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Questo è il momento in cui tutti vogliamo bene al mare.
Quel mare dove sversiamo di tutto e di più, spazzatura e fogna comprese.

 

Ed è giusto dire di voler bene, almeno a parole, di voler aiutare, al mare, forse addirittura di volerlo salvare dai cattivi (noi no!).

 

Dal 18 aprile, magari, ce ne dimenticheremo.

 

Esattamente come, oggi e ieri, ci siamo dimenticati del centro storico, quello dove è scritta gran parte della storia della nostra Amantea.

Già! Perché la storia è nostra, ma non sono nostre le antiche abitazioni che, lo abbiamo denunciato, cadono a pezzi, un po’ alla volta.

E quando cadono se ne va con loro una parte della nostra memoria.

 

Abbiano dolorosamente scritto di quella parte del centro storico prossima a Via Madonna delle Grazie , a monte di Via Cavour, nella quale erta allocato il nucleo più rilevante del centro storico.

Abbiamo anche scritto del crollo di alcune abitazioni prossime alla Via Grande di cui parlavano i primi Gesuiti quando giunsero ad Amantea per darei inizio alla costruzione del grande complesso gesuitico che abbiamo anche chiamato le Carceri.

Ed è su questa zona, al momento, che si è fermata l’attenzione della amministrazione comunale guidata da Monica Sabatino.

Il progetto ha per titolo “ Demolizione fabbricati ubicati nell’area antistante l’ex collegio dei Gesuiti” e prevede la demolizione di 3 manufatti per un volume di 1012 m3.

 

Si tratta dei più antichi manufatti esistenti ancora oggi nel centro storico amanteano.

Manufatti del 15° secolo, prossimi alla ex casa dei fratelli Gracchi, nell’area ( in dialetto) “ du furnu viecchiu e di San Nicola du rimu”.

Crollata la casa dei Gracchi, di cui resta un solo vano sotterraneo, ora saranno demolite le case più antiche dell’antico quartiere Catocastro.

La speranza è che posta in sicurezza la zona finalmente si potrà accedervi e visitarla.

Da anni, infatti, è chiusa .

 

Oggi questi manufatti ancora privati vengono demoliti con fondi pubblici.

Resta ovviamente l’amarezza di una storia che cancelliamo pezzo dopo pezzo senza nemmeno conservarne memoria.

Un Vicolo

 

Un manufatto

 

 A sinistra il primo manufatto da demolire

Il centro storico di un comune è quella "parte del territorio comu nale di più antica formazione sotto posta a particolare tutela per assicu rare la conserva zione di testimoni anze storiche, arti stiche, ambienta li".

Questo, almeno, in teoria.

La pratica, invece, è, molto spesso, se non sempre, una cosa tutta diversa.

In sostanza, infatti, il centro storico è, molto spesso, il posto più abbandonato di tutto il territorio.

Il posto dove tante case cadono a pezzi senza che nessuno se ne curi.

Si è vero che, come dicono i poeti, “ Le case del centro storico portano su di sè i segni del tempo che è scorso ed i segni dell’acqua, del sole e del vento che le hanno consumate”

Ed è anche vero che le loro mura “raccontano un passato fatto di umanità, di bambini scalzi, di vecchie che filavano, di marinai che scendevano per affrontare il mare, passati di sacrifici , di dolori ma anche di gioie ; passati ricchi di aggressioni, di assedi, di fame, di addii, ma anche di speranze”.

Ed è anche vero che nel centro storico le ore scorrono implacabili, ma, anche, lente e ritmiche, ognuna di esse a raccontare vite vissute indelebilmente impresse nelle vecchie mura, pareti che lasciano intravvedere volti celati dietro le ante delle vecchie finestre, agorà dove ti sembra di sentire grida gioiose dei bambini che giocano scalzi al sole, selciati dove diventa musica il rumore degli zoccoli delle belle ragazze che scendono a passeggiare sulle più ampie strade sottostanti, e spazi dove ancora girano per l’aria le parole non dette delle donne gravide anche dell’amore di un uomo, quale egli sia.

