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trasferimento
Vade et revertere

 

Le ultimissime informazioni pervenute a questa redazione, nella serata di oggi, sono che entro domani tutti i migranti in stato di quarantena, presenti nella palazzina di via Lavagaenza, saranno trasferiti, come i loro compagni di viaggio, nella capitale, sempre al policlinico Celio, per finire la loro quarantena.
Il trasporto avverrà, anch'esso, attraverso un pullman messo a disposizione dalla Croce Rossa Italiana.

 

Molte di noi ieri sera si sono rattristati, anche se non erano presenti, almeno fisicamente, al trasferimento dei migranti.
Abbiamo seguito un po' tutti, però, le dirette Facebook di zippa e di altri.
Ad ognuno di noi le immagini del trasferimento hanno suscitato sentimenti contrastanti, chi di tristezza, chi di sgomento e comunque un po' a tutti di consapevolezza di aver forse inviato un messaggio sbagliato ai nostri figli.

 

Per amor di Dio l'errore primordiale non è stato certo fatto dal Comune di Amantea o dai suoi abitanti.
L'errore primordiale è stato fatto da funzionari prefettizi poco consapevoli di una malattia,  per nulla rispettosi di ragazzi immigrati positivi al coronavirus, venuti in Europa ed in Italia a cercare fortuna, e poco consapevoli della forza e della tenacia di una città quando ritiene di essere stata colpevolmente danneggiata.
Speriamo che chi di competenza non assecondi più consigli emanati con tale leggerezza.

 

La riflessione che ci poniamo a freddo oggi è che in primis auguriamo a questi ragazzi, nostri fratelli, un pronta guarigione in un centro medico di eccellenza.
Perché per chi non lo sa il Policlinico Militare del Celio "S.Ten. MOVM Attilio Friggeri", è un ospedale militare del Corpo sanitario dell'Esercito Italiano, ha operato in tutti i principali teatri di guerra cui ha preso parte l'Italia, dalla guerra di Libia, alla prima e alla seconda guerra mondiale, il ricovero o le visite specialistiche presso il policlinico sono riservate alle sole forze armate italiane e ai parenti dei militari aventi diritto al Servizio sanitario militare.

 

La seconda riflessione che vogliamo cogliere e proporre e di chiedere al Ministero degli interni che non appena questi ragazzi risulteranno guariti da questa grave malattia, di riportarli ad Amantea, dove siamo sivuri verranno accolti da una popolazione affettuosa, tollerante, umana e cordiale.
Invitiamo pertanto i Commissari Straordinari, nel caso ci fosse la possibilità legale a concedere la cittadinanza onoraria a questi ragazzi che sono venuti in Italia a cercare fortuna, a cui la città di Amantea non intende girare le spalle.

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militari
La città di Amantea ha prevalso, calcisticamente parlando, contro una decisione errata, ingiustificata e quanto mai discutibile, sul trasferimento di migranti positivi al coronavirus in pieno centro città.


Ma la città ha perso, ha perso di credibilità, ha perso di fiducia verso lo stato, ha perso di coerenza ed ha perso di tolleranza.

A nostro parere queste cose vanno messe sul piatto della bilancia, siamo contenti del trasferimento dei 13 migranti contagiati dal Covid19, che da un po' di serenità ai nostri turisti, agli operatori commerciali e all'intera popolazione.

Comunque la descrizione del fatto, per dovere di cronaca, e che verranno trasferiti a partire dalle ore 20.30, come previsto sul sito del Ministero degli Interni, i 13 soggetti risultati positivi al test del coronavirus, si tratta di parte del gruppo di 24 pakistani giunti ad Amantea sabato pomeriggio in tarda serata.

La comunicazione ufficiale è giunta in città da una nota trasmissione televisiva e poi confermata dal sito del Ministero degli Interni.

I poveretti 13 migranti saranno trasferiti, con appositi mezzi messi a disposizione dell'Esercito Italiano e dalla croce Rossa Nazionale, all'ospedale del Celio di Roma, convertito già dallo scorso mese di Aprile in centro Covid di riferimento per il centro sud.

Questa è la conclusione di una scelta sbagliata, iniziata quando si è accettato lo sbarco di immigrati al largo di Caulonia e poi trasferiti a Roccella Ionica.

Poi il trasferimento nella struttura "a" CAS di Amantea, di proprietà dell'ingegnere Pati, dove erano scoppiate le vigorose e vibranti proteste sfociate poi nel blocco della strada nella giornata di Domenica.

Poi il confronto tra la popolazione e la Commissione Straordinaria, dimostratasi assolutamente impreparata alla vicenda, poi la decisione della protesta di sospendere per 24 ore il blocco della statale e della ferrovia, in attesa di decisioni in merito che sarebbero dovute pervenire dall'alto, l'arrivo dei militari oggi alle ore 13:00 e finalmente la decisione del Ministero degli Interni.


Speriamo in futuro di non dover ripetere questa pagina triste della città.

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letteraLa storia si ripete

“..prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto…”

Egregio Sig Prefetto, (o chi ha il potere di cambiare le cose…)

Rivolgo a Lei questa lettera aperta, sperando che la storia non voglia ripetersi ancora una volta, perchè in questa storia c’è il sangue e la carne dei disgraziati. E quella che si sta vivendo ad Amantea in questi giorni è la solita storia giocata sulla carne viva dei disgraziati.

