
"Le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta".
Molti anni fa in un bagno della Facoltà di Filosofia dissi ad un mio carissimo amico, oggi scomparso, che a differenza di 50.000 miliardi di mosche, non avrei né accettato merda sulla mia persona né avrei mai accettato di mangiarla. Son sicuro che rispetterò quella promessa fino all'ultimo dei miei giorni.
"Merda". E’ l’unica parola che mi viene in mente , l’unica parola che mi si è formata nella testa, l’unica parola che mi è rimbalzata sulla lingua, che mi rotola dal palato.
Una odorosa domanda
ai gentiluomini del Sud
ai visigoti del Nord
alle sdegnose e schifiltose donne
a quelli che si raccontano favole
a quelli che specchiandosi non si vedono
a quelli che credono alle proprie menzogne.
ai perseguitati dalla verità.
Visto mai una regata di mosche
girare intorno alla boa di merda
poi di bolina tornare e farci un picnic?
Avete ascoltato, almeno una volta,
il loro brusio intorno ad essa?
Due milioni di anni di evoluzione umana, 500.000 anni di linguaggio, 600 anni di italiano moderno. Tutto il ricco patrimonio di Dante, Ariosto e Bandello a mia disposizione, e non riesco a tirar fuori nient’altro che 'merda'. È vero, l’uomo è più complicato della mosca, che divora gli escrementi purché ne trovi. La persona coprofaga li cerca nel corpo e li vuole ricevere dal corpo, come parte vivente di quel corpo, desiderato brancicando nella sua intimità alchemica più oscura. Se si ammetterà che la merda in fondo non è cattiva, bisognerà mangiarla almeno due
volte al giorno. Auguro, a quelli che la pensano così, "Buon appetito".
‘Nè sa quando una simile / orma di piè mortale / la sua cruenta polvere / a calpestar verrà.’ U. Foscolo
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Una realtà in cui a 40 anni si sente sulla pelle la paura della folla, in cui non è permesso di perdersi nel gomitolo di persone che quotidianamente affollanole strade di una piccola città del meridione d’Italia.
Rivedere quante volte una persona abbia pensatoal fatto che tra quelle strade ci fosse sempre troppa gente, a quante volte in cittàuno ci è andato con la scusa di osservare ma poi ha passato l’intera giornata al tavolinoin piazza commercio o a fare la fila per un caffè al bar, quando poteva ancora farsi una risata perché il barista si era dimenticato per l’ennesima volta di versare il latte nel suo caffè macchiato e lo aveva poggiato con fretta sul piattino, perché nel frattempo altre dieci persone gli avevano chiesto un caffè normale, uno lungo, uno schiumato, uno in vetro e uno da portar via.
In questo scritto, quel bar ha la serranda chiusa, non c’è fila e non si sbagliano i caffè. Una persona senza un motivo valido non può entrarci, non può sperare di incontrare qualche persona impacciata a cui dare consigli su qualche metodo di pesca o dare un’occhiata veloce ai banchetti pieni di volantini e ragazzi di tutte le età a sfoggiare con orgoglio le magliette di qualche associazione o qualche giornale. Lui se le ricordabene tutte quelle giornate passate con un libro, rigorosamente chiuso, davanti agli occhi e un via vai di nuove persone con cui chiacchierare.
Ora, a 40 anni, nella folla vede il pericolo, non vede più la romantica e remota possibilità di incrociare la propria anima gemella o la nuova migliore amica, non può più smezzarsi qualche sigaretta o scambiarsi un drink. Quando si è sconosciuti si è nemici silenziosi. Si ha paura, anche se si dissimula, anche se si dice che vuole continuare a vivere, deve continuare a vivere. Ha comunque paura.
Ha paura edè arrabbiato, arrabbiatoperchéqualcuno gli impedisce di vivere con la romantica convinzione di potersi svegliare il giorno dopo e avere il mondo a portata di mano. Lui, a 40 anni, non può svegliarsi e pensare di poter fare tutto e sente il peso dei confini come barricate.
E gli si dirà che non è una vera guerra, che non ci sono le bombe ad aspettarlo fuori la porta. Ma cosa lo aspetta fuori da quella porta?
Lo aspetta un mondo in cui la persona umana è privato dei sorrisi e degli abbracci. Un mondo con ancora meno possibilità di prima, in cui sarà sempre più scoraggiato a sognare, un’attività per illusi in una realtà di grezzo pragmatismo.
Un essere umano ha fatto un sogno e questo sogno purtroppo è la realtà. Eppure prima o poi ne uscirà, e se riuscirà a non rimanere incastrato nella trappola illusoria dei social e del virtuale, se riuscirà a preservare il calore dei rapporti umani, forse sarà più forte di prima. Nel frattempo non gli resta che mettere i paraocchi nei confronti di tutta quella società vecchia che cercherà di scoraggiarlo, che gli dirà che non sarà mai bravo abbastanza, che non ci sono posti disponibili in questo mondo.
Lo si vedrà fuori la porta, con ilgiornale sotto braccio e il pacchetto di sigarette a portata di mano, pronto a chiedere l’ennesimo caffè macchiato che arriverà senza latte per la fretta e la folla.
Gigino A Pellegrini senza G el Tarik
Nella tarda serata di ieri ci è stato comunicato che la coalizione a sostegno del dott. Durante voleva imporre la scelta dei candidati espressione del PD ledendo l'autonomia democratica del partito stesso. Questa mattina, dopo un inspiegabile ultimatum consumatosi la notte scorsa, abbiamo appreso che nella lista non vi è alcuna rappresentanza del PD.Riteniamo che le questioni politiche non si affrontano con le imposizioni e gli ultimatum, ma con il confronto e il dialogo senza pregiudizi. Considerato che, per la presentazione delle liste mancano circa 20 gg vi è tutto il tempo necessario per poter affrontare e risolvere i nodi politici.Pertanto il Partito democratico auspica una riapertura del confronto e del dialogo. Nel contempo,si avvierà un percorso di valutazione politica interna al fine di poter proporre alla comunità luzzese un adeguata proposta politica ed amministrativa.
“Ricordiamo a tutti noi che il confronto e la dialettica politica sono il sale della democrazia”.
PDLUZZI