È solo tra quelle vecchie mura , nelle quali le poche cose vive sono , talvolta, dove i gatti si accarezzano il musetto con fare ritmico , la testa piegata e gli occhi distratti, che puoi percepire la storia antica di un paese come Amantea e della sua gente, cogliere i profumi di zagara e quelli della pasta con la mollica.

Sono ritornato a cogliere di nuovo l’aura del nostro centro storico, cominciando a salire Via Cavour.

Lì sulla parete della prima casa una scritta risalente al periodo fascista dove si legge solo la parola Italia, monito di un tempo ormai finito e di cui restano ormai soltanto le ceneri di un passato.

Prendo a destra il minuscolo vicoletto “Madonna delle Grazie” che dopo pochi metri si apre in un piccolo slargo che presenta vecchie case delle quali ormai resta solo qualche muro esterno e qualche finestra attraverso la quale riesci a scorgere travi crollate e tegole spaccate.

Ed è lì che, se hai orecchio alla storia, puoi cominciare a sentire il lamento, prima, ed il disperato grido di dolore. dopo, degli antichi abitanti dei quali, giorno dopo giorno, non resta memoria, al pari delle case che giorno dopo giorno continuano a sfaldarsi riducendosi in pietrame senza vita.

Si salva solo la vecchia chiesetta familiare dei Cavallo ed il piccolo aranceto che le fa una discreta corte .

Intorno , improvvise , le icone poste a difesa delle case e dei vicoli dai demoni e dai fantasmi ; icone che strappano un segno di croce a chiunque le osservi, icone di tutti, anche dei passanti.

Basta guardarsi intorno per scoprire di vecchie case realizzate cento, duecento e più anni delle quali ormai restano le mura perimetrali , nemmeno, intatte, con vuote occhiaie, un tempo finestre, che ti guardano silenziose ed inani .

Porte non aperte da tempo e dove l’erba selvaggia riempie gli spazi dei passi mancanti.

E tra le mura una folta vegetazione che talvolta nasconde micidiali trappole.

Qualche arancio o limone ancora sopravvivono , alcuni svettanti a percepire il sole.

Resiste qualche numero civico , qualche scritta sulle porte o sui muri, resti di antiche presenze, segni di una antica bellezza ormai spenta, echi lontani di voci indistinte , di brusii nelle cucine o nei talami , tracce eteree di vite difficili , litanie e rosari a mitigare le paure.

Se poi ti siedi e torni con la mente a quando quei luoghi erano ancora vivi e le case ancora abitate , avverti i buongiorno dei passanti, magari sorpresi a chiedersi tu chi sia, ma sempre aperti e pronti a conoscerti.

Il silenzio ti avvolge dolcemente interrotto dallo stormire delle foglie, dal fruscio delle ali di un uccello o dal ticchettio delle gocce della fontana pubblica che da sempre perde

E quando cominci a vedere leggere e diafane le anziane con il fazzoletto nero sulla testa e lo scialle sulle spalle comprendi che è tempo di andare via, senza rischiare di turbare i fantasmi che ancora vivono tra quelle mura e che aspettano che rivivano per ritornare a vivere anche essi.

Scendo e decido di parlare di questa drammatica situazione nella speranza che qualcuno ricominci a pensare di salvare una parte della nostra storia , della nostra irripetibile architettura, della nostra società , dei nostri ricordi.

E man mano che mi allontano fuggono le voci, le anime antiche, i rumori del tempo, i silenzi, le memorie, ed il quotidiane vince sulle memorie ancora dolenti ma vive del nostro passato.

Continua a morire, vecchia Amantea , mentre i vecchi tetti improvvisi sprofondano e con essi il nostro passato ed il nostro presente.

Non ti resta che morire vecchia Amantea, insieme a chi non vuole curarti pur avendo le medicine.

Anche "lui" muore, ma non lo sa.

Uno splendido balcone in ferro battuto

Occhi nascosti

gattino

Trappole nascoste

Tetti crollati

Icone

Porte senza vita

Chiesetta Cavallo

Pubblicato in Primo Piano

logL'associazione culturale Longotherapy è lieta di invitarvi alla presentazione del romanzo storico ''Alle soglie dell'ultimo giorno' ', dello scrittore Sergio Ruggiero, domenica 21 febbraio, ore 17.30 presso il Teatrino comunale, sito in piazza San Francesco nel centro storico di Longobardi (Cs).