Disgraziati che vengono da lontano portando con loro un carico di speranze disattese, disgraziati che vivono questa terra bella e difficile, e che stentano a vivere dignitosamente, specialmente in questo tempo di pandemia, nel quale ogni certezza diventa incertezza e ogni speranza anche economica sembra preludere alla disperazione.

Ho scelto di aprire questa lettera con l’immagine di Pilato, perchè gli eventi che si stanno susseguendo ad Amantea da alcuni giorni, presentano chiaramente sulla scena tanti disgraziati e tantissimi Pilato.

Nei disgraziati al primo posto figurano I migranti; non so di che nazionalità sono e poco importa; certamente per essere qui in questa situazione sono dei disgraziati che in cerca di speranze non solo hanno trovato chi li sfrutta, ma si sono anche presi il Covid 19.

Seguono nella scena I cittadini di Amantea che loro malgrado, rischiano non solo di apparire razzisti, ma chiaramente vengono sottoposti ad un rischio di infezione.

Tra I disgraziati vanno inclusi quelli che a causa di questa scelta, vedranno le loro aziende danneggiate dalla fuga dei turisti e non sanno se e come faranno a continuare a fare il loro lavoro.

Tra I disgraziati vanno inclusi I dipendenti delle aziende che perderanno il loro lavoro, o I dipendenti stagionali che speravano in questa stagione, per poter mettere sul tavolo un piatto di minestra.

Alla fine tra I disgraziati vanno inclusi gli agenti delle forze dell’ordine, che si trovano e purtroppo si troveranno, a dover garantire la sicurezza dei disgraziati migranti e dei disgraziati cittadini, difendendo una scelta che definire miope è fin troppo gentile.

Tutti questi disgraziati (mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno), sono la carne umana macellata da questa decisione.

Ma tra I disgraziati, egregio Signor Prefetto, vanno inclusi la Logica, la Democrazia, la Legalità e la Decenza; mi scuserà per la lungaggine, ma ogni disgraziato va spiegato nella sua disgrazia:

  1. La Logica. Chi ha pensato di risolvere questo problema, depositando la carne umana disgraziata al centro di una cittadina balneare in piena estate?

Chi ha pensato di destinarli ad una struttura che può avere tutti I permessi dell’universo, ma che chiaramente non presenta nessuna delle caratteristiche di sicurezza sanitaria per gli ospiti e per I residenti della Città?

Parliamo di un palazzo nel centro della Città, che non ha le distanze necessarie per impedire il propagarsi del contagio nè all’interno e tanto meno all’esterno della struttura; e questo è evidente anche ad un cieco.

Chi tutela I non contagiati? Come viene fatta l’assistenza sanitaria all’interno della struttura? Come si fa ad essere certi che in una situazione di così facile promiscuità ambientale con I residenti il virus non si propaghi?

  1. La Democrazia.

     la Democrazia si realizza nella partecipazione attiva dei cittadini alla scelte democratiche.

       Oggi la democrazia ad Amantea è sospesa; ma proprio il fatto che ci si trova in questa

       situazione avrebbe dovuto portare a scelte diverse, per non pregiudicare la rinascita  

       democratica della Città. Chi ha preso questa scelta, non ha fatto altro che mostrare la

       forza di uno Stato Padrone, e come si sa I Padroni se ne fregano dei servi, pensandoli

       solo come carne da lavoro. E allora caro Sig Prefetto, ha ragione chi dice che sempre di

       padroni si parla e che quindi non vale la pena impegnarsi per la Democrazia? Non le

       pare che questo sia un favore al Contro-Stato.

  1. La Legalità:

La legalità si difende dissipando ogni dubbio sul fatto che eventuali interessi economici abbiano potuto spingere in una direzione piuttosto che in altre.

I cittadini disgraziati hanno espresso tantissimi dubbi sul fatto che questa struttura presenti le caratteristiche minime per accogliere questi migranti e che invece non abbiano deciso anche questa volta, come accade spesso in Calabria,… gli amici degli amici…

Da cittadino mi iscrivo tra quelli che conservano tanti dubbi, non dissipati dagli organi Istituzionali che gestiscono oggi il Municipio di Amantea. Conservo la speranza che la Magistratura voglia aprire un fascicolo di indagine sull’intera vicenda.

  1. La Decenza:

Viene definita nel Vocabolario Treccani, come l’atto che offende il comune sentimento... Aver preso questa decisone offende chi segue la logica, chi rispetta la Democrazia e chi difende la legalità.

Forse le sembrerà strano, ma anche ad Amantea esistono persone che ogni giorno silenziosamente rispettano la Democrazia, difendono la Legalità, seguono la Logica.

Per tutto questo e anche per il non detto, Chiedo a Lei o a chi ha il potere e la responsabilità di farlo, di voler ritornare sulla decisione presa ridando dignità al lungo elenco dei disgraziati che sono stati offesi, traditi e messi a rischio da questa scelta.

Non mi dilungo ulteriormente, nella certezza che la Magistratura valuterà ogni aspetto di questa vicenda, ma sperando che nel frattempo (purtroppo I tempi dell giustizia non sono brevi), la lunga lista dei Ponzio Pilato che nel lavacro delle mani se ne sono assolutamente fregati della carne dei disgraziati, non si arricchisca di nuovi figuranti.

Saluti

Nicola Gaudio  

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