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COVIDPPPSono già due anni che i media così come tutti i mezzi d’informazione, social compresi, riempiono le nostre giornate portando all’attenzione le problematiche, di natura anche vitale, legate alla Pandemia da Covid. Invero, gli effetti di tale Pandemia, a differenza di quanto sostenuto, sono di poco conto rispetto ad un problema molto più importante che è quello dell’interruzione volontaria della gravidanza.

La strage degli innocenti, purtroppo, non è soltanto un episodio storico legato alla volontà omicida di Erode il Grande, bensì il risultato di una pratica mortale che trova nelle interruzioni di gravidanza la sua essenza. È impressionante, il numero degli aborti che annualmente si praticano nel mondo, basti pensare che da inizio 2022, nei primi 18 giorni di gennaio, hanno superato la cifra impressionante di due milioni. I dati di questa strage, ci vengono forniti dal sito  worldometers.info che presenta statistiche mondiali e sono in linea con quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

In base alle statistiche dell’OMS, confermate dall’Istituto Guttmacher, tra il 2015 e il 2019 sono stati realizzati in media 73,3 milioni di aborti volontari all’anno.

La cosa più incresciosa riguarda il silenzio tombale da parte di tutti, in particolar modo dei mediae delle associazioni di ispirazione cristiana a tutela della vita. È evidente, quindi, che le interruzioni volontarie di gravidanza, per il numero impressionante, rappresentano una vera e propria strage degli innocenti, tollerata dai governanti e da coloro i quali ritengono la pratica dell’aborto una innocua e giustificata scelta personale.

L’Italia, nazione cristiana - cattolica, forte della legge n. 194 del 1978, non si sottrae alla pratica dell’interruzione di gravidanza, raggiungendo numeri da capogiro, nel 2021 secondo l’IVG, gli aborti sono stati 67.638 una vera e propria strage degli innocenti, incomprensibilmente tollerata e quasi mai ostacolata.

L’indifferenza alla pratica dell’aborto è senza ombra di dubbio da condannare, anche perché se tutti i cattolici si mettessero a urlare questa ingiustizia smetterebbe di sana pianta. La colpa, quindi, non è solo dei medici e politici, ma anche di tutti coloro che difronte a tale pratica restano totalmente indifferenti.

                        Avv. Carlo Salvo

Pubblicato in Mondo

DADL’ordinanza del Sindaco posticipa il rientro in aula a scopo preventivo

CROSIA (CS) – Venerdì, 7 Gennaio 2022 – Covid-19, rimandato il rientro a scuola in presenza. Si procederà in Dad fino al prossimo Sabato 22 Gennaio, per le scuole dell’infanzia, di istruzione primaria e secondaria di Primo e Secondo grado.

È quanto prevede l’ordinanza N. 550 del 7 Gennaio 2022, pubblicata sul sito istituzionale, firmata  dal Sindaco Antonio Russo, il quale ha ritenuto necessario procedere con il provvedimento, sulla scorta dei dati e degli ultimi aggiornamenti sui casi di contagio, registrati nell’ultima settimana sull’intero territorio comunale.

Oltre 120 i nuovi positivi – dichiara il Primo Cittadino – registrati dall’1 al 7 gennaio attraverso l’utilizzo dei test antigenici, che dovranno essere confermati successivamente dagli uffici dell’Asp. Non dobbiamo essere preoccupati o vivere nel terrore, soprattutto perché, a quanto pare, dovremo continuare a convivere con il virus ancora per un po’, ma certamente continuiamo a tenere la guardia alta e a cercare di limitare i contagi per quanto possibile.

©Ufficio stampa e comunicazione istituzionale Comune di Crosia

Pubblicato in Cronaca

passeggeri covid capodanno epifaniaI viaggiatori italiani devono fare i conti con il covid-19 in vista dei viaggi previsti in occasione di Capodanno e per l’imminente ponte dell’Epifania.

I numeri pandemici crescono giorno dopo giorno in modo esponenziale e già, in occasione delle festività natalizie, sono stati oltre 6000 i voli cancellati, coinvolgendo un milione di passeggeri.