Premiato come Miglior romanzi storico al concorso letterario nazionale Unicorno - Rovigo 2015, l'opera è ambientata per due capitoli nel territorio di Longobardi. La presentazione prevede proiezioni video ed esibizioni musicale dello stesso autore, nonché la lettura di brani del romanzo. Siamo nell'Anno Domini 870,sullo sfondo di un'epoca segnata dal primato dei Franchi, dalla decadere longobarda e dalla crudeltà dei Saraceni. Scontri culturali e religiosi epocali, infedeli e cavalieri. L'invenzione narrativa si innesta su fonti storiche, per raccontare un mondo pieno di mistero, terribile, affascinante, tra amori, dolore e morte. Dove tutto si basava sulla spietata legge della guerra, mirando contemporaneamente alla conquista dell'eternità. Sergio Ruggiero è nato ad Amantea nel 1962, dove vive, svolgendo la professione d'architetto. È sposato e ha due figli. Appassionati lettore, ha scritto diversi romanzi storici : La rosa d'Ajello, Il respiro del mare, Nel segno del cuore, tutti premiati a livello nazionale e internazionale. E Tre croci a pietramala (inedito).. Continua dunque l'attività dell'associazione, all'insegna della promozione del territorio, dell'arte e della cultura.

Ruderi-della-Chiesa-di-S.-Francesco-dAssisi

Il centro storico è un agglomerato urbano che riveste carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale. L’ambito oggettivo è dunque chiaramente costituito dagli agglomerati urbani, ma la specificazione legislativa sembrerebbe poi evocare, in modo indistinto, la disciplina relativa ai beni culturali o paesaggistici, nonostante l’imprinting principalmente urbanistico della normativa.

 

Sembra corretto dire, anche se si tratta di questione tutt’altro che pacifica, che l’epicentro della tutela consista proprio nella conservazione della materialità degli “agglomerati urbani” (principalmente, come si desume dalle analisi delle varie leggi regionali, nella prospettiva del recupero e della riqualificazione), ma occorre poi tenere conto, anche delle variabili dimensioni di un centro storico.

I centri storici, dunque, pur non rientrando tra le aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del d.lgs. n. 42 del 2004, vengono inclusi tra quelle categorie di beni suscettibili di tutela paesaggistica mediante dichiarazione di notevole interesse pubblico, di competenza regionale, ed, in via sostitutiva, anche ministeriale. Nello specifico, chi dovrebbe tutelare il Centro Storico di Amantea? Che ruolo ha, in Municipio, la ”0pposizione”? Tutto il centro storico di questa cittadina “martire”, ormai da anni, sembra essere piagato dalla presenza di “sventratori” opportunisti senza scrupoli e di ragazzi annoiati che armati di bombolette, scrivono e deturpano i suoi muri.

 

 

Sempre più frequenti sono le segnalazioni di privati cittadini che, nei vicoli più stretti, si vedono costretti a pulire laddove i giovani si incontrano per bere, mangiare e fumare. Sporcizia, abbandono e violazioni edilizie di quello che dovrebbe essere la cartolina di un qualsiasi antico paese. Quello che dovrebbe essere il punto di forza di una città, storia e modernità che convivono negli stessi vicoli, si sta lentamente trasformando in una parte di Amantea che perde la sua peculiare diversità, sotto gli occhi di chi la ama.

Questo cittadino vorrebbe sapere se l’Amministrazione si è fatta un’idea su questo aspetto, se ha un programma di interventi perché ad oggi non si sa nulla, ma mi piacerebbe condividere i punti di vista e aiutare la nostra antica città a crescere. Se la situazione dovesse rimanere così com’è, vorrà dire che un bene di tutti rischia di diventare terra di pochi notabili speculatori.

C’è chi chiede di tappezzare il centro storico di videocamere di sorveglianza, ma forse basterebbe semplicemente imparare a conoscere ed apprezzare ciò che ci circonda, oltre ad un pizzico di conoscenza. La salvaguardia di monumenti, degli ambienti, dei paesaggi urbani, dei territori e dei centri storici, è un portato specifico della cultura moderna, non di quella che si spaccia “restauratrice”. Nessun esponente di una avanguardia estetica, nessun architetto autenticamente tale si sognerebbe di deturpare un monumento, un ambiente, un paesaggio o un centro storico.

