
Faccio una premessa. Conosco Pino Aieta da quando era sindaco di Cetraro e so che ha sempre difeso gli interessi della sua città .
Cosa che non posso dire, tantomeno con la stessa intensità, per molti i politici di Amantea.
Ora mentre la sanità amanteana sta morendo, lui che da Amantea ha avuto bei voti ,distrae ( caso mai non fosse stata già di per sè distratta) la società e la parapolitica proponendo : «Convochiamo gli Stati generali del Tirreno cosentino»
E tutto perché secondo lui : «È il momento di trovare una soluzione alla crisi profonda dell’area»
Dice, infatti, Giuseppe Aieta «Subito dopo le elezioni, per evitare che si possa speculare sulla proposta, è necessario convocare gli Stati Generali del Tirreno cosentino al fine di porre rimedio alla crisi profonda certificata dagli impietosi dati Istat che relegano la Calabria all’ultimo posto in termini di occupazione e il Tirreno cosentino come l’area di crisi più preoccupante falcidiata dallo smantellamento di presidii industriali che avevano rappresentato negli anni un argine alla disoccupazione dilagante».
Poi il consigliere regionale del Pd continua sostenendo «Archiviata la fase industriale non si è stati in grado di sostituirla con un’alternativa credibile che desse opportunità ai giovani così come agli uomini e alle donne espulsi dal mondo del lavoro.
Eppure il Tirreno cosentino offre attrattori turistici unici e irripetibili mai considerati nelle politiche di sviluppo, se non da isolate misure che, però, non hanno prodotto alcun beneficio perché sganciate da una visione che tenesse conto dei punti di forza e dei punti di debolezza di questo territorio.
È una storia lunga quella del Tirreno testimoniata da ciò che la natura ci ha consegnato: Isola di Dino, Arcomagno, Isola di Cirella, Scogliera dei Rizzi, Acque termali.
Per non parlare di ciò che gli uomini, in un passato ormai remoto, hanno costruito: Torre Talao, parchi archeologici, Centri Storici, Chiese. Su tutto spicca l’opera del più illustre dei calabresi, San Francesco di Paola, con il suo suggestivo Santuario.
Con il mare che accompagna e bagna ogni località in attesa di essere guarito da un progetto finalmente serio che tenga conto dell’entroterra e non solo dei depuratori».
Infine conclude evidenziando che «È il momento di mettere insieme sindaci, imprenditori, organizzazioni sindacali, associazioni, parroci, uomini e donne giovani e meno giovani perché al centro della giusta rivendicazione vi siano le persone, ovvero la società insediata, di un territorio capace di gestire e difendere la propria bellezza».
Caro Aieta , questo è il discorso di chi ha una buona sanità e la tutela della salute ed il lavoro che ne derivano.
Prima di ogni cosa qui in questa parte di tirreno ( Amantea e sud tirreno) abbiamo bisogno ALMENO della casa della Salute e non di chi sta rubando al nostro poliambulatorio tutto quanto è possibile “rubare”, mentre tutti sono distratti o fanno finta di non vedere, sia la politica, sia la magistratura.
Concludo.
La colpa comunque è della nostra politica ( e della nostra società) vergognosamente inerte e silente. Ed il PD non è certamente estraneo a questa grave situazione ! .
Ovviamente non parlo dei dipendenti che l’inferno già lo stanno passando in terra.
Parlo di quei politici che mentono sulla reale possibilità di stabilizzarli all’interno dei comuni che non hanno né i posti disponibili nella dotazione organica, né i mezzi finanziari per poterlo fare.
L’unico che si è posto questo problema su sollecitazione degli amministratori locali è stato il presidente del consiglio regionale delle Autonomie locali, Salvatore Lamirata, il quale in riferimento al “decreto Madia” e alle procedure esplicative contenute in una circolare ministeriale del 23 novembre scorso, ha posto la seguente domanda: «Un ente utilizzatore che abbia evidente consapevolezza di non poter stabilizzare il numero dei lavoratori ex lsu-lpu utilizzati dal proprio ente, può concedere la proroga al 31 dicembre 2018 del contratto a tempo determinato?».
E non basta.
