
Nulla ha potuto la sua “classe” politica contro il “male” che lo ha colpito e contro il quale inani sono stati la sua forza d’animo, la sua fede, la scienza medica.
E quel male, innominato ed innominabile, che ti pervade inarrestabile, alla fine lo ha vinto, lo ha portato via alla sua famiglia, alla città, ai suoi amici.
Nessuno ci credeva. Franco era un combattente, capace di affrontare, come ha fatto nella sua vita, tanti momenti difficili, uscendone spesso, se non sempre, da vincitore.
Ma Franco non era solo il politico per antonomasia di Amantea , era soprattutto un uomo, un amico.
Ed è questo il tratto che lo conserverà indelebile nelle menti e nei cuori di tanti.
I giudizi politici sono insinceri, umorali, impropri, sia quando individuali, sia quando collettivi. Ed ascoltarli e farne tesoro non offre quella verità che occorre sempre cercare.
E’ doveroso, invece, far prevalere il giudizio sull’uomo. Quello semplice, senza presunzione, senza arroganza, serioso, se vuoi, anche se non era difficile cogliere quel sorriso profondo, come nella foto che ci piace partecipare perché veramente espressiva di quel Tonnara che mancherà a tanti e non solo alla sua famiglia, ai suoi intimi, a quelli che hanno vissuti i momenti difficili che lo hanno avvicinata ad un evento che nessuno avrebbe voluto, a quelli che più semplicemente hanno pregato per la sua salute, per la sua vita.
Preghiere inascoltate purtroppo, ma preghiere da continuare.
Domani giovedì 8 agosto, alle ore 17.30 i funerali presso la chiesa di san Bernardino. L’ultima occasione per salutare una persona perbene , un amico, che ha combattuto, senza vincerla, ma con tantissima forza, insieme ad Anna , la moglie, ed ai figli, la terribile guerra contro la malattia del millennio, quel male oscuro che non si sa bene da dove venga ma che porta tanti verso un ordinario e terribile epilogo.
Addio Franco, sarai indimenticabile!
Domani uscirà sicuramente il comunicato dell’amministrazione comunale con il quale si annuncia che la notte bianca 2013 salterà.
Diverse le ragioni.
Alcune di ordine economiche ed organizzative
Le altre, ben più consistenti e pregnanti, legate allo stato di salute del sindaco.
Per queste ultime ragioni è saltato anche il consiglio che era stato convocato per il giorno 10 agosto alle ore 19.00 e con il quale si intendeva concedere la cittadinanza onoraria allo scrittore calabrese Carmine Abate oltre che consegnare gli attestati di pubblica benemerenza del Dipartimento della protezione civile per la partecipazione all’evento “ Sisma in Abbruzzo 2009”
Si avrà modo così di capire che Abruzzo si scrive solo con una sola B anche quando c’è il terremoto!
La notizia fa il giro della città ed arriva perfino a Paola. Gli sms viaggiano nell’etere rimbalzando da una parte all’altra della città. In fondo in questa violenza comunicativa c’ è il dolore per un evento che nessuno si sarebbe aspettato, che nessuno avrebbe voluto.
Un nostro compaesano, un uomo, non più ragazzo, ma ancora giovane, si è suicidato impiccandosi nella tromba delle scale della sua abitazione.
Un lavoratore che non lasciava mai di prendere ogni giorno il pullman per recarsi nella vicina Paola dove lavorava negli uffici giudiziari.
Poi un caffè in uno dei bar vicini alla sua abitazione dove era solito scambiare qualche parola con i pochi amici che frequentava.
Una persona che in fondo nessuno “vedeva” e che ora in tanti si rammaricheranno di non aver visto.
Viveva solo, non era sposato.
Dicono che oggi Antonio non era andato al lavoro: che aveva bevuto un caffè in uno dei soliti bar e poi non si era più visto.
Un unico fratello che viveva in quel di Cosenza e che scendeva spesso con la sua famiglia ad Amantea dove si era ristrutturato recentemente una parte della casa familiare.
Ed è stato proprio lui che non riuscendo a mettersi in contatto con il fratello Antonio ha preso l’auto ed è corso nella nostra cittadina.
Un viaggio per scoprire un evento terribile, come terribile sono state le grida che hanno mobilitato l’intero quartiere, grida di dolore, di disperazione che ancora risuonavano stasera nelle orecchie dei vicini di casa.
Poi l’arrivo dei carabinieri della locale stazione per attendere agli incombenti del caso; l’arrivo del medico legale, l’autorizzazione alla rimozione del corpo, l’eventuale autopsia.
Dramma della solitudine? Forse. Ma si dice che Antonio Munno doveva operarsi in Catanzaro anche all’altra gamba e temesse questo intervento che lo avrebbe forse immobilizzato per qualche tempo. Ed allora i pensieri ed i dubbi forse lo hanno assalito: “chi mi assisterà?”; forse è la domanda che si sarà rivolto senza potersi dare risposta.
E da qui può essere partita quella dannata scintilla che lo ha portato ad un evento incredibile e che ha lasciata la città esterrefatta , la scintilla della solitudine e della paura. Addio Antonio!