 

I locali sventratori, vandali, e massacratori, non sono mai appartenuti ad una sensibile avanguardia culturale, anzi l’hanno combattuta con ferocia, in nome di presunte antiche glorie, di cui non capiscono un bel niente.

La vista migliore del nostro centro storico è da località “Lumera” o dall'alto dell'acquedotto. Sfortunatamente da lì non passano turisti. Le migliaia di persone che invece attraversano il paese percorrendo la ex statale subiscono un impatto piuttosto deludente: gli antichi palazzi e la parte dell'abitato di Corso Umberto I che si affaccia su la moderna città in basso, non colpiscono positivamente l'occhio e non rendono giustizia alla Nimpha Quasi per Arenam Currens: Amantea. Questo è un vero delitto perché negli ultimi tempi non si è fatto nulla per migliorare l’antico Borgo.

Al contrario, si sta facendo di tutto per cancellarlo. Una canna fumaria posticcia sale da una finestrella fino al tetto e alcune persiane, in alluminio, sono di colore diverso dalle altre. Si tratta evidentemente di interventi che non potevano essere effettuati.

E’ evidente che nel centro storico perdurano prescrizioni fortemente abusive a tutela delle “facciate”; mentre di quello che doveva essere fatto, non c'è traccia. Conosciamo le problematiche di queste situazioni, quando le proprietà sono frammentate è difficile mettere d'accordo tutti, in special modo se c'è da spendere dei soldi. Comprendiamo meno il mancato intervento, da parte dell’Amministrazione, nei confronti delle risoluzioni irregolari che, oltre a deturpare dei beni comuni (perché di questo si tratta), creano pericolosi precedenti per chi intendesse realizzare opere analoghe in altre case del centro storico. Un'altra situazione che dimostra la scarsa sensibilità nei confronti della bellezza del nostro passato sono le scelte dei materiali e dei colori che nulla hanno a che vedere con il ripristino dell’originale.

Se “modernizzare” vuol dire stravolgere il senso di quanto ci è stato tramandato e che noi dovremmo tramandare a nostra volta, significa che c’è una perdita di valori e di conoscenza profondissima.

 

Al di là di qualsiasi considerazione, il centro storico viene quotidianamente stuprato nella più assoluta indifferenza, mancanza di valori sociali e del senso del bene comune.

Il centro storico ha allora due problemi fondamentali, che se non risolti rischiano di rovinarlo per sempre: da un lato le tante abitazioni da troppo tempo abbandonate, le quali costituiscono anche un problema all’incolumità degli stessi abitanti, dall’altro delle iniziative private non sottoposte ad alcuni vincolo, creano vistosi problemi di impatto visivo al paesaggio.

 

Il nostro genuino desiderio è che queste constatazioni possano essere utili per una presa di coscienza collettiva, se non da parte degli amministratori comunali, ma di tutta la comunità amanteana, sul valore, estetico, economico e sociale, delle testimonianze storiche di questo nostro umiliato paese. Le ingiustizie, gli abusi, gli interessi famelici di pochi e le diseguaglianze perseguite dalle società liberal democratiche sono sotto gli occhi di tutti. Essere sdegnati oggi è una questione etica e di sensibilità.

 

Un’etica che dovrebbe arricchirsi continuamente dinanzi alle sfide che la storia e la vita ci propongono continuamente. Mentre gli scienziati e gli intellettuali si chiedono oggi come salvare la bellezza del nostro ambiente, ad Amantea si verificano fenomeni socio-culturali che la offendono e imbruttiscono.

Perché questo scenografico centro storico segnato da straordinarie incidenze architettoniche e artistiche, non è sentito come tale, ma viene degradato a mero oggetto di consumo in modo incivile e la sua bellezza viene insultata? Forse perché i nostri sensi, sopraffatti da quelli della barbarie, sono continuamente bombardati da mille stimolazioni, incessanti, assordanti, in cui ci sperdiamo. Per questo occorre far chiarezza e comprendere quali siano le priorità e che c’è un ordine di valori da pensare o ripensare alla nostra indifferenza e capacità di reagire a tutto questo.