Un bilancio già certamente difficile, ma che è destinato ad aumentare per Capodanno ed Epifania, con le positività al covid, che hanno colpito anche i dipendenti delle compagnie aeree e non solamente i passeggeri. Grazie ad ItaliaRimborso, però, che fornisce assistenza ai viaggiatori, è possibile chiedere alla compagnia unrisarcimento per il danno subito, quando il medesimo vettore aereo non abbia fatto il possibile per evitarlo.

È opportuno fare chiarezza a tal proposito, differenziando l’impossibilità del passeggero a viaggiare e il volo cancellato dalla compagnia aerea. Relativamente al primo caso, i passeggeri, che, sfortunatamente, hanno contratto il covid-19 o sono in quarantena obbligatoria, prima della partenza del volo, dovranno rivolgersi direttamente alla compagnia aerea per ottenere eventualmente ed esclusivamente il rimborso del volo. A tali passeggeri, atteso che il vettore aereo non abbia responsabilità, non spetta quindi la compensazione pecuniaria.

Nel caso in cui il passeggero non viene avvisato del volo cancellato, o riceve comunicazione solamente entro 14 giorni dalla data presunta del volo, è prevista una compensazione pecuniaria pari ad una somma compresa fra 250 e 600 euro, oltre che il rimborso di spese extra sostenute per il raggiungimento della meta prefissata.

La normativa in questione riguarda anche altri disservizi come i ritardi aerei superiori alle tre ore ed è il Regolamento Comunitario 261/2004.

ItaliaRimborso è specializzata nell’assistenza, nel pieno rispetto dei diritti dei passeggeri, ed a tal proposito, considerate le molteplici richieste avanzate telefonicamente nel periodo natalizio, ha creato una linea guida sui documenti da presentare per avviare una richiesta di compensazione pecuniaria. La pagina è raggiungibile, cliccando il seguente link: risarcimento volo cancellato.

Per i passeggeri che si trovano in difficoltà ed hanno subito un disservizio aereo come una cancellazione del volo o un ritardo aereo, grazie al metodo del litigation founding (quindi gratuito per i viaggiatori) e all’automatizzazione digitale, possono fornire assistenza anche durante i giorni festivi, purché i passeggeri completino il form presente nella homepage del sito internet di ItaliaRimborso.

Relativamente ai viaggi tra città italiane, oltre alla documentazione di carta di imbarco e documento di riconoscimento, si ricorda che è necessario presentare anche il greenpass che certifichi il completamento del ciclo vaccinale o la guarigione da covid. In caso di viaggi fuori dal territorio italiano, e quindi europeo ed extracomunitario, il Ministero della Salute ha disposto, recentemente, un aggiornamento con l’inserimento 

Russo: «Dopo la pandemia ripartono gli eventi storicizzati con una priorità: la sicurezza»

MERCATINI-CROSIA-MIRTOCROSIA (CS) – Sabato, 4 Dicembre 2021 – Crosia a Natale, l’emozione di ritornare in piazza per riassaporare le atmosfere della tradizione e condividere insieme e in totale sicurezza gli eventi che da anni, ormai, caratterizzano la programmazione invernale della cittadina capoluogo della Valle del Trionto. Dalla XI edizione dei Mercatini di Natale per finire agli incontri nel Centro storico, una serie di iniziative che saranno proposte seguendo i rigidi protocolli anti-covid. Si parte mercoledì 8 Dicembre con il light start delle luminarie artistiche e l’apertura dell’area dei mercatini.

È quanto fa sapere il Presidente del Consiglio comunale con delega alla promozione, al marketing e allo spettacolo del Comune di Crosia, Francesco Russo.