Lamirata ha posto un altro problema quale è quello del possibile danno erariale paventato per la violazione del limite massimo consentito dei 36 mesi al rapporto di lavoro a tempo determinato: «Nell’ipotesi che la concessione della proroga finalizzata alla stabilizzazione venga concessa in riferimento alle norme previste dal Decreto Madia e della Legge di Stabilità 2018, se l’ente utilizzatore non riesce a stabilizzare il lavoratore che riceve la proroga superando i 36 mesi di rapporto di lavoro determinato, incorre nella procedura risarcitoria?»
Altri quesiti riguardano poi lo status giuridico che avrebbero i lavoratori nel caso di enti utilizzatori che non possono adottare l’atto di proroga e la copertura finanziaria in caso di prolungamento del contratto.
Correttamente Lamirata specifica che «Il chiarimento è urgente e necessario per dirimere ogni controversia e per consentire agli enti utilizzatori di agire in un rapporto di chiarezza con i lavoratori e nel rispetto delle leggi sull’ordinamento dello Stato e sull’adozione di atti pubblici».
Ora sembra che il ministero della Funzione pubblica abbia inviato alla regione un atto che potrebbe dare risposte ai dubbi dei sindaci, ma la Regione non ne ha ancora reso noti i contenuti.
Perché?
E il futuro dei lavoratori è sempre più precario.
Il nostro amanteano Sergio Tempo è destinato a passare alla storia dell’ente regione Calabria per essere uno dei pochi, se non l’unico calabrese che ha denunciato il malaffare negli enti ( mi viene in mente di dire carrozzoni)
regionali( se ce ne sono altri si facciano avanti!), che talvolta, se non spesso o sempre, sono camere di soddisfazione di interessi vari, gestiti con sufficienza, approssimazione, se non disinteresse od illecitamente, e senza che alcuno osservi, rilevi, contesti, denunci, come ha fatto il nostro eroe!.
Una vicenda che supponiamo ( e ci auguriamo) venga posta sotto osservazione dalla Corte dei conti, dall’Anac e dalla Procura di Catanzaro.
Intanto , e per non dimenticare, leggete cosa scrive Pablo Petrasso ,uno dei pochi Giornalisti Liberi di questa terra di calabria!
“Il Corap ha più di cento dipendenti. E gli ingegneri, nel suo organico, non mancano. Non si direbbe, stando a una delle ultime delibere del consorzio guidato dal commissario straordinario Rosaria Guzzo.
Un atto firmato il 23 gennaio scorso dal dirigente Filippo Valotta, infatti, affida alla società Sim Ingegneria di Belvedere Marittimo, la verifica di un progetto.
Roba da ingegneri, appunto.
E lautamente retribuita: circa 32mila euro.
Ben fatto, avrà pensato il management.
Che il giorno dopo ha premiato Valotta con 10.431 euro, un «premio di anzianità» calcolato sulla base dello stipendio 2013 (cioè di un compenso pari a oltre 130mila euro). Certi benefit sono una fortuna.
Questo, in particolare, «matura al compimento del 15° e del 25° anno di servizio effettivo reso dal dirigente presso il consorzio industriale» ed «è definito in un importo una tantum poi all’8% e al 16% della retribuzione annuale».
Tra dieci anni varrà 20mila euro: un bel regalo, davvero, da parte di una Regione che non è sempre così prodiga con i propri “figli”.
Nei corridoi del consorzio, evidentemente, credono che i tecnici già presenti nell’organico siano troppo pochi o poco qualificati. Altrimenti non si spiega la decisione di dare alle stampe il decreto numero 146 del 28 novembre 2017.
Cosa fa? Approva «l’avviso pubblico per la formazione di un elenco di professionisti finalizzata al conferimento di incarichi professionali per servizi di ingegneria e di supporto alle attività dell’ente di importo inferiore alla soglia comunitaria». L’ente sembra basato sull’affidamento di incarichi sotto soglia, utilissimi in situazioni d’emergenza e soprattutto indispensabili per evitare fastidiose gare d’appalto.
Si dispensano, così, consulenze di ogni tipo.
In maniera “allegra”, addirittura irregolare, secondo gli esposti del revisore unico dei conti Sergio Tempo. Il riferimento è all’affidamento e la proroga di due consulenze professionali.
Le segnalazioni inoltrate dal professionista a Corte dei conti, Anac e Procura di Catanzaro si riferiscono all’assunzione di Francesco Niccoli e Alessia Barca «a supporto della struttura commissariale con particolare riferimento agli aspetti di natura contabile e di natura legale propri della fase di transizione successiva all’avvenuta istituzione del Corap».