Allora una delle risposte ad una auspicata ma mancata rivolta potrebbe essere quella della scarsa formazione e capacità di lettura del reale, dovuta anche alla volontà da parte dei potentati di mantenere le masse nell’ignoranza, e lo vediamo dalle scelte di riforme “democratiche” che ci vengono propinate quotidianamente. E per questo, i crimini di cui un popolo si vergogna costituiscono la sua vera storia.

Questa parte della nostra storia passata, dovrebbe essere tutelata attraverso precisi strumenti urbanistici, ovvero alla stregua di bene paesaggistico vincolato con provvedimento amministrativo. “ Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico ma nazione vivente, ma nazione europea:

e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti, governanti impiegati di agrari, prefetti codini, avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi, funzionari liberali carogne come gli zii bigotti, una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!

 

…..”Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.” P.P.Pasolini

 

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Una rapina simile a quella di Cleto.

Ma questa riuscita.

Due rapinatori con il volto travisato sono entrati stamattina 19 dicembre all'interno dell'ufficio postale.

Erano da poco passate le 09 del mattino.

Come a Cleto erano armati di una mazza ferrata con la quale hanno tentato di rompere il vetro blindato che difende il personale della Posta.

Siamo all’ufficio postale sito nella piazza principale del centro storico.

Gli impiegati hanno dovuto consegnare il denaro contenuto nelle casse, ma i malviventi non sono riusciti a rubare quello contenuto nella cassaforte che si apriva a tempo.

I rapinatori sono fuggiti con un ciclomotore

I carabinieri sono giunti sul posto dopo circa dieci minuti.

L'allarme è stato dato dagli stessi impiegati dell'Ufficio postale.

Pubblicato in Alto Tirreno

Pulizia del Centro Storico di Amantea?
Ci siamo sbagliati!

 

Avevamo pensato che la pulizia del centro storico, iniziata dalle Case Sciullate, fosse stata dovuta al prossimo Natale ed in particolare al presepe della Chiesa Madre dalla cui balconata si sarebbe potuto vedere oltre al bel panorama del mare ed a quello (invero) meno bello dell’abitato, il disdicevole panorama delle erbacce nell’area delle case Sciullate, se non i topi che vi allignano numerosi e che, infastiditi dall’accesso di tanti frequentatori , sarebbero potuti sciamare in Via Duomo e da li raggiungere la gradinata della Chiesa.

 

E per questo avevamo anche porto i complimenti all’amministrazione comunale.

Non è così.

Non è affatto così.

 

La verità è che i residenti del quartiere hanno dovuto fare ricorso ad un legale cittadino che ha intimato all’amministrazione di effettuare quella pulizia che si impone, indipendentemente dalla inascoltata invocazione dei residenti da cui la successiva intimazione.

E peraltro è stato un lavoro perfino parziale.

Le foto ne danno il senso pieno.

“More solito” l’amministrazione fa potare anzitempo gli aranci di via Margherita ( giustamente vista la invasione di pidocchi e di relativa melassa), anche per le sollecitazioni dei commercianti che erano dovuti giungere all’auto potatura, ma si dimentica il centro storico, quello di cui poi ci si vanta al punto da avere anche un amministratore per la sua difesa!

Questo il comunicato. “ Sabato 19 settembre il Partito Democratico di Amantea ha promosso una visita del Centro storico alla quale hanno partecipato, insieme alla parlamentare Enza Bruno Bossio, i componenti della Segreteria e alcuni cittadini.

La visita ha riguardato anche la Chiesa Matrice, il Collegio dei Gesuiti e San Bernardino, accolti da Padre Francesco Celestino.

Obiettivi dell’iniziativa: promuovere le bellezze, la storia, le contaminazioni culturali avvenute nei secoli, ma anche denunciare lo stato di abbandono e di emergenza in cui versano alcuni luoghi e palazzi antichi.

<<Ogni qual volta si parla di crescita, di sviluppo e di turismo viene annoverato il Centro storico, e noi crediamo che rappresenti davvero una delle priorità su cui investire.