«Quest’anno – dice Russo - c’è tantissima emozione di ritornare in piazza, di assaporare momenti di vera normalità che ormai mancano da tanto, troppo tempo. L’ultima volta ci eravamo lasciati con un grandissimo e coinvolgente concerto di capodanno in piazza Dante. Poi l’imperversare della pandemia, le chiusure, le tantissime restrizioni che ci hanno tolto il piacere di vivere di comunità e di stare insieme. E ci siamo accorti che non c’è nulla di più bello e prezioso della normalità. Quest’anno, finalmente, ritroviamo le nostre abitudini, le nostre bellissime usanze. Con una novità importante e imprescindibile: la sicurezza. Tutti gli eventi, infatti, avranno protocolli e controlli rigidi volti alla prevenzione del contagio Covid-19. Così come le nostre manifestazioni negli anni sono diventate un punto di riferimento per il territorio, vorremo essere anche un modello di organizzazione impeccabile».

«Riproporremo – annuncia – tutti gli eventi che in questi anni hanno caratterizzato la nostra programmazione invernale. A partire dall’immancabile appuntamento con i Mercatini di Natale in collaborazione con GG Eventi, che apriranno il prossimo 8 dicembre nella cornice di Piazza Dante, per finire agli eventi identitari nel Centro storico, passando ovviamente dalle luminarie artistiche che, quest’anno, grazie alla partnership di Ecoross, saranno ecosostenibili: non solo a basso consumo ma anche realizzate con oggetti di riciclo. Consapevolmente abbiamo preferito rinunciare al Capodanno in Piazza certi che nel 22/23 con una emergenza sanitaria finalmente superata potremo rimanere abbracciati, a festeggiare vicini, senza problemi e – conclude Russo - senza alcuna limitazione».

©Ufficio stampa e comunicazione istituzionale Comune di Crosia

Coronavirus-SARS-CoV-2Ancora una volta si ritorna a parlare del destino dei fondi COVID per il personale sanitario della regione Calabria; continueremo a farlo finché non sarà fatta giustizia. Ripercorrendone brevemente la storia, il governo nazionale attraverso il Decreto Legge n. 18/2020 (Decreto Cura Italia) e dal Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), decideva di erogare un ristoro economico in favore del personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza epidemiologica, determinata dal diffondersi del COVID19. La Regione Calabria, attraverso il vecchio Commissario governativo, purtroppo, è stata anche in questa occasione “distratta” nell’applicazione di una norma nazionale, è l’unica regione italiana a non avere erogato, ad oggi, nessuna somma economica come indennità per il rischio di esposizione al virus dei propri dipendenti del comparto sanità che sono stati in prima linea nella fase più acuta della pandemia. Su questo tema, molto spesso siamo entrati in polemica con la struttura Commissariale guidata dal Prefetto Guido Longo, il quale è rimasto insensibile alle pressanti richieste dei lavoratori della Sanità calabrese. In questi giorni è avvenuta un fatto nuovo ed importante, il Consiglio dei Ministri ha nominato il neo presidente della Regione Calabria, commissario per la Sanità. Tale evento ci offre una rinnovata speranza per affrontare in modo nuovo tutti i temi salienti finora emersi; si potrebbe ben incominciare, perché no, proprio dai fondi COVID, per finalmente soddisfare la legittima richiesta dei lavoratori del comparto sanità. Dopo le tante polemiche che questo argomento ha prodotto, anche attraverso atti legali, si invita il Commissario Occhiuto a fare finalmente chiarezza sulle somme previste e stanziate dal governo ed a predisporne la rapida erogazione ai sanitari calabresi. Siamo convinti che un commissario espressione della politica calabrese, nonché cittadino di questo territorio, abbia la sensibilità giusta per rendere giustizia ai ragazzi che si sono battuti per sconfiggere la pandemia che tanti morti ha causato nella nostra regione, tra i quali anche dipendenti degli enti pubblici e della sanità. Ci auguriamo che il Presidente sappia cogliere questo nostro auspicio, prima che lo faccia la procura di Catanzaro alla quale ci siamo già rivolti al fine di fare chiarezza sulla sorte dei 14.000.000 di euro destinati ai lavoratori della sanità e mai giunti a destinazione. Cosenza 13 Novembre 2021 Il Segretario Generale Uil Fpl Calabria Elio Bartoletti * Firma autografa sostituita da indicazione a mezzo posta, ai sensi dell'art. 3, comma 2, D. Lgs. n° 3 9/9