I conti sono, in effetti, una delle preoccupazioni della commissaria straordinaria Rosaria Guzzo e pure dei dipendenti, che dalle Asi hanno ereditato parecchi stipendi arretrati, saldati proprio qualche giorno fa. I secondi hanno tirato a lungo la cinghia, mentre il “loro” consorzio affidava alla società Audirevi un incarico per la revisione contabile del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016: 28mila euro più Iva «e spese vive documentate».
È lo scarto tra la vita (grama) dei dipendenti pubblici e le libertà concesse alle strutture in cui lavorano.
Anche al Corap funziona così e i lavoratori non lesinano le battute sulla spending review trasformata in “spending di più”.
E non ci sono soltanto le consulenze: il management ha una particolare passione per gli eventi e l’informatica.
L’evento, per la verità, è stato uno soltanto ma ha destato – per i costi – qualche perplessità. Il convegno “Percorsi e prospettive future del Corap” è stato pagato 20.374 euro, liquidati in tempi record alla 5CEventi di Rende, passando sopra qualche regola (che Guzzo conosce bene, essendo una dirigente della Ragioneria alla Regione) sul rispetto cronologico dei pagamenti previsto dalle leggi.
La passione per l’informatica è costata decisamente di più.
A partire dal sito deluxe, pagato 32.500 euro e realizzato dalla società Kaala srl (sempre di Rende). È stata, poi, la volta della fornitura di servizi e materiali informatici avvenuta in tre tranche da 14.330, 6.344 e 10.880 euro.
Ecco le aziende prescelte per il salto di qualità tecnologico: una è la “Fitad di Biagio Talerico”, di San Giovanni in Fiore, che ha fornito workstation, pc e hard disk (è l’affidamento da 10.880 euro). Segue – per l’acquisto di sette pc, tre notebook, un mouse e una borsa al costo di 14.300 euro – la Inforcal, con sede a Cosenza.
Il nome della ditta ritorna per «la fornitura e la realizzazione dell’impianto per la trasmissione dati per il secondo piano dello stabile di proprietà del Corap» nella sede operativa di Lamezia Terme.
Come se non bastasse, tanto per affermare l’esistenza del Corap, la dirigenza ha pensato bene di spendere 12.400 euro per la fornitura e posa in opera di una nuova cartellonistica e segnaletica stradale per il consorzio.
A chi è andato l’affidamento? Naturalmente (verrebbe da dire) a una ditta del Cosentino, la Spot Channel sas, con sede a Rende.
Che, nella mini gara (sono arrivati due preventivi) ha battuto la 5CEventi, già titolare dell’evento sulle prospettive future del consorzio.
Rendersi riconoscibili è una delle priorità. Vale sia per le insegne stradali che per le relazioni internazionali.
E non importa che le mete siano lontane.
La commissaria Guzzo ha deciso di non mancare (accompagnata dal dirigente responsabile dell’area Gestione reti) l’appuntamento con la conferenza internazionale “The Green Aib”, in programma a Marrakech il 12 e 13 luglio 2017.
La conferenza internazionale in materia di sostenibilità energetica è uno degli eventi considerati imprescindibili sia dal Corap che dalla Regione, «al fine di acquisire ulteriori opportunità di confronto in materia di depurazione, rifiuti e politiche per la valorizzazione ambientale».
E non è stata l’unica trasferta in Marocco, visto che il 9 novembre 2017 il Consorzio ha autorizzato una nuova missione – dal 14 al 18 novembre – per commissario e dirigente, chiamati a «una serie di riunioni tecniche da tenersi con le competenti autorità nelle città di Rabat, Tangeri e Casablanca». Un mini tour autunnale per ampliare gli orizzonti dell’ente.
Che elargisce incarichi, si presenta (con gli eventi), si manifesta (con i cartelli stradali) e si propone all’estero ma non ha ancora un piano industriale.
Ma, soprattutto, investe in informatica.
E paga migliaia di euro senza tenere troppo in conto l’ordine cronologico delle fatture.
Tra gli appelli (poco ascoltati) del revisore dei conti a contenere i costi. (2 - continua)
Pablo Petrasso