27 / 02 / 2013 .Lavoro senza sosta per i militari della guardia costiera di Vibo Valentia Marina, che nella mattinata odierna sono stati impiegati sul litorale tirrenico della provincia di Catanzaro per individuare e reprimere attività di pesca illecita di novellame. Due le radiomobili impiegate dal servizio operativo della capitaneria di porto ed un mezzo navale che ha operato in tandem alle predette, tutte coordinate dalla sala operativa della guardia costiera di Vibo Valentia Marina. Il primo intervento di controllo esperito nel territorio del comune di Gizzeria ha portato all’accertamento di oltre 30 kg di bianchetto detenuti da un soggetto successivamente identificato e già recidivo per reati di pesca abusiva. Alla presenza del controllo era presente anche una pattuglia dei carabinieri della locale compagnia di Lamezia Terme, che ha collaborato negli accertamenti della persona sottoposta a controllo. Il pescato è stato quindi sequestrato e consegnato, sentito il pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica di Lamezia Terme e il veterinario dell’Asp, ad un istituto di beneficenza delle suore di Lamezia Terme.
Il secondo intervento si è concretizzato sulla spiaggia di Curinga dove la seconda pattuglia della Guardia Costiera ha intercettato un’aliquota di pescatori abusivi di Palmi che esercitavano dalla spiaggia la pesca con rete tipo sciabica mediante l’utilizzo di una barca con motore. In questo caso, però, nella rete non veniva rinvenuto bianchetto per il pronto intervento dei guardacoste che hanno stoppato le attività di pesca, procedendo, nel contempo a sottoporre a sequestro amministrativo sia la rete, che la barca e il motore. Il materiale sequestrato è stato portato presso la capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina e affidato per la custodia ai militari operanti.
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Lamezia Terme
Catanzaro. Continua l'inchiesta della Procura di Catanzaro sulla gestione dell'agenzia nel periodo precedente al 2010. Le decisioni dei manager avrebbero creato danni economici. Somme di denaro per complessivi 500 mila euro sono state sequestrate ad ex dirigenti dell'Arpacal nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Catanzaro sulla gestione dell'agenzia nel periodo precedente al 2010. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Procuratore della Repubblica, Vincenzo Antonio Lombardo, e dai sostituti Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio. I militari della Guardia di finanza e del nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) hanno provveduto ad eseguire i sequestri. L'accusa sostiene che i provvedimenti adottati dagli ex sette dirigenti ha provocato un danno economico all'agenzia regionale per l'ambiente. Nell'inchiesta della Procura sono indagate una decina di persone e riguarda complessivamente la gestione dell'Arpacal negli anni precedenti al 2010. Negli atti è confluita anche la relazione di un ispettore del ministero dell'Economia, Giovanni Logoteto, che ha riscontrato una serie di irregolarità nell'attribuzione di incarichi, nell'erogazione di fondi e nell'espletamento di selezioni per progressioni verticali di carriera. Le indagini hanno avuto inizio dopo una serie di esposti relativi al concorso pubblico per dirigente amministrativo dell'Arpacal ed al conferimento dell'incarico di responsabile di struttura semplice avvenuti nel 2008.(IlCorrieredellaCalabria).
Aggiornamento
Uno dei sette ex dirigenti ha tentato in extremis di evitare il sequestro. Appena appresa la notizia dell'attività in corso, si è precipitato in banca. Raggiunto il direttore nella sua stanza gli ha detto che voleva chiudere immediatamente il suo conto. Peccato, però, che nell'ufficio del direttore era già presente un maresciallo della finanza in borghese che dopo essersi presentato all'ignaro indagato gli ha notificato il provvedimento con cui erano stati appena sequestrati 56mila euro.
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