
“Andate, andate a vedere!“ Mi dice un commerciante del mercato indicando il mercato degli agricoltori.
Alla mia faccia sorpresa, la integrazione.
“Ci sono i vigili urbani ! Ne abbiamo chiesto inutilmente la presenza e l’intervento tante volte, qui al mercato, ma solo ora sono arrivati . Assistono i NAS”.
Continua la mia sorpresa ma rinvio i chiarimenti ed entro nel mercato.
“Ci sono i NAS-mi informa un commerciante – e stanno sequestrando tutto!”
Faccio qualche passo ed incontro un contadino che sta caricando la mercanzia rimastagli.
E’ triste, ha le lacrime agli occhi.
Mi accoglie che un commento esaustivo :“ Un buon inizio d’anno”.
Gli hanno sequestrato salumi , formaggi e sott’oli.
Giorni e giorni di duro lavoro volati via.
Ma è la legge, la dura legge.
Ne vedo un altro di questi piccoli produttori agricoli le cui madri , mogli e figli hanno le mani d’oro e sfornano gustosi salumi, formaggi , olive e melanzane sott’olio.
Anche a suo carico un sequestro.
Anche lui è triste ed arrabbiato.
Ed eccoli in fondo nella zona a sud, insieme con la Polizia municipale .
C’è il comandante Caruso e quattro vigili oltre che i due agenti dei NAS.
Ancora un altro sequestro ad un altro contadino.
Ancora un altro produttore a carico del quale viene eseguito un altro rilevante sequestro di merce.
Altre persone arrabbiate.
Sono i primi consumatori dei loro stessi prodotti, secondo una tradizione calabrese se non millenaria quanto meno secolare, e sanno che si tratta di merce sana , fatta con tecniche antiche e che offrono totale garanzia igienica sanitaria.
Sono piccoli produttori che integrano il reddito aziendale grazie a queste produzioni e non comprendono perché da loro si pretendano comportamenti tipici delle medio e grandi aziende senza alcuna tolleranza normativa per i piccoli , per le produzioni artigiane.
Un cittadino criticamente osserva : “Purtroppo non avremo mai i risultati delle indagini sanitarie di stamani. Un limite gravissimo della nostra legislazione sanitaria. Sarebbe invece corretto che anche i NAS pubblicassero gli esiti su un loro sito perche accedendovi si sapesse da quali prodotti e di da quali aziende ci si debba tutelare e anche quali consumare.”
“Non basta” aggiunge un altro “ Ora spetta a tutti gli altri produttori agricoli della provincia di Cosenza.”
Sarà sicuramente così.
Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e stimare Fortunato Pagliaro.
Quando ero un ragazzino ne apprezzavo il fisico statuario simile a quello delle statue greche che ammiravo nel Grande Dizionario Enciclopedico di proprietà della famiglia Gallo e che ogni tanto sfogliavo ( lo comprai con i primi stipendi), la sua straordinaria bravura nel nuoto ( era instancabile : faceva dalla marina della Chiazza agli scogli di Isca andata e ritorno senza batter ciglio), i suoi tuffi plastici ed avventurosi. A chi lo visitava o lo intervistava mostrava orgogliosamente le foto della sua giovinezza.
Poi conobbi l’uomo , la sua poliedricità ed i suoi valori.
Suonava senza conoscere la musica , dipingeva, scolpiva, cantava e con queste arti esprimeva il Fortunato che noi non vedevamo, quello che aveva voglia e desiderio di mostrarsi, di farsi apprezzare e stimare.
Un Fortunato giocoso e partecipante , mai escluso, sempre presente con quanto aveva e che offriva con gioia semplice e sincera.
Un uomo profondamente vero, orgoglioso di quanto era e di quello che era.
Un uomo di una semplicità straordinaria, mai fuori dalle righe se non quando veniva contestato per il piacere di ferirlo.
Portava rispetto ma pretendeva rispetto.
Lo ricordo sempre con la sua mitica apicella pronto a fare tutti i lavori che gli venivano richiesti e con la quale portava gli ”orfanielli” per la “vrascera”.
Ne ricordo la sua mitica e famosa “mezza barca” di cui è stato l’inventore ; la mezza barca della commedia della compagnia degli Arrischiati e che saliva fino a casa, nel centro storico, per pura che gli venisse rubata o danneggiata.
Un uomo leale, onesto, sincero,rispettoso, indimenticabile nella sua semplicità.
Ora è dolente sul fondo di un letto in attesa che la sorella di tutti noi lo prenda per mano e lo porti via , a noi, al suo centro storco, ai suoi cari, ai suoi amici, ai suoi estimatori.
Voglio ricordarlo a me stesso ed a chi lo stima e lo ama con queste semplici ed insufficienti parole e voglio formulargli, come a tutti gli altri amici, gli auguri di un sereno 2016, offrendogli un pensiero , una preghiera ed un arrivederci.
Ps Ringraziamo Webiamo per le Foto.
Un’amica ci ha osservato la inopportu nità del nostro arti colo sul par ziale funzio namento delle teleca mere di si curezza, for se preoccu pata del fat to che se fosse vero la gente delin querebbe ancora di più .
Forse è vero.
Ma non possiamo esimerci dal constatare che tanto si delinque egualmente e che le telecamere o non funzionano o posto che funzionino non servono per ridurre i comportamenti illeciti.
Stamattina 30 dicembre nel parcheggio di fronte al poliambulatorio abbiamo scattato la seguente foto.
Si tratta di una decina di buste con i resti dei festeggiamenti natalizi: buste di plastica, bottiglie di coca, resti di alimenti che, poi, hanno attratto cani e gatti che ne hanno aperto alcune
Per fortuna che il poliambulatorio non è molto frequentato in questi giorni per cui le buste non sono state calpestate dalle ruote.
Ma non è certo un belvedere!
Eppure a pochi metri dall’immondezzaio c’è una potente telecamera multipla
Non ha registrato niente?
Ed allora a che serve?
Ha registrato ? Bene ma allora perché non è stata emanata e pubblicata la opportuna ordinanza di rimozione a spese del contravventore?
Da qui i dubbi e, forse, le certezze.
Ci dispiace per la nostra amica che l’anno prossimo, ormai, ci osserverà che non è opportuno che la gente sospetti che le telecamere non forse funzionano.