Pubblicato in Italia

Cenone di NataleDa qualche giorno il dibattito sui giornali regionali e nazionali verte su se e come si potrà festeggiare il Natale. Nell’Italia perduta del Covid oggi il problema vero per molti italiani non è la fame, non sono i posti di lavoro perduti, non sono i bar, le pizzerie, le rosticcerie, i ristoranti, le gelaterie, i negozi di abbigliamento che chiudono, i morti negli ospedali, ma il cenone di Natale e come si potrà festeggiare in famiglia. Ci si dimentica facilmente del Coronavirus, dei contagiati, dei morti, dei letti che mancano negli ospedali, dei letti improvvisati montati nelle navate delle chiese, dei pazienti attaccati alle bombole di ossigeno nelle macchine ferme in fila nei parcheggi degli ospedali, dei malati di Covid trovati morti nei bagni del pronto soccorso, dei poveri, dei senzatetto, delle file di uomini e donne davanti le mense della Caritas, degli operai che hanno perso il posto di lavoro. Ci preoccupiamo, invece, del cenone, di Babbo Natale, della Befana, dei regali, dello shopping, dei riti consumistici. E del mondo che sarà dopo la pandemia neppure un cenno. Il problema principale è il cenone. Ma come sarà davvero in Natale di quest’anno, il Natale 2020, il Natale dell’epoca Covid-19? Sarà un Natale responsabile e rigoroso ripetono come un mantra il Premier, i Ministri e gli esperti. Sarà un Natale diverso forse come quei Natali che noi vecchietti abbiamo vissuto quando ancora eravamo povera gente e non conoscevamo ancora la parola shopping. Sarà un Natale con cenone e festa in famiglia, però in forma ridotta. Speriamo che sia almeno sereno con il Coronavirus in calo e nessun paziente in terapia intensiva. Allestiremo come tutti gli anni il presepe e nel salotto l’albero di Natale meno scintillante. Mangeremo il panettone, il pandoro e i torroncini. E se i Sindaci delle nostre città quest’anno non abbelliranno le nostre piazze e le nostre vie di luci e di colori non addoloriamoci poi tanto e non sentiamoci troppo amareggiati di un Natale con pochi festeggiamenti. E se non ci saranno gli zampognari che venivano da lontano e che allietavano tutta la buona, povera gente, non fa niente. Non ci saranno i mercatini di Natale? Rimandiamo le compere al prossimo anno sperando che sia migliore di questo. I viaggi all’estero? Non ce li possiamo permettere. Mancano i soldi. Dimentichiamoci le grandi feste, i balli, le grandi abbuffate, le lunghe tavolate, le interminabili tombolate, lo scambio dei regali, che poi il più delle volte erano regali riciclati, come la classica sciarpa di lana, i guanti di pelle, i calzini corti, l’inevitabile IRGE pigiama. E la messa di mezzanotte? Ci sarà. Ma nelle chiese potranno accedere solo un numero limitato di fedeli. Io ho bellissimi ricordi dei miei Natali da bambino. Si respirava un’aria diversa e il clima natalizio non era quello di oggi: frenesia per lo shopping, per i regali, per le luminarie, per il cenone, per le abbuffate, etc. Ricordo con nostalgia il caminetto acceso, le frissurate dei turdilli e dei cullurielli, il fuoco acceso nel sagrato della chiesa, la processione del Bambinello, le canzoncine e le recite, le letterine ai genitori nascoste sotto il piatto, la messa di mezzanotte, lo stare insieme agli altri intorno al falò, sparare qualche tric-trac. Le tradizioni sono ormai un dolce ricordo dell’infanzia e i racconti degli animali che parlavano la notte di Natale, le piante che fiorivano e che davano frutta prelibata, le fontane che versavano olio e vino, l’acqua dei fiumi che si trasformava in latte e miele, sono soltanto una invenzione della nonna e si perdono nella realtà del presente. Tutto è stato spazzato via inesorabilmente dal progresso tecnologico.

