
E’ la Domenica delle Palme. La gente davanti al sagrato della Chiesa dei Cappuccini aspetta che il prete esca per benedire le palme e gli ulivi. E nel mentre si aspetta si parla di un evento occorso in Amantea.
Si parla di uno sconosciuto si è introdotto in una casa ed ha preso tutto a picconate. Sembra che nessuno se ne sia accorto nonostante l’evidente rumore prodotto, che nessuno lo abbia visto né quando entrava , né quando usciva.
La casa è in via Roberto Mirabelli.
I danni sono stati visti solo dal proprietario quando è rientrato nell’appartamento.
Non solo, ma si racconta che la stessa persona sia proprietaria di un bar, sempre in Amantea, e che anche questo sia rimasto danneggiato da uno conosciuto vandalo che lo ha messo a soqquadro usando una spranga di ferro.
Uno vicino a me, a voce un po’ alta, ricorda che la stampa non cita i nomi e nemmeno le iniziali e siccome chi parla sembra non sapere niente chiede se si sappia chi è stato.
Risponde una risatina sommessa e si vede qualche sguardo sorpreso (con la classica alzata di sorpresa delle palpebre superiori come a dire, se l’unico che non ha capito).
“Ma se lo sanno tutti? “ risponde uno dei presenti. “ Mica è la prima volta. È una storia vecchia, che dura da tempo, una storia di famiglia, tra padre e figlio, una storia di soldi”
Ed ecco che l’ignaro batte le mani , sgrana gli occhi e comprendendo dice :” Ma è ………….”
Non viene data alcuna risposta.
Il prete non esce ancora ed allora sempre il ritardatario ricorda che la stampa non spiega il perché di questi fatti e chiede se si conoscano le ragioni.
Questa volta nessuno gli da retta e non solo perché intanto è uscito il prete per benedire le palme e gli ulivi, ma perché questo signore sembra non voglia capire.
Anche lui alza il ramo d’ulivo dietro al quale sembra nascondere il viso, quasi come se si vergognasse ad essere l’unico che non sa quasi niente di questo paese, del suo paese, al punto da dover leggere i giornali.
Nel centro per l’accoglienza dei profughi aperto a suo tempo ad Amantea ormai sono rimasti pochissimi ospiti.
Quasi una trentina quelli del nucleo originario, tra cui due nuclei familiari ospitati in alloggi exra struttura primaria (nella foto), ai quali si sono uniti pochi altri provenienti da Cetraro dove da tempo non esiste la cucina ed i pasti arrivavano da un centro cottura esterno e pochi altri provenienti da Falerna dove il plesso di prima accoglienza è senza nemmeno la luce elettrica.
E solo per l’attesa dei documenti senza i quali non è possibile alcun movimento
Ma stando ad informazioni attendibili già da domani si dimezzeranno perché la metà ha ricevuto gli atteso documenti e prenderà quindi il largo andando a trovare altro luogo dove risiedere e dove cercare lavoro.
Nessun altro problema sembra rinvenibile , infatti.
Il centro contrariamente ad altri che hanno buttato fuori i profughi ha continuato ad offrire un minimo di ospitalità ed assistenza anche per l’ottenimento dei documenti di viaggio , evitando così quanto successo a Cosenza dove alcuni immigrati sono stati truffati da taluni “ professionisti” che hanno preteso 600 euro per preparare la documentazione per ottenere il permesso di soggiorno.
Ancora pochi giorni quindi poi si concluderà questo capitolo di inusuale presenza di profughi dai paesi del continente africano ed asiatico
Siamo alla fine del lungomare di Amantea. Osserviamo gli effetti della forte mareggiata che ha imperversato sulla costa e discutiamo del grande asporto di sabbia che ha ridotto di molto la spiaggia.
A parole ognuno di noi tenta di paragonare la forza di questa ultima mareggiata a quelle che a memoria d’uomo hanno imperversato sulla costa amanteana.
Si ferma un amico che segnala la quasi scomparsa della spiaggia di Acquicella.
Nel frattempo proprio vicino a noi, ad un palmo di mano, sul muro azzurro del lungomare si posa un uccellino.
Non ha paura, non schizza via come succede a tanti altri.
Lo osserviamo lungamente ed ho il tempo di scattargli alcune foto.
Quanti colori! Il becco rosso. Un pappagallino?
Nessuno di noi lo sa.
“Peppe, perché non lo metti sul sito e chiedi se qualcuno sa cos’è?”
Ecco fatto.
Ora aspettiamo risposta