasma”è avvenuto senza arrecare danni alla flora
sommersa ed ha consentito di restituire all’habitat marino la sua naturale
configurazione, senza inquinamenti causati da pericolosa “spazzatura”.