Pubblicato in Italia

santuario san pellegrinoL’Italia è divisa a metà, paese diviso a metà, così scrivevano fino ad ieri i giornali, Oggi, purtroppo, grazie alla pandemia e al coronavirus che ha colpito tutta l’Italia anche i bar sono divisi a metà. C’è un paese San Pellegrino che si trova al confine tra Modena e Lucca, tra le regioni Emilia Romagna e la Toscana. E c’è un antico Bar che si trova nella frazione Frassimoro proprio a metà delle due regioni e per effetto dell’ultimo DPCM del Governo Conte metà Bar dovrà restare chiuso, l’altra metà potrà restare aperta. Strano, vero? E’ una situazione paradossale in cui si trova oggi il Bar Pacetto. Il confine tra le due regioni passa proprio in mezzo allo storico Bar. Cosa avreste fatto voi, amici lettori, se vi foste trovati in questa ingarbugliata situazione? Gli avventori che entrano dalla parte della Toscana, zona arancione, non possono essere serviti ai tavoli. Quelli che entrano dalla parte dell’Emilia Romagna, zona gialla, si accomodano, ordinano e vengono regolarmente serviti. Discriminazione, già grida qualcuno. Ma quale discriminazione! La legge è legge e deve essere applicata e rispettata. E i proprietari del Bar eseguono alla lettera le disposizioni ministeriali. Se non lo facessero sarebbero multati e l’esercizio commerciale verrebbe chiuso. Con queste nuove disposizioni e restrizioni andare al bar e al supermercato e anche a messa o a fare una breve passeggiata intorno all’abitazione diventa un problema. Fiore all’occhiello di questo paese è il santuario che conserva i corpi di San Pellegrino e di San Bianco. Anche loro si trovano oggi in due Italie divise a metà, con la testa in Emilia Romagna e con i piedi in Toscana. Saranno in regola? Anche dalle nostre parti e precisamente alla Variante, tra il Comune di Amantea e il Comune di San Pietro in Amantea, si trova un caseggiato ora disabitato, abbandonato e semidiroccato proprio al confine tra i due comuni. I vecchi proprietari, era abitato fino agli anni cinquanta, la sera quando andavano a dormire si trovavano nel Comune di Amantea. Durante il giorno e all’ora di pranzo nel Comune di San Pietro in Amantea. Erano in regola con le tasse comunali? Mi ricordo che avevano dei problemi quando dovevano trasportare l’uva nel nostro palmento che si trovava nel Comune di Amantea e quando dovevano trasportare il mosto nella cantina che si trovava nel Comune di San Pietro In Amantea. Dovevano chiedere prima il permesso al Comune di Amantea e poi a quello di San Pietro. Ci lamentiamo della burocrazia oggi, ma ieri, non scherzava. E i dipendenti degli Uffici delle tasse di Amantea erano integerrimi, non ne facevano passare una.