Il borgo antico - dichiara il Segretario cittadino Enzo Giacco - è una incredibile opportunità per la crescita della nostra città.

Ma deve trasformarsi in un luogo dove allestire grandi eventi culturali, dove ospitare botteghe per il recupero di antichi mestieri, laboratori di artigiani ed artisti locali che nei loro lavori spesso evocano questa parte meravigliosa della città.

Necessita di percorsi storico-culturali capaci di accompagnare il visitatore in un viaggio nella nostra storia, nella nostra cultura, nelle nostre tradizioni.

Ha bisogno di aprirsi all’esterno: magari riabbracciando il vecchio progetto del “villaggio albergo” e promuovendo strumenti di integrazione, sulla scia del modello Riace e Acquaformosa, nel quale noi crediamo molto.

Insomma, deve tornare a vivere. Ed è ovvio che questo non può avvenire senza la giusta attenzione da parte delle istituzioni pubbliche, da un lato, e degli investitori privati dall’altro.

Tuttavia, per innescare meccanismi virtuosi di questo tipo diventa necessario creare favorevoli condizioni di contesto capaci di promuovere meccanismi di riqualificazione.

Rispetto a ciò abbiamo le idee chiare, e grazie alle varie professionalità presenti al nostro interno stiamo lavorando ad un’idea progettuale che presto offriremo alla città>>.

<<Il centro storico di Amantea è la risorsa primaria, la memoria e l’identità di questa splendida cittadina del Tirreno.

Ho accettato con entusiasmo l’invito del Circolo del PD a visitarlo – evidenzia la Parlamentare Enza Bruno Bossio – perché insieme avvertiamo il dovere di tutelarlo, trasformandolo in luogo di attrazione culturale, turistica e quindi economica.

Su questo straordinario patrimonio è necessario investire senza tentennamenti, individuando fin da subito strumenti e risorse specifiche>>.

Amantea, 19 settembre 2015                                               PD AMANTEA

Pubblicato in Politica

Stamattina la ditta incaricata dei sondaggi nel centro storico ha piazzato l’apparecchiatura tecnica in Corso Umberto Primo e dato inizio alle operazioni di carotaggio.

 

Successivamente si sposterà in Sopportico Piazza

Infine eseguirà una terza trivellazione in Via Nazionale

A vigilare sui lavori e ad effettuare le valutazioni il geologo Magliocco

I tre carotaggi sono effettuati sostanzialmente su una stessa linea geologica onde valutare la incidenza degli antichi avori di costruzione della SS18 e di Via nazionale e delle opere di tenuta delle strade stesse

Soddisfazione degli abitanti della zona del centro storico interessata alle indagini geologiche

Dopo vent’anni da quando vennero effettuati dal geologo prof Guerricchio le indagini relative all’abbassamento del corso Umberto Primo e della abitazione dei signori Parise finalmente si riprende a valutare il grave fenomeno di dissesto che interessa la stecca di abitazione ad ovest del corso.

Il geologo dr Magliocco così ( posto che siano rivenute nelle carte del comune di Amantea) potrà confrontare i risultati delle attuali indagini con quelle precedenti e trarre le conclusioni sugli scarsi risultati degli interventi di consolidamento a suo tempo effettuati

Speriamo che non si tratti come in passato di perdite delle reti che invadono il sottofondo indebolendo le fondamenta delle case

Ricordiamo, infatti, che il canale per la visione ed il controllo delle reti suggerita dai tecnici della prima indagine non venne mai eseguita e che i canali di deflusso delle acque piovane non sono puliti da tempo

Comunque si tratta di un primo passo.

Pubblicato in Politica

centroObiettivo raggiunto. I consiglieri di maggioranza Giusi Osso ed Elena Arone guardano con soddisfazione a quella che è stata la due giorni di eventi che ha avuto luogo nel centro storico e che ha consentito non solo ai turisti ed ai vacanzieri, ma anche ai residenti, di conoscere le peculiarità artistiche e architettoniche del borgo antico.