Pubblicato in Italia

anziano giornale treviglio-2La nostra Calabria è stata considerata dal Governo giallo rosso una regione dell’area rossa, ciò vuol dire che sono vietati tutti gli spostamenti. Non si può uscire dal proprio comune di residenza salvo motivi di lavoro, di studio, di salute, di estrema necessità. Si può uscire di casa solo per fare la spesa, per andare in farmacia, per andare a comprare il giornale, sempre nelle vicinanze dell’abitazione e sempre accompagnato dall’autocertificazione. Se un cittadino viene fermato e non ha l’autocertificazione e le forze dell’ordine non ritengono valide le giustificazioni viene regolarmente multato. Ecco quanto è successo ad un pensionato di 81 anni di Treviglio in provincia di Bergamo. E’ stato multato perché seduto su una panchina nelle vicinanze della sua abitazione leggeva tranquillo il giornale che poco prima aveva comprato in edicola. Lui si è giustificato dicendo che doveva andare in farmacia a comprare delle medicine ma c’era una lunga coda e così nell’attesa si è seduto nella panchina a sfogliare il giornale. Non è stato creduto. Ha commesso una infrazione. I Vigili Urbani non hanno voluto sentire ragione e così è stato multato. Dovrà pagare 400 euro. I vigili sono stati severi, Hanno applicato la legge in vigore dopo l’entrata del nuovo DPCM. Le regole vanno rispettate. Avrebbero, però, potuto chiudere un occhio. Avrebbero potuto usare un po’ di elasticità mentale. Era il primo giorno di lockdown, erano in presenza di un uomo anziano. Invece di multarlo avrebbero potuto invitarlo a rientrare subito a casa e a non più uscire, altrimenti la prossima volta lo avrebbero multato perché violava il blokdown. La notizia ha fatto il giro del Web e molti utenti ritengono che il signore anziano sia stato vittima di una ingiustizia. Togliere 400 euro ad un pensionato sono tanti. Toglierli poi ad un pensionato di 81 anni sono una cifra esorbitante, sono davvero una tragedia. Speriamo che questa multa quando arriverà sul tavolo del Sindaco di Treviglio venga subito cancellata e cestinata.

Pubblicato in Calabria

piazza2020Le recenti sommosse di Roma, Napoli, Torino e di altre città italiane sarebbero secondo alcuni commentatori politici opera dei soliti facinorosi, degli ultrà sportivi, dei centri sociali, della destra fascista. Ma si dimentica che nelle piazze c’erano decine, centinaia, migliaia di persone per bene, di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, di imprenditori che sono stati costretti a chiudere bar, palestre, ristoranti, gelaterie, piscine, teatri, cinema, pasticcerie, etc. causa l’ultimo DPCM del Governo giallo rosso di Giuseppe Conte. La gente è al limite della sopportazione. Non ha più soldi per vivere, per pagare le tasse arretrate, la luce, il gas, il telefono, i dipendenti rimasti. La pancia è vuota. E quando manca il pane si fanno le rivoluzioni. Oggi le rivolte sono state domate dalle forze dell’ordine ed i facinorosi sono stati dispersi. Ma domani è un altro giorno. Può anche darsi che nelle grandi città i facinorosi, i violenti si siano infiltrati nei cortei, ma le proteste pacifiche, vedi quelle di Cosenza, si sono moltiplicate ovunque. Non solo teppisti, malavita, ndrangheta e camorra. La luna di miele tra il Governo e i cittadini è finita da un pezzo. Non si sente più cantare come a marzo ed aprile dai balconi l’inno di Mameli, la voglia di ballare è passata. La gente ora scende in piazza per protestare. Ed ha ragione. Ha fame. Vuole pane e lavoro. Non si può morire solo di Covid 19, ma anche per mancanza di pane. La situazione è gravissima. E le manifestazioni si stanno espandendo a macchia d’olio ovunque, nei piccoli come nei grandi centri. Solo che le televisioni fino ad oggi hanno fatto vedere quelle che fanno più scalpore: lancio di lacrimogeni, assalto alle forze dell’ordine, cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, auto incendiate, vetrine dei negozi rotti. L’ultimo decreto del Governo Conte ha fatto infuriare i cittadini, i commercianti, le Regioni, i Sindaci, le opposizioni ed anche le forze della maggioranza (Vedi le dichiarazioni di Renzi). Il pugno durissimo su bar, ristoranti, palestre, piscine, teatri e cinema non è andato giù a nessuno ed è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Certo, certo, alcune misure prese dal Governo per cercare di frenare l’avanzata pericolosissima del Virus sono necessarie, ci mancherebbe. Ma se le disposizioni dovessero protrarsi a lungo non lo so a cosa andremo incontro. Le prime avvisaglie le abbiamo avuto. Quando la gente è disperata, che non ha nulla da mangiare e da perdere, che deve abbassare le saracinesche dei negozi, può fare di tutto, possiamo aspettarci di tutto: scontri, incendi, saccheggi. Ora la gente ha protestato perché il Governo ha chiuso i loro esercizi commerciali. E se domani dovesse davvero mancare il pane? La rabbia si espanderebbe a macchia d’olio. La gente incomincerebbe a trasgredire la legge. E’ passata l’allegra atmosfera che si era creata nei mesi scorsi. E’ diventata più seria, si è accorta che sono finiti i soldi e che i frigoriferi di casa sono completamente vuoti. Ora non hanno più la voglia di cantare e di ballare. Vogliono lavorare e mangiare. In un articolo del mese dello scorso marzo così scrissi:- Oltre al coronavirus che sta facendo danni incalcolabili all’economia italiana e mondiale e che sta uccidendo migliaia di persone, c’è un altro virus più pericoloso e micidiale che potrebbe colpire tutti ed è il virus della rivolta e della fame. Nessuno mi ha dato ascolto