 

Particolarmente apprezzate le visite guidate che da corso Umberto I hanno abbracciato le vie più nascoste della città vecchia, quelle che dai ruderi del castello scendono verso valle, mostrando il mare più vicino di quello che realmente è. In questo scenario d’incanto non potevano mancare le tipicità enogastronomiche che si sono perfettamente alternate alle mostre d’arte, alla musica e all’osservazione delle stelle.

 

«L’auspicio – spiegano le due esponenti della maggioranza guidata dal sindaco Monica Sabatino – è fare in modo che il quartiere alto di Amantea possa essere vissuto tutto l’anno. Abbiamo iniziato un cammino certamente non facile ripristinando la lapide che ricorda che le vittime del bombardamento alleato del 1943, partecipando al programma televisivo “Mezzogiorno in famiglia” in onda su Rai 2 nello scorso mese di marzo e aderendo al progetto “Invasioni digitali”. Così facendo abbiamo permesso a tanti giovani di visitare il centro storico, consentendo loro di apprezzarne i vari giacimenti culturali che offre. Entro breve tempo sarà possibile visitare la chiesa di San Francesco d’Assisi che consentirà di conoscere quelle che sono state le frequentazioni della zona. Compatibilmente con le esigenze di bilancio faremo di tutto per supportare la crescita del centro storico, che resta il nostro orgoglio».

«Partendo da questo presupposto – concludono la Arone e la Osso – ci sentiamo di ringraziare chi ha consentito la realizzazione di questi due giorni di eventi: il pub “One drop” di Pino Guido, l’osteria “Dintru u strittu” di Serena Maura Aiello e Pietro Fruscio, la “Bottega dei ricordi” di Franco e Rocco Suriano, il “Bar Sicoli” di Annunziato Lindia. Fondamentale è stato il lavoro di coloro che hanno popolato gli stand: il servizio di ristorazione “Magna Graecia” di Francesca Stella, Pino Dolce ed i suoi collaboratori, l’azienda agricola “Dolce Rossa” di Domenico Forte e Fiore Gagliardi. Ed ancora: il pittore Nicolay Stoyanov con la sua mostra “Porte aperte sul paesaggio 2015” che ha avuto luogo presso la “Galleria Amantea” situata all’interno di Palazzo De Martino, la musica folkloristica di Antonio Marano e Dario Aloe, l’artigianato di Fiorenzo Cuglietta e le preziose creazioni di Lidia Lampante. Particolare e suggestiva l’osservazione astronomica curata da Francesco Veltri al pari delle escursioni guidate egregiamente programmate da Giuseppe Sconzatesta. L’appuntamento è per il prossimo anno, con la consapevolezza di fare meglio».

Comunicato comune di Amantea.

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Sono 3 giorni che andiamo alla ricerca della ordinanza con la quale si cambia la viabilità del centro storico.

Avevamo ricevuto, infatti, il comunicato n 263 del 27 giugno con il quale venivamo avvertiti che dal successivo lunedì 29 giugno sarebbe stato attivato il nuovo piano viario nel centro storico.

Scrivevamo della nostra difficoltà a comprendere come sarebbe cambiato, anche perché non eravamo riusciti a trovare la ordinanza che rende pubblica e quindi legittima la volontà dell’ente.

Il lunedì è passato. Ed è passato anche il martedì ed il mercoledì

E nemmeno oggi giovedì 2 luglio riusciamo a trovare la riferita ordinanza

Abbiamo però stampato la copia del sito e rilevato che mancano la ordinanza n 74 e la ordinanza n 79.

Che non sia una di esse?

Certo che per essere nel paese dei refusi certamente l’ente comune considera ben piccola cosa il fatto che le ordinanze come spesso le delibere vengano pubblicate a saltapicchio

Ed appare anche inutile chiedersi se ciò sia legittimo nel paese dove tutto sembra possibile.

Quello che ci appare ,però, fortemente illogico è che venga pubblicizzata una scelta senza che sia fatta conoscere nella sua interezza.

Il nostro interesse è correlato al fatto che una precedente ordinanza emanata dai commissari ministeriali venne impugnata con un ricorso straordinario al Presidente della repubblica da noi preparato per conto dei residenti nel centro storico e successivamente ritirata . e gli atti sono tutti negli uffici comunali.

Aspettiamo , perciò, pazientemente.

 Giuseppe Marchese

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