Pubblicato in Politica

covid amanteaRiprendendo un testo di un grande politico ,don Luigi Sturzo ,pubblicato nel 1947 vorrei ,con molto rispetto, riproporlo ai nostri 23 politici calabresi che sono stati eletti nelle ultime votazioni . " I diritti dell'uomo e del cittadino sono più noti dei doveri ; se non altro ,se ne parla di più e si fanno valere con maggiore efficacia . Ma dei doveri non si ha un'idea chiara ,al di là di quelli di obbedire alle leggi e di pagare le tasse,cosa di cui molti farebbero volentieri a meno ,se non ci fossero multe e prigioni. Una delle idee che occorre inculcare nella mente dei giovani è che diritti e doveri sono correlativi ; non si dà un diritto senza un dovere corrispondente .il cittadino ha il diritto di essere governato bene ,ma ha il dovere di inviare ai posti pubblici elettivi persone moralmente integre e politicamente preparate." Questa lunga introduzione mi aiuta nel rivolgere ai 23 politici calabresi eletti dal popolo una domanda molto semplice . Cosa fate effettivamente per le persone che vi hanno votato per prendere decisioni in merito ai tanti problemi che attanagliano giornalmente la nostra regione?Cosa fate per questo territorio sempre in eterna emergenza per i rifiuti ,per la sanità ,per la sicurezza ,per l'ambiente ,per lo sperpero di danaro pubblico ,per il malaffare,per la corruzione ,per la pandemia ? Io credo poco o nulla ! Non ho visto uno di voi parlare pubblicamente per una presa di posizione forte nell'interesse della comunità . Dovreste scendere in campo ogni volta che questa regione ha bisogno di aiuto ,ogni volta che i vostri concittadini vi chiedono aiuto . Non ultimo il grave focolaio di contagi nella nostra bella e sfortunata cittadina ,Amantea . Lasciata in mano a persone che non hanno a cuore il suo destino oggi conta 91 contagi e tutto nel completo vostro disinteresse . Un politico deve mantenere quello che promette perché i cittadini votano i loro rappresentanti soprattutto sulla base delle promesse che fanno durante la campagna elettorale. Queste promesse devono essere onorate ! Altrimenti il popolo non crederà più a nessuno di voi e anche se cercherete di giustificarviivi con i soliti giochetti ," non ero nella maggioranza o altre giustificazioni simili " il vostro destino sarà segnato . Non vi voterà più nessuno . Quindi se avete ancora un briciolo di dignità battetevi per le giuste cause ,per il Bene Comune non per il vostro . Scavate dentro il vostro cuore e seguite l'esempio di Cicerone. " Bisogna rinunciare agli interessi egoistici ,privati o di ceto,per ricercare il bene comune dell'intero corpo civico , bisogna attenersi saldamente alla giustizia e all'onestà che ,pur di mantenerle ferme e salde ,il politico affronterà i più gravi insuccessi e incontrerà anche la morte ,piuttosto che tradire il popolo ." Beh non vi chiediamo questo sacrificio estremo ma l'impegno ,quello sì. Grazie .

Ida Francescano

Pubblicato in Primo Piano
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